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Petit pots au chocolat [au lait]

petit pots au chocolat

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Valigie disfatte! Lavatrici stese! Ora mi tocca stirare…ma non sò sinceramente da dove iniziare!

I teli, i costumi e le canotte ritornate dalla vacanza e scaricate a mò di spazzatura nel bagno di servizio (insieme a qualche etto di sabbia), dopo il lavaggio si sono sommati ad un paio di ceste che prima della partenza non sono proprio riuscita ad affrontare…..col risultato che oggi mi ritrovo con una vera e propria montagna di vestiti da stirare!

Mentre io mi faccio coraggio e posiziono il tavolo da stiro a portata di condizionatore, vi lascio una ricettina facilissima e velocissima preparata per la merenda della pulce (pensate un po’ che ho utilizzato il cioccolato al latte rimasto dall’uovo di Pasqua che ha soggiornato finora in frigo perché, con la temperatura della mia cucina mansardata, in dispensa si sarebbe sciolto già da un po’).

Questa ricetta, a differenza di tante altre, non contiene uova e non prevede cottura in forno; io per renderla più leggera ho sostituito la panna utilizzando solo latte fresco intero di alta qualità.

Avrei voluto guarnire i vasetti con un coulis di fragoline di bosco appena raccolte dietro casa ma riducendole in purea il loro colore rosso vivo è diventato un marroncino chiaro che avrebbe fatto a cazzotti con il colore già pallido della mousse cosicché all’ultimo l’ho decorata con quello che ho trovato…ricotta di bufala, mandorle tostate e una colata di cioccolato al latte.

Altro che budino con le macchie!

petit pots au chocolat 4

petit pots au chocolat 2

PETIT POTS AU CHOCOLAT AU LAIT (per 5-6 porzioni…dipende dalla dimensione dei vasetti che utilizzate)

liberamente adattata da questa ricetta del blog Lo Spelucchino

  • 500 ml di latte fresco intero (oppure 250 ml di latte e 250ml di panna)
  • 50 gr di zucchero di canna chiaro
  • 70 gr di cioccolato al latte (o fondente)
  • 18 gr di amido di mais

per guarnire:

  • ricotta di bufala
  • zucchero a velo
  • mandorle tostate
  • cioccolato al latte fuso (in microonde o bagnomaria)

In un pentolino mettete il latte e lo zucchero, portate a bollore e togliete dal fuoco.

Prelevate due/tre cucchiai di latte caldo e versateli in una ciotola nella quale avrete messo la maizena setacciata; mescolate bene con una frusta, per evitare la formazione di grumi, aggiungendo a poco a poco dell’altro latte e in modo da ottenere una crema che poi verserete nel pentolino con il latte caldo.

Rimettete sul fuoco, con fiamma dolce, e riportate a bollore; lasciate cuocere 4-5 minuti fino a quando la crema comincerà ad addensare. Versate il cioccolato, allontanatevi dal fuoco e fatelo sciogliere velocemente rimestando in continuazione con la frusta.

Distribuite nei vasetti (per me quelli di vetro dello yogurt, precedentemente lavati con acqua molto calda), lasciate intiepidire e trasferite in frigo per almeno due ore.

Prima di servire guarnite i vasetti con ricotta di bufala zuccherata a piacere, mandorle tostate tritate e cioccolato al latte fuso.

petit pots au chocolat 1

PETIT POTS AU CHOCOLAT AU LAIT (serving 5-6 according to jars dimension)

  • 500 ml fresh whole milk (or 250 ml milk and 250ml fresh cream)
  • 50 gr white cane sugar
  • 70 gr milk chocolate (or dark)
  • 18 gr corn starch

for topping:

  • buffalo ricotta cheese
  • powdered sugar
  • toasted almonds (chopped)
  • melted milk chocolate

In a saucepan put milk and sugar and bring to a boil.

Put sifted cornstarch into a bowl and pour over 2/3 tablespoons of hot milk; mix well with a whisk, to avoid lumps, adding at thin stream more milk until obtaining a cream that you will pour over hot milk.

Return on fire, on gentle heat, and bring again to a boil; cook for 4-5 minutes until cream begins to thicken. Mix in the chocolate and let melt quickly by stirring constantly with a whisk.

Pour chocolate cream into glass jars (previously washed with hot water), let cool and transfer in the fridge for at least two hours.

Before serving, take petit pots out of the fridge and garnish with buffalo ricotta cheese (sweetened to taste), chopped toasted almonds and melted milk chocolate.

***

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Purchè sia dolce’ del blog Dolci per passione…salati per amore

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Risotto agli stridoli e crescenza {erbe spontanee #2}

risotto agli stridoli e crescenza

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Visto che l’idea della rubrica sulle erbe spontanee, inaugurata con il rotolo di patate alle ortiche, vi è piaciuta proseguiamo con la nostra passeggiata immaginaria per la campagna e ci fermiamo, lontani da strade trafficate, a raccogliere delle foglioline lanceolate dal colore verde brillante (con riflessi dal bluastro al verde-cenere) note con il nome di stridoli, silene, sclopit, carletti o concigli nell’appennino Umbro-marchigiano.

Si tratta di una pianta ad apparato radicale rizomatoso (per intenderci come lo zenzero o l’asparago), perenne e glabra che cresce principalmente nei prati e nei terreni incolti argillosi e ricchi di azoto. Le foglie formano piccoli piccioli che vanno estirpati delicatamente dalla pianta. Il suo utilizzo in cucina  è molto vasto (frittate, ravioli, ripieni, risotti) e noto fin dall’antichità, anche se limitato al periodo che precede la fioritura, avvenuta la quale le foglie diventano coriacee.

Il nome del genere (Silene) si riferisce alla curiosa forma a palloncino del fiore come si può vedere dalla foto (per ora cortesia di Wikipedia poi, se mi ricordo, a fine estate torno ad immortalare i fiori dal Colle!). E’ un’ottima mellifera ma poiché i calici di siffatta forma sono di difficile accesso agli insetti alla ricerca di nettare, gli stessi si sono ingegnati ed hanno capito che era più semplice bucare il fiore alla base del calice.

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(foto Wikipedia)

I palloncini restano tali per tutta l’estate per poi irrigidirsi a fine stagione; a quel punto, schiacciandoli semplicemente con la mano, scoppiano con ciò giustificando l’altro loro nome popolare schioppetini.

La leggenda vuole che Bacco avesse un compagno di nome Sileno con una gran pancia rotonda che richiama il calice rigonfio a palloncino del fiore. Ma più probabilmente questo nome deriva dalla parola greca sialon = saliva in riferimento alla sostanza bianca secreta dal fusto di molte specie di questo genere.

La ricetta che vi propongo è semplicissima e prevede l’immersione delle foglioline per pochissimi secondi in acqua bollente poi in acqua e ghiaccio (per fermarne il colore) prima di unirle al riso oramai giunto a cottura. Per rendere il piatto più cremoso ho ‘mantecato’ con della crescenza che, più delicata di altri formaggi morbidi, non copre il gusto delle erbe.

I puristi del risotto non me ne vogliano ma non ho utilizzato burro.

RISOTTO AGLI STRIDOLI E CRESCENZA (per 4 persone)

  • 360 gr di riso (per me Baldo o Carnaroli…o quello che preferite)
  • un mazzetto abbondante di stridoli
  • 100 gr di crescenza
  • olio extravergine di oliva
  • parmigiano grattugiato
  • ghiaccio
  • 1 scalogno
  • brodo vegetale

Lavate accuratamente gli stridoli quindi immergeteli in un pentolino con acqua bollente salata e cuocete per qualche secondo, scolate ed immergete subito in acqua e ghiaccio.

Nel frattempo soffriggete lo scalogno con olio extravergine di oliva e quando trasparente unite il riso e lasciate tostare un paio di minuti. Unite gradualmente il brodo vegetale (regolando di sale) e portate a cottura unendo alla fine gli stridoli e la crescenza e quindi il parmigiano a piacere.

Lasciate riposare coperto qualche minuto prima di servire.

SCLUPLIT AND CRESCENZA RISOTTO (serve 4)

  • 360 gr rice (Baldo or Carnaroli…or your favourite variety)
  • handful of fresh cropped scluplit
  • 100 gr di crescenza (or other soft cheese)
  • grated parmigiano reggiano cheese
  • extravirgin olive oil
  • ice cubes
  • 1 shallot
  • vegetable broth

Wash thoroughly scluplit under running water then dip them in boiling salted water and cook for a few seconds, drain and plunge immediately into iced water. Drain again and set aside.

Meanwhile sauté the shallot in olive oil then add the rice and let it toast a couple of minutes. Start adding gradually the vegetable broth and, stirring occasionally, cook for the desired time pouring at last the scluplit and the crescenza cheese.

Stir, add some grated parmigiano cheese and let stand a few minutes in covered pan before serving.

***

Con questa ricetta partecipo al contest ‘I formaggi’ di Letizia  del blog Il risotto perfetto.

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Torta alle nocciole {con soli 3 ingredienti}

torta di nocciole senza farina (43)

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Ho sempre sognato di fare la mamma. Di tre bambini.

Poi crescendo ho scoperto che le cose non sempre vanno come vorresti, che anche quella che sembra la cosa più scontata del mondo può trasformarsi in una ‘diversità’ ed allora piangi, ti disperi, cerchi conforto, arrivi ad avere nausea e vomito… e ti batte il cuore…. e ti salgono le lacrime agli occhi perché pensi di essere incinta. Ma non lo sei. Poi lotti, contro te stessa, contro i tuoi limiti, contro la natura che ti ha voluta ‘diversa’ e dopo 41 infinite settimane di pensieri, ansie e punture nel sedere abbracci il tuo cucciolo, ammiri i suoi piedini, le sue manine, …e piangi, piangi a dirotto dall’emozione.

Gli altri due bimbi non li avrò mai. Credo sia giusto prendere ciò che viene ed è per questo che ora che sono a casa mi godo la mia pulce ogni istante prima che cresca troppo in fretta…osservo ogni sua piccola scoperta…ascolto ogni nuova (buffa) espressione uscire dalla sua boccuccia…lo vedo crescere in altezza dall’orlo pantaloni che pian pianino si accorcia…o emulare i grandi camminando con le mani nelle tasche, infilando i suoi piedini cicciotti nelle scarpe giganti del babbo oppure caricando la lavatrice con i suoi peluche.

Mentre mi godo la pulce, mi riapproprio della mia cucina…quella gialla…che negli ultimi anni mi ha vista accendere forno e fornelli rarissime volte (perché quando si tornava a casa nelle Marche, un weekend sì ed uno no, si andava a mangiare dalla mamma o dalla suocera!).

La torta di oggi esce da questo benedetto forno che mi fa sempre tribolare perché ha il termostato sballato e cuoce talmente tanto sotto da avermi bruciato più di un biscotto, una crostata ed una filetta di pane. Ora che ho, bene o male, capito che c’è uno sbalzo di 20 gradi tra temperatura interna e termostato mi regolo di conseguenza….e butto un occhio oltre il vetro ogni 5 minuti.

torta di nocciole senza farina (23)

La frutta secca non manca mai nella mia dispensa ed una scorta generosa di nocciole mi ha convinta a provare questa famosa torta, vanto della cucina piemontese. Il libro dal quale l’ho tratta, riporta almeno 3-4 versioni diverse (è insomma sul genere della torta di mele…ogni famiglia ha la sua versione…chi mette la farina, chi no, chi mette il burro, chi lo evita come la peste, chi usa il lievito, chi si accontenta di una torta che non cresce)…io mi son fatta tentare da quella più semplice che prevede solo 3 ingredienti: nocciole tostate di alta qualità, uova freschissime e zucchero (per me di canna chiaro perchè quello semolato, se posso, lo evito).

Sembra di mangiare uno zabaione alle nocciole. Per me è stata estasi pura.

E’ un dolce particolarmente ‘carico’ pertanto a chi si aspetta più una torta da colazione o merenda consiglio la versione ‘alleggerita’ da farina, lievito e burro/olio che mi ripropongo di provare più avanti.

torta di nocciole senza farina (28)

TORTA ALLE NOCCIOLE SENZA FARINA (per uno stampo a cerniera da 16 cm)

adattata da ‘Ricette di osterie d’Italia – i dolci’ Edizioni Slow Food

  • 300 gr di nocciole tostate (la ricetta vorrebbe quelle della varietà tonda gentile delle Langhe, io non le ho trovate ed ho usato quelle Igp di Giffoni)
  • 3 uova
  • 150 di zucchero di canna chiaro (semolato nella ricetta originale)

Battete i tuorli con lo zucchero fino a quando diventano spumosi. Tritate finemente (io le ho lasciate leggermente più grossolane non avendo a disposizione il robot da cucina) le nocciole e montate gli albumi a neve ben ferma.

Preriscaldate il forno a 150° C.

Unite sia le nocciole che gli albumi alle uova mescolando delicatamente dall’alto verso il basso. Versate in una teglia imburrata (nel mio caso ricoperta di carta da forno) ed infornate in forno già caldo per un’ora circa.

Utilizzando uno stampo più grande del mio otterrete un dolce meno alto…ma altrettanto squisito!

torta di nocciole senza farina (7)

3-INGREDIENTS HAZELNUTS CAKE (using a 16 cm spring-form pan)

  • 300 gr roasted hazelnuts
  • 3 eggs
  • 150 gr white cane sugar (or granulated)

Beat the egg yolks until foamy. Chop finely the hazelnuts with the help of a blender (I did’t have one so I cut them coarsely with a knife). Beat the egg whites to stiff peaks.

Preheat the oven to 150° C. Butter the baking pan (you can rather line it with parchment paper).

Combine the hazelnuts and the egg whites with the egg and sugar mixture and stir gently from down to top. Pour into the baking pan and transfer into the oven. Cook for a hour.

Using a bigger pan you will get a thiner…but always scrumptious…cake!

***

Questa ricetta va ai nostri amici di Gluten Free Travel & Living per il  100% Gluten Free (Fri) day

100% Gluten Free (Fri)Day

Muffins mandorle e limone {senza burro, senza olio, senza lievito, senza glutine}

muffins mandorle e limone(scroll down for english version)

Ce l’ho fatta.

Non credo di aver mai utilizzato tanti limoni in vita mia quanti ne ho spremuti, grattugiati e tagliati nelle ultime settimane.

Dopo la marmellata e la padellata di triglie (e qualche altra ricettina senza foto) sono – quasi – riuscita a far fuori il carico che ha invaso il mio garage.

Complice anche una triplice infornata di muffins che ha allietato le nostri colazioni per diversi giorni (e per quelli a venire, visto che una parte è finita dritta nel freezer accanto ai cornetti).

Li ho visti da Chiara, che ho scoperto abitare pochi chilometri da me e che ho avuto il piacere di conoscere qualche settimana fa. Devo dire che fa sempre un certo effetto scriversi via web e poi ritrovarsi a parlare di cibo (of course) ma anche di tanto altro davanti a un fumante piatto di spaghetti

Al primo giro sono stata brava ed ho rispettato la ricetta alla lettera.

Al secondo non ho resistito…ma si sa, è più forte di noi bloggers…ed ho provato ad eliminare il burro utilizzando yogurt greco (classico) che avevo in frigo…ero certa che i suoi grassi potessero degnamente sostituire quelli del burro…mi sono sbagliata alla grande…ed infatti è venuto fuori un mappazzone da far indolenzire le mascelle a mangiarlo e che, dunque, vi sconsiglio di replicare.

Al terzo tentativo ho corretto il tiro mettendo yogurt intero al posto di quello greco (ve l’ho detto qualche post fa che sono testarda!) ma mi sono ritrovata senza farina 00 (la uso talmente di rado che mi dimentico di comprarla)…per fortuna un po’ di  farina di riso in dispensa, destinata a dei biscottini mai materializzatisi, che ha finito per trasformare questi muffins in dolcetti 100% gluten free. Visto che c’ero sono andata oltre e, volendo come San Tommaso togliermi un altro dubbio, ho  eliminato il lievito per preferirgli il bicarbonato… ne è bastata davvero una puntina per ottenere dei muffins alti e soffici.

Che ne dite? Vi siete ricreduti dopo tutti quei ‘senza’?

muffin mandorle e limone

Questa ricettina va dritta alle nostre amiche del Gluten Free (Fri)day

100% Gluten Free (Fri)Day

ma anche a Patty di ‘Andante con gusto’ ed al suo meraviglioso contest E’ senza? E’ buono!…come ho avuto modo di scriverti qualche giorno fa, inizio con questi muffins ‘alternativi’ nati un po’ per caso…ma vorrei davvero creare una ricetta ad hoc che rispetti la filosofia della tua amica Pamirilla e della sua pasticceria naturale nella quale credo fermamente.

Corro altrimenti non faccio in tempo per il 31 Marzo!

PRESENTAZIONE

MUFFINS MANDORLE E LIMONE (per 8 pezzi)

  • 130 gr di farina di riso
  • 70 gr di farina di mandorle
  • 125 gr di yogurt intero
  • 150 gr di zucchero di canna chiaro
  • 2 uova
  • una punta di bicarbonato
  • un pizzico di sale
  • succo di 1 limone grande
  • scorza grattugiata di un limone
  • mandorle a lamelle (per me quelle del mio albero, sgusciate e tostate poi tagliate a filetti con il coltello)

In una ciotola sbattete le uova con lo zucchero. Unite lo yogurt, il succo e la scorza grattugiata del limone ed amalgamate gli ingredienti.

In un’altra ciotola raccogliete tutti gli ingredienti secchi: la farina di riso, la farina di mandorle, il bicarbonato e il sale.

Versate gli ingredienti secchi su quelli liquidi ed amalgamate grossolanamente.

Preriscaldate il forno a 180° C, modalità statica. Versate il composto nei pirottini da muffins, distribuite le mandorle a lamelle in superficie e cuocete per 25-30 minuti.

muffin mandorle e limone

ALMOND AND LEMON MUFFINS – no butter, no oil, no yeast, gluten free (makes 8 pieces)

  • 130 gr rice flour
  • 70 gr Almond flour
  • 125 gr plain yogurt
  • 150 gr white cane sugar
  • 2 eggs
  • pinch of baking soda
  • pinch of salt
  • juice from 1 organic large lemon
  • finely grated lemon zest
  • chopped or sliced almonds

In a bowl beat the eggs with the sugar. Combine the yogurt, juice and grated rind of the lemon and mix well.

In another bowl, drop all the dry ingredients: rice flour, almond flour, baking soda and salt.

Pour dry ingredients over the liquid ones and mix (not too much).

Preheat the oven to 180 ° C, static mode. Pour the mixture into muffin cups, spread almonds on top and bake for 25-30 minutes.

Marmellata di limoni {con miele e zucchero di canna}

marmellata di limoni di Sicilia

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Oggi vi svelo una cosa. Sono testarda. E lo sono parecchio. La perfezione non è di questa terra ed io così sono nata e così rimango. Se mio marito leggesse il post (ma sì forse può farcela visto che siamo solo alle prime righe!) resterebbe basito di cotanta autocritica…soprattutto se esternata qui, nel blog, che equivale all’affissione  di un proclama in piazza ai tempi del Medioevo.

Che poi di determinazione, di sana testardaggine e di immensa curiosità si tratta…cancerine all’appello confermate?

Ora però mi sono dimenticata dove volessi andare a parare con questo discorso e siccome neanche un caffè è riuscito nel frattempo a farmi recuperare la memoria (nessun problema, è colpa del famoso mommy brain…cioè il rimbambimento post gravidanza…che a quanto pare si è affezionato alla sottoscritta) direi che è il caso di non dilungarmi oltre e presentarvi la ricettina di oggi.

Se passate spesso di qua e sapete già tutto della mia ossessione per l’acquisto di frutta e verdura a km zero (e possibilmente biologica… con tutti i dubbi che la circondano) avrete già capito che nel barattolo che vedete nella foto è finita una parte dei limoni arrivati dalla Sicilia tramite il Gas locale.

Perdonatemi per questa valanga di ricette agrumose (che peraltro non finiscono qui) ma non posso mica farli sprecare!

marmellata di limoni di Sicilia

marmellata di limoni di Sicilia

Vi avviso, è una marmellata per palati ‘forti’…che amano sapori non troppo dolci (io ho ridotto ulteriormente le dosi della ricetta originale) e soprattutto i pezzettoni che in questo caso si traducono in scorzette.

In realtà mi aspettavo una polpa sì fitta ma non così densa di scorzette…devo ammettere che a me è piaciuta lo stesso…nulla però vi impedisce di utilizzare meno limoni.

Il procedimento è un po’ diverso dalla solita confettura (anche se qui di marmellata si parla visto che utilizziamo agrumi) perché i limoni vengono fatti macerare in una miscela di acqua, zucchero di canna e miele per un’intera notte prima di passare sul fuoco.

Come vi ho accennato ho diminuito gli zuccheri passando da un rapporto 1:8 ad 1:7 (sotto personalmente non andrei, soprattutto se i limoni sono particolarmente aspri) ed ho utilizzato miele di girasole acquistato alla bottega della Coldiretti di Faenza, bottinato (questo è il termine tecnico) nel litorale Ravennate.

marmellata di limoni di Sicilia

marmellata di limoni di Sicilia

MARMELLATA DI LIMONI (per 2 barattoli e un po’)

tratta da ‘Confetture e chutney’ di Valerie Lhomme (ed. Bibliotheca culinaria)

  • 1 kg di limoni non trattati
  • il succo di 3 limoni
  • 200 gr di miele di girasole (o acacia o millefiori)
  • 500 gr di zucchero di canna chiaro

Spazzolate i limoni sotto l’acqua fresca. Tagliateli in quattro nel senso della lunghezza e poi in fettine sottili. Trasferiteli in una terrina.

In una casseruola dal fondo spesso versate il succo dei limoni, il miele, lo zucchero di canna e 10 cl di acqua e portate ad ebollizione. Quando lo zucchero risulterà ben sciolto spegnete il fuoco e versate lo sciroppo caldo sulle fettine di limone.

Posate un piatto pesante sopra (affinché restino sotto il liquido), aspettate qualche minuto che intiepidisca dopodiché coprite con pellicola alimentare e trasferite in frigo a macerare per 12 ore.

Il giorno successivo versate tutto il contenuto della terrina in una casseruola dal fondo spesso e portate ad ebollizione. Mescolate ogni tanto. Lasciate cuocere per 30-35 minuti fino a quando la marmellata comincerà ad addensare (fate sempre la prova piattino).

Versate nei vasetti precedentemente sterilizzati, sigillate e capovolgete per una decina di minuti per formare il sottovuoto.

Conservate in un luogo buio ed asciutto.

***

LEMON MARMELADE (WITH HONEY AND CANE SUGAR) – makes 2 medium jars plus a little one

  • 1 kg organic lemons
  • juice from 3 organic lemons
  • 200 gr sunflower honey (or your favourite)
  • 500 gr white cane sugar

Scrub lemons under running water. Cut into quaters lengthwise then into thin slices. Transfer into a bowl.

In a thick-bottomed saucepan, pour in lemon juice, honey, cane sugar and 10 cl of water and bring to a boil. When the sugar is melted turn off the heat and pour the hot syrup over the slices of lemon.

Place an heavy plate over the lemons so that they remain covered, wait a few minutes until warm then cover with plastic wrap and transfer in the fridge for 12 hours.

The next day, pour the entire content of the bowl into a thick-bottomed saucepan and bring to a boil stirring occasionally. Cook for 30-35 minutes until jam begins to thicken (make the plate test as usual to obtain the right consistency).

Pour immediately into previously sterilized jars, seal with lids and turn upside down for about ten minutes until airtight forms.

Store in a cool and dark place.

Padellata di triglie al limone e pepe rosa…e le scadenze di fine mese

triglie al limone e pepe rosa

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Settimana intensa questa per il mio blogghino…non ho avuto così tante scadenze nemmeno quando lavoravo! Prima è toccato al pane alle olive e acciughe per Panissimo, poi è stata la volta della crescia sfojata per la prima partecipazione all’MtChallenge; oggi che è venerdì mi scapicollo corro per pubblicare una ricettina per Stefania e per il suo Gluten Free Friday.

100% Gluten Free (Fri)Day

Se non sopportate il pesce avrete già aperto e richiuso all’istante la pagina, magari per ritornarvi e curiosare sul prossimo post; se invece lo mangiate ma la triglia non vi fa proprio impazzire vi consiglio di restare e almeno leggere la ricettina, peraltro semplicissima…non sia mai che vi venga voglia di correre dal vostro pescivendolo. Se mangiate pesce ed adorate la triglia (come la sottoscritta) vi consiglio invece vivamente di provare questo piatto dai sapori straordinari.

L’idea l’ho trovata in un libro di Slow Food ‘Ricette di osterie e di porti marchigiani’, che ahimè mi rendo conto di aver sfogliato pochissimo! La padellata che vi regalo oggi è uno dei piatti proposti dai pescatori di San Benedetto del Tronto che custodiscono in seno all’Associazione dei pescatori anziani ed alla Cooperativa di pescatori di pesce azzurro ricette introvabili altrove. Ricette nate per caso, per consumare magari quello che il mare ha donato e che non si è riuscito a vendere. Oppure ricette nate a bordo dalla fantasia dei pescatori che, in mare per qualche giorno, dovevano arrangiarsi senza molte pretese.

Pochissimi ingredienti ma di qualità. Pesce freschissimo, triglie preferibilmente di scoglio pi prelibate di quelle di fango (ora le trovate facilmente in pescheria ad un buon prezzo). Limoni non trattati, i miei vengono dal carico di agrumi siciliani che ci ha visti sommergere da tarocco, clementine ed il famoso avocado. Pepe rosa, quello del supermercato ahimè almeno fino a quando non troverò una drogheria di fiducia che mi garantisca la provenienza di questa spezia così profumata e adorabilmente pandant con la liviera delle triglie.

triglie al limone e pepe rosa

triglie al limone e pepe rosa

Non mi resta che lasciarvi la ricetta ed augurarvi un buon fine settimana.

PADELLATA DI TRIGLIE AL LIMONE E PEPE ROSA (per 4 persone)

  • 900 gr di triglie (preferibilmente di scoglio) di piccole/medie dimensioni
  • un ciuffo di prezzemolo
  • 3 limoni non trattati
  • uno spicchio d’aglio (facoltativo)
  • olio extravergine
  • sale
  • pepe rosa

Pulite le triglie togliendo le squame e le interiora (io ho tolto anche le teste), sciacquatele bene e disponetele in un tegame (se preferite potete utilizzare direttamente i filetti di pesce ricavati da voi o preparati dal vostro pescivendolo). Spremete un limone ed irroratele con il suo succo, unite olio extravergine, l’aglio ed il prezzemolo tritati.

Salate e coprite completamente il pesce con fettine sottili di limone. Cospargete con bacche di pepe rosa leggermente schiacciate.

Coprite il tegame con un coperchio e lasciate cuocere a calore moderato per una quindicina di minuti.

Servite caldo.triglie al limone e pepe rosa

PAN OF LEMONY RED MULLETS WITH PINK PEPPERCORN (serving 4)

• 900 grams of red mullets of small / medium size
• a sprig of parsley
• 3 organic lemons
• a clove of garlic (optional)
• extravirgin olive oil
• salt
• pink peppercorn

Clean the red mullets by removing their scales and entrails (I also removed the heads), rinse well in water and place in a pan (otherwise ask your fishmonger to fillet and pinbone the fish). Squeeze lemon juice and sprinkle over the fish, then add the oil, the garlic and the parsley (roughly chopped).

Season with salt and tightly cover the fish with thin slices of lemon. Sprinkle with pink peppercorns slightly crushed.

Cover the pan with a lid and cook over moderate heat for about fifteen minutes.

Serve immediately.

Miglio al pesto di avocado e pistacchi con verdurine al gomasio {br..br..brividi!}

miglio al pesto di avocado e pistacchi(scroll down for english version)

Probabilmente leggendo il titolo vi saranno venuti i brividi…di freddo!

Ma vi assicuro che quando, qualche giorno fa, ho preparato questo piattino si stava piacevolmente fuori in maniche di camicia.

Purtroppo in pochissime ore siamo stati ricatapultati in inverno…non ne posso davvero più di freddo pungente, umidità e nebbia…..di capelli arruffati, di ombrelli e ombrellini sparsi per la macchina, di impronte di scarponi e scarpine all’ingresso di casa, di pigri pomeriggi trascorsi sul divano.

Anche la natura brama, come noi, l’arrivo della primavera. Il prato si è ricoperto timidamente di un letto di candide margheritine, le ortensie e il pesco mostrano orgogliosi le prime gemme. All’albicocco son bastati pochi giorni di sole per arricchirsi di una rigogliosa fioritura. E se ora arrivano le gelate?  Mio suocero mi tranquillizza dicendomi che fintanto che ci sono solo fiori alla pianta non accade nulla; se invece l’albicocco porta già i frutti son dolori…per lui e per noi che non riusciremo a mangiarli (ne riparleremo a luglio).

miglio al pesto di avocado e pistacchi

Il tepore che è entrato in casa attraverso i finestroni della cucina mi ha fatto dimenticare per un giorno di teglie di pasta al forno e zuppe corroboranti (e persino dei bomboloni di Carnevale!). E quando dalla dispensa è magicamente uscito un pacchetto di miglio ancora intatto ho deciso che sarebbe stata pasta tiepida (…mangiata regolarmente fredda dopo lo scatto delle foto).

Una vera sorpresa in bocca, tutte quelle palline color giallo paglierino che cuocendo scoppiano e si aprono, pur restando croccanti. Mi documento un po’ (lo stare in casa ha almeno questi vantaggi) e scopro che il miglio è ricco di sali minerali e di preziosi amminoacidi; contiene vitamine dei gruppi A, B e E e, se decorticato, è privo di glutine. E’ inoltre un valido alleato di pelle, capelli ed unghie oltre ad avere un elevato potere diuretico. Chissà quando ci convinceremo del tutto che il cibo è salute! E che con il cibo ci possiamo curare.

Adesso ci spieghi però come ti è saltato in mente di condirlo con l’avocado. La colpa è del Gas locale che quando ha aperto il secondo ordine della stagione di agrumi, ha proposto un nuovo fornitore che accanto ai classici tarocco, clementine e mandaranci commercializza, senza ricarica, gli avocado prodotti dal Consorzio di agricoltori Galline felici. Mi son fatta tentare (voi no al mio posto?) ed è così che mi son ritrovata con 3 chili di questi frutti che si sono presto adattati al clima della nostra splendida Sicilia fino a farla diventare la principale produttrice del bacino del Mediterraneo.

miglio al pesto di avocado e pistacchi

I pistacchi a questo punto non potevano non starci (peccato solo non aver quelli di Bronte).

La salsa (parlare di pesto forse è esagerato e non rispettoso nei confronti del Signor basilico) è facilissima da fare e si prepara, con minipimer alla mano, in 2 minuti di orologio.

Io dovendo far fuori un finocchio e qualche carota, abbandonati in frigo da qualche giorno, ho messo anche quelli nel piatto dopo averli conditi con gomasio alle alghe e cotti per pochi minuti nel microonde.

miglio al pesto di avocado e pistacchi (26)

Questa ricetta la dedico a Stefania (ed a tutte le persone celiache) che il venerdì ci aspetta con tante ricettine adatte anche a coloro che purtroppo devono rinunciare ai cibi glutinosi.

100% Gluten Free (Fri)Day

MIGLIO AL PESTO DI AVOCADO E PISTACCHI CON VERDURINE AL GOMASIO (per 2 persone)

  • 150 gr di miglio decorticato
  • 1 avocado maturo
  • olio extravergine di oliva
  • succo di limone
  • sale
  • pepe
  • 25 gr di pistacchi
  • gomasio alle alghe (*)
  • 1 finocchio
  • 3-4 carote

(*) si tratta di un condimento da tavola tipico della cucina giapponese ottenuto miscelando sale marino con semi di sesamo tostati e tritati; il mio è altresì addizionato con alghe marine; potete utilizzarlo per condire cereali e verdure oppure carne/pesce grigliato (perfetto con pollo e salmone)

Pulite il finocchio eliminando parte delle barbe e l’eventuale strato esterno se rovinato e dividete a metà in senso longitudinale. Raschiate le carote, sciacquatele e dividetele in due. Posizionatele su una teglia ricoperta di carte forno, condite con il gomasio e con olio extravergine. Infornate a 180° C per una ventina di minuti o fino a quando le verdure risulteranno leggermente morbide (io ho utilizzato il microonde, piatto crisp riscaldato per 3 minuti dopodiché funzione crisp per 5 minuti).

Nel frattempo sciacquate il miglio sotto l’acqua corrente e versatelo in un pentolino con acqua bollente salata. Fate cuocere per 20 minuti (o per il tempo indicato sulla vostra confezione).

Preparate il condimento. Tagliate l’avocado in due, eliminate l’osso centrale e prelevate la polpa con un cucchiaino. Versatela nel contenitore di un frullatore ad immersione, spruzzate qualche goccia di limone, unite la metà dei pistacchi ed azionando il robot versate a filo poco olio fino ad ottenere un composto lucido e dalla consistenza morbida. Salate e pepate.

Scolate il miglio e versatelo in una ciotola, condite con la crema di avocado.

Aiutandovi con un coppapasta, trasferite il miglio su un piatto da portata e guarnite con i restanti pistacchi tritati grossolanamente al coltello. Unite le verdure cotte in forno.

Buon appetito!

***

MILLET WITH AVOCADO AND PISTACHIO PESTO SERVED WITH GOMASIO SEASONED VEGETABLES (serving 2)

• 150 gr millet, hulled
• 1 ripe avocado
• extravirgin olive oil
• lemon juice
• salt
• pepper
• 25 gr pistachios, nutted
• seaweed gomasio (*)
• 1 fennel
• 3-4 carrots

(*) Gomasio is a table dressing originating in japanese cuisine obtained mixing sea salt with unhulled toasted sesame seeds; to add nutrients and flavour you can find it with seaweed addiction. Il goes well with cereals, vegetables or grilled meat/fish.

Clean the fennel by removing part of the fronds and the eventual outer layer if damaged and split in half lengthwise. Scrape the carrots, wash and cut in half lengthwise. Place both fennel and carrots on a baking sheet covered with parchment paper, season with gomasio and a drizzle of olive oil. Bake at 180° C for twenty minutes or until the vegetables become slightly soft (You can even use the microwave, pre-heat the crisp plate for 3 minutes then cook with crisp-function for 5 minutes).

Meanwhile, rinse the millet under running water and pour into a saucepan of salted boiling water. Cook for 20 minutes (or for the time displayed on your package).

Prepare the dressing. Cut the avocado in half, remove the central bone and pick the flesh with the help of a teaspoon. Pour it into the glass of your blender, sprinkle a few drops of lemon juice, add half of the pistachios and start pulsing, pouring some oil at a time until the mixture turns glossy and smooth. Season with salt and pepper up to your taste.

Drain the millet and pour into a bowl then toss the avocado seasoning.

With the help of a round cutter, transfer the millet on a serving dish and garnish with the reserved pistachios, roughly chopped with a knife.

Serve immediately with the roasted vegetables.

Fiori ripieni {ricotta di capra, zucchine e menta}

fiori di zucchina ripieni

(scroll down for english version)

Stanotte sarà la prima notte senza la mia pulce.

Li ho lasciati a casa stamane i miei due uomini, uno in giardino a giocare con il suo triciclo, l’altro a chiudere il trolley, pronti a migrare qualche giorno verso le ben più miti temperature delle colline marchigiane.

Chissà quando realizzerà che la sua mamma è lontana? Meglio non pensarci e godersi queste 36 …dico trentasei…ore di pura libertà.

Eh, sì perchè domani, più o meno a quest’ora, la Greg smonta le tende,  saluta le colleghe dell’ufficio,  guida la macchina alla volta della stazione e sale sul treno diretto ad Ancona dove troverà ad aspettarla, in rigoroso ordine di altezza – o di età – fate voi, papino, maritino e pulce.

Avendo un po’ di tempo a disposizione ne approfitto per postare questa ricettina deliziosa preparata nel weekend dopo aver fatto un giretto mattiniero nell’orto ed aver raccolto degli strepitosi fiori di zucca (tutte le prove nei mio profilo Instagram).

Fritti sono a dir la verità sublimi ma siccome l’olio bollente ed io non abbiamo molto feeling preferisco imbottirli e passarli velocemente in forno.

Questa volta, per cambiare, ho deciso di usare del formaggio di capra, ora abbastanza diffuso nei supermercati, combinando ricotta e formaggio fresco (tipo robiola per intenderci). Gli altri ingredienti della farcia sono quelli di sempre: piccoli dadini di zucchine rosolati in padella con poco scalogno, menta e basilico spezzetati a mano, grana padano ed un filo d’olio extravergine di oliva.

Li ho serviti tiepidi accompagnati da una dadolata di pomodorini e un pesto leggero in quanto preparato senza aglio e pecorino e pertanto più digeribile per la mia pulce affamata.

FIORI RIPIENI {ricotta di capra, zucchine e menta} per 10 fiori

per i fiori:

  • 10 fiori di zucchine
  • 200 gr di ricotta di capra (o quella che preferite)
  • 100 gr di formaggio fresco di capra
  • 2 cucchiai di grana padano grattugiato
  • 3 zucchine piccole
  • 1 piccolo scalogno (facoltativo)
  • olio e.v.o.
  • sale
  • pepe nero (facoltativo)
  • 2/3 foglie di menta
  • 1 foglia di basilico

per il pesto leggero:

  • un mazzetto di basilico
  • 1 cucchiaio di grana padano grattugiato
  • 1 cucchiaio di pinoli
  • olio e.v.o.
  • sale

Mondate delicatamente i fiori di zucchina e rimuovete il pistillo interno.

Pulite le zucchine, tagliate in quattro parti longitudinalmente ed eliminate la parte bianca; tagliate a piccoli cubetti. Rosolatele in una padellino con un filo d’olio insieme con lo scalogno tritato e spegnete quando cominciano a diventare dorate. Regolate di sale e fate raffreddare, quindi unite la menta ed il basilico tritati finemente.

In una ciotola amalgamate la ricotta e il formaggio fresco di capra, il grana padano, le zucchine rosolate in padella, un filo di olio. Regolate di sale e pepe (facoltativo).  Riempite con questa farcia una sac-a-poche senza beccuccio ed aprendo delicatamente le foglie dei fiori riempiteli. Sovrapponete le punte in modo da chiudere il fiore ed evitare che il ripieno fuoriesca in cottura.

Coprite una teglia con carta da forno e posizionatevi i fiori di zucca. Irrorate con un filo d’olio e cuocete in forno a 170° per 25-30 minuti. A metà cottura distribuite sopra qualche pinolo.

Preparate nel frattempo un pesto leggero frullando insieme il basilico con il grana ed i pinoli ed aggiungete a filo tanto olio quando ne serve per ottenere una salsa cremosa (a me il pesto piace un po’ grossolano). Regolate di sale e pepe.

Servite i fiori di zucca caldi o tiepidi nappandoli con il pesto.

***

STUFFED ZUCCHINI BLOSSOMS {goat ricotta cheese, zucchini and mint} makes 10 pieces

for the blossoms:

  • 10 zucchini blossoms, (delicately rinsed, stamens removed)
  • 200 gr goat ricotta cheese (or your favourite ricotta)
  • 100 gr fresh goat cheese
  • 2 tablespoons grana padano cheese, grated
  • 3 small zucchinis
  • 1 small shallot, finely chopped (optional)
  • extravirgin olive oil
  • salt
  • black pepper (optional)
  • 3 mint leaves, finely chopped
  • 2 basil leaves, finely chopped
  • pinenuts

for light pesto:

  • 1 bunch basil (washed and trimmed)
  • 1 tablespoon grana padano cheese, grated
  • 1 tablespoon pinenuts
  • extravirgin olive oil
  • salt

Wash and trim zucchinis and cut in quarters longwise; remove the white flesh and reduce into small cubes. In a small saucepan over medium heat drizzle some extravirgin olive oil and add zucchini cubes and shallot. Cook for some minutes until they turn lightly brown. Season to taste with salt and black pepper. Set aside to cool then add mint and basil leaves.

In a bowl mix together goat ricotta cheese and fresh goat cheese, grated grana padano cheese, zucchinis and a drizzle of oil. Add salt and black pepper to taste.

Spoon the mixture into a pastry bag and pipe into zucchini blossoms. Overlap ends of petals to close firmily into bundles, avoiding the filling to spread outside during cooking.

Preheat the oven to 350° F. Line a rimmed baking pan with parchment paper and place carefully on it the zucchini blossoms. Drizzle over some extravirgin olive oil and cook for 25-30 minutes.

After the first 15 minutes, spread over some pinenuts.

Meanwhile prepare the pesto sauce. In a food processor pour the basil leaves together with grana padano cheese and pinenuts; pulse for a few seconds adding extravirgin olive oil the amount necessary to obtain a creamy, smooth sauce. Add salt to taste.

Serve the zucchini blossoms hot or warm with pesto sauce.

Frolla di riso allo yogurt con fichi e mandorle

frolla allo yogurt con fichi e mandorle

(scroll down for english version)

Voglia di ferie!

Avete presente quando neanche un weekend in campagna, distesi nel lettino all’ombra (e disturbati solo dalle cicale che cantano), con i nonni che badano la pulce e vi invitano a cena vi è sufficiente per rigenerarvi? Beh allora significa che le pile sono scariche e che bisogna staccare. Peccato solo che il 13 agosto sia ancora un miraggio!

Per fortuna la voglia di cucinare c’è sempre anche se la scelta ricade su piatti veloci, leggeri e spesso freddi. Unico problema la colazione del mattino che, se ha visto sostituire la tazza di latte calda con una carrellata di smoothies super-energetici e dai mille colori, non riesce a fare a meno di torte e tortine fatte in casa.

Nella mia campagna siamo nel pieno della produzione di fichi ed allora perchè non incastonarli in una frolla gluten-free, più leggera di quella tradizionale per la presenza dello yogurt (che sostituisce una parte del burro). Le mandorle le ho messe solo per decoro anche se si sposano perfettamente con i fichi.

frolla allo yogurt con fichi e mandorle (10)

FROLLA DI RISO ALLO YOGURT CON FICHI E MANDORLE (per una tortiera 12×36 cm)

  • 350 gr di farina di riso
  • 125 gr di zucchero
  • 2 uova
  • 75 gr di burro
  • 75 gr di yogurt bianco
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • un pizzico di sale
  • 3 savoiardi
  • 7 fichi
  • 14 mandorle pelate
  • zucchero di canna

In una ciotola sbattete lo zucchero con un uovo, aggiungete quindi il burro ammorbidito, il pizzico di sale e lo yogurt ed amalgamate con la punta delle dita. Setacciate la farina con il lievito ed aggiungetela alla ciotola con gli altri ingredienti. Impastate velocemente fino a formare una palla omogenea. Coprite con la pellicola e riponete in frigo a riposare per mezz’ora. (In alternativa e se non volete pasticciare potete utilizzare l’impastatrice).

Trascorso questo tempo stendete la pasta con un mattarello (io con le mani). Con la rimanente pasta frolla ho realizzato altre 5 mini-crostatine.

Sbriciolate i savoiardi con le mani e sbattetevi dentro l’uovo rimasto. Distribuite sulla base della frolla (questo vi aiuta ad asciugare gli eventuali liquidi rilasciati dalla frutta).

Pulite i fichi, pelateli e tagliateli a metà. Ricopritevi la torta. Mettete una mandorla al centro di ogni fico e spolverizzate con zucchero di canna.

Infornate a 180° per 30 minuti circa.

***

YOGHURT RICE PASTRY WITH FRESH FIGS AND ALMONDS (makes a 12×36 cm tart)

  • 350 gr rice flour
  • 125 gr sugar
  • 2 eggs
  • 75 gr butter
  • 75 gr plain yoghurt
  • 8 gr baking powder
  • a pinch salt
  • 3 savoiardi biscuits (or other spongy biscuits)
  • 7 figs, peeled and halved
  • 14 almonds, peeled
  • cane sugar

In a bowl wisk together the sugar and an egg then butter, salt and yoghurt. Stir in rice flour sifted together with baking powder. Work as light as gentle as possible with your fingertips until all the ingredients are well combined and you obtain a ball.

Cover with plastic wrap and put in the fridge for half an hour to cool.

Preheat the oven to 350° F.

After the resting time, put the dough on a lightly floured surface and roll it out using a rolling pin or your hands (as I did). With this amount of pastry I also made 5 mini-tarts.

Smash the savoiardi biscuits (or other spongy ones) into crumbs and beat in the other egg. Pour on the pastry base (this mixture soaks the liquid eventually released by the fruit).

Cover with figs and almonds and sprinkle with cane sugar.  

Cook for 30 minutes, until the cake edges are lightly golden. Slide cake on a wire rack to cool.

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Con questa ricetta partecipo al contest ‘Dolci con farine speciali’ del blog Una fetta di paradiso

FARINA 5

Muffins in bianco

muffins cocco-ciocco-riso

(scroll down for english version)

Con l’assaggio delle ultime fettine del Banana bread riposto in freezer ad aprile (ma come era buono!!!), sono ufficialmente finite le scorte zuccherose da colazione pertanto, rinuncio volentieri a stirare (qui la mia mamma potrebbe fare un bel commento!) per accendere il forno e preparare un dolcino.

La ricetta viene da un contest a tema muffins al quale ho partecipato con i miei muffins nettarine e fiori di lavanda. Quale miglior modo per scovare nuove ricette se non quello di andare a vedere le proposte di altre fissate-della-cucina come me?

Prima butto un occhio alla dispensa per capire che cosa si nasconde là dentro poi scorro lentamente la lista delle ricette partecipanti, scarto quelle fuori stagione o che mi ispirano poco e mi fermo qui.

Oh, ma questo  blog lo conosco! Ma certo è della mia amica Panelibrienuvole!!!

muffins cocco-ciocco-riso

Spero lei non se ne abbia a male se stravolgo un pò la ricetta: devo assolutamente far fuori il cioccolato bianco, che a differenza di quello fondente non mangio a pezzettoni, pertanto lo spezzetto e lo scaravento nella ciotola, sostituisco la farina 00 con quella di riso per farne una versione gluten-free (ma forse la vera ragione è quella di alleggerire un po’ la dispensa!) e rimedio alla mancanza del burro con del buon latte fresco intero.

Non vi sono dire come siano stati i suoi muffins…credo buonissimi altrimenti non si sarebbe fatta i complimenti da sola…ma i miei, cugini stretti dei suoi, sono deliziosi.

Vi lascio la ricetta con le mie dosi, per quella originale andate a far visita a Panelibrienuvole..ne sarà di certo contenta!

MUFFINS COCCO-CIOCCO CON FARINA DI RISO (per 6 muffins)

  • 70 gr di farina di riso
  • 70 gr di cocco grattugiato
  • 50 ml di latte fresco intero (a temperatura ambiente)
  • 2 uova
  • 60 gr di zucchero
  • 1 cucchiaino di lievito
  • 40 gr di cioccolato bianco (tritato grossolanamente)

In una ciotola unite il latte e lo zucchero e mescolate bene. Aggiungete quindi le uova uno alla volta, la farina di riso setacciata con il lievito, il cocco grattugiato ed infine i pezzettini di cioccolato.

Distribuite l’impasto nei pirottini o stampini per muffins e cuocete a 180° per 25 minuti.

***

CHOCO-COCO MUFFINS WITH RICE FLOUR (for 6 pieces)

  • 70 gr rice flour
  • 70 gr coconut flour
  • 50 ml fresh milk (room temperature)
  • 2 eggs
  • 60 gr sugar
  • 1 teaspoon baking powder
  • 40 gr white chocolate (coarsely chopped)

Preheat the oven to 375° F.

In a bowl combine fresh milk and sugar; add the eggs one at a time, the rice flour sieved together with baking powder, coconut flour and white chocolate and stir.

Divide the batter evenly among 6 muffin cups and cook for 25 minutes.

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Dolci con farine speciali’ del blog ‘Una fetta di paradiso’

FARINA 5

Ciambelline ricotta, uvetta e pinoli (con farina di riso)…..per i miei primi 18 mesi

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(english version below)

Noi che…

– abbiamo iniziato a scrivere scarabocchiare sui muri,

– abbiamo tagliato i ricci ed ora somigliamo tremendamente al babbo,

– amiamo giocare nelle pozzanghere di fango… come Peppa Pig,

– siamo innamorati della luna e delle stelle (tanto da dedicargli un tributo tutte le sere),

– ci divertiamo a suonare il clackson della poto di zia Vale,

– abbiamo un sorriso per tutti,

…noi che oggi festeggiamo 18 mesi!

Niente torta per il mio cucciolo ma un dolcino semplice, fatto con tanti ingredienti buoni…ricotta, yogurt, miele, uvetta e pinoli per una nota croccante.

La ricetta originale la trovate qui, io l’ho personalizzata un cicinin e l’ho resa gluten free (come suggerito anche da Milena in calce al suo post) perché ero curiosa di provarla con la farina di riso.

Il sapore è delizioso anche se l’assenza totale di grassi rende (secondo me) l’impasto un pochino troppo asciutto…proverei a rifarle aggiungendo 40-50 ml di olio o burro (o perché no panna visto il successo dei passati esperimenti!). Se invece decidete di pucciarle nel latte sono perfette così!

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CIAMBELLINE RICOTTA, UVETTA E PINOLI (per 12 pezzi)

  • 125 gr di farina di riso
  • 125 gr di fecola
  • 2 uova medie
  • 125 gr di zucchero di canna chiaro
  • 4 cucchiai di miele
  • 100 gr di ricotta di pecora
  • 50 ml di latte
  • 125 gr di yogurt bianco
  • 30 gr di pinoli
  • 5 cucchiai di uvetta
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale
  • zucchero a velo q.b.
  • (50 ml olio di semi o e.v.o.)

Riscaldate il forno a 180°.

In una terrina sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete quindi la ricotta, il miele, lo yogurt ed il latte (e l’olio).

Unite a poco a poco la farina di riso e la fecola setacciate con il lievito, l’uvetta, i pinoli ed il pizzico di sale.

Versate il composto negli stampini precedentemente imburrati ed infarinati.

Cuocete per 30 minuti circa. Una volta raffreddate sfornate le ciambelline e spolverizzatele con zucchero a velo.

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RICOTTA DONUTS WITH SULTANAS AND PINENUTS (makes 12 donuts) 

  • 125 gr rice flour
  • 125 gr starch
  • 2 medium eggs
  • 125 gr cane sugar
  • 4 tablespoons honey
  • 100 gr ricotta cheese
  • 50 ml milk
  • 125 gr plain yogurt
  • 30 gr pinoli (pinenuts)
  • 5 tablespoons sultanas
  • 8 gr baking powder
  • 1 pinch salt
  • powdered sugar
  • (50ml seed or extravirgin olive oil)

Preheat the oven to 350° F.

In a bowl whisk together the eggs and the cane sugar, then add the ricotta cheese, honey, yogurt and milk (and oil) and set aside.

In another bowl sieve together the rice flour, the starch and the baking powder. Mix in the sultanas, the pinenuts and the pinch of salt. Add the ricotta mixture and stir to combine.

Generously butter 12 donut moulds and dust with flour, tapping out excess.  Divide the batter evenly among them.

Bake until a cake tester inserted in the center of one donut comes out clean, 25 to 30 minutes.  Let cool before removing from the moulds. Dust with powdered sugar.

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(prima del taglio dei ricci)

Con questa ricetta partecipo al contest La farina di riso del Molina Chiavazza

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al contest Risveglio al bb del blog Viviincucina

contest risveglio al b&b[1]

al contest Forno che passione del blog La forchetta nel brodo

banner contest forno che passione

e al contest Ricette e ricotta del blog Cappuccinoecornetto

Contest_ricotta-300x300[1]

Insalatina tiepida di grano saraceno, verdure primaverili e feta

grano saraceno 012

Ci siamo incontrati per caso in un vivaio.

No, non sto parlando di me e di mio marito ma del primo sguardo lanciato a questi buffi chicchi dalla forma tetragonale che hanno attirato la mia attenzione nel corner bio, ultima (e senza dubbio originale) installazione, del vivaio più ‘chic’ della città.

Fino a qualche giorno fa conoscevo il grano saraceno solo in versione farina…del tipo sale e pepe sui toni del grigio-marrone scuro…diffusissimo nelle regioni alpine e protagonista di ricette straordinarie (come i pizzoccheri della Valtellina, la torta di grano saraceno farcita con la marmellata di mirtilli rossi e la polenta taragna) tanto da meritare il fregio di Presidio Slowfood.

Eccolo invece che mi si presenta davanti agli occhi in nude-look, accanto a più familiari semi di orzo, farro, miglio e avena. Lo guardo e faccio a mio marito “e questo cos’è? non l’ho mai visto”. Mi (ci) aiuta un cartellino posto all’altezza dei nostri occhi che in poche righe ci svela da dove viene, come si coltiva e, soprattutto, come si cucina.

Scopro che, diversamente da quanto si crede (e soprattutto da quanto faccia credere il suo nome), non è un cereale e pertanto non contiene glutine.

Approfittando delle prime verdurine di stagione, ho preparato un piatto leggero ideale per il pranzo in ufficio o per un pic-nic all’aperto. Volendo renderlo anche piatto unico ho aggiunto dei piccoli cubetti di feta (preferisco quella sfusa al banco dei formaggi, questa volta più buona del solito) ma potrebbe essere altrettanto simpatico l’abbinamento con una morbida caciottina o una dolce fontina.

Io l’ho servito tiepido perché il mio pancino ancora si rifiuta di ricevere piatti a temperatura frigo (comunque faccio poco testo, perché anche in pieno agosto la mia tazza di latte al mattino deve essere MOLTO calda…per non dire bollente). Credo sia delizioso anche consumato il giorno dopo, quando tutti i profumi ed i sapori si saranno bene amalgamati.

insalatina tiepida di grano saraceno, verdure primaverili e feta (9)

INSALATINA TIEPIDA DI GRANO SARACENO, VERDURE PRIMAVERILI E FETA (per 2 persone)

  • 150 gr di grano saraceno decorticato biologico
  • 4 asparagi
  • 3 cucchiai di pisellini freschi (anche se io dovendo vuotare il freezer ho utilizzato quelli del mio orto surgelati la scorsa estate)
  • 4 cucchiai di fave fresche (private del peduncolo)
  • uno scalogno
  • 70-80 gr di feta
  • olio e.v.o.
  • sale & pepe q.b.

Sgranate i piselli e le fave. Tagliate la parte dura dei gambi degli asparagi e pulite con un pelapatate quella rimanente. Passateli velocemente sotto l’acqua corrente per eliminare eventuali residui di terra e tagliateli quindi a pezzetti di 2-3 cm lasciando intatte le punte.

In una padella versate qualche cucchiaio di olio ed aggiungete lo scalogno tritato finemente; fatelo stufare per qualche minuto fino a diventare morbido e trasparente. Unite le fave, i piselli e gli asparagi e fate cuocere per una decina di minuti (le verdurine devono comunque restare croccanti). Spegnete il fuoco e regolate di sale e pepe.

Lavate più volte il grano saraceno sotto l’acqua corrente per eliminare eventuali impurità e fatelo tostare in una padella con un paio di cucchiai di olio prima di aggiungere acqua bollente salata e farlo cuocere per 15/20 minuti circa. Scolatelo e mettetelo in una ciotola. Unitevi le verdure e mescolate bene per amalgamare tutti gli ingredienti.

Impiattate ed aggiungete la feta tagliata a piccoli cubetti.

Buon Appetito!

Cake al limone e semi di papavero (solo albumi)

cake limone poppyseed 001

Non amo molto il limone ed è davvero difficile che finisca nel mio carrello della spesa, però quando ho visto questa ricetta (complice anche una confezione di semi di papavero acquistata di recente) non ci ho pensato due volte ad accalappiare una retina di limoni, rigorosamente bio.

La ricetta l’ho adocchiata nel libro ‘Torte salate, dolci & Co.‘ edito da Bibliotheca Culinaria (ho controllato nell’e-shop ma purtroppo non è al momento in catalogo, potete cercarlo comunque in libreria), stravolgendola un pochino perché ho sostituito la farina 00 con quella di riso, aggiunto solo albumi (rimasti dalla preparazione di deliziosi biscottini al malto che vedrete presto) e sostituito il burro con la panna.

Mi sarebbe venuto voglia di chiamarlo plumcake ma poi, incuriosita dall’origine di questo nome, ho scoperto che solo noi lo utilizziamo per etichettare i dolci cotti nello stampo rettangolare a bordi alti…nei paesi anglosassoni preparazioni come questa vengono chiamate ‘bread’ o ‘cake’ + il nome dell’ingrediente che le contraddistingue….non avete mai sentito parlare del banana bread? se siete curiosi non dimenticate di seguirmi perché tra non molto ve lo farò conoscere.

Normalmente questi dolci hanno una consistenza asciutta, più o meno morbida, e sono ideali per essere pucciati nel latte.

In questo caso, invece, il succo di limone ne rende l’interno leggermente umido (donando un’insolita freschezza all’impasto), mentre i semi di papavero regalano in bocca una piacevole sensazione crunchy (avete presente i granellini di sabbia? beh, immaginate che ne siano finiti alcuni nell’impasto).

Perfetta sia per la colazione che per il thè delle cinque con le amiche (per le poche fortunate che possono permetterselo!).

cake limone poppyseed 009

CAKE AL LIMONE E SEMI DI PAPAVERO (per uno stampo da plumcake da 25x11cm)

  • 200 gr di farina di riso (potete sostituirla con una classica 00)
  • 1/2 bustina di lievito
  • 3 albumi (io li avevo da consumare, altrimenti 3 uova intere)
  • 190 gr di zucchero semolato
  • 150 gr di panna fresca da cucina (la ricetta prevedeva burro ma non ne avevo)
  • 1 pizzico di bicarbonato di sodio
  • 2 limoni non trattati
  • 1 cucchiaio abbondante di semi di papavero

Preriscaldate il forno (programma statico) a 180°.

Lavate i limoni. Grattugiate finemente la scorza di un limone e spremete entrambi per ottenerne il succo. In una ciotola, sbattete gli albumi con lo zucchero; quando il composto raddoppia di volume, aggiungete a poco a poco la farina e la panna.

Incorporate delicatamente il lievito, il bicarbonato di sodio, i semi di papavero, la scorza e il succo di limone. Mescolate fino ad ottenere una preparazione omogenea. Versate il composto in uno stampo imburrato ed infarinato e cuocete in forno per 50 minuti circa (la torta è cotta quando uno stuzzicadenti infilato nella pasta ne esce pulito).

Lasciate raffreddare prima di togliere dallo stampo.

Con questa ricetta partecipo al contest ‘limoni-AMO?’ del blog Crema e panna

banner contest limone[1]

e al contest ‘Dolci con farine speciali’ del blog Una fetta di paradiso

FARINA 5