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L’ho scoperta 20 anni fa. Durante le prime incursioni in casa dell’allora mio fidanzato, poi divenuto marito. E non l’ho più abbandonata.
E’ il mio dolce, quello che mi rappresenta, quello al quale non potrei mai rinunciare.
E’ il dolce che mia suocera prepara in diverse occasioni di festa o anche solo per darci il benvenuto quando torniamo per qualche giorno nelle Marche. Dire che la sua crescia sfojata è speciale è poco. Io l’ho ammirata (prima di assaggiarla) per anni, le ho anche chiesto più volte la ricetta per poi, volutamente, dimenticarla. Per una questione di rispetto. Lei mi riempie sempre di complimenti, mi dice che preparo piatti che non saprebbe mai rifare…anche se non ci credo, ho sempre lasciato che questo dolce restasse il suo anche perché non ne ho mai assaggiato uno così buono.
Lei lo cuoce rigorosamente nel forno a legna…e questo fa la differenza…la pasta si biscotta e diventa di un bel colore brunito.
Lei usa le mele di casa. Sono frutti di almeno 5/6 diverse qualità, tra le quali prevale la mela rosa dei Monti Sibillini. Non vi sto neanche a raccontare il loro profumo. Quest’anno purtroppo il raccolto è stato modesto (in campagna si prende quello che viene) tantoché mi son dovuta accontentare delle mele Renette trovate al supermercato biologico.
Lei usa le noci dell’albero che è in giardino. Dimenticatevi quelle lucide e giganti della California che troneggiano nei negozi; queste son brutte e raggrinzite ma sono a km zero, raccolte a novembre e lasciate asciugare tutto l’inverno in una cassetta forata riposta in garage.
Lei usa la farina e l’olio extravergine di casa per fare la pasta, conosciuta nelle Marche con il nome di crescia. Lei fa tutto ad occhio…versa la farina poi l’olio ed infine l’acqua che serve ad amalgamare tutti gli ingredienti. Lei ne cuoce 6-7 per volta, grosse ciascuna il doppio della mia, perché quando si accende il forno a legna bisogna riempirlo (e si mantiene caldo per cucinare fino al giorno successivo). E che ve ne fate di tutto quel ben di dio? Un paio di cresce ce le mangiamo fresche tra colazione e merenda, un altro paio prendono la via di casa di amici o dei miei genitori, le altre vengono messe nel congelatore.
Lei non aggiunge marmellata né fichi secchi, né canditi nel ripieno ma non rinuncia ad una generosa spolverata di cannella.
Quando ho letto che la sfida di questo mese dell’MtChallenge, lanciata da Mari di Lasagna Pazza, sarebbe stato lo strudel ho avuto un palpito al cuore e solo dopo diversi ripensamenti ho deciso che sarebbe arrivata la volta della mia crescia sfojata.
Sapevo in partenza di non poter competere con quello della suocera; però ho fatto del mio meglio per riprodurlo il più fedelmente possibile. L’unica variazione che ho apportato è stata quella di utilizzare al posto dell’uvetta sultanina il Moscato della nostra vigna, appeso dopo la vendemmia ed appassito su un trave della cantina per tutti questi mesi e da me riesumato durante l’ultima incursione in terra marchigiana. Per rinvenirlo ho usato del succo di mela biologico al posto del classico brandy/rum.
Sono però rimasta fedele alla sua forma. Mia suocera invece di arrotolare tutta la sfoglia su se stessa (per evitare di formare un salamone), arrotola separatamente i due estremi per poi ricongiungerli al centro.
Prevedendo la sfida (che scade stasera alle 24…pertanto pubblico sul fotofinish!)l’inserimento di una salsa di accompagnamento ho cercato qualcosa di semplice, che non alterasse l’equilibrio del ripieno dello strudel ma che conferisse allo stesso tempo un po’ di morbidezza e di cremosità in bocca. Ho scelto un ‘gelato’ di panna farcito con mollica di pane integrale biscottata in forno con zucchero di canna grezzo.
Anche se la mia crescia è ancora lontana secoli dalla sua, sono contenta sia perché uomo grande ed uomo piccolo hanno molto apprezzato, sia perché vi ho fatto conoscere un altro pezzo della mia straordinaria terra.
CRESCIA SFOJATA CON GELATO DI PANE INTEGRALE (per 5/6 persone)
per lo strudel (ricetta di Mari):
-
150 gr di farina 00
- 100 gr di acqua calda
- 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
- un pizzico di sale
per il ripieno:
- 2 mele Renette (circa 400 gr)
- 15 noci
- un grappolo di Moscato appassito (in alternativa 60-70 gr di uvetta sultanina)
- 150 ml di succo di mele bio (in alternativa rum/brandy/sherry)
- due cucchiai di zucchero di canna
- un cucchiaio abbondante di cannella in polvere
- scorza grattugiata di un limone bio
per il gelato (da Gelati edito da Gribaudo-Parragon):
- 250 ml di panna fresca
- 50 gr di mollica di pane integrale
- 30 gr di zucchero a velo
- 30 gr di zucchero di canna grezzo
- 1/2 cucchiaino di essenza di vaniglia
- 1 cucchiaino di rum/brandy/sherry (omesso)
Preparate l’impasto per la sfoglia (seguendo le istruzioni di Mari)
Scaldate l’acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente, aggiungete il sale e l’olio e versate a mano a mano l’acqua calda mescolando. Quando la farina avrà assorbito tutta l’acqua, togliete l’impasto dal recipiente e cominciate a lavorarlo con le mani su una spianatoia per un paio di minuti, fino ad ottenere un impasto morbido, quasi appiccicoso ma che comunque non resta attaccato alla spianatoia o alle dita. Mettete l’impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezz’ora.
Riscaldate il succo di mele e versatelo in una ciotola dove avrete messo l’uvetta. Lasciate ammorbidire per una ventina di minuti.
Lavate sotto l’acqua corrente le mele, sbucciatele, toglietene il torsolo, tagliatele a fettine sottili. Mettete le fettine di mela in un recipiente, aggiungete lo zucchero di canna, le noci tritate grossolanamente, l’uva scolata e ben strizzata, la cannella e la scorza del limone.
Riscaldate il forno a 200° C (modalità statica).
Stendete la sfoglia.
Mettete una tovaglia pulita (possibilmente lavata con sapone neutro e ben sciacquata), di lino o di cotone, sopra a un tavolo. Infarinatela leggermente, prendete l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani, quindi spianatelo aiutandovi con un mattarello. Quando la sfoglia comincerà ad essere abbastanza sottile mettete da parte il mattarello, sollevate la sfoglia dal tavolo aiutandovi con le mani e, tenendola con le nocche nella parte sottostante, cominciate a tirarla verso l’esterno facendola girare ogni tanto e facendo attenzione che non si rompa. La sfoglia deve diventare praticamente trasparente. Riponetela nuovamente sulla tovaglia (dovreste aver ottenuto una sfoglia quadrata di circa cinquanta centimetri per lato). Siccome i bordi saranno rimasti un po’ più spessi, passate con le dita lungo tutta l’estremità della sfoglia tirando la pasta per assottigliarla.
Disponete sulla sfoglia il ripieno avendo cura di lasciare liberi 2 cm dal bordo.
Aiutandovi con la tovaglia sollevate la sfoglia ed iniziate a rotolarla su se stessa. Fatti un paio di giri, ripiegate verso l’interno anche i due lembi esterni e continuate ad arrotolare fino alla fine (io ho seguito la procedura di mia suocera che è solita arrotolare i due lati opposti verso il centro invece di fare un unico rotolo).
Trasferite delicatamente la sfoglia su una teglia ricoperta di carta da forno, spennellatela con burro fuso ed infornate. Cuocete per 30-40 minuti fino a quando la sfoglia risulterà dorata.
Preparate il gelato.
Preriscaldate il forno a 200° C.
Sbriciolate la mollica, mescolatela con lo zucchero di canna e disponetela su una teglia ricoperta di carta da forno. Fate cuocere per 10-15 minuti fino a quando la mollica comincerà a dorare e lo zucchero a caramellate. Estraete dal forno e fate raffreddare.
In una ciotola montate la panna a neve ferma quindi aggiungete lo zucchero a velo e l’essenza di vaniglia.
Trasferite la panna nella gelatiera per una mezz’ora, unendo 10 minuti prima del termine la mollica tostata con lo zucchero. In alternativa, fate congelare la panna in un apposito contenitore per 1-2 ore dopodiché estraete dal freezer e mescolate con un forchetta. Rimettete in congelatore per un’altra ora e ripetete fino ad ottenere la consistenza desiderata.
Tagliate lo strudel e servite con una pallina di gelato.
CRESCIA SFOJATA WITH WHOLE GRAIN BREADCRUMBS ICE CREAM (serving 5/6)
for the crust (recipe by Mari):
• 150 gr strong flour
• 100 gr hot water
• 1 tablespoon extravirgin olive oil
• a pinch of salt
for the filling:
• 2 renette apples (about 400g)
• 15 walnuts
• a bunch of homedried Moscato grape (alternatively 60-70 gr raisins or sultanas)
• 150 ml of organic apple juice (or rum / brandy / sherry)
• 2 tablespoons brown sugar
• 1 tablespoon ground cinnamon
• grated rind of one organic lemon
for the ice cream:
• 250 ml fresh cream
• 50 grams of whole-grain bread
• 30 grams powdered sugar
• 30 grams brown sugar
• 1/2 tsp vanilla extract
• 1 teaspoon of rum / brandy / sherry (optional)
Preparing the dough.
Heat the water (be careful because it does not have to be boiling). Sift the flour into a bowl, add the salt and the oil and pour in gradually the hot water. Stir. When the flour has absorbed all the water, remove the dough from the bowl and begin to knead with your hands on a work surface for a couple of minutes, until the dough turns out soft and slightly sticky. Leave the dough to rest, covered with a damp cloth or foil, for about half an hour.
Preparing the filling.
Heat the apple juice and pour into a bowl where you put the raisins. Let soften for about twenty minutes.
Wash apples under running water, peel, remove the core and cut into thin slices. Put the apple slices in a bowl, add the brown sugar, the walnuts (stoned and coarsely chopped), the raisins well drained, the cinnamon and lemon rind.
Preheat the oven to 180 ° C (static mode).
Rolling out the dough.
Put a clean cloth (preferably washed with soap and rinsed well), linen or cotton, on a table. Flour it lightly, take the dough and begin to flatten it with your hands, then with the aid of a rolling pin. When the dough begins to be thin enough set aside the rolling pin, lift the dough from the table, helping with your hands and, holding it with your knuckles, begin to pull it out by turning it occasionally and making sure that it does not break. The dough should be almost transparent. Place it again on the tablecloth (you should have gotten a sheet of about fifty square centimeters per side). Since the edges are usually thicker, pass with the fingers along the ends of the pastry gently pulling the dough to flatten.
Arrange the filling on the pastry, taking care to leave free 2 cm from each edge.
Helping you with the tablecloth, rais the dough and begin to roll it on itself. Taken a couple of laps, fold inward also the two outer flaps and continue to roll until the end (my mother-in-law rolls two opposite sides toward the center).
Gently transfer the dough on a baking sheet covered with parchment paper, brush with melted butter and bake for 30-40 minutes until the pastry turns golden brown.
Making ice cream.
Preheat the oven to 200 ° C.
Crumble the bread, mix it with brown sugar and arrange on a baking sheet covered with parchment paper. Cook for 10-15 minutes until the crumbs begin to brown and sugar starts caramelizing. Remove immediately from the oven and let cool.
In a bowl, whip the cream until slightly stiff, then add the icing sugar and the vanilla extract.
Transfer the cream into ice cream-machine for half an hour, adding during the last 10 minutes the toasted breadcrumbs. Alternatively, freeze the cream in an freeze-suitable container for 1-2 hours then remove and stir with a fork. Put again in the freezer for another hour and repeat until you get the desired consistency.
Cut the strudel and serve with a scoop of ice cream.
magari non sarà come l’originale, ma promette benissimo e poi quel gelato??? che bellissima idea, mai visto primo!! in bocca a lupo per la gara!! baci
diciamo che ho molto da imparare…
la gara è servita più che altro per spronarmi a farlo!
bacioni
Sai che non avevo mai sentito nominare questo tipo di dolce, ora con questa bella descrizione, mi hai fatto venire una gran voglia di assaggiarlo…sono sicura che e’ delizioso, chissa’ pero’ se saro’ in grado di riprodurlo?! Ci provero! Baci carissima
la pasta si stende davvero da sola fino a diventare trasparente…e poi se anche dovessero comparire dei buchi si possono ‘rattoppare’ …non succede nulla! il ripieno classico è fatto di mele e frutta secca ma puoi mettere quello che più ti piace…
bacioni
Silvia
Anche se è l’ora di andare a dormire ..mi è venuta l’acquolina bocca! Mamma mia …mica facile fare questa sfoglia! Complimenti Silvia …bravissima come sempre!
un abbraccio e buona notte!
Giusy
prova Giusy e mi dirai…sembra difficilissima ed invece si stende con estrema facilità fino a diventare trasparente!
bacioni
non l’ho mai assaggiata ma dalle foto direi che è speciale ! In bocca al lupo per la sfida Silvia, un abbraccio
buona, buona…
Ma che meraviglia questa crescia! Non la conoscevo, ma entra subito nella lista delle cose da fare! E quel gelato di accompagnamento poi?? Sembra ideato proprio per la crescia, che connubio! Super brava Silvia!
grazie dei complimenti…quasi arrossisco!
se ti piacciono i dolci semplici, fatti con poche cose ma buone devi provarla…ho scelto quel gelato perché la mollica di pane integrale mi è sembrata rustica tanto quanto questo dolce…
bacioni
Una ricetta straordinaria, Silvia, un dolce molto speciale per gli ingredienti e per la storia di casa che c’è dietro.
Sei una persona speciale e adesso che hai un sacco di tempo libero lo dimostrerai in modo ancora più completo!
grazie Silva per le tue dolci parole…sono attaccata in maniera particolare a questo dolce e mi fa piacere leggere che le mie emozioni siano divenute anche le vostre…
allora, mi sono emozionata io a leggere la storia di questo delizioso dolce…posso solo immaginare l’emozione che deve provare tua suocera (signora lo sa che è fortunatissima vero? come ùla greg ce n’è una sola!!)
è unameraviglia qst crescia e anche io la voglio provare..con le mele e le noci del giardino di papà…però l’olio, mannaggia, lo devo comperare!
un bacio grande cara, a te, tuo marito, alla mia pulce e a tua suocera!
sai che non ho il coraggio di farglielo leggere? altrimenti poi mi si mette a piangere…
ma vedremo magari un giorno lo farò….
ti ringrazia comunque del bacio…anzi ti ringraziano tutti marito compreso
tu riguardati mi raccomando tesoro
Wow…una ricetta di quelle che ti accompagnano per la vita! Mi stupisco sempre dei molteplici valori che può assumere quello che cuciniamo… Grazie per aver condiviso questa ricetta con noi…e in bocca al lupo per l’MTChallenge! 🙂
Alice proprio ben detto….potrei rinunciare da domani a tante cose (carne in primis) ma non a questo dolce che nella sua semplicità è pieno di tradizione e di sapori autentici
bacioni a Firenze
Come Elena,anch’io mi sono emozionata a leggere la storia..cmq non ho dubbi sia buonissina anche la tua versione e soprattutto adoro l’idea della panna con quelle bricioline tostate che la rendono croccantina… un bacio cara
non ditemi che vi ho fatto venire la lacrimuccia agli occhi! il gelato è fotonico ed anche la sola mollica biscottata con lo zucchero….
un bacino
Che aspetto meraviglioso Silvia!!!!! Stamattina sto vedendo in vari blog dei dolci fantastici….questo mi piacerebbe proprio assaggiarlo!!!!!!:) bravissima!!!!
Un bacione cara!
al prossimo esperimento allora ti chiamo…
B E L L I S S I M A ! La ricetta, la storia e la tua passione! Lo strudel fatto con le cose di casa è una poesia…mi ricorda un pò il mio, e il gelato?? Vogliamo parlarne?? Fantastico, abbinamento perfetto, rustico ma elegante e inusuale! Complimenti e in bocca al lupo! Io patteggio per te!!!!
grazie per il tifo Daniela…anche se io la mia sfida l’ho vinta prendendo il coraggio di fare questo dolce!
Il gelato è andato a ruba…i miei uomini impazziti…per fortuna ho fatto metà dose!!!
Bacioni
L’ha ribloggato su MAXIMUSOPTIMUSDOMINUS.
è meraviglioso, davvero!
e tanti complimenti alla suocera che è una cuoca della vecchia tradizione: tutto a occhio, tutto a mano, cose di casa e un bel forno a legna…
aaaaahhhh che bellezza… tu e lei in questo post mi avete messo la serenità addosso!
bacione!
grazie Rossina…mia suocera dice di non saper cucinare ma non sa quello che dice…del resto quella buona forchetta di mio marito da qualcuno deve pur esser stato stimolato a mangiare!
mi fa piacere che il racconto ti abbia trasmesso serenità
un bacione
Grazie a te 🙂
un bacione
Ho mangiato questo dolce proprio nelle Marche, buonissimo, davvero gustoso, il gelato di pane integrale mi mancava!!! quando viene caldo provo a farlo! Cotto nel forno a legno biscottato…mmm…meraviglia!
mi fa piacere Lilli che ti sia piaciuto! in quale parte delle Marche sei stata?
secondo me puoi farlo anche ora…noi andiamo pazzi del gelato in inverno…soprattutto se abbinato a qualcosa di caldo
ciao
ciao
Sembra davvero una bomba Silvia e il tuo racconto mi ha fatto venire una fame che non ti dico..
🙂
è una bomba di sapori ma in fondo è leggero, crosta con un cicinin di olio ed interno di frutta…il pericolo è proprio questo…farsi tentare e mangiarne più di un pezzo!!!
io cedo sempre…
Silvia cara,
che piacere leggere del tuo strudel.
Ogni parola esprime l’amore ed il rispetto che evocano in te questo dolce.
Mentre descrivevi gli ingredienti e la loro provenienza si spalancavano davanti a me immagini fantastiche, di terreni rigogliosi, piante ricche di frutti e quel forno a legna.
Il gelato d’accompagnamento mi piace molto, avvolgente e rustico.
Mi piace molto ma molto la tua interpretazione per l’MTC.
In bocca al lupo e un abbraccio sincero.
Lou
sai Lou ho già vinto la mia sfida realizzando questo dolce…che fino a qualche giorno fa era intoccabile!
posso migliorarlo ma come primo esperimento sono contenta…e poi devo provare con il forno a legna… anche per il pane…approfittando del fatto che passo più tempo nelle Marche…e tu quando ci torni?
baci
Con il forno a legna deve essere fenomenale!
Se tutto va bene dovrei tornare verso aprile-maggio ma non so ancora nulla
Sicuramente appena so qualcosa ti faccio sapere, mi piacerebbe molto bere un caffé con te 🙂
Un abbraccioe buona giornata
Lou
Dai! Questa volta mi organizzo per dormire da mia sorella…tanto di tempo ne ho!
😘
🙂 non vedo l’ora, anche perché mi ci vuole un weekend via, son stanca stanca!
un abbracio
Da buona marchigiana questo dolce mi emoziona, ogni casa ha la sua ricetta,ogni nonna i suoi gesti ed è un dolce buonissimo!!! Brava per la ricetta il racconto e le foto…..mi hanno fatto venire una vogliaaaaa
dai dai voglio vedere la tua ricetta…curiosa io!
Dalla campagna si prende quello che viene.
Vero Silvia! E come mi piace questa considerazione.
Fare con le cose che si hanno.
Io ho la grande fortuna di avere i miei genitori in campagna e usufruire di tantissimi prodotti a km 0. E loro veramente hanno di tutto!
Mi piace molto anche il tuo modo di relazionarti alla cucina.
Bellissima questa sfojata, sono certa che non ha nulla da invidiare a quella della suocera, anche se si sa che le persone adulte che amano la cucina, spesso fanno con quel guizzo in più.
Ti mando un abbraccio
A presto :*
sai Michi che per anni ho quasi dimenticato da dove venivo..presa dalla vita nella grande città e dalla carriera
ora che ho qualche anno in più sulle spalle, un figlio e sono senza lavoro per scelta mi sto riavvicinando alla terra, anzi sento il bisogno di svegliarmi qui, di sentire gli uccellini che cantano, di vedere le piantine dell’orto crescere giorno dopo giorno…credo di essere pronta per tornare e godermi tutto questo splendore!
quanto mi piacerebbe incontrarti…
Beh, a me è piaciuto tantissimo leggere questo post…e più ti leggo e più divento impaziente di conoscerti Silvia (che noi tra poco ci vediamo! 😉 …)
Bello tutto, il racconto, i profumi, i prodotti raccolti da tua suocera…ma cosa c’è di più buono di ‘naturalissime’ noci raccolte in giardino???
Poi…posso dire una cosa?? Il gelato!!!! E’ un’idea geniale, mi piace tantissimo!!!
..mi sa che te lo copio eh!
Un baciotto ed in bocca al lupo per l’MTC..la proposta è ottima secondo me!
pronta a conoscermi dal vivo? anche io sai Roby e non vedo l’ora…
ti avviso, cancerina sono!
bacioni
Ti giuro, Silvia, che non so da cosa mi senta maggiormente incantata. Se dalle tue parole piene di stima e di rispetto, se dalla tua arte, se da questo gelato pazzesco e originale. Non lo so, ma l’insieme è strepitoso e tu…. tu sei tu, sempre al top.
Grande, sei stata ancora una volta insuperabile.
oh mamma…io mi sciolgo davanti a queste parole di elogio!
È venuto benissimo anche a te e mi piace tantissimo l’abbinamento con questo gelato particolare!
Una buona serata Susy
è venuto bene però il suo è top! te lo assicuro…
Ciao! Grazie per essere passata da me, il piacere di conoscerti é tutto mio 🙂 Il nome di questo dolce non l’ho mai sentito ma il tipo di dolce -simile allo strudel credo – mi piace tantissimo!….per non parlare di quel gelato che lo accompagna…lo proveró, te lo assicuro! Un abbraccio, Letizia
benvenuta nel mio blog! mi fa piacere ti sia piaciuto questo strudel contadino tipico delle mie parti…alle tue latitudini deve essere ben diffuso il suo cugino strudel!
un abbraccio a te
Silvia
Nei dolci sei davvero insuperabile, anche se questa volta gran parte del merito è della suocera 🙂 Bellissimo vedere due generazioni, e soprattutto nuora e suocera , avere gran rispetto e stima reciproca. Questo rende tutto più speciale.
Un bacione
sì sì questa volta cancerina il merito è suo…io ho cercato di copiare avvicinandomi abbastanza all’originale ma ce n’è di strada da fare…la prossima volta lo facciamo a 4 mani!
un abbraccio dal mio ‘relais’ di campagna
e w la pacchia!
Bravissima Greg! Sembra davvero ottimo….. e brava la suocera che ti ha trasmesso la ricetta!
grazie di cuore Maurizia!
beate le suocere…non sempre ma in questo caso l’ovazione ci sta
Non conoscevo la crescia sfojata, ma è semplicemente una meraviglia, come il tuo gelato di pane integrale!
Una partecipazione esemplare 🙂
Grazie Giul…il gelatino era buono, buono per non dire speciale!
un capolavoro!
quello della suocera! il mio un riuscito (ma non perfetto) tentativo di imitazione…
a me sembra stupenda anche la tua, quella della suocera non l’ho mai vista e quindi questa è il massimo per me! brava Silvina!!!
😊
Lo sai che a me questo gelato di pane mi ispira ma morire? Amo le consistenze morbide con qualche contrasto croccante e qui mi sa che siamo molto vicini….. Sì, mi sono proprio fermata su quella pallina di gelato… mi ha incantata!
Un bacio!
il gelato ha fatto decisamente colpo! anche nei miei due uomini…e non è un caso se l’ho messo avanti nella foto!
Tesoro non ti dico cosa ho resistito per non mangiarmi tutte quelle molliche biscottate con lo zucchero…
un abbraccio a Trieste!
Semplicemente fantastica…tu…la storia…la ricetta…e poi quel gelato….io non ci avrei mai pensato…ma come ti è venuto in mente!!! Bravissima Silvia…
Un abbraccio e buon fine settimana
monica
beh il gelato non è farina del mio sacco…però come l’ho visto, ho detto che sarebbe stato il compagno ideale della mia crescia…e di fatto lo è stato…i miei ometti fuori di testa!
l’ho scelto principalmente perché rustico e fatto con pochissimi ingredienti…ho pensato che mia suocera avrebbe potuto farlo tanti anni fa quando non c’erano gelatiere e moderni attrezzi di cucina
un abbraccio a te ed alla tua ciurma!
deve essere deliziosa e poi il toco del gelato un dolce sublime !!!!!!!!!!!!
baci
Alice
grazie Alice! qui ero davvero molto ispirata….
Ho letto la tua introduzione tutta d’un fiato e sentito il sapore ed il profumo degli ingredienti genuini di tua suocera, il calore del forno a legna (che mi ha ricordato quello della mia casa di campagna dell’infanzia)… e mi è venuta una voglia matta di assaggiare questa prelibatezza. Grazie per avermi fatta sognare, un bacio! 🙂
prego…i sogni fanno sempre bene! magari poterli trasformare facilmente in realtà
un bacio
Silvia
Davvero complimenti e grazie x questo piccolo angolo delle Marche che ci hai regalato. Io da quando ho assaggiato la verdura dell’orto di mio suocero, difficilmente assaggio qualcosa fuori stagione e sono molto critica anche su tutto ciò che acquisto.
Un plauso speciale x il gelato.
grazie Kika per i complimenti! effettivamente la verdura dell’orto ha tutto un altro sapore…
ciao
Silvia
Ma che delizia! Ma pensa non conoscevo assolutamente questo dolce e la salsa d’accompagno è veramente un tocco originale notevole!
mi fa piacere ti sia piaciuta! eh sì quel gelatino era proprio buono…
Mi piace il tuo modo di raccontare…il gelato è incredibile e la crescia sfojata mi fa sentire “a casa” anche se, devo dire che dalle mie parti non si fa. La voglio provare però! Grazie
Un abbraccio
ma sì credo che sia proprio tipica di Fabriano…al max ci si sposta verso Matelica-Camerino
io sono un po’ di parte…ma è buonissima!
bacioni
Silvia
Pingback: Padellata di triglie al limone e pepe rosa…e le scadenze di fine mese | laGreg
Carissima, tutto il mondo è paese, come si suol dire 🙂
Apprezzo tantissimo il fatto che tu abbia collegato alla ricetta di questo mese una ricetta di casa tua e se mi vieni a parlare di ingredienti a chilometro (anzi centimetro direi) zero, con me sfondi una porta aperta. Anch’io ho utilizzato per il mio strudel un olio che producono i miei suoceri e gran parte degli ingredienti che utilizzo nella mia cucina sono prodotti da noi stessi. Quindi la tua proposta non può che piacermi, ma non solo per quello, ma anche per come hai scelto gli accostamenti per ideare il tuo ripieno e per quel gelato pazzesco con la mollica di pane integrale con cui hai voluto accompagnare il tuo dolce. Bravissima e grazie per la tua partecipazione.
Mari
oh mamma quanti complimenti Mari…credo che grazie a te rifarò questo dolce molto presto!
ciao
Silvia
una bellissima intepretazione dello strudel, a partire dal fatto che hai usato un nome di casa. a me piace sempre quando si ritrovano ricette in giro per il mondo che sono chiaramente le stesse di altre pur con nomi diversissimi, mi piace interrogarmi su quali fili e viaggi le leghino.
ed è bellissima anche la storia.
e i km zero.
per tacer di quell’incredibile gelato.
davvero splendido!
grazie Gaia!!
troppi complimenti…sono arrossita!
Partecipare con questa splendida ricetta è stata un’idea grandiosa: ho amato il tuo racconto, l’omaggio reso a tu suocera, la delicatezza con cui hai raccontato questo dolce, la scelta degli ingredienti, l’originalità del gelato: insomma splendida prova Silvia, SPLENDIDA!!!
Grazie Daniela, sei tu splendida con tutti questi complimenti…
E quindi anche te ti sei agganciata alla carovana, proprio per il numero 36!
Anche io! Buono il tuo strudel!!
😉
Evviva…entrambe matricole dell’Mtc!
Beh a me il tuo strudel ispira molto!!!! Anzi ne mangerei subito una getta ovviamente con anche il gelato!!!!
Buon martedì grasso
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