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Oggi pesche! Anzi peschine, piccine piccine, perché le piantine che ci sono nel giardino dei miei genitori sono nate per caso (la sottoscritta, qualche anno fa, si è divertita a piantare degli ossicini sottoterra sperando che ne nascesse qualcosa ma non pensando mai di arrivare ad avere oggi dei piccoli alberelli) ed, a parte qualche potatura, sono cresciute libere e senza trattamenti.
Ci corrono certo con quelle panciute della mia Faenza ma pur essendo mignon il loro sapore è unico.
La loro pasta bianca, morbida e profumata, diventa rosata verso la buccia. Se proprio dobbiamo trovargli un difetto sono pelose, tanto pelose ma basta lavarle bene o comunque sbucciarle per risolvere il problema.
Non si arriva mai a farne la marmellata perché il raccolto è sempre modesto. La mia mamma le ha fatte qualche volta sciroppate ma siamo tutti abbastanza d’accordo sul fatto che sono più buone raccolte dall’albero e mangiate ancora calde (un po’ come i fichi insomma…Elenuccia sei d’accordo?).
Quest’anno le nostre peschine sono già finite ma non quelle dello zio Q. che è arrivato a casa dei miei con un bel cestino di queste delizie! Per fortuna che ero in campagna in quei giorni altrimenti se le sarebbero pappate tutte loro e per la sottoscritta solo l’amaro dispiacere di essere rimasta a bocca asciutta e di dover aspettare il prossimo anno.
La ricettina (ma sì chiamiamola così) di oggi è nata proprio il giorno della famosa salsa di pomodoro. Mentre le bottigline stanno cuocendo nel callaro, faccio un po’ di chiacchiere con la mamma e la nostra amica Zulma quando il mio papino, con la scusa di una pausa-merenda, si presenta con un piattino di queste peschine. Ne addentiamo un paio ciascuno poi penso al blog ed al fatto che ve le devo far conoscere…in un battibaleno nasce l’idea sangria.
Chi meglio di Zulma può aiutarmi? Lei è argentina ed ha parenti in Spagna….ed è bravissima a cucinare! Prima o poi vi farò conoscere le sue empanadas.
Mi dice subito che ho bisogno di un vino corposo ed allora rubo nella cantinetta della mamma una bella bottiglia di Rosso Piceno Superiore. Gli ingredienti da aggiungere sono pochi: zucchero di canna grezzo, limone ed arancio.
Questa è ovviamente la sua versione! Voi potete sbizzarrirvi aggiungendo altra frutta (tipo mele e pere, melone, uva) oppure dell’alcool (gin, porto, vodka, rum). Per una sangria fizz unite al vino della soda o della gassosa (grazie alla mia collega Claudia per il consiglio!). Se vi piacciono le spezie aromatizzate il vino con cannella e chiodi di garofano.
Prosit!
LA SANGRIA DI ZULMA
-
1 bottiglia di Rosso Piceno Superiore (o altro vino rosso strutturato) da 0,75 l
- frutta a piacere (io ho messo solo peschine ma scegliete quella che più vi piace)
- 3 cucchiai di zucchero di canna scuro
- 1 limone
- 1 arancio
Lavate e tagliate le pesche e mettete in una ciotola, cospargetele di zucchero e lasciatele macerare fino a quando si sarà dissolto (un’oretta circa).
Tagliate il limone e l’arancia a metà. Una parte va tagliata ulteriormente a spicchi, l’altra va spremuta.
In una caraffa versate il vino, unitevi le pesche con il loro zucchero, gli spicchi di limone ed arancia ed il loro succo.
Miscelate e mettete in frigorifero a riposare per almeno 4 ore.
Per una sangria più fruttata potete lasciarla anche tutta la notte, ma sappiate che in questo caso vi ritroverete con la frutta lacerata (che a me personalmente non piace).
***
ZULMA’S SANGRIA
-
1 0,75litre bottle structured red wine
- fruit (only white flesh peaches for me but you can choose among pears, apples, cantalupe melons, grapes …)
- 3 tablespoons brown cane sugar
- 1 lemon
- 1 orange
Wash peaches (or other fruit) and cut into slices. Put in a bowl, sprinkle with sugar and set aside until sugar is dissolved (more or less an hour) .
Half lemon and orange; cut one half into slices and squeeze the other.
Pour wine in a jag, add peaches and sugar, lemon and orange slices and their juices. Wisk with a spoon and refrigerate for at least 4 hours.
Keep your sangria refrigerated all night if you like a more fruity drink (but remember in this case you will have mashed fruit, which personally I don’t like)
Che bontà, la sangria, posso unirmi per l’aperitivo? Grazie per avermi segnalato della dose del burro. E’ sbagliata, ne metto 200 grammi, ho corretto l’errore, bacione a presto
Certo che puoi unirti! Visto che ci sei mi porti un pezzettino di focaccia ligure che adoro?? È perfetta per l’aperitivo!
Buon inizio settimana…
Silvia
Che dono prezioso ti ha fatto la natura! E tu, ovviamente, hai saputo esaltarlo al meglio rendendo onore a una preparazione internazionale. Brava, prosit! 🙂
Grazie cara Clumsy…vieni anche tu per l’aperitivo???
Un abbraccio
Silvia
Corroooo!!! 🙂
io adoro quelle pesche! noi ne abbiamo un alberello solo in giardino ma…sono irresistibili e faticano ad arrivare alla settimana con me in giro! 😀
bella idea cara Silvia! buonissima giornata!
Per fortuna i nostri alberelli altrimenti tu ed io ci spenderemmo uno stipendio dal fruttarolo!
Baci e buon lunedì
ahahah è vero!!!!
E cmq, sì, sono d’accordissimo!!!!! 😀
Appoggio mio cognato quando dice che un tocco di “alcool” non ci sarebbe stato affatto male, ma diciamo che come sostituto del vino da tavola è ottimo……quanto è buono poi mangiare la frutta imbevuta! A quella sì che bisogna fare attenzione, perchè va giù che è un piacere.
Per la cena con il mio collega e compagna la voglio provare anche io, sebbene un pò più “strong” con magari l’aggiunta di un buon gin!
Ubriaconi voi! A me i super-alcolici non piacciono e preferisco la versione ‘liscia’ della serie vino-frutta-e nient’altro!
Baci
Decisamente una bontà perchè amo le pesche e adoro il sangria, è un connubio profumatissimo! Certo che è terra davvero buona se con pochi noccioli sei riuscita ad avere delle peschine….
Ciao, Tatiana
Mi hai fatto venire un dubbio…si dice la sangria o il sangria?
La terra in realtà è un po’ sassosa in quel punto però evidentemente queste peschine sono proprio tenaci!
Un abbraccio e buon lunedì
Silvia
Ho sempre sentito ambedue le versioni, ma l’articolo maschile mi suona meglio, forse perchè è il più diffuso, tuttavia sarebbe da approfondire…
Da curiosa approfondirò! Sai che non l’ho mai sentito in versione maschile…anche Zulma la chiama la sangria…se scopro la versione ufficiale ti dico!
Un abbraccio
Reblogged this on MAXIMUSOPTIMUSDOMINUS and commented:
Drink it up . . .
Grazie…cheers!
You’re welcome..its my pleasure!!! Zulma Cheers! 😉
ohhhh buona!!!! e con le peschine di casa, figuriamoci 🙂 io da piccina (credo in 3 elementare tipo) ho piantato dei semini di mela. da un paio d’anni l’alberello ci regala a settembre delle splendide mele 🙂
che buone saranno le tue meline…pensa che io riesco a mangiare solo quelle di casa…mentre mio marito preferisce quelle perfette del supermercato! Chi ha il pane non ha i denti…
Un abbraccio
A presto
Silvia
Peccato io sia astemia perchè l’idea di una sangria alle pesche mi attira molto!!
Un salutone susy
Grazie Susy e ben tornata! Sei già ai fornelli?…mi sono mancate le tue ricettine…
Non credo ne esista una versione senza alcool anche se come vedi mi sonk limitata al vino perché non bevo super-alcolici…però le peschine ci stavano divinamente.
Un abbraccio
Silvia
La sangria è rappresentativa di tutte le feste d’estate, bevuta come aperitivo o come fine pasto! Con le pesche del giardino immagino che poi sia ancora più dolce! Mi hai fatto ricordare mio nonno: sulla nostra tavola non dovevano mai mancare le pesche con il vino! Non sono proprio una sangria vera e propria ma una macedonia mooolto ubriaca! 😉
è vero!!! ora che ci penso le pesche con il vino le mangiava anche mio nonno…e la sottoscritta quando lo andava a trovare finiva sempre per intingere il cucchiaino nel suo bicchiere!
che buone…
Ciao cara!
grazie per la visita e per il gentile commento! sono venuta a sbirciare e trovo una ricettina davvero nuova e sfiziosa:-) adoro gli abbinamenti col vino rosso e qui oggi fa ancora caldo e sarebbe stato bello un drink del genere!
Vaty
troppo carina tu per passare e per fare like alla foto delle cipolle del mio papino in instagram!
ciao cara Vaty
ciao
che meraviglia!!! direttamente dall’orto alla cucina! più bio di così!!!!
davvero posso dire di mangiare bio al 100%…avranno qualche bozzetta e saranno piccine però sanno di buono
e ti assicuro che se ti abitui a mangiarle così come le cogli dalla pianta le altre non le assaggi (quasi) più
ho questa grande fortuna e sai che me ne rendo conto da pochi anni?
quando si è giovani si pensa ad altro…
un abbraccio
Silvia
nuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu ….la faccio la faccio la faccio….stupenda!!!
Siiiiiii….mi inviti?
Riuscire ad avere i prodotti dell’orto è sempre una gran fortuna, a me capita solo quando si fa qualche spedizione dai nonni a 200 km, ma ogni volta il bottino è più prezioso di un tesoro!
Questa sangria invita al brindisi e allora brindo a te, al tuo blog, alle tue belle ricette , lunga vita alla Greg!! 😉
Grazie! sei sempre troppo carina!
Anche voi tornate a casa dai nonni con la macchina stipata come la nostra? Altro che furgoncino del fruttarolo…ma è soddisfazione!
Baci
Giurerei che Sangría è femminile… ma indipendentemente dal genere, la tua è senz’altro una meraviglia.
😉
Il prox anno quando vengo a trovarti al lago la facciamo!
Un abbraccio
Silvia
Sì dai! Però le peschine le porti tu, così siamo certe della riuscita della Sangria della Greg!
Certo…se il raccolto lo permetto te ne porto una bella cassettina!!!
Così ubriachiamo tutti! Grazie Silvia, sei un tesoro.
Visto che sono astemia forse sono la meno indicata a commentare questo post ma volevo lasciarti un saluto per dirti che trovo il tuo blog assolutamente delizioso, ho già preso appunti per due ricettine che rifarò al più presto…
Un abbraccio, Chiara
scusa se ti rispondo solo ora ma il tuo msg era finito nelle spam! troppo carina per essere passata di qui…
chissà quale ricettina ti ha incuriosita…io devo assolutamente fare il tuo cobbler!!!!
un abbraccio anche a te
Silvia
Vino e pesche è un classico nella mia zona! Ma questa sangria mi tenta e poi mi ricorda tanto la Spagna di tanti anni fa dove vorrei tornare… Baci
Diciamo che questa è molto basic però la preferisco così…l’ho assaggiata questa estate a Fuerteventura ma il barman del resort non era proprio un gran maestro di sangria!
Grazie per esser passata! baci