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Zuppetta di fregola sarda con vongole, carciofi croccanti e finocchietto

zuppetta di fregola con vongole, carciofi e finocchietto

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Mi piace questa vita un po’ nomade…senza orari…senza sveglia che ti rimbomba nelle orecchie e che ti butta giù dal letto la mattina presto…senza colazioni divorate di corsa ed uscite di casa alla velocità della luce per mollare la pulce al nido negli unici dieci minuti nei quali l’orda di genitori sembra acquietarsi.

Senza necessità di rintanarsi stremata sotto le coperte quando al cinema i giovani si godono il secondo spettacolo serale, perché la notte passa in fretta e tu hai bisogno di riposare per poter essere in forma il giorno dopo.

Mi piace svegliarmi ed andare a dormire con gli uccellini che cantano felici, sentire il picchio che batte nel pioppo poco distante, allungare l’orecchio per percepire il canto della civetta (e, tra non molto, lasciarsi cullare dal suono delle cicale).

Capita anche che tutto questo ti emozioni al punto da farti perdere il sonno! Ed allora, per la gioia immensa del consorte che nel frattempo si è deciso a spegnere la tv, ti giri di qua e di là alla ricerca della posizione che meglio possa conciliare il tuo riposo, ti alzi e vai a prenderti un bicchiere di acqua oppure fai un salto a controllare la piccola pulce, ti accerti di aver chiuso il rubinetto del gas o di aver programmato la lavastoviglie per la notte, ricontrolli la porta e la sicura alle serrande (visto che in zona girano brutti ceffi)…e poi…senza fare troppo rumore (perché nel frattempo l’uomo grande si è addormentato) ti stendi supina in attesa che arrivino i primi sbadigli.

Se l’attesa si protrae più del previsto, perché sei certa di aver sentito un rumore provenire dal giardino (ladri o cinghiali?) resti in ascolto e ne approfitti per pensare alla prossima ricetta!

Eh sì perché questo piatto è nato così…ingannando una notte di insonnia, pensando a cosa ci fosse in dispensa o da raccogliere nell’orto la mattina successiva.

zuppetta di fregola con vongole, carciofi e finocchietto 5

La fregola (*) c’era (e c’è anche il fregolone che è poi quello che ho usato per questa ricetta), i carciofi anche (vi dico solo che ne abbiamo finora raccolti oltre 600), il finocchietto cresce spontaneo un po’ ovunque (e nelle Marche ci piace tanto…). Mancavano solo le vongole ma è bastato scendere in città e comprarne un sacchettino.

Spero le foto vi mettano appetito perché io questo piatto l’ho adorato…e divorato!

(*) la fregola, o fregula, freula, pistizone, è una pasta tipica della Sardegna fatta con semola di grano duro lavorata a mano con acqua fino ad ottenere delle palline che poi vengono lasciate asciugare in forno a 50°C oppure tostate. La fregola a grana grossa (come quella che ho usato io) prende il nome di fregolone. Viene utilizzata per minestre, zuppe o primi asciutti (un po’ come il medio-orientale cous-cous al quale rassomiglia).

zuppetta di fregola con vongole, carciofi e finocchietto 4

zuppetta di fregola con vongole, carciofi e finocchietto 2

zuppetta di fregola con vongole, carciofi e finocchietto 3

ZUPPETTA DI FREGOLA SARDA CON VONGOLE, CARCIOFI CROCCANTI DELL’ORTO E FINOCCHIETTO SELVATICO (per 2 persone)

  • 120 gr di fregolone (o semplice fregola)
  • brodo vegetale
  • 500 gr di vongole (lupini per me)
  • un carciofo
  • un limone (o aceto)
  • uno spicchio di aglio
  • olio extravergine di oliva
  • pangrattato
  • finocchietto selvatico
  • peperoncino

Mettete a spurgare le vongole per un paio d’ore in acqua fredda e sale cambiando l’acqua un paio di volte (eliminate quelle rotte).

Iniziate pulendo il carciofo, eliminando le foglie esterne e tagliando le cime. Immergetelo in una ciotola con acqua e limone (o aceto).

Scolate le vongole, sciacquatele sotto l’acqua corrente. In un pentolino fate soffriggere uno spicchio d’aglio ed un peperoncino in poco olio dopodiché aggiungete le vongole. Coprite con il coperchio ed attendete qualche minuto fino alla loro apertura (se vi piace sfumate con del vino bianco). Trasferite le vongole (solo quelle aperte mi raccomando, le altre vanno gettate) in una ciotola (mantenendole al caldo) e filtrate il liquido rimasto nella pentola.

In un pentolino mettete del brodo vegetale e una volta giunto a bollore tuffatevi la fregola; cuocete per il tempo indicato nella confezione unendo il liquido delle vongole.

Nel frattempo scolate il carciofo, strizzatelo e tagliatelo a spicchi; fatelo cuocere velocemente in un pentolino con uno spicchio di aglio e poco olio versando a pioggia 2-3 cucchiai di pangrattato. Spegnete e tenete in caldo.

Terminata la cottura versate la fregola con il suo brodo in delle fondine, unite le vongole, i carciofi arrostiti ed il finocchietto tagliato.

zuppetta di fregola con vongole, carciofi e finocchietto 1

SARDINIAN COUS-COUS WITH CLUMS, ARTICHOKES AND WILD FENNEL (serves 2)

  • 120 gr sardinian cous-cous (larger size called fregolone)
  • vegetable broth
  • 500 gr clums
  • 1 artichoke
  • 1 lemon (or wine vinegar)
  • 1 clove garlic
  • extravergin olive oil
  • breadcrumbs
  • 1 sprig wild fennel, chopped
  • chilli

Soak clams to purge for a few hours in cold water and salt, changing water a couple of times and discarding any shells opened, cracked or smashed.

Clean artichoke by removing the outer leaves and cutting the tops. Soak in a water and lemon juice (or vinegar) mixture.

Drain clams and rinse under running water. In a saucepan, sauté garlic and chilli in oil then add clams. Cover with a lid and wait a few minutes until they are opened. Transfer opened clams (any clams that after cooked remain close must be discarded) in a bowl (keeping warm) and strain the liquid in the pot.

In another saucepan cook sardinian cous-cous in boiling vegetable broth combining at last the liquid reserved from clams.

Meanwhile, drain and squeeze artichoke and cut into thin slices; sauté in a pan with a clove of garlic and some oil, pouring over 2-3 tablespoons of breadcrumbs. Season with salt, switch off and keep warm.

Pour pasta with some broth in serving plates, add clams, roasted artichokes and spinkle with fennel.

***

Con questa ricetta partecipo al primo contest di Vado…in cucina con la collaborazione di Pasta Lagano

1° contest logo2

 

Autoproduzione al via…yogurt greco fatto in casa {senza yogurtiera}

yogurt greco, mango e mandorle 5

yogurt greco, mango e mandorle 6

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Non so voi, ma per me la bella stagione arriva quando posso finalmente starmene in casa senza calzini…passando da quelli felpatoni che uso in pieno inverno, tirati fin sopra i pantaloni (non sia mai che vi sia uno spiffero d’aria!), a quelli di spugna leggera per le mezze stagioni.

Il rispolvero dell’infradito coincide normalmente con una ventata di freschezza e leggerezza anche in cucina…salvo poi dover festeggiare il compleanno di una persona particolarmente golosa e dover impastare uova, burro e cioccolata con 23° in casa….ma di questo vi parlerò a breve!

Se d’inverno non posso rinunciare al mio cappuccino bollente, d’estate mangio yogurt bianco a go-go con frutta fresca a pezzettoni e cereali/frutta secca (come dimostra il bicchierone sotto) o bevo del latte freddo.

yogurt greco, mango e mandorle 1

yogurt greco, mango e mandorle 2

Quest’anno (complice il meraviglioso post di An Lullaby di qualche giorno fa) ho deciso che lo yogurt me lo sarei fatta in casa…senza yogurtiera!

Nulla di più facile…vi occorreranno due soli ingredienti:

1) latte fresco intero di alta qualità,

2) yogurt bianco, al naturale, o greco fatto con latte di alta qualità

 + una pentola, dei barattolini di vetro ed un termometro (anche se in realtà la prova dito andrà bene lo stesso).

Curiose di scoprire come preparare in casa uno yogurt denso e a prova di cucchiaino? Seguitemi passo passo…

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YOGURT GRECO FATTO IN CASA

  • 1 litro di latte fresco intero di alta qualità
  • 125 ml (o anche di più) di yogurt bianco naturale fatto con latte di alta qualità o direttamente yogurt greco (ho aggiornato il post specificando che è preferibile l’utilizzo dello yogurt greco perché dopo alcuni tentativi ho notato che nel caso si utilizzi come starter lo yogurt naturale il giorno successivo lo yogurt tende a diventare liquido e rilasciare molto siero)

Versate il latte in una pentola ben pulita e sterilizzata e portare a 90°C (stadio che equivale alla formazione di una patina sulla superficie). Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare fino alla temperatura di 38-40°C (che equivale a potervi immergere il dito senza scottarvi).

Accendete il forno al minimo per pochi minuti e spegnetelo, lasciando solo la luce accesa. Versate lo yogurt in un contenitore di vetro,  aggiungetevi qualche cucchiaio di latte e (con un cucchiaio pulito) mescolate accuratamente ma con delicatezza. Questo passaggio è fondamentale perché mantenendo vivi i fermenti vi assicura uno yogurt compatto. Versate a questo punto il restante latte senza mescolare dopodiché versate in dei barattoli di vetro precedentemente sterilizzati e chiudeteli ermeticamente (se vedete nel latte dei grumi di yogurt significa che il procedimento è stato correttamente eseguito; cercate di distribuire questi grumi, che tenderanno ad andare a fondo, nei diversi vasetti).

Mettete i vasetti in una pentola capiente e ricopriteli di acqua tiepida appena sotto il loro tappo dopodiché trasferite nel forno spento con la luce accesa.

Lasciate riposare lo yogurt al caldo per circa 12-18 ore (maggiore il tempo, maggiore ne risulterà la consistenza).  prima di trasferire i vasetti in frigorifero a raffreddare per un paio d’ore.

Lo yogurt si conserva in frigo per circa 8-10 giorni. Ricordate di non mangiarlo tutto e di tenerne da parte 3 cucchiai: vi serviranno per realizzare il prossimo yogurt che sarà ancora più buono del primo. Dopo 5-6 volte sarà comunque necessario aggiungere del nuovo yogurt acquistato in quanto i fermenti avranno perso la loro forza e lo yogurt diverrà gradualmente meno consistente.

In superficie tenderà a formarsi del siero che se mescolato allo yogurt lo renderà meno denso; per uno yogurt più compatto vi consiglio di eliminarlo prima di consumarlo.

Facile no? Visto che le foto talvolta aiutano vi segnalo questo altro articolo nel quale potete trovare tutti i fotogrammi del procedimento.

yogurt greco, mango e mandorle

HOMEMADE GREEK YOGURT

  • 1 lt high quality whole fresh milk
  • 125 ml  high quality plain yogurt or greek yogurt

Heat the milk in a large sterilized saucepan over medium-low heat until it reaches 90° C. Remove from the heat and let cool to 38-40° C.

Heat the oven at the minimum temperature then turn it off leaving the light on.

In a glass mug pour the yogurt then add a few tablespoons of the milk; mix thoroughly but gently using a clean spoon (this step is crucial to develop active cultures and to obtain a thick yogurt). Pour the remaining milk without stirring then transfer into previously sterilized glass jars and seal tightly (you should see lumps in the milk, this meaning the procedure was successful; as they go to the bottom, try to distribute lumps in the different jars).

Put the jars in a large pot and cover with warm water just below the cap then transfer in the oven.

Let stand for about 12-18 hours (the longer the time, the greater will be the thickness) before transferring in the refrigerator to chill for a couple of hours.

The yogurt should be eaten within 8-10 days; remember not to eat it all and reserve 3 tablespoons for the next yogurt production, that would be even better. After 5-6 times you will need to add purchased yogurt  as active cultures will have lost their strength and yogurt will gradually become less consistent.

You should notice some serum on the yogurt surface; if you mix it in, the yogurt will result less dense; if you desire a tart yogurt just discard it.

Zebra cake {alias il ciambellone variegato al cacao ed extravergine}

zebra cake

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Bello è stato risvegliarsi per un’intera settimana tra le cime innevate con vassoi traboccanti di croissants, plumcake che sanno di burro, tortine di ricotta e crostate di ogni tipo.

Poi però arriva il momento nel quale non ne puoi più di sbuffi di zucchero a velo e di canditi scartati e vorresti risvegliarti nella tua casetta, fare colazione nella tua cucina con la tua tazza ed assaporare il tuo dolce, quello con pochi fronzoli ma con ingredienti buoni e genuini.

Quello che vi presento oggi impazza nel web da un po’ ed altro non è se non una torta variegata al cacao con una particolare ma semplicissima tecnica di ‘assemblaggio’ che rende unico il risultato finale. Come sempre nei casi di ricette seriali ne esistono già decine di versioni. Io vi presento la mia, adattata nel corso di 4-5 diversi esperimenti e che prevede l’utilizzo di olio extravergine di oliva al posto del classico olio di mais.

zebra cake

Essendomi trovata senza teglie rotonde questa volta ho dovuto ripiegare su uno stampo quadrato; se però voi dovreste utilizzarne uno rotondo da 24cm vi consiglio di moltiplicare le quantità per 1,25 ed aumentare di un uovo.

Per una versione ancora più leggera e priva di latticini, ma dal risultato altrettanto goloso, vi consiglio invece di seguire la ricetta del ciambellone all’acqua.

zebra cake

Visto che siamo prossimi alla festività di San Valentino ho pensato di decorare la mia tortina creando un cuoricino con la punta di uno stuzzicadenti…..in modo da poterne donare un pezzettino alla persona amata. Io ho diviso in due il quadrotto, metà al babbo, metà alla piccola pulce.

A casa mia questo dolce dura davvero poco soprattutto durante il weekend quando ci piace fare merenda insieme; se voi foste più brave di me nel nasconderla sappiate che coperta con della pellicola si mantiene soffice per diversi giorni.

ZEBRA CAKE ALL’OLIO EXTRAVERGINE (per una teglia da cm24x24)

  • 3 uova medie (delle mie gallinelle)
  • 180 gr di zucchero di canna
  • 150 gr di olio extravergine di oliva (di casa mia)
  • 200 ml di latte (per me fresco intero)
  • 250 gr di farina 00 biologica
  • una bustina di lievito per dolci
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semini di mezza bacca)
  • un pizzico di sale
  • 3 cucchiai di cacao amaro in polvere
  • zucchero a velo (facoltativo)

In una ciotola sbattete con le fruste le uova con lo zucchero fino a quando diventeranno leggermente spumose.

Aggiungete gradualmente il latte quindi l’olio ed amalgamate con una spatola.

Unite la farina setacciata con il lievito, la vaniglia, il sale e mescolate.

A questo punto pesate l’impasto (che non dovrà risultare troppo liquido pena la riuscita dell’effetto zebrato) e dividetelo in due parti uguali. Unite ad una delle due metà il cacao e mescolate energicamente con una frusta per eliminare eventuali grumi.

Preriscaldate il forno a 180°C/356° F.

Oliate (o imburrate) ed infarinate leggermente il vostro stampo ed iniziate versando due cucchiai dell’impasto bianco al centro. Proseguite versando due cucchiai dell’impasto al cacao al centro del precedente. Proseguite in questo modo, creando dei cerchi concentrici, fino ad esaurimento dei due composti.

Cuocete per 35-40 minuti in modalità statica (fate la prova stecchino per verificarne la cottura).

Fate raffreddare e tagliate a fettine o quadrotti prima di servire.

Spolverate se vi piace con zucchero a velo.

zebra cake

EXTRAVIRGIN ZEBRA CAKE (makes a 24×24 cm cake)

  • 3 medium eggs (freshly collected from my hens)
  • 180 gr cane sugar
  • 150 gr extravirgin olive oil (from my olive trees)
  • 200 ml fresh whole milk
  • 250 gr organic plain flour
  • 16 gr baking powder
  • 1 teaspoon vanilla extract (or seeds from half a vanilla bean)
  • pinch of salt
  • 3 tablespoons unsweetened cocoa powder
  • powdered sugar for dusting (optional)

In a bowl beat the eggs with the sugar.

Add gradually the milk then the oil, mixing with a spatula.

Pour in the flour previously sifted with baking powder, the vanilla extract (or seeds) and the salt and stir.

At this point, weigh the dough and divide into two equal parts. Add the cocoa powder to one of these halves and stir vigorously with a whisk to avoid forming lumps.

Preheat the oven to 180 ° C/356° F.

Oil (or butter) and lightly flour your mold and start pouring two tablespoons of the plain mixture in the center. Continue pouring two tablespoons of the cocoa dough in the middle of the plain batter. Go on this way, creating concentric circles, until the two compounds end.

Bake for 35-40 minutes in static mode (do no forget the toothpick test to check cooking) .

Let cool and cut into slices or squares before serving.

Sprinkle with powdered sugar if you like.

L’eleganza del polpo

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Non credo di essere mancata mai così tanti giorni dal blog (ferie estive escluse) ma ho sentito davvero il bisogno di staccare per un po’ la spina ed evitare di incollarmi dopo cena davanti al computer a scaricare foto e scrivere ricette (voi ne sapete qualcosa?).

Complice di tutto questo è stato anche il bellissimo weekend passato a Porto Sant’Elpidio da mia sorella. La passeggiata sul lungomare, il volo dei gabbiani, la salsedine (che ha ridotto i miei capelli, tornati definitivamente ricci, a un simil gomitolo di canapa), i piedini della mia pulce che camminano sulla sabbia, le bandiere della Marina che sventolano, sdraie ed ombrelloni che prendono posto nelle cabine, la maratona del Piceno riservata ai piccoli che rallegra un caldo sabato mattina e che si conclude con la ola-dens (solo per la mia pulce, per tutti noi leggasi baby-dance) e l’intrattenimento di simpaticissimi clowns.

Poco tempo per cucinare, ancora meno per fotografare i pancakes della colazione e gli gnocchi di ricotta del pranzo ma avrò modo di replicare ed immortalare le ricettine perché sono piaciute a tutti, pulce compresa.

Oggi invece vi propongo un piattino che ho preparato la settimana scorsa per la cena e che sono riuscita a fotografare al volo approfittando dell’ultima luce della sera.

Ci sono pesci ai quali non so perché non riservo mai troppa attenzione buttando l’occhio al di là del bancone della pescheria…e tra questi c’è il polpo… anche in realtà non di pesce ma di mollusco si tratta.

Il mio è stato un acquisto compulsivo, nato dall’aver visto a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro due post: il primo quello di Gabila che ci svela i segreti della cottura del polpo e che da buona isolana ha la fortuna di trovare (o pescare, come in questo caso, grazie alla maestria di sua figlia) e cucinare sempre pesce freschissimo, l’altro quello di Paola che ci regala le polpette di polpo, ricetta suggerita alla sua mamma da un pescatore.

Fatto mio il polpo (quello di Gabila ha tutto un altro aspetto ma di questo ci dobbiamo accontentare) ho seguito i suoi preziosi consigli, anche se non vi nascondo di aver provato una volta la cottura senz’acqua proposta da Paola e di esserne rimasta altrettanto soddisfatta (per non dire straordinariamente sorpresa).

Una volta cotto, intiepidito e tagliato l’ho condito con olio extravergine, sale e pepe ed ho formato questa simpatica torretta alternandolo a patate lesse, profumate con erba cipollina, e zucchine ripassate in padella.

Usando un coppapasta come il mio (del diametro di cm 10) otterrete delle porzioni da secondo piatto, se invece optate per un antipasto non vi resta che utilizzarne uno più piccolo.

tortino polpo, zucchine e patate

TORTINO POLPO, ZUCCHINE E PATATE (per 4 porzioni)

  • 1 polpo fresco pulito da 800-900 gr
  • 8 zucchinette piccole o 4 grandi
  • 4 patate grandi
  • erba cipollina
  • olio e.v.o.
  • sale
  • pepe
  • 2 peperoncini

In una pentola grande portate ad ebollizione dell’acqua ed aggiungete i peperoncini.

Quando l’acqua bolle infilzate il polpo con una forchetta ed immergetelo per tre volte in modo che i tentacoli si arriccino. Dopodichè tuffatelo nell’acqua, salate abbondantemente e cuocete scoperto per 20 minuti.

Trascorso questo tempo spegnete il fuoco e lasciate intiepidire coperto nella sua acqua per ulteriori 20 minuti. Trasferitelo su un tagliere e tagliatelo a tocchetti. Mettete in una ciotola e condite con pepe e olio extravergine di oliva.

Tagliate le patate a cubetti e lessatele in abbondante acqua salata. Scolatele. Mettetele in una ciotola, schiacciatele con un forchetta e conditele con erba cipollina tagliuzzata ed olio extravergine.

Rosolate le zucchine in padella (volendo potete aggiungere uno scalogno) con olio extravergine fino a quando risulteranno leggermente croccanti e dorate. Regolate di sale.

Componete il piatto sistemando il coppapasta al centro e riempiendolo prima con le patate poi con le zucchine ed infine con il polpo tagliato a tocchetti.

Guarnite con erba cipollina e irrorate con olio.

 ***

OCTOPUS, POTATO AND ZUCCHINI SALAD (serving 4)

  • 800-900 gr fresh octopus (innards, eyes and beak removed)
  • 8 small zucchinis (or 4 large)
  • 4 large potatoes
  • chives
  • extravirgin olive oil
  • salt
  • pepper
  • 2 chillies

Fill a large pot with water, add chillies and put on medium heat. As it turns to a boil plunge octopus quickly three times, holding it with a fork by its head (this allow its tentacles to curl).

Then drop it into the pot and cook for 20 minutes, no lid on.

Turn off the heat and let octopus cool down into the pot, lid on.

Drain and transfer on a working surface and cut into pieces. Put in a bowl and season to taste adding salt, pepper and extravirgin olive oil.

Cut potatoes in small cubes and boil in salted water. Drain and transfer into a bowl, smash with a fork and add chopped chives and extravirgin olive oil.

Drizzle some extravirgin olive oil in a pan and cook zucchini, cut into small pieces, until slightly crispy and golden. Season to taste.

Put a circled shaped cutter on a serving plate and arrange potatoes, zucchini and octopus into it forming three layers.

Garnish with chives and give a drizzle of extravirgin olive oil.

Fiori ripieni {ricotta di capra, zucchine e menta}

fiori di zucchina ripieni

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Stanotte sarà la prima notte senza la mia pulce.

Li ho lasciati a casa stamane i miei due uomini, uno in giardino a giocare con il suo triciclo, l’altro a chiudere il trolley, pronti a migrare qualche giorno verso le ben più miti temperature delle colline marchigiane.

Chissà quando realizzerà che la sua mamma è lontana? Meglio non pensarci e godersi queste 36 …dico trentasei…ore di pura libertà.

Eh, sì perchè domani, più o meno a quest’ora, la Greg smonta le tende,  saluta le colleghe dell’ufficio,  guida la macchina alla volta della stazione e sale sul treno diretto ad Ancona dove troverà ad aspettarla, in rigoroso ordine di altezza – o di età – fate voi, papino, maritino e pulce.

Avendo un po’ di tempo a disposizione ne approfitto per postare questa ricettina deliziosa preparata nel weekend dopo aver fatto un giretto mattiniero nell’orto ed aver raccolto degli strepitosi fiori di zucca (tutte le prove nei mio profilo Instagram).

Fritti sono a dir la verità sublimi ma siccome l’olio bollente ed io non abbiamo molto feeling preferisco imbottirli e passarli velocemente in forno.

Questa volta, per cambiare, ho deciso di usare del formaggio di capra, ora abbastanza diffuso nei supermercati, combinando ricotta e formaggio fresco (tipo robiola per intenderci). Gli altri ingredienti della farcia sono quelli di sempre: piccoli dadini di zucchine rosolati in padella con poco scalogno, menta e basilico spezzetati a mano, grana padano ed un filo d’olio extravergine di oliva.

Li ho serviti tiepidi accompagnati da una dadolata di pomodorini e un pesto leggero in quanto preparato senza aglio e pecorino e pertanto più digeribile per la mia pulce affamata.

FIORI RIPIENI {ricotta di capra, zucchine e menta} per 10 fiori

per i fiori:

  • 10 fiori di zucchine
  • 200 gr di ricotta di capra (o quella che preferite)
  • 100 gr di formaggio fresco di capra
  • 2 cucchiai di grana padano grattugiato
  • 3 zucchine piccole
  • 1 piccolo scalogno (facoltativo)
  • olio e.v.o.
  • sale
  • pepe nero (facoltativo)
  • 2/3 foglie di menta
  • 1 foglia di basilico

per il pesto leggero:

  • un mazzetto di basilico
  • 1 cucchiaio di grana padano grattugiato
  • 1 cucchiaio di pinoli
  • olio e.v.o.
  • sale

Mondate delicatamente i fiori di zucchina e rimuovete il pistillo interno.

Pulite le zucchine, tagliate in quattro parti longitudinalmente ed eliminate la parte bianca; tagliate a piccoli cubetti. Rosolatele in una padellino con un filo d’olio insieme con lo scalogno tritato e spegnete quando cominciano a diventare dorate. Regolate di sale e fate raffreddare, quindi unite la menta ed il basilico tritati finemente.

In una ciotola amalgamate la ricotta e il formaggio fresco di capra, il grana padano, le zucchine rosolate in padella, un filo di olio. Regolate di sale e pepe (facoltativo).  Riempite con questa farcia una sac-a-poche senza beccuccio ed aprendo delicatamente le foglie dei fiori riempiteli. Sovrapponete le punte in modo da chiudere il fiore ed evitare che il ripieno fuoriesca in cottura.

Coprite una teglia con carta da forno e posizionatevi i fiori di zucca. Irrorate con un filo d’olio e cuocete in forno a 170° per 25-30 minuti. A metà cottura distribuite sopra qualche pinolo.

Preparate nel frattempo un pesto leggero frullando insieme il basilico con il grana ed i pinoli ed aggiungete a filo tanto olio quando ne serve per ottenere una salsa cremosa (a me il pesto piace un po’ grossolano). Regolate di sale e pepe.

Servite i fiori di zucca caldi o tiepidi nappandoli con il pesto.

***

STUFFED ZUCCHINI BLOSSOMS {goat ricotta cheese, zucchini and mint} makes 10 pieces

for the blossoms:

  • 10 zucchini blossoms, (delicately rinsed, stamens removed)
  • 200 gr goat ricotta cheese (or your favourite ricotta)
  • 100 gr fresh goat cheese
  • 2 tablespoons grana padano cheese, grated
  • 3 small zucchinis
  • 1 small shallot, finely chopped (optional)
  • extravirgin olive oil
  • salt
  • black pepper (optional)
  • 3 mint leaves, finely chopped
  • 2 basil leaves, finely chopped
  • pinenuts

for light pesto:

  • 1 bunch basil (washed and trimmed)
  • 1 tablespoon grana padano cheese, grated
  • 1 tablespoon pinenuts
  • extravirgin olive oil
  • salt

Wash and trim zucchinis and cut in quarters longwise; remove the white flesh and reduce into small cubes. In a small saucepan over medium heat drizzle some extravirgin olive oil and add zucchini cubes and shallot. Cook for some minutes until they turn lightly brown. Season to taste with salt and black pepper. Set aside to cool then add mint and basil leaves.

In a bowl mix together goat ricotta cheese and fresh goat cheese, grated grana padano cheese, zucchinis and a drizzle of oil. Add salt and black pepper to taste.

Spoon the mixture into a pastry bag and pipe into zucchini blossoms. Overlap ends of petals to close firmily into bundles, avoiding the filling to spread outside during cooking.

Preheat the oven to 350° F. Line a rimmed baking pan with parchment paper and place carefully on it the zucchini blossoms. Drizzle over some extravirgin olive oil and cook for 25-30 minutes.

After the first 15 minutes, spread over some pinenuts.

Meanwhile prepare the pesto sauce. In a food processor pour the basil leaves together with grana padano cheese and pinenuts; pulse for a few seconds adding extravirgin olive oil the amount necessary to obtain a creamy, smooth sauce. Add salt to taste.

Serve the zucchini blossoms hot or warm with pesto sauce.

Bresaola, fichi e feta marinata…e cronaca di un pranzo improvvisato

bresaola, fichi..e feta marinata

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Almeno una volta al giorno, negli ultimi dieci giorni, ho buttato un occhio dentro la dispensa.

Morivo dalla voglia di sapere come se la stesse passando la mia feta a bagno nell’olio e in dolce compagnia di rosmarino, basilico e pepe rosa.

L’altro giorno é andata proprio così.

ore 13.05 Striscio il badge. Urrà mi aspetta un pomeriggio di ferie!

ore 13.10 Salgo in auto. Mentre aspetto che l’aria condizionata parta, faccio la sauna e ascolto 105 all’una. Inizio a rilassarmi.

ore 13.17 Arrivo a casa, con molta più calma del solito, già sognando il mio barattolino. Tempo di mettermi comoda, mi lavo le mani e me ne impossesso.  Lo guardo, lo giro, lo riguardo. Dall’esterno non sembra accaduta chissà quale magia…ed invece..clack! lo apro e vengo invasa da una nuvola di aromi e dalla nota pungente dell’olio di casa mia. Oh mamma! questa robina qui deve essere uno spettacolo…

ore 13.19 Non riesco a resistere. Affondo una forchettina nel vasetto….in bocca si scioglie da sola (l’avreste mai pensato di un pezzo di feta!) e profuma delicatamente di rosmarino mentre più lieve è il sentore di basilico e pepe rosa.

ore 13. 22 Stop! Prima che faccia fuori buona parte del vasetto bisogna che immortali questa cosa paradisiaca. Tiro le tende perché il sole è accecante e scatto…una, due, tre foto poi via macchina fotografica ed inizio a pensare come portarla in tavola (che poi, essendo per una volta da sola, non ho mica fretta).

ore 13.31 Comincio ad avere un leggero languorino. Scarto l’idea mega-crostino perché di pane da bruscare non ne ho (anzi a dire il vero l’avrei, però è ancora nel freezer). Pomodori da tagliare a pezzetti, per un’insalata greca estemporanea, nemmeno. Di necessità virtù. Ho deciso che mi arrangio con quello che trovo… ovvero qualche fico nella fruttiera e la bresaola avanzata in frigo.

ore 13.40 Ecco pronto il mio pranzetto. Mi servo un bicchierino di vino e mi accomodo a tavola.

bresaola, fichi..e feta marinata

BRESAOLA, FICHI E FETA MARINATA (per 1 persona)

  • 6-7 fettine di bresaola (o prosciutto crudo se preferite)
  • 2 fichi
  • qualche cubetto di feta marinata
  • sale
  • pepe
  • olio extravergine di oliva

Pulite i fichi e tagliateli a spicchi.

In un piatto da portata disponeteli a raggiera alternandoli alle fettine di bresaola ed ai cubetti di feta.

Salate e pepate, irrorate con un filo di olio extravergine di oliva e servite.

***

BRESAOLA, FIGS AND MARINATED FETA (serving 1)

  • 6-7 slices bresaola (or ham)
  • 2 figs
  • a few cubes marinated feta
  • salt
  • pepper
  • extravirgin olive oil

Peel the figs and cut in quarters.

Place in a serving plate, round-like, together with bresaola and marinated feta.

Season with salt and pepper and drizzle over some extravirgin olive oil.

bresaola, fichi..e feta marinata

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Ferragosto forno mio non ti conosco’ dei blog Le padelle fan fracasso e Il cucchiaino di Milù

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e alla raccolta di ricette ‘Le insalate’ del blog La mia cucina improvvisata

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Riso long&wild con ananas e cotto grigliati al sentore di finocchietto

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(scroll down for english version)

Quando in ufficio c’era un gran trambusto oppure si andava fuori sede per lavoro ed alle 13.30 si era ancora nel pieno di un’estenuante ed interminabile riunione, la sottoscritta cominciava ad andare un pò su di giri.  Poi magari accadeva che qualcuno dei presenti che era a dieta, o che a colazione si era mangiato un mammuth, pretendeva che anche tu mangiassi in piedi, al bar, un sifilitico panino con una foglia di insalata, una fetta di pomodoro e 30 gr di mozzarella. Eh no!!! Il pranzo non si tocca

Oggi le cose sono ahimè lavorativamente cambiate ma, se guardo al lato positivo della cosa,  riesco a godermi un piatto di pasta o un’insalatona e spesso riesco a farlo a casa, con un orecchio alla televisione ed un occhio attento all’orologio perchè sessanta minuti passano in fretta.

Le temperature di questi giorni ci fanno apprezzare piatti freschi, veloci e soprattutto leggeri. Oggi a pranzo mi sono coccolata con questo piattino preparato alla velocità della luce prima di uscire di casa con quello che avevo in frigo.

L’idea mi è venuta ripensando ad una foto di spiedini di ananas grigliati che mi è passata davanti agli occhi durante il girovagare in Pinterest…e dato che la combinata frutta-salato è sempre vincente ho pensato di cubettare il tocco di prosciutto cotto parcheggiato nel frigo e di ripassarlo in padella con l’ananas rimasto dalla preparazione di una macedonia.

Il finocchietto colto in campagna lo scorso weekend ha dato la nota finale al piatto!

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RISO LONG & WILD CON ANANAS E COTTO GRIGLIATI E SENTORE DI FINOCCHIETTO (dosi per una porzione)

  • 85 gr di riso long&wild (oppure metà basmati e metà venere)
  • 1 fetta di ananas maturo (tagliato a dadini)
  • 30-40 gr di prosciutto cotto di alta qualità (tagliato a dadini)
  • un ciuffetto di finocchietto selvatico
  • olio e.v.o.
  • sale
  • pepe

In abbondante acqua bollente salata lessate il riso per il tempo indicato sulla confezione. Scolate e fate raffreddare.

In una bistecchiera o in un padellino antiaderente fate grigliare l’ananas e il prosciutto cotto senza grassi per qualche minuto fino a quando diventeranno leggermente bruniti. Spegnete il fuoco e fate intiepidire.

Condite il riso con l’ananas e il cotto, unite il finocchietto tagliuzzato e condite con olio e.v.o.

Regolate di sale e pepe.

Potete servire leggermente tiepido oppure freddo.

***

WILD FENNEL SCENTED LONG & WILD RICE WITH GRILLED PINEAPPLE AND SMOKEK HAM (serving 1)

  • 85 gr long&wild rice (or half basmati, half black rice)
  • 1 slice ripe pineapple (diced)
  • 30-40 gr smoked ham (diced)
  • wild fennel
  • extravirgin olive oil
  • salt
  • pepper

Cook the rice in salted boiling water. Drain and set aside in a bowl to cool.

In a non-sticking pan grill ananas and smoked ham for 4 to 5 minutes until lightly brown. Turn off the heat and let cool down.

Add to the rice and mix with a wooden spoon pouring in 1-2 tablespoons of extravirgin olive oil. Add salt and pepper and the wild fennel finely chopped.

You can serve it warm or, even better, cold.

***

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Stasera aperitivo da me’ del blog Fragole&cioccolato

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al contest ‘Ricette sotto l’ombrellone’ del blog Peccato di gola e Le nostre ricette di casa

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al contest ‘Sapori d’estate’ del blog Lamponietulipani

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e al contest ‘Ferragosto forno mio non ti conosco’ del blog Le padelle fan fracasso e del blog Il cucchiaino di Milù

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Ciambellone bicolore all’acqua….tanti auguri babbo And(r)ea

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(english version below)

Oggi il capofamiglia compie gli anni.

Non ci vuole molto a capire che il passare inesorabile del tempo lo disturbi un pochino.

Però stamane, quando ho preso la pulce di casa nel lettino, l’ho portata nel lettone e quando nell’intento di fargli pronunciare ‘auguri babbo’ ne è venuto fuori un aughi babbo, con tanto di battito di manine, ha fatto finta per un attimo di sentirsi un pischello e contento di festeggiare il suo compleanno.

Essendo oggi tutti e tre a casa, i grandi a riposo dalle fatiche del lavoro, il piccolo ha bigiato il nido per farsi un po’ coccolare da babbo e mamma, ci siamo goduti una colazione in completo relax (il che sta a dire non dover guardare l’orologio ogni cinque minuti per esser certi di aver lavato i dentini, preparato la menna per l’asilo, ricontrollato lo zainetto con i vestitini di ricambio, aver messo un ciuccio di scorta nella borsa della mamma, il tutto rigorosamente entro le 8.15).

Finiti i frollini alla panna , ieri sera mi sono messa a pasticciare per preparare una tortina.

ciambellone bicolore all'acqua (10)

Poiché quando mio marito vede cacao o cioccolata è più felice di quanto l’Inter vince lo scudetto, mi sono buttata su un classico ciambellone tigrato (non sia mai pronunciare la parola bianco-nero in casa di un interista!). La ricetta l’ho già sperimentata un paio di volte con successo.

In internet la trovate un po’ ovunque e se ho ben capito quella originale è di Anna Moroni poi rivisitata di volta in volta dalle foodbloggers. Io sono partita dalla proposta del blog I fiori di loto per poi adattarla a ciò che avevo in dispensa.

Qui non c’è burro e l’acqua sostituisce in pratica il latte (o la panna per una versione ancora più ricca) rendendo questo dolce più digeribile e soprattutto accessibile a chi non tollera il lattosio. Questa volta gli ho voluto dare anche una nota croccante inserendo all’interno delle nocciole tostate…mi è subito venuto in mente il post del blog Cookinlove ‘C’è sempre un buon motivo per una torta al cioccolato’ lasciando un commento al quale mi ero ripromessa di aggiungerle al mio ciambellone all’acqua…poi la prossima volta proverò la ricetta della mia amica.

Il mio non è venuto altissimo (anche se super soffice) perché solo ad impasto pronto mi sono accorta di avere uno stampo più grande, da 26 cm. Se anche il vostro dovesse essere grande come il mio vi consiglio di aumentare le quantità della metà (ovvero di moltiplicarle per 1,5).

Vi riporto la mia versione, indicando tra parentesi quella originaria de I Fiori di loto.

CIAMBELLONE BICOLORE ALL’ACQUA (per una teglia da 24 cm)

  • 3 uova medie
  • 150 gr di zucchero di canna
  • 2 cucchiai di miele millefiori (o acacia o quello che avete)
  • 250 gr di farina integrale (oppure 00)
  • 100 gr di olio di semi di girasole
  • 130 gr di acqua
  • 1 cucchiaio di estratto di vaniglia (o essenza di vaniglia)
  • 2 cucchiai di cacao amaro solidal
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 50 gr di nocciole tostate tritate

Montate le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso dopodiché unite a filo l’olio, il miele ed infine l’acqua.

Setacciate la farina ed unitela delicatamente al composto (per non farlo smontare) fino a quando risulterà ben amalgamata. Aggiungere quindi l’estratto di vaniglia, le nocciole tritate ed il lievito setacciato.

Dividete l’impasto in parti uguali in due ciotole ed in una delle due unite il cacao disciolto in pochissima acqua.

Oliate (o imburrate) ed infarinate (eliminando quella in eccesso) un stampo per ciambellone da 24 cm, versatevi all’interno alternativamente i due composti, quello normale e quello al cacao e cospargete la superficie con zucchero di canna. Infornate a 180° C per 35-40 minuti in forno preriscaldato (si consiglia sempre la prova stecchino per accertarsi che il dolce abbia terminato la cottura).

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MARBLE CAKE WITH HAZELNUTS (24cm round baking pan)

  • 3 eggs (medium size)
  • 150gr cane sugar
  • 2 tablespoons honey
  • 250 gr wheat flour
  • 100 gr sunflower seed oil
  • 130 gr water
  • 1 tablespoon vanilla extract
  • 2 tablespoons unsweetened cocoa powder
  • 16 gr baking powder
  • 50 gr ground toasted hazelnuts

Preheat the oven to 350°F. Butter and dust with flour a round baking pan and set aside.
In a bowl of an electric mixer beat together eggs and cane sugar until combined. Add little by little the oil, the honey and the water.

Mix in the flour then add the vanilla extract, the ground hazelnuts and the baking powder.

Set aside half of the batter.

In another bowl mix the cocoa powder with a bit of water until smooth then add the cocoa mixture to the reserved cake batter. Stir until well combined.

Pour the batters into the prepared pan, alternating them.

Spread on the top some cane sugar and bake 35 to 40 minutes or until a cake tester comes out clean.

Pane di semolino (cotto in padella)

pane di semola (9)

Avete presente il semolino che si da ai nostri cuccioli quando, già alle prese con brodini e pappine, omogeneizzati e fruttini, il pediatra vi dice che potete inserire il glutine?

Il mio da quando ha scoperto i fusilli ed i sedanini, polverine simili non le ha più volute vedere. Per fortuna non avevo svaligiato gli scaffali del supermercato attratta dall’ennesima offerta ed alla fine mi sono ritrovata a fare conti con una sola confezione.

Dopo mesi di interrogativi sul ‘cosa ci faccio? cosa mi invento?’, e scartata la più gettonata idea gnocchi, trovo la ricetta perfetta.

Il libro l’ho acquistato un paio di mesi fa. Il Buon pane, con la macchina del pane’ edizioni Bibliotheca Culinaria, un piccolo gioiellino per chi come me non ha (per ora) tempo di assistere alla magia della lievitazione, magari standosene comoda sul divano a sfogliare la propria rivista preferita, ma non vuole rinunciare a del fragrante pane cotto in casa.

La ricetta è insolita perchè oltre a prevedere sola semola nell’impasto (che io ho poi sostuito con il più fine semolino) non vi obbliga ad accendere il forno essendo sufficiente per la cottura una padella antiaderente (non male direi se il giorno di Ferragosto doveste realizzare di aver terminato la vostra scorta di pane ed il negozio degli indiani all’angolo ha le saracinesche abbassate!).

pane di semola (5)

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PANE DI SEMOLINO (per una padella del diametro di 22 cm)

  • 150 ml di acqua
  • 1 cucchiaio di olio e.v.o.
  • 1 cucchiaino di succo di limone
  • 225 gr di semolino
  • 1 cucchiaino di lievito istantaneo da fornaio
  • 1 cucchiaino di sale

Inserite nella vaschetta della macchina del pane prima gli ingredienti liquidi poi quelli secchi; se vedete che l’impasto è troppo asciutto e che la macchina non riesce ad incorporare tutta la farina aggiungete qualche cucchiaio di acqua.

Trascorsi i 30 minuti del programma pizza, togliete l’impasto dalla vaschetta e mettetelo a lievitare per un’ora e mezza in una tortiera della misura della vostra padella, coperta con un panno umido, al riparo da correnti d’aria.

Scaldate la padella senza alcun condimento. Mettetevi la pasta lievitata e fatela cuocere a fuoco vivo per una decina di minuti da entrambi i lati, coprendola con un coperchio.

Questo pane, essendo cotto velocemente, secca in fretta pertanto va degustato in breve tempo.

Potete tagliarlo a spicchi e congelarlo.

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Con questa ricetta, partecipo al contest di IPasticcidiLuna sponsorizzato da Fotoregali, per la categoria ricette salate

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Muffin ricotta e fragole…paleo o non paleo?

muffin ricotta e fragole (14)

Paleo o non paleo? Questo è il dilemma.

Dieta da trogloditi? o dieta evoluta?

Se ancora non avete idea di cosa stia parlando (tranquilli perché fino a l’altro ieri non lo sapevo neanche io!) vi spiego in due parole, poi chi fosse così curioso può sempre approfondire.

Paleo sta per Paleolitico (periodo storico che va da 2,5 milioni a 10.000 anni fa durante il quale l’uomo viveva di sola caccia e pesca) e questo neologismo associato alla parola dieta  sta a significare un regime alimentare che rifiuta tutti i prodotti non disponibili in natura prima dell’avvio dell’agricoltura, ovvero cereali, latte e derivati, legumi, cibi lavorati a livello industriale.

Qui mi fermo, perché non sono un’adepta di questa dieta…né credo lo diventerò mai (dovrei rinunciare a troppe cose che mi piacciono, che non sono necessariamente junk-food).

Vi chiederete a questo punto perché mai abbia tirato fuori l’argomento. Semplice, tutto nasce dalla ricerca di una ricetta (altrimenti perché parlarne qui?).

Venerdì mi accorgo di aver dimenticato in frigo un cestino di fragole (lo so che non ci andrebbero ma nel bunker dove mi ritiro solitamente per stirare e che è la stanza più fresca di casa ci sono oltre 20 gradi!) e prima che marciscano mi devo inventare qualcosa…ma cosa? ho un’ora scarsa di libertà poi la casa tornerà a popolarsi, la cesta dei giocattoli tornerà ad essere riversa in terra ed io dovrò deporre il grembiule e trasferirmi sul tappeto a cantare Ci son due coccodrilli ed un orangotango…..

muffin ricotta e fragole (5)

Sul tavolo, accanto al pc, tra un mare di fogliettini dove sono appuntate le ricette da fare ne recupero tre a base di fragole….poiché il tempo è tiranno scarto all’istante le due torte, che magari proverò più avanti, e scelgo gli evergreen muffin (una delle ricette finaliste del contest Colour Food di Fiordirosmarino al quale ho partecipato anche io).

Prendo le consuete due ciotole (ingredienti secchi, ingredienti umidi), mi arrampico sullo sgabello e recupero la farina di cocco finita dietro a tutto il resto, prendo le uova in garage e sono pronta….peso, spremo e quando ho già la frusta in mano mi rendo conto che la ricetta che ho scelto è un po’ anomala. Ma qui non c’è farina! e nemmeno lo zucchero! ehm…si sarà dimenticata….sai che faccio? la stravolgo altrimenti il marito non li mangia mica!!!

Comincio a depennare la farina di mandorle, che peraltro non ho, e la sostituisco con la fecola, aumento di un cicinin la quantità di miele, ci aggiungo un po’ di ricotta che a questo punto addolcisco con dello zucchero a velo. L’impasto da crudo sembra andare e decido di procedere. Verso negli stampini ed inforno, giusto in tempo perché due minuti e suona il campanello.

Tra una coccola alla pulce ed una canzoncina, ripenso alla ricetta e decido di tornare a far visita al blog Armonia Paleo. Dopo cena mi fiondo in internet, leggo meglio e scopro che è una preparazione ‘Paleo approved’. Ecco svelato il mistero…

muffin ricotta e fragole (3)

Il sapore è molto delicato, le fragole rendono l’impasto un po’ umido ed è piacevole il contrasto con le mandorle in superficie. Di certo un po’ di grasso (olio o burro che sia…o perché no panna) li renderebbe ancora più gustosi…chissà se la signora/ina Paleo approverebbe!

muffin ricotta e fragole (1)

MUFFIN RICOTTA E FRAGOLE (dosi per 7 muffin)

  • 125 gr di fecola (o farina 00)…la ricetta originale 70 gr di farina di mandorle
  • 30 gr di farina di cocco
  • 2 uova
  • 175 gr di fragole…la ricetta originale 150 gr
  • 25 gr di miele millefiori…la ricetta originale 20 gr
  • 1/2 limone spremuto
  • 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia…la ricetta originale 1/4 di vaniglia in polvere
  • 1/4 di cucchiaino di sale rosa dell’Himalaya
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
  • 150 gr di ricotta di mucca…mia aggiunta
  • 5 cucchiai colmi di zucchero a velo….mia aggiunta
  • mandorle a lamette o filetti

Lavate le fragole e tagliatele a piccoli pezzetti, conditele con il miele ed il succo del limone e tenete da parte.

In una ciotola mescolate la fecola con la farina di cocco, il bicarbonato di sodio e il sale.

Sbattete le uova in una terrina, unite l’estratto di vaniglia, gli ingredienti secchi ed infine le fragole.

Distribuite l’impasto nei pirottini da muffin e decorate la superficie con le mandorle.

Infornate in forno già caldo a 170° per 35 minuti circa (fate la prova stecchino per essere certi che la cottura sia ultimata).

Con questa ricetta partecipo al contest ‘La mia ricetta originale improvvisata’ del blog La mia cucina improvvisata

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Tozzetti al vin santo, uvetta e pinoli (senza uova)…uno tira l’altro

tozzetti al vinsanto, uvetta e pinoli E’ bello sperimentare in cucina!

Ti senti addosso quella certa adrenalina come di chi è in procinto di iniziare una gara e vuole assolutamente vincerla. Scegli il tuo ingrediente (c’è sempre un attore protagonista) e componi  in testa il piatto. Immagini l’accostamento di sapori e consistenze e quando sei sufficientemente sicura del risultato, ti decidi a indossare il grembiule e tiri fuori i tuoi fidati attrezzi.

Questa carica però non c’è sempre! (Almeno per la sottoscritta), è una questione d’ispirazione.

Ci sono giorni nei quali non sono pronta per sperimentare e preferisco andare sul sicuro, utilizzando ingredienti basic e ricette super-testate. Vedi ieri. Troppo stanca per riflettere e creare.

Cosa fare allora se non rispolverare una ricettina di mia suocera (che l’ha assaggiata da sua cugina, la quale a sua volta l’ha sbirciata nel quaderno di ricette della sua amica) dal risultato garantito e soprattutto very very quick.

Ecco allora materializzarsi questi tozzetti (brutti ma buoni..anzi buonissimi) che invadono la casa con il loro profumo di uvetta e pinoli e diventano una tentazione irresistibile per il dolcetto di fine sera (senza…cosa importantissima per le signore… farle litigare con la bilancia!).

Io ne praparo due dosi, conservandone una parte in una scatola di latta per un paio di giorni e congelando l’altra. Quando ne ho voglia non mi resta che aprire il freezer e metterne un pò a rinvenire a temperatura ambiente per un’oretta.

Provate per credere! tozzetti al vinsanto, uvetta e pinoli TOZZETTI AL VIN SANTO, UVETTA E PINOLI (per circa 80-90 pezzi)

  • 500 gr di farina 00 (la dose è indicativa)
  • 100 gr di zucchero
  • 200 gr di uvetta
  • 80 gr di pinoli
  • 1 bustina di lievito
  • 200 gr di vin santo
  • 100 gr di olio di semi (tipo Cuore)
  • i semini di una stecca di vaniglia (o 2 bustine di vanillina)

In una terrina mettete lo zucchero, l’uvetta, i pinoli, l’olio, i semini di vaniglia, il vinsanto e mescolate; aggiungete quindi la farina e la bustina di lievito. Amalgamate bene gli ingredienti fino ad ottenere un impasto morbido, eventualmente regolando la quantità di farina.

Prendetene una parte e versatelo sulla spianatoia infarinata e arrotolatelo come a formare un filoncino; a questo punto con un cucchiaino prelevate un pò di impasto ed adagiatelo su una teglia ricoperta con carta da forno (una leccarda può contenerne 30-35 pezzi). Fate attenzione a distanziarli un pò perchè in cottura lievitano e potrebbero attaccarsi.

Cuocete in forno già caldo a 200° per 15 circa, fino a quando risulteranno dorati.

Ripetete la stessa operazione fino ad esaurire l’impasto.

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Quick & easy’ del blog Love cooking

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Insalatina tiepida di grano saraceno, verdure primaverili e feta

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Ci siamo incontrati per caso in un vivaio.

No, non sto parlando di me e di mio marito ma del primo sguardo lanciato a questi buffi chicchi dalla forma tetragonale che hanno attirato la mia attenzione nel corner bio, ultima (e senza dubbio originale) installazione, del vivaio più ‘chic’ della città.

Fino a qualche giorno fa conoscevo il grano saraceno solo in versione farina…del tipo sale e pepe sui toni del grigio-marrone scuro…diffusissimo nelle regioni alpine e protagonista di ricette straordinarie (come i pizzoccheri della Valtellina, la torta di grano saraceno farcita con la marmellata di mirtilli rossi e la polenta taragna) tanto da meritare il fregio di Presidio Slowfood.

Eccolo invece che mi si presenta davanti agli occhi in nude-look, accanto a più familiari semi di orzo, farro, miglio e avena. Lo guardo e faccio a mio marito “e questo cos’è? non l’ho mai visto”. Mi (ci) aiuta un cartellino posto all’altezza dei nostri occhi che in poche righe ci svela da dove viene, come si coltiva e, soprattutto, come si cucina.

Scopro che, diversamente da quanto si crede (e soprattutto da quanto faccia credere il suo nome), non è un cereale e pertanto non contiene glutine.

Approfittando delle prime verdurine di stagione, ho preparato un piatto leggero ideale per il pranzo in ufficio o per un pic-nic all’aperto. Volendo renderlo anche piatto unico ho aggiunto dei piccoli cubetti di feta (preferisco quella sfusa al banco dei formaggi, questa volta più buona del solito) ma potrebbe essere altrettanto simpatico l’abbinamento con una morbida caciottina o una dolce fontina.

Io l’ho servito tiepido perché il mio pancino ancora si rifiuta di ricevere piatti a temperatura frigo (comunque faccio poco testo, perché anche in pieno agosto la mia tazza di latte al mattino deve essere MOLTO calda…per non dire bollente). Credo sia delizioso anche consumato il giorno dopo, quando tutti i profumi ed i sapori si saranno bene amalgamati.

insalatina tiepida di grano saraceno, verdure primaverili e feta (9)

INSALATINA TIEPIDA DI GRANO SARACENO, VERDURE PRIMAVERILI E FETA (per 2 persone)

  • 150 gr di grano saraceno decorticato biologico
  • 4 asparagi
  • 3 cucchiai di pisellini freschi (anche se io dovendo vuotare il freezer ho utilizzato quelli del mio orto surgelati la scorsa estate)
  • 4 cucchiai di fave fresche (private del peduncolo)
  • uno scalogno
  • 70-80 gr di feta
  • olio e.v.o.
  • sale & pepe q.b.

Sgranate i piselli e le fave. Tagliate la parte dura dei gambi degli asparagi e pulite con un pelapatate quella rimanente. Passateli velocemente sotto l’acqua corrente per eliminare eventuali residui di terra e tagliateli quindi a pezzetti di 2-3 cm lasciando intatte le punte.

In una padella versate qualche cucchiaio di olio ed aggiungete lo scalogno tritato finemente; fatelo stufare per qualche minuto fino a diventare morbido e trasparente. Unite le fave, i piselli e gli asparagi e fate cuocere per una decina di minuti (le verdurine devono comunque restare croccanti). Spegnete il fuoco e regolate di sale e pepe.

Lavate più volte il grano saraceno sotto l’acqua corrente per eliminare eventuali impurità e fatelo tostare in una padella con un paio di cucchiai di olio prima di aggiungere acqua bollente salata e farlo cuocere per 15/20 minuti circa. Scolatelo e mettetelo in una ciotola. Unitevi le verdure e mescolate bene per amalgamare tutti gli ingredienti.

Impiattate ed aggiungete la feta tagliata a piccoli cubetti.

Buon Appetito!

Flognarde carciofi e ricotta…bon appétit

Nessun dubbio si tratti di un piatto d’Oltralpe, ma (ammesso che non abbiate sbirciato la foto sotto) forse siete curiosi di sapere cosa sia un flognarde.

Niente di complicato! Avete presente il clafoutis? Il delizioso dolcetto da forno che vede delle succulenti ciliegie rosse affogate in un impasto di uova, latte, farina e burro? Bene, se sostituite frutta e zucchero con formaggi e verdure ottenete il flognarde.

flognarde carciofi e ricotta

Perché scomodare una ricetta francese? Beh, ho pensato di proporre ai miei due commensali (e di rimbalzo a voi) qualcosa di diverso per la cena settimanale altrimenti dedicata alla frittata (per la gioia dell’assaggiatore adulto che ha compreso subito non essere due semplici uova sbattute con un po’ di latte e parmigiano, nei confronti delle quali manifesta una marcata repulsione).

Questa volta lo spunto è venuto da un cassetta di carciofi romaneschi acquistata qualche giorno fa. Perfetto come piatto unico o come antipastino, se servito nelle cocotte individuali o tagliato a cubetti, è un modo elegante per riciclare avanzi e questo me lo fa piacere ancora di più!

La ricotta e lo yogurt rendono l’interno morbido ed evitano il temuto effetto frittata. Avrei inserito della mentuccia, che si sposa perfettamente con i carciofi, per profumare l’impasto ma non ne ho trovata.

Potete sbizzarrirvi con gli ingredienti scegliendo spinaci, erbette, broccoletti, finocchi, asparagi e combinandoli con feta, stracchino, gorgonzola, brie o qualsiasi altro formaggio morbido. Non vi resta che provare.

flognarde carciofi e ricotta

FLOGNARDE CARCIOFI E RICOTTA (per una teglia cm 22×22)

  • 4 carciofi (per me romaneschi)
  • 200 gr di ricotta di pecora
  • 125 gr di yogurt intero
  • 150 ml di latte fresco intero (o panna fresca)
  • 50 gr di farina 00
  • 4 uova
  • qualche ciuffetto di mentuccia (o prezzemolo)
  • olio e.v.o.
  • sale & pepe q.b.
  • vino bianco secco

Pulite i carciofi eliminando le foglie esterne più dure e pelando i gambi con un pelapatate. Tagliate ciascun carciofo in due, eliminate l’eventuale peluria interna (io uso uno scavino per meloni) e metteteli a cuocere in una padella con un spicchio d’aglio in camicia e 5-6 cucchiai di olio. Una volta rosolati, sfumate con un po’ di vino bianco e fate cuocere per una ventina di minuti. Regolare di sale e pepe ed aggiungete la mentuccia. (Io dovendo accorciare i tempi li ho cotti nel microonde con il piatto crisp per 10 minuti, bagnandoli con il vino a metà cottura).

In una terrina rompete le uova e sbattetele con un forchetta, aggiungete quindi il latte, lo yogurt e la farina setacciata. Da ultimo unite la ricotta sbriciolata e regolate di sale e pepe.

Imburrate una teglia e rivestitela di pane grattugiato, sistematevi i carciofi tagliati a metà ed i loro gambi. Distribuitevi sopra il composto di uova e ricotta ed infornate in forno già caldo a 180° per 30-35 minuti.

Con questa ricetta partecipo al contest del blog Fiordirosmarino ‘Color Food’

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Tortine ricotta, marmellata d’arance amare e cioccolato (e partecipazione al primo contest)

tortini jogurt 011(La febbre colpisce ancora! Sono senza forze e senza voglia di cucinare ma per fortuna nei giorni scorsi ho pasticciato un pò con zucchero e farina e così sono in grado di regalarvi qualche ricettina come sempre super testata!)

Certe ricette nascono da sole. Come per le tortine che vedete nella foto sopra.

L’idea la trovo su un vecchio ritaglio di giornale finito tra i miei libri di cucina non so da dove e da quanto che recita TORTINI ALLA NUTELLA…forse l’ho strappato da una rivista durante l’attesa dal dentista? o forse l’ho trovato curiosando nel portagiornali a casa di mia mamma? beh non importa, fatto sta che (avendo ancora a portata di mano i magici stampini) ed in dispensa un barattolino di crema di nocciole da consumare, decido di mettermi all’opera.

Pronti sul tavolo uova, farina, zucchero e l’immancabile ricotta. Un secondo dopo mi viene in mente un contest attivo tra le food bloggers avente come tema ‘che merenda mi dai?’ e siccome la ricettina con la sola nutella (benchè invitante…vi immaginate aprire in due il tortino e trovare un cuore morbido di cioccolata???) mi sembra un pò banale decido di modificarla in corsa utilizzando quello che ho e sostituendo la farina comune con quella di riso.

Ne nasce un tortino morbidissimo ripieno di marmellata d’arance amare e piccole scaglie di cioccolato fondente. Un dolcetto leggero (perchè la quantità di cioccolato è davvero irrisoria e non contiene grassi a parte il cucchiaino di burro), degno di fare invidia alle più gettonate merendine industriali, che a casa mia è stato molto apprezzato da uomo grande ed uomo piccino.

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TORTINE RICOTTA, MARMELLATA D’ARANCE AMARE E CIOCCOLATO FONDENTE

Ingredienti (per 8/10 tortini)

  • 250 gr di farina di riso
  • 250 gr di ricotta (io preferisco quella di pecora)
  • 175 gr di zucchero
  • 3 uova
  • mezzo bicchiere di latte
  • un cucchiaino di burro
  • mezza bustina di lievito
  • marmellata d’arance amare (per me Rigoni d’Asiago)
  • cioccolato fondente al 70%

In una terrina mescolate la ricotta con lo zucchero. Aggiungete il burro ammorbidito, le uova una alla volta facendole ben amalgamare al composto ed infine il latte.

Unite il lievito alla farina e versatelo nella terrina con la ricotta. Mescolare fino ad ottenere un comporto omogeneo e abbastanza morbido.

Imburrate ed infarinate gli stampini, versate un pò di composto, farcite con un cucchiaino di marmellata d’arance e delle piccole scaglie di cioccolato fondente e ricoprite con altro impasto.

Infornate a 180° per 25 minuti. Far raffreddare, quindi cospargere di zucchero a velo.

Con questa ricetta partecipo al contest di Coccole di dolcezza – “che merenda mi dai?”.

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e al contest ‘Dolci con farine speciali‘ del blog Una fetta di paradiso

FARINA 5

Pepite di pollo croccanti

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Eccovi svelata la ricetta che ha ispirato il ketchup casalingo  di ieri!!!

Nulla di complicato ma un banalissimo piatto di pepite (chiamatele anche bocconcini o straccetti) di pollo la cui unica peculiarità è nella panatura, particolarmente croccante in quanto fatta con farina di mais (quella per polenta per intenderci) e corn-flakes. Ebbene sì, gli anonimi fiocchi di cereali da colazione (non sono un pò tristi se consumati da soli?) che in questo caso regalano alla ciccia il crunch che non ti aspetti.

Bello vero l’aspetto del ketchup? Un pò meno la foto ma la giornata uggiosa ha reso praticamente impossibile lo scatto in pausa pranzo e la sera mi sono dovuta accontentare della luce che era in casa. Vi assicuro però che le pepite erano deliziose nonostante la versione light (leggasi cottura nel forno)….per chi ovviamente, oltre a non aver problemi di bilancia, fosse indifferente al puzzo scatenato in casa  da una frittura, c’è sempre la versione ‘fast food’ della ricetta con relativo tuffo in olio bollente.

Garantisco che la preparazione è a prova di mamma tuttofare! Se riuscite potete anche prepararne più porzioni e poi congelarle…se una sera ai vostri bimbi (o mariti) verrà voglia di bocconcini o se proprio non sapete cosa cucinare, vi basterà accendere il forno e metterli in teglia per qualche minuto.

PEPITE CROCCANTI DI POLLO (per 2 persone)

  • 350gr di petto di pollo
  • 1 tazza abbondante di latte
  • farina di mais (la mia era a grana grossa)
  • 2 tazze di cornflakes
  • sale, pepe q.b.
  • olio e.v.o.

Tagliate i petti di pollo a striscioline o a tocchetti e metteteli in una ciotola coprendoli con il latte. Fateli marinare per un’ora circa.

Nel frattempo sbriciolate i cornflakes (con il mixer, con il batticarne oppure metteteli in un sacchetto di quelli per congelare e sbriciolateli con le mani) e versateli in un vassoio dove avrete messo la farina di mais, facendo ben amalgamare i due composti.

Accendete nel frattempo il forno (funzione ventilata) a 180-190°.

Trascorsa l’ora prendete la ciotola con il latte e scolate i pezzettini di carne, quindi passateli velocemente nel composto di farina e cornflakes premendo bene affinchè questo si attacchi uniformemente al pollo. Ricoprire una teglia con carta da forno ed adagiarvi i bocconcini. Irrorare con olio ed infornare per 20 minuti rigirando a metà cottura.

 Buon appetito!