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Passatelli asciutti allo zafferano con Prosciutto di Parma e verdurine fresche dell’orto

passatelli allo zafferano con prosciutto e verdurine fresche dell'orto

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Faenza-Lucca-Camaiore-Pisa-Faenza-Fabriano-Faenza-Bologna-Barcellona-Bologna-Faenza-Fabriano-PortoSant’Elpidio-Fabriano-Faenza…..non male vero come andirivieni consumato in poco più di due settimane! Sono sfinita…le valigie un brutto incubo ma sempre a portata di mano (venerdì si riparte!). Anche la piccola pulce, abituata a percorrere l’Italia in lungo e in largo, ha cominciato a manifestare i primi segnali di cedimento…lettino con spondine, lettino basso senza sponda, lettone di mamma&papà, divano-letto, lettone della zia …

Mi sto dividendo tra due case senza capirci molto…te ne stai tranquilla nell’orto a raccogliere carciofi quando ti rendi conto che devi andare in banca e che ce l’hai a soli 200 km di distanza! Poi giunta alla meta e sbrigato il da fare scopri che hai finito le ore mensili di asilo nido e realizzi che è forse meglio tornare in campagna con i nonni a portata di mano…che un’uscita da sola al supermercato o un caffè con una vecchia amica te li concedono!

I miei attrezzi di cucina e le mie pirofile sono oramai anch’essi divisi tra le due case (nonostante i molti doppioni)…il problema è che quando ne cerco uno disperatamente questo è nel posto sbagliato. Mi sarebbe dispiaciuto dover rinunciare ai passatelli ma per fortuna questa volta è andata bene.

Questo piatto è stato pensato per il primo contest delle Bloggalline  in collaborazione con INformaCIBO il portale web del Gusto e con il patrocinio di Milano Expo 2015. Ci è stato chiesto di preparare un piatto che fosse espressione dell’eccellenza italiana o della sua forte tradizione…un piatto legato ad un territorio o ad un ingrediente particolare, il pane della nostra infanzia, la ricetta della nonna che custodiamo così gelosamente.

Mi sono fatta ispirare dalla tradizione della regione che oramai mi ospita da qualche anno, l’Emilia-Romagna, proponendo un classico piatto di passatelli. Se d’inverno si consumano rigorosamente in brodo, ora che le temperature stanno velocemente (e finalmente) salendo, molte persone li apprezzano in versione asciutta.

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L’Emilia-Romagna è terra di grandi eccellenze gastronomiche come il Parmigiano Reggiano ed il Prosciutto di Parma che, oltre ad essere sponsor dell’iniziativa, sono i protagonisti di questo straordinario piatto.  La mia proposta vuole premiare un altro prodotto locale che ho scoperto lo scorso inverno, lo zafferano di Bagnara, nato grazie allo spirito imprenditoriale di Cristina che ha osato sfidare i consigli degli agronomi piantando il Crocus sativus nella bassa pianura faentina.

A completare questo piatto le verdurine fresche del mio orto (fave e piselli) e gli asparagi selvatici raccolti nei giorni scorsi nella mia campagna marchigiana.

Un passatello insolito, più rustico per via del pangrattato di farro e con l’aroma strepitoso del vero zafferano (non quello in bustina…costituito in buona parte da curcuma di dubbia provenienza).

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PASSATELLI ASCIUTTI ALLO ZAFFERANO DI BAGNARA con PROSCIUTTO DI PARMA, ASPARAGI SELVATICI E VERDURINE DELL’ORTO (per 4 persone)

per i passatelli:

  • 3 uova
  • 150 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
  • 150 di pangrattato (per me di farro)
  • un cucchiaino di stimmi di zafferano di Bagnara

per il condimento:

  • uno scalogno
  • una manciata di pisellini freschi
  • 10 teghe di fave
  • un piccolo mazzo di asparagi selvatici
  • una fettina di Prosciutto di Parma
  • olio extravergine di oliva

In una ciotolina mettete lo zafferano a bagno per almeno 2 ore in un paio di cucchiai di acqua calda.

Preparate i passatelli seguendo il procedimento qui illustrato (omettendo la scorza di limone e la noce moscata ed unendo lo zafferano con tutto il liquido).

In un pentolino fate rosolare lo scalogno tritato nell’olio dopodiché unite gli asparagi mondati della parte legnosa e tagliati a pezzettini (lasciando le punte intatte), i pisellini e le fave sgusciate. Fate cuocere per pochi minuti fino a quando le verdure risulteranno tenere. Salate e pepate secondo il vostro gusto. In un altro pentolino fate rosolare (senza olio) il prosciutto tagliato a listarelle.

In una pentola capiente portate ad ebollizione dell’acqua, salatela e versatevi i passatelli; cuocete per pochi istanti scolandoli non appena saliranno a galla e versandoli immediatamente in una ciotola insieme al condimento. Mescolate con delicatezza per non romperli e servite nei piatti unendo le striscioline di prosciutto.

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SAFFRON PASSATELLI with PROSCIUTTO DI PARMA and FRESH VEGs FROM MY ORCHARD (serves 4)

for passatelli:

  • 3 eggs
  • 150 gr grated Parmigiano Reggiano cheese
  • 150 di breadcrumbs (mine from spelt bread)
  • 1 teaspoon saffron stigmas

for the sauce:

  • 1 shallot
  • 1 handful fresh peas
  • 10 broad bean pods
  • 1 small bunch wild asparagus
  • 1 3mm-thick slice Prosciutto di Parma
  • extravirgin olive oil

In a small bowl soak zafferano stigmas in warm water for at least 2 hours.

Make passatelli as reported here (omitting lemon zest and nutmeg and adding saffron together with water to the other ingredients).

In a small pan sauté shallot in oil before adding wild asparagus (trimmed of their woody ends and cut into pieces), peas and shelled brod beans. Cook for some minutes until tender. Season to taste. In another pan cook prosciutto (cut into small stripes) for a few seconds until crispy.

Fill a large pot with water and bring to a boil. Add salt and drop in passatelli. Cook for a few seconds until they start floating, drain and combine immediately with the sauce, stirring gently. Transfer in serving plates and top with crispy prosciutto stripes.

“Con questa ricetta, partecipo al contest : “La Cucina Italiana nel Mondo verso l’Expo 2015”, organizzato da Le Bloggalline, in collaborazione con INformaCIBO.

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Con questa ricetta partecipo anche al contest sulla Pasta Fresca de Il Goloso Mangiar sano

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Ravioli di borragine al burro, mentuccia e pinoli {erbe spontanee #3}

ravioli di borragine al burro, mentuccia e pinoli

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Se avete approfittato del tepore di questi primi giorni di primavera per uscire e passeggiare nella natura avrete sicuramente notato una pianta ‘pelosetta’ con dei meravigliosi fiori blu-violacei a forma di stella (buffo come per anni cammini senza chiederti dove stai per mettere i piedi e poi tutto insieme vorresti conoscere vita, morte e miracoli della natura che ti circonda, delle piante che ti fanno ombra in queste tanto attese giornate di sole, dei fiori che hai sempre ammirato dalla finestra perché tanto c’era la suocera che li innaffiava, delle verdure che, crescendo a vista d’occhio, stanno riempiendo un orto che fino al mese scorso poteva vantare solo pochi ciuffi di spinacio, bietola e cicoria).

Quella pianta è la borragine o borrago, originaria del Medio Oriente anche se diffusa oramai in tutto il mondo, che cresce fino a 1000mt di altitudine nei prati incolti, nei giardini, a ridosso di muretti di campagna abbandonati.

L’etimologia del suo nome è tuttora incerta. Secondo alcuni deriverebbe dall’arabo “abou = padre” e da “rash = sudore” cioè “padre del sudore” per via delle sue proprietà sudorifere. Altri suppongono invece che derivi dal latino “borra = tessuto di lana ruvida” per via dei peli che ricoprono lo stelo e le foglie della pianta. Vi sono poi coloro che sostengono l’origine celtica del nome (“barrach = uomo coraggioso”) in quanto i guerrieri di questo popolo, prima di affrontare una battaglia, erano soliti bere il vino nel quale era stata infusa la borragine, credendo che desse loro coraggio.

ravioli di borragine al burro, mentuccia e pinoli (7)

Le foglie hanno colore verde scuro, forma ovale e margini ondulati e sono ricoperte da una densa peluria che, piacevole nelle foglie più piccole per l’effetto vellutato che conferisce loro, diviene  fastidiosa quando la pianta è oramai cresciuta e raggiunge un’altezza superiore a 40-50 cm.

Raccogliendo i semi che maturano da luglio ad ottobre, la borragine può essere seminata (in primavera) direttamente in giardino, nell’orto o in grandi vasi in terrazza propagandosi da sola da un anno all’altro.

E’ tra le erbe spontanee più utilizzate in cucina richiamando le sue foglie il sapore del cetriolo. In inverno o all’inizio della primavera le foglioline possono essere consumate crude (ed unite ad esempio all’insalata), più avanti nella stagione è necessario invece bollirle per pochi minuti in acqua per eliminare la fastidiosa peluria. Posso costituire il ripieno di ravioli oppure arricchire risotti, frittategnocchi. Mia suocera mi ha raccontato che quando era piccola una signora del paese era solita preparare e regalare ai bambini delle squisite frittelle (a volte dolci, altre salate se era finito lo zucchero) fatte con le foglie di borragine in pastella (proverò sicuramente il prossimo inverno quando le piante saranno nate da poco e le foglie risulteranno più tenere).

Importante sottolineare che questa pianta va consumata, preferibilmente cotta, con moderazione in quanto contiene alcaloidi che potrebbero danneggiare gravemente il fegato; è altresì sconsigliata in gravidanza e durante l’allattamento. Un piatto di borragine ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno!

A pochi passi da casa, in quella che mi piace chiamare ‘la via degli orti’ (perché disseminata di piccole coltivazioni per uso esclusivamente casalingo) ho scovato due grandi piante di borragine e, armata di cestino, fornici e guanti, in pochi minuti mi sono appropriata di un bel fascetto di verdura.

Approfittando del ritorno di mio cognata per il ponte, ho spedito la pulce al piano di sotto ed ho deciso che, avendo un po’ di tempo tutto per me, invece della manicure avrei fatto i ravioli.

Ho voluto una sfoglia rustica che ho ottenuto miscelando la semola con farina integrale e farina di mais. Con le dosi che trovate nella ricetta ho ottenuto 65 ravioli (poi non dite che non sono precisa!) che potrebbero equivale a 5/6 porzioni ma è tutto relativo perché dipende da quanto appetito avete e se mangiate altro dopo il primo…poi, avendo terminato il ripieno, ho preparato 140 gr di quadrucci all’uovo che ho congelato (insieme a parte dei ravioli) e che gusteremo in un’altra occasione.

Per il condimento devo ringraziare Tommaso che mi segue in Instagram e che da ligure doc mi ha suggerito di accompagnare i ravioli con burro, salvia e pinoli. Volendo però una nota più personale ho sostituito la salvia con la mentuccia che cresce abbondante e, anch’essa spontanea, nel retro della mia casa.

Questi ravioli avevano un sapore strepitoso…credo tanto che diventerò una consumatrice entusiasta (anche se moderata) di borragine.

Con questa ricetta partecipo alla raccolta ‘Pasta che ti passa’ della mia amica Sandra e di Gaia che ci hanno sfidato chiedendoci di preparare un piatto di pasta fresca per 4 persone con una spesa inferiore a € 5 (e fin qui abbastanza semplice)…dimenticandoci della farina raffinata cioè la 00 (che visto il nome ha più poche qualità nutritive e benefiche da offrirci) ed utilizzando le mie amate ‘farine speciali’…integrale, di farro, di ceci, di mais, d’orzo, di lenticchie, mandorle, segale, avena etc…

Prova 6-1

Nel mio caso la spesa ammonta a € 5,11 (ci credete che sono andata al super con carta e penna per controllare alcuni prezzi tipo quelli delle uova che non compro più da mesi?) però tenendo conto che con la dose di pasta indicata ho ricavato più di 4 porzioni e che è avanzato dell’impasto per fare i quadrucci ritengo la missione compiuta!

Con questa ricetta partecipo anche al contest sulla Pasta Fresca de Il Goloso Mangiar sano

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RAVIOLI DI BORRAGINE E RICOTTA AL BURRO, MENTUCCIA E PINOLI (per 65 ravioli = 5/6 persone)

per la sfoglia (65 ravioli + 140 gr di quadrucci):

  • 100 gr di farina integrale (€ 0,15)
  • 100 gr di farina di mais fine (€ 0,08)
  • 100 gr di semola di grano duro (0,13)
  • 3 uova (io utilizzo quelle delle mie gallinelle altrimenti € 0,75)
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva (per me di casa altrimenti € 0,05)
  • un pizzico di sale
  • acqua q.b.

per il ripieno:

  • 100 gr di foglie di borragine mondate e lavate (che corrispondo a 150 gr bollite)…ce le regala madre natura
  • 30 gr di parmigiano reggiano grattugiato (€ 0,45 scegliendo un parmigiano da € 15/kg)
  • 1 tuorlo (€ 0,25 … l’albume lo ricicliamo)
  • sale
  • 250 gr di ricotta di pecora (l’ho pagata € 7/kg pertanto € 1,75)

per il condimento:

  • burro (€ 0,75)
  • qualche fogliolina di mentuccia
  • pinoli (€ 0,80)

Pulite la borragine scegliendo solo le foglie più tenere. Bollitele per pochi minuti in acqua bollente salata quindi scolatela e mettetela in una ciotola con acqua e ghiaccio (per conservare il colore). Scolate nuovamente e tenete da parte.

Preparate la pasta all’uovo. In una ciotola o sulla spianatoia mescolate le tre farine dopodiché unite le uova e l’olio; aggiungete tanta acqua quanto basta per ottenere un impasto omogeneo (no liscio perché le farine le conferiranno un aspetto rustico). Avvolgete con la pellicola e mettere in frigorifero a rassodare.

Preparate nel frattempo il ripieno. Tritate la borragine con un coltello ed unitevi la ricotta, il parmigiano grattugiato, il tuorlo ed il sale. Mescolate.

Preparate i ravioli. Io ho utilizzato la macchina per la pasta…ma nulla vi vieta di andare di mattarello. Ho preparato una sfoglia alla volta (stendendo fino al penultimo spessore) spolverandola generosamente di semola, dopodiché ho posizionato al centro di ognuna tante piccole palline di ripieno (grosse all’incirca come noci moscate) ed ho ripiegato la sfoglia su se stessa dopo aver inumidito i bordi con un po’ di acqua. Ho fatto quindi una leggera pressione con i polpastrelli intorno al ripieno, partendo dagli esterni ed andando verso il centro, in modo da far uscire l’aria e sigillare poi ho tagliato i ravioli con un piccolo coppapasta ondulato.

A mano a mano che preparate i ravioli spolverateli generosamente di semola e poneteli su una tovaglia pulita ad ‘asciugare’.

A questo punto potete congelare i ravioli disponendoli ben distanziati su un vassoio, quando saranno fermi potete rimuoverli dal vassoio, trasferirli in un sacchetto per congelatore e riporli di nuovo dentro. Altrimenti procedete con la preparazione del condimento.

Condimento. In un pentolino sciogliete del burro ed unitevi delle foglie di mentuccia precedentemente lavate ed asciugate. Fate appassire per qualche minuto. Tostate i pinoli in un altro pentolino.

Cuocete i ravioli in abbondante acqua salata dopodiché conditeli con il burro ed i pinoli (evitate di rimestarli con un cucchiaio per non romperli…io li ho fatti saltare nella casseruola dove ho sciolto il burro).

Non mi resta che augurarvi buon appetito!

BORAGE AND RICOTTA RAVIOLI WITH BUTTER, WILD MINT AND PINENUTS (serve 5-6)

for the eggpasta (65 ravioli + 140 gr quadrucci pasta):

  • 100 gr wholewheat flour
  • 100 gr corn flour
  • 100 gr duram wheat semolina
  • 3 eggs
  • 1 tablespoon extravirgin olive oil
  • pinch of salt
  • water

for the stuffing:

  • 100 gr washed and treamed borage leaves (or 150 gr boiled)
  • 30 gr grated parmigiano reggiano cheese
  • 1 egg yolk
  • salt
  • 250 gr fresh ricotta cheese

for the sauce:

  • butter
  • wild mint
  • pinenuts

Clean borage selecting only tender leavesDrop for a few minutes in boiling salted water then drain and place in a bowl with ice and water (to preserve their color). Drain again and set aside.

Prepare the pasta. In a bowl or on a work surface mix the three flours then add the eggs and the oil; at this point add enough water to obtain a homogeneous mixture. Wrap with cling film and place in refrigerator.

Prepare the stuffing in the meantime. Chop borage with a knife and join the ricotta, the parmesan cheese, the egg yolk and the salt. Stir.

Prepare ravioli. I used the pasta machine but nothing wrong in proceeding with a rolling pin. I took a bit of dough at a time rolling it out into a long layer of pasta and dusting it generously with semolina I placed in the center a small piece of stuffing (as big as a nutmeg) and I folded the dough over itself after having moistened edges with water. I made a slight pressure with my fingertips around the filling, starting from the outer sides towards the center, so as to let the air out and seal then I cut the ravioli with a small round pastry cutter.

As you prepare ravioli remind to sprinkle generously with semolina and place them on a clean cloth to dry’.

At this point you can freeze the ravioli by placing them well apart on a tray; when they have chilled remove from the tray and transfer in a freezer bag. Otherwise, proceed with the preparation of the sauce.

Seasoning. In a small saucepan, melt the butter then add the wild mint leaves. Sauté for a few minutes. Toast the pinenuts in a small saucepan.

Cook the ravioli in salted water then toss with the butter and pine nuts avoiding to stir with a fork or a spoon not to smash the ravioli.

Bon appetit!

***

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Maggio-Giugno ‘L’orto in tavola’ del blog Oggipanesalamedomani

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Paglia e fieno #lucianamosconi agli asparagi selvatici….semplicità, passione e tradizione

paglia e fieno agli asparagi selvatici

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Se si volesse stabilire qual è il paesaggio italiano più tipico, bisognerebbe indicare le Marche… L’Italia, nel suo insieme è una specie di prisma nel quale sembrano riflettere tutti i paesaggi della Terra, facendo atto di presenza in proporzioni modeste e armonizzandosi l’un l’altro.
L’Italia, con i suoi paesaggi, è un distillato del mondo, le Marche dell’Italia”
                                                                                         (Guido Piovene, Viaggio in Italia)

Pochi minuti son trascorsi da quando ci siamo dati la mano e presentati ma l’amore per la Nostra terra è così evidente e travolgente che infiamma i nostri animi, ci porta a raccontare convulsivamente delle nostre origini e della nostra vita, più o meno, radicata tra il Mare Adriatico e l’Appennino e ci fa sentire orgogliosi di appartenere a questa terra.

Chi siamo? Raffaele, il moderatore, copywriter di professione nonché esperto di strategie di comunicazione, Ilaria (@ilarysgrill) la fondatrice di Instagramers Italia, Erika (@erika_0_) che si occupa di arti visive ed allestisce set fotografici food, Gianluca (@hal7474) food and fashion traveller, Sandro (@sandromoric) commerciante e fotografo ufficiale di Igersmarche, Chiara (@ilovemarche) marketing manager e travel blogger e la sottoscritta (@la_greg74).

Dove siamo? A Matelica un piccolo borgo di 10.000 abitanti in provincia di Macerata famoso per il Verdicchio.

Chi ci ospita? Il Pastificio Luciana Mosconi che da 15 anni produce pasta all’uovo ‘come quella fatta in casa’. Ci accoglie Marcello, il giovane imprenditore che qualche anno fa, fresco di laurea, ha rinunciato ad uno stage all’estero per dedicarsi anima e corpo a questa azienda fino a farla diventare seconda in Italia nel comparto della pasta all’uovo secca.  La signora Mosconi non è un mito (né la nonna o la mamma di Marcello come gli hanno chiesto in molti!) ma una signora come tante che ha imparato dalla mamma a tirare la sfoglia e che dopo aver visto crescere il suo negozio di paese prima in laboratorio poi in Pastificio dalla forte vocazione artigianale, ha scelto di continuare a lavorare in azienda.

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(foto di Ilaria)

Marcello ci racconta con entusiasmo la sua avventura imprenditoriale senza negare le tante difficoltà incontrate lungo il percorso. Dinamiche del settore, oneri burocratici e logiche di distribuzione  ignare (direi per fortuna…) a noi che ci divertiamo ad andare a far la spesa. Ci racconta del progetto di valutazione dell’impronta ambientale che ha portato nel 2012 l’azienda a sottoscrivere con il Ministero dell’Ambiente un accordo volontario per calcolare, ridurre e compensare l’anidride carbonica emessa durante il ciclo produttivo dei due prodotti di punta (le Tagliatelle all’uovo nelle confezioni da 250 e 500gr) mediante l’acquisto di crediti di carbonio.

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(foto di Ilaria)

Poi, cuffietta in testa e camice indosso (io sono quella in seconda fila), ci apre la porta del suo regno e telefonino in mano (gli instagramers non lo mollano mai) lo seguiamo passo passo come in processione mentre ci descrive puntualmente il processo produttivo in un ambiente quasi immacolato (dove il personale riserva 4 ore al giorno alla pulizia dei locali e delle attrezzature)…ci mostra il macchinario che esegue il doppio impasto a base di sola semola di ottima qualità e uova freschissime (consegnate giornalmente), ci spiega che hanno rinunciato alla pressatura meccanica perchè la sfoglia subendo shock termici perderebbe la sua porosità, ci conduce nello stanzone dove si trovano le celle di essiccazione (protratta fino a 24 ore, a bassissima temperatura) che ‘fissa’ ed esalta l’alta qualità degli alimenti, ci presenta le addette al confezionamento che, rigorosamente a mano, collocano i nidi di tagliatelle, fettuccine e pappardelle nei vassoi.

Alla vasta gamma di prodotti ‘tradizionali’ si sono aggiunti di recente le Specialità al farro, le Pastine e la pasta di Grano Duro. Senza dimenticare la Passata casareccia prodotta con pomodori coltivati in Molise da una piccola azienda di proprietà e lavorati entro 3 giorni dalla raccolta.

‘Banale perché semplice’. Marcello ha così descritto la sua pasta.

Io aggiungerei che la semplicità è trasparenza ed è emozione trasmessa dalle piccole cose, quelle di cui dovremmo davvero gioire nella vita.

Un ringraziamento speciale va a Susanna del Gruppo REM che, pur lontanissima, ha organizzato questa splendida giornata!

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(foto di Ilaria)

La ricetta di oggi non poteva non avere come protagonista la pasta all’uovo… ho scelto il formato Paglia e fieno, che tanto piace ai miei due uomini, che ho condito con asparagi selvatici raccolti dietro casa, scalogno di Romagna e prosciutto San Daniele.

PAGLIA E FIENO AGLI ASPARAGI SELVATICI E PROSCIUTTO (per 4 persone)

  • 6 nidi di tagliatelle paglia e fieno Luciana Mosconi (che equivalgono a 300 gr di pasta all’uovo secca)
  • un mazzo di asparagi selvatici
  • due fettine di gambuccio di Prosciutto San Daniele
  • uno scalogno
  • olio extravergine di oliva
  • 50 gr parmigiano grattugiato

Riempite una pentola capiente di acqua e portate ad ebollizione.

Tritate lo scalogno e fatelo appassire in un padellino con un filo d’olio.

Mondate gli asparagi eliminando la parte ‘legnosa’. Tagliateli a pezzetti ed uniteli allo scalogno. Fate cuocere per qualche minuto aggiungendo al bisogno un po’ di acqua. Salate e pepate.

In un padellino a parte mettete il prosciutto tagliato a striscioline e fate cuocere per 1-2 minuti fino a diventare croccante.

Quando l’acqua bolle, salatela e versate la pasta all’uovo. Fate cuocere per 5-6 minuti dopodiché scolatela e versatela in una ciotola nella quale unirete il condimento di asparagi. Servite nei piatti individuali con il prosciutto e spolverate generosamente di parmigiano.

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STRAW AND HAY TAGLIATELLE WITH WILD ASPARAGUS AND PROSCIUTTO (serve 4)

  • 300 gr straw and hay pasta
  • bunch wild asparagus
  • 2 slices (20) gr prosciutto San Daniele
  • shallot
  • extra virgin olive oil
  • 50 gr grated parmigiano cheese

Fill a large pot with water and bring to boil.

Meanwhile chop shallot and sauté in a small pan with a drizzle of oil.

Clean asparagus by snapping off the bottom inch using your fingers; the stems will naturally break where the tough woody part ends and the tender stem begins. Cut into pieces and combine with shallot. Cook for a few minutes adding some water if necessary. Season to taste.

Cut prosciutto in small stripes and cook in another pan with no grease until crispy (1-2 minutes).

When water comes to a boil, salt and pour the egg pasta. Cook for 5-6 minutes then drain and transfer immediately in a bowl adding the shallot and asparagus sauce. Add some water if pasta seems too dry.

Accomodate in plates adding on top crispy prosciutto, sprinkle generously with parmigiano cheese and serve immediately.

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Giovedì gnocchi! Di ricotta e farina di farro

gnocchi di ricotta e farina di farro

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Resuscito dopo 3 giorni di febbre, otite e tonsillite ma con poca voglia di mangiare e zero di cucinare. I miei uomini in questi giorni se la sono cavata da soli e, visto che la lavastoviglie ha pensato di abbandonarci, l’uomo grande ha diligentemente e silenziosamente (almeno io dalla camera da letto non ho sentito mugugni) lavato piatti e pentolame vario. Diciamo che non mi hanno dato grosse attenzioni ma forse erano più spaventati dal fatto che varcando quella soglia sarebbero stati appestati all’istante.

Anche il lievito madre si un po’ ammosciato…che viva davvero in simbiosi con me?…fatto sta che ora mi tocca risuscitarlo un pochino prima di rimetterlo all’opera.

In attesa di riappropriarmi dei miei fornelli e prima ancora della voglia di cucinare, vi regalo uno ricetta fatta qualche giorno fa e che è oramai diventato il mio piatto forte: gli gnocchi di ricotta.

La piccola pulce ne va matta ed un volta a settimana gliene faccio trovare un bel piatto. La ricetta l’ho vista la prima volta da Angiola alias Piatti coi tacchi (torna ti prego in questo mondo pazzo di bloggers!!!) e mi ha subito colpita. L’ho rifatta tante e tante volte finendo per andare ad occhio e soprattutto per cambiare farine (avevate qualche dubbio?).

Oggi vi lascio l’ultima versione, molto rustica ma piena di sapore, nata semplicemente con quello che avevo a disposizione ed in particolare la straordinaria farina Einkorn del Molino Grassi e del pangrattato di farro.

Il condimento banale…che dico banalissimo…della semplice salsa di pomodoro (fatta in casa da mia mamma) fatta restringere per una ventina di minuti in un pentolino con solo olio extravergine ed un pizzico di sale grosso…se avete il basilico aggiungetelo (io mi rifiuto di comprarlo) così come mettete se vi piace un po’ di cipolla o scalogno tritato che ci stanno sempre bene.

GNOCCHI DI RICOTTA E FARINA DI FARRO AL POMODORO (per 2 porzioni)

  • 225 gr di ricotta di pecora (fatta scolare per qualche ora)
  • 50 gr di pangrattato di farro
  • 60 gr di farina Einkorn del Molino Grassi
  • 1 uovo piccolo
  • un pizzico di sale
  • sale grosso
  • scorza grattugiata di mezzo limone
  • salsa di pomodoro (quella della mia mamma)
  • olio extravergine di oliva

In una ciotola versate tutti gli ingredienti, la ricotta, la farina ed il pangrattato, il pizzico di sale, la scorza grattugiata del limone ed infine unite l’uovo. Amalgamate con le mani fino ad ottenere una palla compatta ma sufficientemente morbida (se l’impasto dovesse risultare troppo asciutto o al contrario bagnato unite gradualmente dell’altra farina).

Infarinate leggermente un tavolo da lavoro.

Prendete un pezzo di impasto e ricavatevi un rotolino che taglierete in tanti piccoli pezzi (a me gli gnocchi non piacciono molto grandi); fateli rotolare su un rigagnocchi o sui rebbi di una forchetta in modo da dar loro la tipica rigatura. Lasciate gli gnocchi sul piano di lavoro e spolverateli con un po’ di farina. Procedete in questo modo fino ad esaurimento dell’impasto.

Nel frattempo preparate il condimento. Io in questo caso ho versato una bottiglia piccola di salsa di pomodoro in un pentolino, ho aggiungo dell’olio extravergine e del sale grosso ed ho fatto cuocere per una ventina di minuti, il tempo di restringersi.

Mettete una pentola capiente di acqua sul fuoco e quanto arriva ad ebollizione salate e versate gli gnocchi. Fate cuocere per pochi minuti scolandoli non appena saliranno a galla. Scolateli e tuffateli direttamente nel condimento.

Servite immediatamente con una generosa spolverata di parmigiano, pecorino, ricotta salata o quello che più vi piace.

RICOTTA AND SPELT FLOUR GNOCCHI WITH TOMATO SAUCE (serving 2)

  • 225 gr ricotta (drained for a few hours in a sieve)
  • 50 gr of spelt bread crumbs
  • 60 gr flour
  • 1 small egg
  • a pinch of salt
  • coarse salt
  • grated zest from 1/2 lemon
  • extravirgin olive oil
  • tomato sauce (I used my mom’s sauce)

In a bowl, pour all the ingredients , the ricotta, the flour and the breadcrumbs, a pinch of salt, the lemon zest, and finally add the egg.

Mix with your hands until you get a firm ball but sufficiently soft (if the mixture appears too dry or wet gradually mix in some other flour).

Lightly flour a work table.

Take a piece of dough and roll it out into a log then cut into small pieces (I do not like large size gnocchi), gently roll on a gnocchi grater or on the tines of a fork in order to give them the typical rifling. Let the dumplings on the work surface and sprinkle with some flour. Repeat until you have finished all of the dough.

Meanwhile, prepare the sauce. This time I just poured a small bottle of homemade tomato sauce in a saucepan or added some extravirgin olive oil and a pinch of coarse salt and I cooked for about twenty minutes, time enough to thicken.

Put a large pot of water on the fire and as it comes to a boil, salt and pour in the gnocchi. Cook for a few minutes draining them as soon as they come up to the surface. Transfer directly into the saucepan with the tomato sauce and mix .

Serve immediately sprinckling with a generous amount of parmesan cheese, pecorino  cheese, salted ricotta or whatever you like.

***

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Il mio piatto forte’ di Maddy del blog La cucina scacciapensieri

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Lasagne bianche con carciofi e polpettine {mammina cosa voglio io?}

lasagne bianche carciofi e polpettine

(scroll down for english version)

Ingannare l’attesa delle cena a casa mia può trasformarsi in un’ardua impresa.

Quando infatti la piccola pulce mi vede entrare in cucina, aprir cassetti, maneggiar coltelli e sbattere coperchi mi si avvicina con il suo far dolce e mi fa “mammina, cosa voglio io?“. Questo il suo verbo sgangherato per farmi capire che il suo piccolo stomaco langue ed, in attesa di essere piazzato sul seggiolone ed imbavagliato, gradirebbe qualcosa da mettere sotto i denti. Gallette, grissini, carote, finocchi, parmigiano…lui non dice mai di no.

Questo rituale si ripete anche nell’ora del pranzo, anche se con minor frequenza visto che durante la settimana spetta alle dade del nido tenere a bada il suo istinto famelico.

Non vi dico domenica scorsa quando si è accorto che in forno stava cuocendo questa teglia di lasagne…..dopo due attacchi non andati a buon fine, sono riuscita a desisterlo dall’aprire lo sportello solo mettendogli in mano una polpettina che avevo lasciato volutamente da parte.

lasagne bianche carciofi e polpettine

L’idea viene da Sale&Pepe di Gennaio 2002, recuperato in cantina e debitamente spolverato prima di varcare la soglia di casa. Ho leggermente adattato la ricetta ai nostri gusti ed a ciò che avevo in dispensa: via la zucca (che non piace al marito e di cui non va matta la sottoscritta) per sostituirla con i carciofi dell’orto, mondati e messi in congelatore la scorsa primavera; via la salvia troppo forte per la piccola pulce; il tacchino arrosto sostituito con delle fettine sottili di tacchino cotte nel microonde con del timo e del sale grosso; una besciamella più fluida (che, dovessi ripetere la ricetta, renderei ancora più ‘lenta’ diminuendo la quantità di farina e burro).

Non pensavo sinceramente di postare questa ricetta (anche se per sicurezza due foto ai piatti le ho fatte) poi però andando a vedere gli articoli più letti del blog (cosa che ahimè faccio rarissimamente perché in questo spazio voglio rilassarmi e non stressarmi a contar visite e commenti) mi sono accorta che chi arriva qui è alla ricerca di piatti semplici, la classica idea per la cena o per un pranzo in famiglia…..e allora perché non condividere con voi questa succulenta lasagnina?

lasagne bianche carciofi e polpettine

LASAGNE BIANCHE CON CARCIOFI E POLPETTINE (per 4 persone)

  • 125 gr di pasta fresca per lasagne (6 fogli)
  • 10 carciofi piccoli (mondati)
  • 150 gr di fettine sottili di petto di tacchino
  • timo
  • sale grosso
  • 30 gr di mollica di pane
  • prezzemolo
  • olio e.v.o.
  • 1 uovo medio
  • 4 cucchiai abbondanti di grana o parmigiano reggiano grattugiato
  • burro per la superficie

per la besciamella:

  • 500 ml di latte fresco intero
  • 30 gr di farina  00
  • 30 gr di burro
  • noce moscata

Tagliate i carciofi in quattro e cuoceteli per una decina di minuti in una casseruola con dell’olio extravergine di oliva (se vi piace unite anche uno spicchio d’aglio schiacciato che poi eliminerete) facendoli ben rosolare. (I miei erano congelati, una volta rinvenuti li ho cotti come sopra).

Unite del prezzemolo tritato finemente e mettete da parte.

Cuocete le fettine di tacchino in una pentola con dell’olio extravergine e qualche rametto di timo, unite del sale grosso fino a quando risulteranno dorate. (Io ho utilizzato il piatto crisp del microonde facendole andare per 7 minuti).

Riunite nel mixer la carne tagliata a pezzetti, la mollica di pane, un cucchiaio di formaggio grattugiato, l’uovo e qualche foglia di prezzemolo.  Frullate fino ad ottenere un composto omogeneo. Con le mani leggermente umide formate tante polpettine (le mie grandi come una noce) e cuocetele per qualche minuto in una padella antiaderente con 2 cucchiai di olio. Quando saranno dorate spegnete e salate.

Preparate la besciamella. In una casseruola fate sciogliere il burro dopodiché unite la farina e fate tostare per qualche secondo. Versate a filo il latte tiepido mescolando in continuazione con una frusta. Grattugiate la noce moscata secondo i vostri gusti. Cuocete la besciamella per qualche minuto fino a quando comincerà ad addensare. Salate ed unite due cucchiai di formaggio grattugiato.

Riscaldate il forno a 200° C/392° F.

Imburrate leggermente una pirofila e distribuitevi sopra un paio di sfoglie di pasta fresca. Cospargete con qualche polpettina (io le ho sbriciolate leggermente), qualche carciofo ed un po’ di besciamella dopodiché coprite con uno strato di pasta fresca. Proseguite a strati fino ad esaurimento degli ingredienti. Disponete sulla superficie qualche polpettina e dei pezzettini di carciofo, coprite con la besciamella e cospargete con il formaggio grattugiato rimasto (un cucchiaio abbondante). Finite con qualche fiocchetto di burro.

Infornate per 25-30 minuti avendo cura di coprire con un foglio di alluminio se la superficie dovesse dorare troppo.

Fate intiepidire qualche minuto prima di servire.

lasagne bianche carciofi e polpettine

CREAMY WHITE MEATBALLS AND ARTICHOKE LASAGNA (serving 4)

  • 6 sheets of lasagna noodles
  • 10 small artichokes (trimmed)
  • 150 gr turkey breast, sliced
  • thyme
  • coarse salt
  • 30 gr bread crumbs
  • parsley
  • extravirgin olive oil
  • 1 medium egg
  • 4 heaping tablespoons of grated parmesan cheese
  • butter for topping

for the sauce:

  • 500 ml fresh whole milk
  • 30 gr flour
  • 30 gr butter
  • nutmeg

Cut artichokes into quarters and cook for about ten minutes in a pan with extravirgin olive oil (you might like to add a clove of crushed garlic) until lightly crispy. (Mine were frozen, once defrosted I cooked them as above).

Add some parsley, finely chopped, and set aside.

Cook the turkey breast in a pan with extravirgin olive oil and a few sprigs of thyme until golden brown. Season with salt. (I cooked into the microwave oven for 7 minutes using the crisp plate). Cut the meat into pieces.
Transfer into the mixer the diced meat, the breadcrumbs, 1 tablespoon of grated cheese, the egg, and some parsley. Blend until mixture is smooth. With slightly damp hands form the meatballs (mine big as a walnut) and cook for a few minutes in a pan with 2 tablespoons of oil. Turn off the heat as soon as they turn golden. Season with salt.

Make the sauce. In a saucepan melt the butter then add the flour and toast for a few seconds. Pour in the warm milk, stirring constantly. Grate some nutmeg into the sauce up to your taste. Cook the sauce for a few minutes until it begins to thicken. Season with salt and add two tablespoons of grated cheese.

Preheat the oven to 200 ° C/392 ° F.

Lightly butter your baking dish, spread at the bottom a couple of noodles. Sprinkle with some meatballs (I smashed them a little bit), some artichoke and a few tablespoons of the sauce, then cover with a sheet of fresh pasta. Repeat layers of noodles, meatballs and artichokes and sauce twice.

Arrange on the top some meatballs and artichokes, cover with the sauce and sprinkle with the remaining grated cheese (1 tablespoon) and some butter.

Bake for 25-30 minutes, cover with aluminum foil if the top turns too brown.

Wait 5-10 minutes before serving.

Passatelli in brodo…la mia Romagna nel piatto

passatelli in brodo

(scroll down for english version)

Ci sono dei piatti che sanno di casa, avvolgenti come un abbraccio, morbidi come una carezza e sorprendenti come un bacio.

I passatelli, che rappresentano la terra che da qualche anno mi ha adottato, sono tutto questo.

Un piatto semplice, della tradizione. Una minestra in brodo, nata per riclicare ciò che restava in casa, poi divenuta portata delle grandi occasioni. Come avviene sempre in questi casi ogni famiglia custodisce gelosamente la sua ricetta. C’è chi li preferisce morbidi, chi li vuole un po’ più asciutti o addirittura senza brodo; chi sceglie di abbondare con il formaggio a scapito del pangrattato. Chi non rinuncia alla scorzetta di limone e chi si cimenta solo se il macellaio gli ha procurato il midollo di bue.

Io vi propongo la ricetta che ho sperimentato più volte e che ha sempre avuto un’ottima riuscita.

passatelli in brodo

Siete pronti per prepararli con me? Vi servono:

1) tre ingredienti irrinunciabili,

2) l’apposito attrezzino (*)

3) pochissimo olio di gomito.

Un istante per impastare e pochi minuti per sedersi a tavola in compagnia.

(*) questo per intenderci, in Romagna lo trovate ovunque altrimenti utilizzate lo schiacciapatate (mi raccomando non deve avere i buchi laterali ma solo alla base, pertanto quello dell’Ikea non va bene).

Ringrazio la mamma che mi ha prestato la sua cucina e mi ha fatto trovare il brodo pronto.

passatelli in brodo

PASSATELLI IN BRODO (per 6/7 persone)

  • 5 uova medie (freschissime delle mie gallinelle)
  • 250 gr di parmigiano reggiano grattugiato
  • 250 gr di pangrattato fine (per me di pane integrale fatto in casa)
  • scorza grattugiata di un limone bio
  • noce moscata
  • 2 litri di brodo di carne o verdure

In una ciotola sgusciate le uova, versate il pangrattato ed il parmigiano. Unite la scorza del limone grattugiata e un po’ di noce moscata. Amalgamate con le mani fino ad ottenere un composto sodo (se dovesse risultare troppo morbido aggiungete ancora un po’ di pangrattato). Lasciate riposare l’impasto per una mezz’ora a temperatura ambiente.

Prendete un po’ di impasto e mettetelo all’interno dell’apposito attrezzo; schiacciate fino a quando lo stesso uscirà dai buchi, tagliate con un coltello quando i passatelli avranno raggiunto la lunghezza di 3-4 cm. Proseguite con il resto dell’impasto.

Portate a bollore il brodo e versatevi i passatelli. Sono cotti non appena vengono  a galla.

Impiattate e servite.

(Anche se la tradizione non lo prevede qualcuno spolverizza con ulteriore parmigiano; potete formare i passatelli sopra la pentola in ebollizione in modo che cadano direttamente nel brodo).

passatelli in brodo

PASSATELLI IN BROTH (serving 6-7 people)

  • 5 medium eggs (freshly collected from my hens)
  • 250 gr grated parmesan cheese
  • 250 fine breadcrumbs (for me from homemade whole wheat bread)
  • grated rind of one organic lemon
  • pinch of freshly grated nutmeg
  • 2 litres beef or vegetable broth

Break eggs in a bowl then pour both breadcrumbs and parmesan cheese. Add the grated lemon rind and nutmeg. Mix until all ingredients are well combined. The resulting dough should be fairly firm; if it is not work in some more breadcrumbs.

Let the dough rest for half an hour at lukewarm temperature.

Fill your passatelli iron or a potato ricer with the dough and squeeze it over a plate cutting with a knife 3-4 cm long strings. Go on with the reserved dough.

Bring the broth to boil and drop in the passatelli. As soon as they have risen to the surface turn off the heat.

Transfer into plates and serve immediately.

(You might like to grate some cheese on top; you can either squeeze the passatelli directly over the simmering broth rather then accomodate them in a plate).

passatelli in brodo

Tortelli di patate e San Daniele al burro e papavero

tortelli di patate e San Daniele al burro e papavero

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(Lunedì scorso)

Dopo settimane infinite di portalapulcealnido-corriinufficio-failaspesa-ripassaalnido-tornaacasaesausta finalmente un giorno tutto per me.

Non mi sembra vero di aver salutato con un bacio gli uomini di casa ed essermi chiusa la porta alle spalle.

Anche il gingle di Peppa Pig che passa alla tv mi dà noia, la spengo e mi godo il silenzio più assoluto. Sorseggio un caffè con calma e poi mi metto all’opera.

Non posso non approfittare di questa giornata per non combinare qualche pasticcio…ed oggi ce n’è per mettere sottosopra l’intera cucina. In dispensa tutto l’occorrente, mi infilo il grembiule e via.

Oggi si fa la pasta all’uovo o meglio si preparano i tortelli di patate che avevo pensato per GOOD. Ad Udine non sono andata ma perché non farli per vedere se almeno l’idea era buona?

A casa mia non c’è tradizione di tortelli, al massimo si mangiano i cappelletti che la suocera prepara in quantità industriali per la Festività dei Santi e che poi ripropone a Natale. Mia madre non li ha mai fatti. Ne tanto meno la sottoscritta.

Dovevo pur rimediare! Pensando ad un menù di Natale attendo al portafoglio le patate mi sono sembrate perfette, seppur arricchite da piccoli pezzetti di Prosciutto San Daniele. Il ripieno si scioglie letteralmente in bocca. Il condimento semplice al burro ne esalta, senza coprirne, il sapore. I semi di papavero per una nota croccante e dare un’aria di festa ad un piatto altrimenti popolare, accompagnato normalmente da sugo al pomodoro o ragù.

Sarà stata forse la fortuna del principiante ma a me sono sembrati favolosi! Ne ho mangiato un bel piattone dopodiché il resto l’ho congelato e non vedo l’ora di farli assaggiare alla mia piccola ciurma.

Le foto del piatto finito sono orrende ma dopo una mattinata di sole che andava e veniva all’ora di pranzo si è scatenato un nubifragio, il cielo è diventato nero e le luci in casa più di tanto non sono riuscite a fare. Ora ho un motivo in più per detestare l’autunno!

TORTELLI DI PATATE E SAN DANIELE AL BURRO E PAPAVERO (per 4 persone)

per la pasta:

  • 4 uova (delle mie gallinelle)
  • 200 di farina di grano tenero tipo 0
  • 200 gr di farina di semola macinata di grano tenero
  • un pizzico di acqua
  • sale

per il ripieno:

  • 500 gr di patate (del mio orto)
  • 100 gr di ricotta fresca di pecora (o mucca)
  • 100 gr di Parmigiano Reggiano grattugiato
  • 4 fette di prosciutto San Daniele
  • sale
  • pepe

per il condimento:

  • burro da panna fresca
  • semi di papavero

Disponete le due farine a fontana su un piano di lavoro e sgusciate le uova versandole al suo interno, unite un pizzico di sale ed impastate fino ad ottenere una palla liscia ed omogenea. Se l’impasto dovesse essere troppo duro aggiungete poca acqua. Avvolgetela nella pellicola e fatela riposare a temperatura ambiente per una mezz’ora.

Preparate nel frattempo il ripieno. In una pentola capiente mettete le patate pelate e tagliate a pezzetti in acqua fredda e portate a bollore; salate e fate cuocere fino a quando risulteranno morbide. Scolatele e passatele con lo schiacciapatate versandole in una ciotola. Unite la ricotta, il parmigiano grattugiato ed il prosciutto tagliato a piccoli pezzi. Amalgamate fino ad ottenere un composto omogeneo. Regolate di sale e pepe.

Stendete la pasta con la macchina per la pasta oppure con il mattarello fino ad ottenere delle strisce abbastanza sottili (io ho utilizzato la macchina partendo dallo spessore 2 per arrivare al 5) che posizionerete su una tovaglia pulita ben cosparsa di semola. Mano a mano che la stirate cospargetela di semola anche sopra per evitare che attacchi e per renderla ancora più ruvida.

Prendete delle piccole quantità di impasto e posizionatele al centro di ciascuna sfoglia dopodiché ripiegate il lato opposto sopra in modo da sovrapporre. Fate pressione con le dita intorno al ripieno in modo da fare uscire eventuale aria e sigillate. Ritagliate con una rotellina o con un coppapasta/tagliabiscotti nella forma desiderata.

Sistemate i tortelli sulla tovaglia e cospargeteli con altra semola.

Portare a bollore dell’acqua, salatela ed immergetevi i tortelli per qualche minuto (sono pronti quando vengono a galla). Sciogliete in una padella una noce di burro a persona e versatevi i semi di papavero (indicativamente un cucchiaio colmo a persona) dopodiché unite i tortelli scolati. Se necessario versate poca acqua di cottura della pasta. Non saltateli ma nappateli semplicemente con il burro fuso raccogliendolo con un cucchiaio e versandolo sui tortelli.

Servite subito.

Potete in alternativa disporli in freezer su un vassoio e dopo una mezz’ora, trasferirli in un sacchetto per congelare. Si conservano per 3-4 mesi. Al bisogno potete tuffarli direttamente nell’acqua bollente senza farli prima scongelare.

tortelli di patate e San Daniele al burro e papavero

tortelli di patate e San Daniele al burro e papavero

POTATO AND PROSCIUTTO SAN DANIELE TORTELLI WITH BUTTER AND POPPYSEED SAUCE (serving 4)

for the eggpasta:

  • 4 eggs (from my hens)
  • 200 gr wheat flour
  • 200 gr semolina flour
  • water
  • salt

for the filling:

  • 500 gr potatoes (from my vegetable garden)
  • 100 gr ricotta cheese
  • 100 gr parmigiano reggiano cheese (grated)
  • 4 slices prosciutto San Daniele
  • salt
  • pepper

for the sauce:

  • butter from fresh cream
  • poppyseeds

Pour the flours roundlike on a working surface and break eggs, add a pinch of salt and knead until smooth; if dough is too tough to knead add some water. Wrap in plastic film and let stand at room temperature for half an hour.

Meanwhile prepare the filling. In a large pot of cold water accomodate potatoes peeled and cut into pieces and bring to boil. Season with salt and cook for 15-20 minutes until tender. Drain and smash with a foodmill then transfer into a bowl. Add ricotta cheese, parmigiano reggiano cheese and prosciutto cut into small pieces. Stir until all ingredients are well combined. Season with salt and pepper.

Unwrap the dough and divide into 3-4 parts. Work one piece at a time. Using a rolling pin or hand-cracked pasta machine, set at the widest setting, roll the dough through narrower settings until you obtain a thin sheet of pasta. Lay on a well floured working surface (or a clean tablecloth) and sprinkle with semolina. Repeat with the reserved dough.

Put a teaspoon of the filling in the center of each sheet of pasta and fold the dough over the filling; press edges with your fingertips to remove air and seal. Cut with a ravioli crimper or a round biscuit cutter.

Accomodate tortelli on the tablecloth and dust generously with semolina.

Bring a large pot of water to boil, salt and drop tortelli. Cook 4-5 minutes untile they rise to the surface and are cooked through. Drain reserving some water.

In a large saucepan melt 3-4 tablespoons of butter and add poppyseeds. Stir in gently the tortelli beeing careful not to break them; using a spoon drop melted butter over them.

Serve right away.

Tortelli can be frozen up to 3-4 months: lay them on a tray, close but not overlapped, and put in the freezer for 30 minutes then transfer into a plastic bag suitable for freezing. Drop tortelli straight away into boiling water, without de-freezing, when you look forward to having a succulent pasta dish!

Maltagliati integrali alle zucchine ed i loro fiori, pistacchi e caciocavallo

maltagliati integrali alle zucchine ed i loro fiori, pistacchi e caciocavallo

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In campagna d’estate ci si sveglia presto.

Quando la città è ancora dormiente (fatta eccezione per baristi, fornai ed operai che escono dal turno di notte), i contadini hanno già fatto colazione per una bella fetta di pane ed un bicchiere di vino (almeno così faceva il nonno di mio marito fino alla veneranda età di 100 anni), hanno aperto lo stipetto delle gallinelle ed hanno innaffiato l’orto.

Questo rituale va avanti sette giorni su sette, senza pausa, senza ferie.

Anche la domenica, prima di mettersi il vestito buono per andare alla messa, ci si deve sporcare mani ed unghie di terra e bagnare le scarpe, perché a quell’ora gli orti sono ricoperti da un velo di guazza.

I quattri giorni passati nella mia campagna mi hanno ricordato che tutto ciò, lontano anni luce dalla vita frenetica casa-nido-ufficio-nido-casa  è comunque parte della mia vita,  e più gli anni passano più ho bisogno di calpestare la mia terra, ammirare le sfumature argentee delle piante di ulivo,  osservare i pomodori crescere, diventare rosso fuoco e trasformarsi in una salsa da fare invidia alla passata Mutti.

Oggi vi propongo il primo che ho preparato domenica con il raccolto dell’orto fatto la mattina stessa.

Dovendo accompagnare i festeggiamenti per il mio compleanno, ho scelto un piatto che mi rappresentasse al 100%.

Pasta all’uovo, perché era pur sempre domenica, ma con farina integrale per un aspetto rustico ed un sapore più intenso.

Le zucchine in piena produzione. Ho scelto quelle piccole, più tenere, deliziose anche crude.

I loro fiori,  di un colore giallo oro, che si aprono al mattino e si chiudono la sera; li ho ripassati nel pangrattato per aumentarne la consistenza.

I pistacchi per donare una nota croccante al piatto.

Il caciocavallo pugliese, reso filante dal calore della pasta, in sostituzione del nostrano parmigiano. Quello che neanche due settimane fa, in uno scatolone di polistirolo, ha percorso la dorsale adriatica risalendo dal caldo tacco all’umida romagna, in bella compagnia di fiordilatte e burratine.

Vi lascio subito la ricetta.

MALTAGLIATI INTEGRALI ALLE ZUCCHINE ED I LORO FIORI, PISTACCHI E CACIOCAVALLO (per 6 persone)

  • 400 gr di farina integrale macinata a pietra
  • 200 gr di farina 00 (per me quella di casa)
  • 4 uova (anche se le ricette tradizionali danno un uovo per etto di farina)
  • olio extravergine di oliva
  • sale
  • acqua q.b.
  • 6  zucchine piccole
  • 15 fiori di zucca
  • pangrattato
  • 20 gr di pistacchi tritati grossolanamente
  • 2 fettine di caciocavallo (tagliato a dadini)
  • uno spicchio d’aglio

Impastate le due farine con 4 cucchiai di olio, il sale e tanta acqua quanto basta per ottenere un impasto omogeneo.

Lasciate riposare per 30 minuti. Stendete l’impasto formando delle sfoglie. Lasciate riposare ancora per una mezz’ora in modo che l’impasto si asciughi leggermente. Trascorso questo tempo, aiutandovi con un coltello o con una rotellina rigata, tagliate delle strisce, che poi andrete a tagliare ulteriormente in tanti pezzi irregolari fino ad ottenere i maltagliati.

Preparate il condimento. In una larga padella versate l’olio, unite lo spicchio d’aglio e fate rosolare per qualche minuto prima di rimuoverlo. Versate le zucchine (io ho utilizzato solo la parte verde tagliata a striscioline irregolari) e fate rosolare per una decina di minuti.

Pulite i fiori di zucca eliminando il pistillo all’interno, spennellateli di olio e passateli velocemente nel pangrattato.

In un’altra padella unite un filo d’olio e fate appassire i fiori di zucca per qualche minuto, girandoli un paio di volte, fino a quando risulteranno croccanti.

Cuocete i maltagliati in abbondante acqua salata (saranno cotti quando salgono in superficie), scolateli e ripassateli in padella con le zucchine alle quali unirete i fiori di zucca, i pistacchi tritati ed il caciocavallo.

maltagliati integrali alle zucchine ed i loro fiori, pistacchi e caciocavallo

WHOLE-WHEAT HAND-ROLLED MALTAGLIATI WITH ZUCCHINI AND THEIR BLOSSOMS, PISTACHIOS AND CACIOCAVALLO CHEESE (serving 6)

  • 400 gr stone-ground whole wheat flour
  • 200 gr all-purpose flour
  • 4 eggs (according to traditional recipe even 6)
  • extravirgin olive oil
  • salt
  • water
  • 6  small zucchini
  • 15 zucchini blossoms (cleaned, pistils inside removed by twisting)
  • breadcrumbs
  • 20 gr pistachios (coarsely chopped)
  • 2 slices caciocavallo cheese (diced)
  • a clove garlic

Prepare the pasta. On a work surface mix together the two flours, 4 tablespoons of oil, salt and water enough to obtain a ball. Knead for 10 to 15 minutes then wrap the dough in a clean cloth and set to rest for half an hour.

Dust the surface with a bit of flour and, using a rolling pin, roll out the pasta from the middle out to the edges, until obtaining thin sheets of dough. Set to rest for half an hour, letting the dough to dry.

After the rest period, using a sharp knife or a pizza cutter, slice the dough into noodles and cut again obtaining irregular pieces of pasta. Toss with a little flour to prevent the maltagliati from sticking.

Prepare the sauce. In a large frying pan heat 4-5 tablespoons of oil, add the garlic and cook until golden brown. Remove it. Stir in zucchini (thinly and irregularly sliced, only the green) and cook for 10 minutes.

Brush the zucchini blossoms with some oil and lighty cover with breadcrumbs. Cook in a pan with a bit of oil over medium heat for some minutes, turning them occasionally, until golden and crispy.

Pour the maltagliati in a large pot of salted boiling water and cook until they start popping on the surface (3-4 minutes). Drain and pour in the pan with the zucchini sauce, add the zucchini blossoms, pistachios and top with caciocavallo cheese.

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Colori d’estate’ del blog Silvia ai fornelli

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e al contest ‘Sapore di mediterraneo’ del blog Petrusina

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Gnocchetti (di farro) all’acqua con cozze e pecorino…avrò scelto la ricetta giusta? (2)

gnocchetti di farro all'acqua con cozze e pecorino

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Oggi ferie! La lezione di acquagym è saltata perché sono cambiati gli orari e la sottoscritta, che frequenta la palestra molto a singhiozzo (leggasi una volta al mese), l’ha scoperto solo dopo essere entrata nello spogliatoio ed averlo trovato vuoto.

Si torna ahimè a casa con il doveroso compito di fare un po’ d’ordine.

Ciappo in testa e spolverino in mano lucido di tutto punto la cucina, rifaccio i letti, sbatto i tappeti e recupero sotto il divano due macchinine, il libro della Pimpa, un ciuccio, svariati pastelli ed un peluche. Sono esausta. Mi consolo pensando che nel pomeriggio si parte per le Marche dove mi aspetta un weekend di dolce far nulla (a proposito, nonni siete pronti per assecondare tutte le richieste che il piccolo ometto vorrà farvi?…il vocabolario non va oltre le 50 paroline ma a gesti ci si intende sempre!).

Prima di scappare vi lascio però la seconda proposta per il Recipe-tionist di giugno.

Come mi sia venuto in mente di preparare questo piatto ancora me lo chiedo perchè la sottoscritta non mangia gli gnocchi…noooh direte voi! eh sì rispondo io…ci ho provato e riprovato però le chicche, volendole chiamare in un modo più chic-coso, di patate proprio non mi vanno giù…ne mangio 3 o 4 ed ciò è sufficiente per farmi sentire gonfia come un pallone.

Qui ho decisamente azzardato (rischiando di regalare tutta la padellata a mio marito!!) con una banalissima riflessione: sono fatti di acqua e farina pertanto è come se mangiassi uno strozzaprete o un maltagliato.

L’intuito non mi ha affatto tradito! Mi restava solo sperare che non si sfaldassero in cottura come è avvenuto a Paola (la titolare della ricetta) la prima volta…devo però dire che, complice il suo ritocco delle dosi, sono andata sul sicuro e gli gnocchetti sono riusciti perfetti!

Come perzonalizzare la ricetta a questo punto? Togliere non ho tolto nulla perchè gli ingredienti erano già pochi. In prima battuta ho pensato di aggiungere dell’erba cipollina all’impasto per abbellirli un pochino poi ho aperto la dispensa e trovato della farina di farro…quasi quasi provo…smezzo la farina bianca sostituendone la metà con quella di farro e vediamo cosa viene fuori.

 Avendo a portata di mano l’attrezzino per i garganelli li ho anche rigati!

Complimenti davvero a Paola (ed alla sottoscritta che l’ha replicata!) per la ricetta: gli gnocchetti assorbono il sughetto dei pomodorini e delle cozze, il pecorino si scioglie con il calore e regala al piatto una nota unica, il basilico rilascia i suoi olii essenziali…e ci fa finalmente sentire in estate.

Non avete ancora l’acquolina in bocca???

gnocchetti di farro all'acqua con cozze e pecorino

gnocchetti di farro all'acqua con cozze e pecorino

GNOCCHETTI DI FARRO ALL’ACQUA CON COZZE E PECORINO (per 4 persone)

per gli gnocchetti:

  • 200 gr di farina 00 (+ quella per impastare)
  • 200 gr di farina di farro
  • 60 gr di olio e.v.o.
  • 500 ml di acqua

per il sugo:

  • 10-12 pomodorini
  • 1 kg di cozze
  • 1 spicchio di aglio
  • vino bianco
  • abbondante pecorino grattugiato
  • basilico

In un pentola dai bordi alti portate a bollore l’acqua e l’olio, unite quindi le due farine a fate cuocere per qualche minuto a fuoco basso mescolando con un cucchiaio di legno fino a quando il composto non si stacca dalle pareti.

Fate raffreddare l’impasto e su una spianatoia lavoratelo aggiungendo della farina (00 o di farro) fino ad ottenere una massa morbida ma non collosa. Ottenete delle striscioline dalle quali ricaverete con il coltello dei piccoli gnocchi della lunghezza di 2 cm circa (per farli rigati come i miei utilizzate i rebbi di una forchetta oppure l’attrezzino per i garganelli). Poneteli su un vassoio ben infarinato.

Lavate accuratamente i pomodorini, il basilico e le cozze. In una padella ampia rosolate lo spicchio di aglio, quando sarà imbiondito toglietelo e versate i pomodorini tagliati in due ed il basilico. Fate cuocere a fuoco moderato per qualche minuto dopodiché unite le cozze. Sfumate con il vino bianco ed attendete che le cozze si aprano.

Nel frattempo lessate gli gnocchetti in acqua bollente salata, scolateli quando vengono a galla e saltateli in padella con la cozze. Unite il pecorino grattugiato e mantecate per qualche istante.

Guarnite con dell’altro basilico e servite subito.

***

SPELT AND WATER GNOCCHI WITH MUSSELS AND PECORINO CHEESE (serving 4 people)

for the gnocchi:

  • 200 gr white flour plus more for kneading
  • 200 gr spelt flour
  • 60 gr extravirgin olive oil
  • 500 ml water

for the sauce:

  • a dozen cherry tomatoes cut in half
  • 1 kg mussels
  • 1 garlic clove
  • white wine
  • freshly grated pecorino cheese
  • basil

Pour the oil and the water in a medium saucepan over medium heat; bring to a boil then using a wooden spoon quickly stir in the flours until combined. Cook for some minutes stirring constantly until mixture pulls away from the sides.

Transfer the dough on a well floured surface and let it cool down. If it is too sticky, add a little more flour, but don’t overdo. Roll the dough into a long smooth sausage, then cut into 2cm-long pieces and place on a generously-floured tray.

Meanwhile prepare the sauce. Wash accurately cherry tomatoes, basil leaves and mussels.

In a large saucepan stirfry the garlic clove in some oil until brown. Remove it and pour in the tomatoes and basil. Then throw in the mussels and toss well. Add the wine, cover with a lid and cook for 3-4 minutes until mussels start to open.

Bring a large pot of salted water to the boil. They’re ready when they start bobbing at the surface of the water. Drain the gnocchi and pour in the pan with the tomatoes and the mussels. Stir slightly then add a generous amount of freshly grated pecorino cheese.

Garnish with basil before serving.

gnocchetti di farro all'acqua

Con questa ricetta partecipo al Recipe-tionist di Giugno del blog Cuocicucidici copiando una ricetta del blog Fairies’ kitchen

the recipe-tionist giugno[1]

Tagliatelle al limone (e semi di papavero)….F.F.F.

tagliatelle al limone (1)

Questo piatto mi porta indietro nel tempo di quasi 12 anni. Mi ricorda infatti i pranzi al Bar della Stazione (di Fabriano) con un aitante giovanotto che si faceva sempre attendere nonostante il suo ufficio fosse solo al di là della strada, mentre la sottoscritta aveva già (celermente) percorso un buon km a piedi.

Geloso mio marito? No affatto perché quel ragazzotto era proprio lui con qualche capello bianco e qualche rughetta (eh, sì che vengono anche a loro per giustizia divina…) in meno.

Lucia la cameriera della tavola calda (che ogni tanto chiede di me e che devo ricordarmi assolutamente di passare a salutare quando torno nelle Marche) era sempre gentile, graziosa nel suo grembiulino, un po’ meno a guardare le ciabatte da infermiera che indossava ai piedi.

Si mangiava bene e si spendeva poco. Ogni giorno due primi a rotazione come alla mensa (poi secondi, contorni, dolci ma a quel tempo eravamo entrambi pigia-tasti e per scongiurare l’abbiocco pomeridiano un piatto di pasta era più che sufficiente). Il lunedì (spesso) le cuoche si dilettavano a preparare le tagliatelle al limone. Buone, anzi buonissime per quanto non vada matta (come vi ho già spiegato qui) per questo agrume.

Non so cosa abbia fatto scattare in me la voglia di riproporre questo piatto, fatto sta che mi sono lanciata in un’accurata ricerca in rete per capire come ottenere quella deliziosa cremina gialla (perfettamente pandan con la pasta all’uovo tanto da farla sembrare scondita). Lucia una volta mi disse che la cuoca preparava una carbonara al limone ma chissà perchè sono convinta che la signora ai fornelli custodisca ancora gelosamente il suo ingrediente segreto. Curiosa come San Tommaso, ho cercato, cercato, cercato fino a spuntare una decina di ricette per scegliere poi (dal mio affidabilissimo Sale&Pepe) questa versione con panna e caprino .

Il tocco della cuoca? Semini di papavero sparsi tutti sopra per una (leggerissima) ed (elegante) nota croccante in bocca.

Fantastica!

Fresca!

Facilissima!

(ecco svelato il segreto delle 3 F nel titolo)

tagliatelle al limone (3)

TAGLIATELLE AL LIMONE (per 2 persone)

  • 200 gr di tagliatelle fresche all’uovo (oppure 4 nidi di quelle secche)
  • 50 gr di panna fresca
  • 1 tuorlo
  • 75 gr di caprino
  • un limone piccolo non trattato
  • uno spicchio di aglio
  • un mazzetto di prezzemolo
  • 2 cucchiai di formaggio grattugiato (io avevo pecorino)
  • una piccola noce di burro
  • sale & pepe q.b.
  • un cucchiaio di semi di papavero

Prendete il limone, lavatelo accuratamente e con un pelapatate staccate la parte gialla della scorza; tritatela fine.

In una padella fate soffriggere lo spicchio d’aglio con il burro, aggiungete quindi la scorza del limone e regolate di sale e pepe.

Amalgamate in una terrina la panna con il caprino fino ad ottenere una crema omogenea, versatela quindi nella padella e fatela cuocere per 1-2 minuti. Unite infine il prezzemolo tritato.

Cuocete le tagliatelle in abbondante acqua bollente salata, scolatele al dente e rovesciatele in un piatto da portata. Unite il tuorlo sbattuto con il succo di limone, quindi la crema al caprino ancora calda ed il formaggio grattugiato (se dovessero asciugare troppo aggiungete qualche cucchiaio di cottura della pasta).

Mantecate bene e servite.

Strozzapreti alla rucola e formaggio di fossa

24.02 021

Il blog sta crescendo a vista d’occhio…fino a pochi giorni fa eravate solo 11 followers (ovvero i relatives più stretti che ho iscritto io!), oggi siete in 213!!! Ieri ci sono state persino alcune visualizzazioni da Cipro, Inghilterra e United States…welcome everybody to my blog.

24.02 019Ho già pensato di tradurre i posts in inglese (così rispolvero my written english) ma non so se mai ne avrò il tempo. Riesco a ritagliarmi qualche spazio dopo cena o il fine settimana ma non credo mi siano sufficienti perchè gestire un blog è come un secondo lavoro…devi scegliere la ricetta, realizzarla (sperando che il risultato sia all’attesa di una pubblicazione soprattutto quando sei al primo tentativo), fare le foto (peccato non disporre di uno studio fotografico in casa e non aver sempre luce a sufficienza neanche in pausa pranzo quando decidi di tornare a casa per immortalare la torta preparata la sera prima), scegliere quelle da pubblicare (capita di farne anche 20 per un piatto per poi sceglierne 1 o 2….c’è quella che scarti perchè dietro passa tuo marito, quella dove si vede la macchia sulla tovaglia, quella che credevi perfetta invece non è a fuoco), scrivere il post (c’è chi ti suggerisce di essere concisa, chi invece ti invita a dilungarti fino a raccontare i più piccoli particolari della tua vita e delle tue giornate), rispondere ad eventuali commenti…. insomma proprio un bel da fare!

Anche questo piatto, come quello precedente, viene dal ricettario della mia collega Barbara ma con qualche rivisitazione. La ricetta che ho fotocopiato dal suo quaderno prevedeva gli gnocchi che a me non piacciono nel senso che riesco a mangiarne 4-5 poi mi si mettono sullo stomaco. Volendo comunque preparare la pasta in casa ho deciso di sostituirli con un tipico piatto romagnolo: gli strozzapreti (la tradizione vuole che le donne preparassero questo piatto per offrirlo al prete del paese e i loro mariti invece gli auguravano di strozzarsi abbuffandosi della pietanza).

24.02 008

Facili e veloci da fare, insolita la salsa di accompagnamento che abbina la rucola al formaggio di fossa, anch’esso tipica espressione dell’arte culinaria romagnola. Io ho voluto aggiungere una nota croccante inserendo nel piatto qualche pinolo tostato.

STROZZAPRETI ALLA RUCOLA E FORMAGGIO DI FOSSA (x 2 persone)

per la pasta:

  • 100 gr di farina 00
  • 100 gr di semola di grano duro
  • 100 gr di acqua
  • un pizzico di sale

per la salsa:

  • 50 gr di rucola (preferibilmente selvatica)
  • 1 cucchiaio di bicarbonato
  • 30 gr di formaggio di fossa grattugiato
  • 1 spicchio d’aglio
  • 50 gr di panna fresca
  • 10-15 gr di pinoli tostati
  • sale & pepe q.b.

Preparare gli strozzapreti impastando insieme le due farine con l’acqua ed aggiungere il sale. Far riposare l’impasto 15-20 minuti dopodichè stenderlo (non troppo fine) e ricavare delle striscioline larghe 1-1,5 cm (io ho usato la rotella della pizza).  Prendere una striscia di pasta alla volta ed arrotolarla su se stessa facendola girare tra i palmi delle mani e mozzarla ogni 4-5 cm. Lasciar asgiugare gli strozzapreti su un piatto o sulla spianatoia distribuendovi sopra abbondante semola.

Preparare quindi la salsa facendo bollire la rucola in acqua salata (cui avete aggiunto il cucchiaio di bicarbonato), dopo un minuto scolare e frullare. Versarla in una padella unendo lo spicchio d’aglio, metà del formaggio di fossa e la panna e far restringere.

Cuocere gli strozzapreti per 4-5 minuti quindi scolarli ed aggiungerli alla salsa di rucola facendoli ben amalgamare (ricordardatevi di rimuovere l’aglio). Servirli grattugiandovi sopra il formaggio di fossa rimasto ed i pinoli precedentemente tostati in una padellina.

Tagliatelle rustiche con crema al(la) gorgonzola

tagliatelle alla crema di gorgonzola

Questa volta mani in pasta con un solo vincolo: utilizzare la farina di mais del suocero che a casa mia non so perchè non riesce mai a trasformarsi in polenta.

L’ho miscelata con farina integrale e semola di grano duro per un effetto molto rustico.  Ho ottenuto una tagliatella rugosa, perfetta per essere avvolta dalla ricca crema al gorgonzola.

Devo ammettere che l’impresa non è stata facile perchè il Principe quando si è accorto che spargevo farina sul tavolino della cucina ha abbandonato precipitosamente il suo trenino, si è avvicinato ed è stato tutto il tempo appoggiato alle mie gambe con il nasino all’insù, curioso di scoprire quale strana magia la sua mamma stesse facendo.

Facilissime e super veloci.

Ingredienti (per 2 persone):

  • 100 gr di farina integrale
  • 50 gr di farina di mais
  • 50 gr di semola di grano duro
  • 2 uova
  • 100 gr di gorgonzola
  • 50 gr di panna fresca
  • foglioline di un rametto di rosmarino
  • 5-6 mandorle tostate

Amalgare le 3 farine con le uova, formare una palla e lasciare riposare una mezz’ora. Stendere quindi la pasta con il matterello dello spessore desiderato (non avendo molto tempo io le ho fatte più spesse del normale), rotorarla su se stessa quindi tagliarla con un coltello ottenendo delle striscioline di 5mm di larghezza. Allargare le tagliatelle sulla tavola cospargendole di semola di grado duro e far asciugare.

Fondere a bagnomaria in una ciotola il gorgonzola con la panna, salare e pepare a vostro gradimento. Trasferire quindi in una casseruola e stemperare con un pò di acqua di cottura della pasta.

Cuocere le tagliatelle in acqua  bollente  salata per qualche  minuto, quindi  scolarle ancora al dente e trasferirle nella casseruola con la crema di gorgonzola.

Far amalgare e se necessario aggiungere qualche cucchiaio dell’acqua di cottura della pasta.

Impiattare decorando con le mandorle tagliate a striscioline e con qualche fogliolina di rosmarino tagliuzzata in modo da liberarne gli olii essenziali.

Vi lascio anche la foto delle tagliatelle prima del loro tuffo in acqua bollente.

tagliatelle sul tagliere