Archivi tag: picnic

Il mio Fata’ir per il Cross Cooking di Parmigiano Reggiano

fatayer

(scroll down for english version)

Se lo scorso anno il protagonista del Parmigiano Reggiano Chef è stato lo Smart Cooking (al quale ho partecipato con la mia pizza di carne), la competizione quest’anno si sposta oltre confine alla ricerca di ricette appartenenti ad altre culture, da rivisitare secondo la propria fantasia mediante l’inserimento tra gli ingredienti del Parmigiano stesso, eccellenza indiscussa del nostro patrimonio gastronomico.

PR-Chef_ITA-1

Oggi vi porto nel vicino Oriente, facendovi conoscere un piatto tipico della cucina araba costituito da un fagottino di pasta lievitata che si presta per essere farcito con carne, formaggio e/o verdure ed aromatizzato con un’infinità di spezie.

Io, in perfetto mood formaggioso, sono partita da questa ricetta di Chef in disguise per creare la mia personale versione di fata’ir o fatayer, utilizzando ingredienti facilmente reperibili:  ricotta fresca, pecorino, limone, menta, semi di sesamo ed ovviamente il Parmigiano Reggiano.

Vi lascio solo immaginare il profumino che si è scatenato in cucina durante la loro cottura! Mi raccomando vanno mangiati rigorosamente caldi affinché il formaggio all’interno sia morbido. I miei erano anche troppo grandi come dimensione…la prossima volta mi sono ripromessa di farli più piccini per ottenere dei bocconcini perfetti per un buffet/aperitivo.

Se siete curiosi di sapere come si preparano seguitemi in cucina!

fatayer2

FATAYER A MODO MIO (per 12 barchette grandi)

  • 480 gr di farina 0
  • 60 ml di olio vegetale (per me di girasole bio)
  • 100 gr di yogurt bianco naturale
  • 4 gr di lievito secco attivo
  • 100 ml di acqua tiepida

per il ripieno:

  • 400 gr di ricotta fresca di pecora
  • 200 di Parmigiano Reggiano grattugiato (per me invecchiato 30 mesi)
  • 100 gr di Pecorino romano grattugiato
  • 4 cucchiai di latte
  • scorza di un limone bio
  • un mazzetto di menta fresca
  • baking powder (vedi note)

per finire:

  • olio extravergine di oliva
  • semi di sesamo

In una ciotolina sciogliete il lievito con lo zucchero e 100ml di acqua ed attendete che si formino le bollicine. In una ciotola mescolate insieme la farina e il baking powder fino a quando sono ben amalgamati. Unite l’olio e lo yogurt ed infine la miscela di acqua e lievito; lavorate l’impasto fino ad ottenere una palla omogenea che non si attacca alle vostre mani. Per dare struttura all’impasto sbattetelo energicamente sul piano di lavoro per 7-10 volte.

Oliate leggermente una ciotola e trasferitevi l’impasto; coprite con uno strofinaccio pulito o con pellicola e mettete in un posto caldo fino al raddoppio (se andate di fretta, accendete il forno a 200°C e posizione una griglia a metà. Spegnete il forno, mettete un telo da cucina sulla gliglia e posizionateci sopra la ciotola contenente l’impasto. Chiudete il forno e lasciate lievitare per 10-15 minuti).

Una volta raddoppiato l’impasto dividetelo in palline della grandezza di un uovo (io ne ho ottenute 12) e coprite con uno strofinaccio; lasciate riposare per 10 minuti.

Stendete ciascuna pallina di impasto dandole una forma ovale. Posizionate al centro una generosa dose di ripieno dopodiché piegate un lato dell’impasto verso l’interno premendo leggermente; ripiegate a questo punto il lato opposto. Ripetete la stessa operazione per le altre estremità in modo da ottenere delle barchette. Io in più ho creato un effetto zigrinato, ondulando con le mani l’impasto.

Pennellate con olio (o latte o rosso d’uovo) ed attendete 10-15 minuti prima di infornare.

Riscaldate il forno a 200°C ed una volta a temperatura posizionate al centro per i primi 15 minuti dopodiché spostate in altro fino a doratura.

Note:

Se la vostra intenzione è quella di consumare i fatayer subito dopo la cottura utilizzate il baking powder indicato negli ingredienti (esso infatti aumenta la morbidezza dell’impasto ed aiuta la lievitazione in cottura). Se al contrario avete pianificato di congelare o di mangiare i fatayer entro un paio di giorni non aggiungete baking powder all’impasto perché lo renderebbe troppo morbido e gommoso una volta raffreddato.

fatayer1

CHEESE PASTRY FATAYER (MY STYLE) makes 12 turnovers

  • 480 gr AP flour
  • 60 ml vegetable oil
  • 100 gr plain yogurt
  • 4 gr di dry yeast
  • 100 ml warm water
  • 1 teaspoon baking powder (see notes)

for the stuffing:

  • 400 grfresh ricotta cheese
  • 200 grated Parmigiano Reggiano cheese
  • 100 gr grated Pecorino cheese
  • 4 tablespoons milk
  • grated lemon rind from 1 organic lemon
  • small bunch fresh mint

to finish:

  • extravirgin olive oil
  • sesame seeds

Proof the yeast by mixing it with the sugar and 100ml water in a cup, the yeast should foam and bubble if it doesn’t then it has gone bad and you need to replace it with new package.

In a bowl whisk together the flour and baking powder  till combined. Add the oil and then rub it into the flour mix with your fingertips. Add the yogurt and the water  yeast mixture and knead the dough untill it forms a smooth soft ball that doesn’t stick to your hands (a tip from a bakery owner I know, pick up the dough and slam it into the table 7-10 times during kneading. That will give your baked goods that fluffy  interior).

Cover a bowl with a little olive oil,place your dough it and cover the bowl with a clean towel or plastic wrap and leave it in a warm place untill it doubles in size (If you are short on time, heat your oven to 200 C and place the rack in the middle. Turn it off. Place a clean towel on the rack and place the bowl with your covered dough on the towel and leave it in the closed oven. It will double in size in 10-15 minutes)

Cut the dough into egg sized balls and cover them with a clean towel and allow them to rest for 10 minutes.

Roll each dough ball into an elongated oval shape. Fold one edge of the dough over and press it with your finger tips to seal it. Fold over the opposite side and tuck the dough under the pastry boat. Do the same with the opposite side. Once you’re done shaping the pastry gently press the top folds to adhere the dough to the cheese..this helps to prevent the pastry boats from opening up when you bake them

I usually brush them with some milk but you can egg wash them or brush them with some olive oil to give them a beautiful golden color when they bake. Allow them to rest for 10-15 minutes after shaping before baking them

Bake on the middle rack in an oven that you have preheated to 200 C until the bottom is golden brown then place under the broiler until the tops are golden brown.

Notes:

If you are going to consume the fatayer soon after baking , keep the baking powder (It increases the fluffiness of the dough and allows it to rise better in the oven). If you plan on storing them or eating them over a couple of days omit the baking powder because the  fatayer remain softer and more chewy when they are cooled and stored without the baking powder.(baking powder results in the baked goods hardening a little when they are cold)

#Panissimo 19 e la mia focaccia a lunga lievitazione con farina di cece nero

focaccia con farina di cece nero a lunga lievitazione

(scroll down for english version)

Sono emozionata! La Sandra e la Barbara (per dirla alla romagnola…) sono oramai dei miti per tutti noi appassionati di lievito e farina ed avermi dato la possibilità di ospitare Panissimo è come aver vinto alla Lotteria (ho un po’ esagerato….ma in fondo rende l’idea).

Lo scrivo per chi non mi conosce e passerà di qui a lasciare meravigliose ricette, pani e panini dai mille buchini, grissini stirati e non e focacce come se piovesse: sono una neofita, custodisco (gelosamente) il mio lievito madre da poco più di  6 mesi (e fino ad allora il pane l’ho sempre comprato) e non ho mai fatto un corso di panificazione…..il che vuol dire che ho tutto da imparare e quale miglior occasione questa per studiare e riprovare le ricette per porterete a Panissimo.

Vi dò il benvenuto con una focaccia perché finalmente è arrivata l’estate, abbiamo tutti voglia di uscire all’aperto, di goderci il mare o la montagna, di mangiare allegramente in compagnia e quale miglior pasto frugale e conviviale da addentare con una fettina di prosciutto o un tocco del nostro formaggio preferito. E se possibile da gustare con un buon bicchiere di vino!

Ho utilizzato una farina particolare, che ho scoperto un mesetto fa al caseificio dove mi rifornisco di latte, mozzarella di bufala e formaggio, ottenuta dalla macinazione del cece nero piccolo.

focaccia con farina di cece nero 5

focaccia con farina di cece nero 4

Si tratta di un legume ancora poco diffuso, dalla caratteristica buccia nera, ricchissimo in ferro e fibre (tre volte tanto la quantità presente nel cece comune) che purtroppo non ha mai avuto una larga diffusione necessitando di un tempo di ammollo di 24 ore e di oltre un’ora e mezza di cottura. Ha un sapore vagamente erbaceo e la sua naturale sapidità consiglia di consumarlo con un filo di olio extravergine di oliva evitando di aggiungere il sale.

Ricordo che chiunque può partecipare a Panissimo…è sufficiente postare una ricetta da forno, dolce o salata, purchè si tratti di un lievitato anche se Sandra e Barbara sono talmente buone da accogliere eventuali ricette senza lievito!

Le regole per partecipare alla raccolta sono le seguenti:

– inserite il banner di Panissimo nella colonna laterale del vostro blog

nuovo italia
– inserite il banner anche nella ricetta che partecipa alla raccolta,
– citate le organizzatrici Barbara e Sandra inserendo i relativi link ed il mio blog,
– mandate se volte il pane anche qui, al nostro blog gemello polacco,

nowy2
– per inserire la ricetta è sufficiente cliccare sulla ranocchia blu poco sotto. Se vi fa piacere potete anche lasciarmi un commento.

And here is the complete set of rules in English for our foreign friends:

1. post a baked good of any type, just make sure it is based on yeast, commercial (fresh or instant yeast) or natural (sourdough or other ferment) or… strictly and only in the case of flatbreads or other special unleavened breads, even without yeast. You can send us as many baked goods you want as long as they are fresh (baked within the 1 month interval of each edition)
2. include in your post a link to me, Barbara of Bread & Companatico, and to Sandra of Indovina chi viene a cena?. If the monthly collection is hosted by someone else, mention ALSO the name of and link to the host.
3. insert the link to your bread posted anytime during the month in the PANISSIMO opening post of the monthly host. A linkage system is placed at the end of each PANISSIMO opening post. A list of hosts for each month can be found in Sandra’s page (and soon also here).

That’s pretty much IT. Not so complicated, right? For any question, doubt, explanation don’t hesitate and write to us: panissimoblog@gmail.com

focaccia con farina di cece nero 3

focaccia con farina di cece nero 2

FOCACCIA CON FARINA DI CECE NERO A LIEVITAZIONE NATURALE (per una teglia da 35×28 cm)

  • 400 gr di farina 00
  • 200 gr di farina di ceci neri piccoli biologica
  • 495 ml di acqua
  • 150 gr di lievito madre rinfrescato e maturo
  • 8 gr di sale
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • pomodori
  • olive nere
  • sale grosso

In attesa che il lievito madre maturi, in una ciotola o nell’impastatrice mescolate insieme le due farine con 425 ml di acqua, coprite con un panno da cucina pulito ed umido e lasciate riposare.

Trascorso questo tempo sciogliete il lievito madre in 70 ml di acqua dopodiché unite il prefermento di acqua e farine. Impastate fino a formare un composto omogeneo e fate riposare 30 minuti prima di unire il sale e l’olio. Fate riposare ancora l’impasto per 30 minuti prima di eseguire 3 giri di pieghe stretch&fold attendendo mezz’ora tra una e l’altra.

Coprite con la pellicola e mettete in frigo per 48 ore.

Trascorso questo tempo estraete la ciotola e lasciate a temperatura ambiente per mezz’ora (anche un’ora se le temperature fossero più basse) dopodiché stendete l’impasto in una teglia ricoperta con carta da forno, coprite con il panno da cucina e lasciate lievitare (a me sono occorse un paio d’ore).

Fate una leggera pressione con le punta delle dita sull’impasto in modo da creare tante fossette; in una ciotolina emulsionate dell’acqua con dell’olio e pennellatevi con generosità la superficie. Distribuite i pomodori tagliati a rondelle e le olive nere, spolverate con il sale grosso ed infornate in forno già caldo a 200° C sino a doratura (serviranno 20-25 minuti).

focaccia con farina di cece nero 1

NATURALLY LEAVENED BLACK CHICKPEAS FLOUR FOCACCIA (makes a 28×35 cm focaccia)

  • 400 gr AP flour
  • 200 gr organic black chickpeas flour
  • 495 ml water
  • 150 gr sourdough, refreshed and mature
  • 8 gr salt
  • 2 tablespoons extravirgin olive oil
  • cherry tomatoes
  • black olives
  • coarse salt

Refresh sourdough, meanwhile in a bowl stir together the flours with 425 ml of water, cover with a damp clean kitchen towel and let it rest.

When sourdough is mature, dissolve it in 70 ml of water; add at this point the water and flours mixture. Knead until you get a homogeneous dough and let stand 30 minutes then add the salt and oil. Let the dough rest again for 30 minutes before making 3 series of stretch & fold (waiting for half an hour between one and the other).

Cover with cling film and transfer in the fridge for 48 hours.

Take the bowl out of the fridge and leave at room temperature for half an hour (you might wait for an hour if temperatures are lower) then roll out on a baking sheet lined with parchment paper, cover with kitchen towel and let rise.

Using your fingertips make a gentle pressure on the dough to create many dimples; in a bowl mix some water with oil and generously brush the focaccia surface. Spread on top the sliced tomatoes and black olives, sprinkle with coarse salt and bake in a preheated oven at 200° C until golden brown (20-25 minutes).

***

Con questa ricetta partecipo alla Raccola BYOB del blog Sweet and That’s it

a6709612-57fa-482d-b94f-4d848923d841_zps49949786

Divisi da una piadina…moglie vs marito #1

la piadina

(scroll down for english version)

Questa volta gioco in casa! Anche se oramai da un paio di mesi mi rilasso nella campagna marchigiana, la mia carta d’identità parla chiaro…residenza Faenza…che per i meno esperti in geografia significa Romagna, la terra delle balere e del liscio di Raul Casadei, dell’illuminato Pellegrino Artusi, del Sangiovese e della mitica piadina.

Come per il babà, e ancor prima per lo strudel, ci è voluto l’Mtchallenge per convincermi che fare in casa una piada buona come quella del chioschetto preferito è possibile…non che non mi sia mai cimentata ma, non avendo un buon rapporto con strutto ed affini, mi sono sempre fatta tentare dalla versione all’olio extravergine….che solo oggi, dopo aver provato la favolosa ricetta di Tiziana, posso serenamente definire mediocre.

la piadina 3

Trattandosi in fondo di un pezzo di pane condito e prestandosi, non solo per la sua sostanza ma anche per la forma, alla più bizzarra delle farciture, ho cercato un ripieno veloce (perché la piada si prepara al momento) che potesse valorizzare i prodotti delle mie adorate Marche, con qualche piccola incursione fuori regione. E siccome in fatto di gusti il mio consorte ed io siamo abbastanza agli antipodi, ho creato due piadine che ci rappresentassero, lasciando a voi che passate di qui scegliere la preferita…

la sua piadina:  impasto base, ciauscolo, uva nera e aceto balsamico,

la mia piadina: impasto con farina di cece nero (legume di cui vi parlerò presto), erborinato di bufala, albicocche glassate, mandorle e miele in barrique.

Prepararle è semplicissimo e, con ingredienti alla mano, si farciscono in pochi secondi; l’impasto andrebbe fatto riposare per 48 ore ma se siete di corsa (e magari vi accorgete all’ultimo di non avere pane per cena) potete accontentarvi di una mezz’ora di riposo, il tempo sufficiente per tagliare il prosciutto, lavare la rucola o grigliare due verdure.

Per avere una scorta sempre pronta al ritorno dal mare o dal giro in moto fatene doppia dose e congelate quelle che non mangiate! Con questo caldo vi basterà lasciarle una mezz’ora a temperatura ambiente prima di riscaldarle in padella, farcirle e papparle!

Pronte per impastare insieme?

LA PIADINA ROMAGNOLA di Tiziana (per 6 piadine grandi)

  • 500 g di farina 00 (per l’impasto al cece nero ho utilizzato 400 gr di 00 e 100gr di farina di cece nero biologica)
  • 125 g di acqua
  • 125 g di latte parzialmente scremato fresco (io intero perchè la pulce beve solo quello)
  • 100 g di strutto
  • 15 g di lievito per torte salate
  • 10 g di sale fine
  • 1 pizzico di bicarbonato di sodio

Lasciate ammorbidire lo strutto mezz’ora circa fuori dal frigorifero.

Fate scaldare in un pentolino o nel microonde il latte e l’acqua finchè tiepidi.  Su di un tagliere disponete la farina e fate un buco al centro con la mano. All’interno mettete lo strutto a pezzetti con il lievito, il bicarbonato e il sale, schiacciatelo con la forchetta per ammorbidirlo, aggiungete l’acqua e il latte. La consistenza inizialmente potrebbe essere un pochino appiccicosa e la pasta si attaccherà al tagliere ma impastando per una decina di minuti, cambierà staccandosi e diventando molto morbida e liscia. Se il liquido è troppo poco si sfalda e risulta un po’ dura. Mettete l’impasto in una ciotola e coprite con la pellicola per alimenti. Lasciate riposare 48 ore al fresco, massimo 20°C, se fosse più caldo potete lasciare riposare la pasta in frigorifero e metterla a temperatura ambiente 2 ore prima dell’uso.

La pasta ottenuta sarà circa 850 grammi, dividetela in 6 pezzi da 140 grammi circa e formate delle palline, lasciatele riposare almeno mezz’ora (io ho fatto palline da 110-115 gr ottenendo 8 piadine). Infarinate appena il tagliere e disponetevi una pallina d’impasto, schiacciatela con la punta delle dita, stendete la piadina con il mattarello girandola spesso in modo che rimanga rotonda. Scaldate il testo o l’apposita teglia di terracotta, su un fornello a doppia fiamma, con sotto uno spargifiamma. Se non avete nessuna di queste teglie utilizzate una padella antiaderente piuttosto larga. La temperatura non dovrà essere troppo alta altrimenti la piadina si brucia fuori e rimane cruda all’interno, ma nemmeno troppo bassa. Cuocete pochi minuti per lato, controllate sempre alzando la piadina con una paletta. Disponete le piadine una sull’altra in modo che rimangano calde mentre le cuocete.

L’impasto può essere preparato anche con l’impastatrice, basterà inserire tutti gli ingredienti nella planetaria  e lavorarli con il gancio impastatore per 7/8 minuti fin quando il composto risulterà omogeneo.

la piadina 2

PIADINA ALLA FARINA DI CECE NERO CON DADONE DI BUFALA, ALBICOCCHE GLASSATE, MANDORLE E MIELE BARRICATO (per una persona)

  • 1 piadina di farina di cece nero
  • qualche foglia di valeriana
  • cubetti di dadone di bufala (formaggio erborinato fatto con latte crudo di bufala)
  • 2 albicocche (*)
  • una noce di burro
  • un cucchiaino di zucchero di canna integrale
  • mandorle a lamelle tostate
  • miele in barrique di Giorgio Poeta

(*) in un pentolino sciogliete il burro con lo zucchero quindi unite le albicocche tagliate a spicchi e cuocere a fiamma bassa per 2-3 minuti.

la piadina 1

PIADINA AL CIAUSCOLO, UVA NERA E BALSAMICO (per una persona)

  • una piadina
  • qualche foglia di valeriana
  • 3 fette di ciauscolo
  • 4/5 chicchi di uva nera
  • aceto balsamico di Modena Igp

la piadina 4

PIADINA (makes 6 large size or 8 medium)

  • 500 gr all purpose flour
  • 125 ml of water
  • 125 ml fresh semi-skimmed milk
  • 100 gr lard at room temperature
  • 15 gr  baking powder
  • 10gr salt
  • pinch of baking soda

In a small saucepan warm water and milk.

In a bowl combine the flour with the baking powder and the baking soda and make a well in the center, where you will put the lard cut into chunks. Begin to mix with a fork before adding water and milk. Mix until well combined then turn the dough over a work surface and knead by hands for about ten minutes. Transfer the dough in a bowl and cover with plastic wrap. Let stand 48 hours in the fridge. 

Take the dough out of the fridge 2 hours before using. Make 6 balls and let rest covered with a cotton towel for about 20 minutes. Lightly flour work surface and gently flatten one ball at a time with your fingertips before rolling out the piadina with a rolling pin.

Heat a heavy pan on a stove. Cook a few minutes on each side until lightly brown. Arrange the piadinas on one another to keep them warm and cover with a towel.

la piadina 5

BLACK CHICKPEAS FLOUR PIADINAS WITH BUFFALO BLUE CHEESE, GLAZED APRICOTS, ALMONDS AND AGED HONEY (serves one)

  • 1 piadina made with black chickpeas flour
  • green salad
  • buffalo blue cheese diced
  • 2 apricots sliced (*)
  • teaspoon butter
  • teaspoon brown cane sugar
  • toasted almonds sliced
  • aged honey

 (*) in a small saucepan melt butter and sugar then add the apricots and cook on low heat for 2-3 minutes until slightly tender.

la piadina 6

 PIADINA WITH CIAUSCOLO, BLACK GRAPE AND BALSAMIC VINEGAR (serves one)

  • 1 piadina
  • green salad
  • 3 slices ciauscolo (traditional Marche salami)
  • black grape
  • balsamic vinegar

 ***

Con questo (primo ma non ultimo) bis di piadine partecipo alla sfida #40 dell’Mtchallenge

piadina

Il mio primo No knead bread [con esubero di lievito madre] per il Pasta Madre day 2014

no knead bread con lievito madre

no knead bread con lievito madre 4

(scroll down for english version)

Oggi in Italia si celebra il Pasta Madre day e non potevo certo esimermi dal mettere all’opera il mio tanto amato lievitino!

In molte città ci saranno eventi, che andranno dal semplice spaccio a vere e proprie maratone di panificazione e se siete curiosi di sapere cosa accadrà vicino casa vostra (o, meglio ancora, come fare per avere un pezzettino di lievito madre) andate a vedere nel sito Pastamadre.net.

Per questa occasione ho scelto il pane senza impasto che mi stuzzica da un pò, conosciutissimo in rete sia nella versione con lievito madre che con lievito di birra, e rappresentativo a mio dire di un’era nella quale sappiamo solo andare di corsa ed ogni piccolo espediente per farci guadagnare tempo è ben accetto.

Il genio di questa panificazione rivoluzionaria tanto nell’impasto (in quanto fatto in una ciotola) quanto nella cottura (effettuata in una pentola di ghisa) si chiama Jim Lahey e descrive il suo pane con queste parole…

“Il buon pane dovrebbe essere un capolavoro di contrasti, croccante quando si morde la crosta scura, profumata di malto, e poi dare un profondo appagamento quando si raggiunge la mollica polposa e soffice, con il suo inconfondibile sapore di frumento. Ed è proprio questo il pane che produrrete in casa con il mio metodo. Si prepara solo con farina, acqua, sale e una piccola quantità di lievito e richiede pochissima fatica e attrezzatura. La ricetta è tanto semplice e indulgente da essere praticamente infallibile”.

Mr Lahey si è formato in Italia negli anni ’90 per poi tornare a New York ed aprire la Sullivan Street Bakery. Deve aver appreso bene dai nostri mastri fornai se è riuscito nell’intento di rendere la panificazione casalinga più semplice ma, pur sempre, con ottimi risultati.

La cottura in pentola coperta favorisce la formazione dell’umidità (espulsa dalla massa del pane con il calore) necessaria per il massimo sviluppo della mollica (e dunque dei tanto auspicati buchini) nonché per la formazione di una crosta bella croccante; una volta formata la crosta, la mollica interna non avrà più modo per svilupparsi ed il coperchio va rimosso per evitare che l’umidità trattenuta dalla pentola renda l’impasto molliccio.

no knead bread con lievito madre 1

In rete trovate centinaia di versioni di questo pane…non avendo ricette salvate nel computer, ho preso la prima che mi è finita tra le mani e che guarda caso è della bravissima Rossella di Vaniglia Cooking.

Avendo della farina integrale macinata a pietra a disposizione l’ho utilizzata per spezzare l’impasto ed ottenere un pane più rustico.

La ricetta originale vorrebbe l’utilizzo di lievito madre rinfrescato; avendone una generosa quantità in frigo ho seguito i consigli di Rossella di raddoppiarne la dose smaltendo in questo modo una parte di esubero.

Posso dire a bassa voce che questo pane non mi ha emozionato? Buono sì ma senz’anima…un impasto che non va maneggiato, coccolato, piegato, pirlato. Mi sono sentita un po’ in colpa nei confronti del mio Pastrocchio, lasciato tutto solo in quella ciotola.

no knead bread con lievito madre 3

Quando ho scritto il post mi è venuto da ridere perché tornando nel sito di Rossella per copiare il link ho letto (cosa che non ho fatto evidentemente la prima volta…a dimostrazione del fatto che siamo sempre di corsa!) le sue perplessità di fronte ad un impasto molliccio che si attaccherà al vostro strofinaccio ed a nuvole di farina che invaderanno la vostra cucina prima di finire sul pavimento!

Con questo non voglio certo spaventarvi…e se siete tentate cimentatevi pure…è molto probabile che anche io dia un’altra chance a questo pane, però le emozioni di sfornare una pagnotta fatta al 100% con le nostre mani sono a mio dire tutt’altra cosa!

20140201-213747

 PANE SEMI-INTEGRALE SENZA IMPASTO

  • 250 gr farina di forza
  • 250 gr di farina integrale macinata a pietra
  • 50 gr pasta madre rinfrescata o 100 gr di esubero
  • 5 grammi sale
  • 400 gr di acqua tiepida

In una ciotola sciogliete la pasta madre (intiepidita fuori dal frigo per mezz’ora almeno) nell’acqua tiepida, mescolando bene con un cucchiaio di legno fino ad ottenere un composto lattiginoso e leggermente schiumoso.

Aggiungete la farina e continuate a mescolare, sempre con il cucchiaio di legno, quindi unite il sale, mescolando di nuovo prima di coprire con un foglio di pellicola per alimenti. Lasciate lievitare un giorno intero (dalle 12 ore alle 18 ore). Dipende dalla temperatura dell’ambiente o dalla forza della vostra PM. Ora che è caldo non andrei oltre le 12 ore altrimenti l’impasto rischia di diventare acido.

Trascorso questo tempo sulla superficie del pane si saranno formate delle grosse bolle e l’impasto sarà quasi raddoppiato di volume.

Togliete la pellicola e rovesciate su un ripiano ABBONDANTEMENTE infarinato. Con le mani ben infarinate fate due serie di pieghe a tre prima di deporre l’impasto su un canovaccio ABBONDANTEMENTE infarinato pure lui, con le pieghe del pane rivolte verso il basso. Cercate di maneggiare l’impasto il meno possibile. Fate riposare 15 minuti, poi richiudete il canovaccio (è indispensabile che tra il pane e il canovaccio vi sia sempre abbondante farina). Lasciate lievitare pe 3 ore, l’impasto a questo punto sarà raddoppiato e il canovaccio risulterà gonfio.

Mettete la pentola di ghisa in forno, con coperchio MA VUOTA, e fate riscaldare il tutto a 220°C. Quando il forno raggiunge la temperatura, estraete con attenzione la pentola dal forno (è bollente), e con delicatezza ma altrettanta decisione rovesciate il contenuto del canovaccio nella cocotte (le pieghe dell’impasto a questo punto saranno girate verso l’alto).

Coprite con il coperchio e rimettete in forno.

FATE ATTENZIONE perché una volta rovesciato l’impasto nella pentola la vostra mente sarà presa dal pane e non ricorderà che il coperchio è infuocato…evitate pertanto di ustionarvi lasciando delle presine a portata di mano e di occhio!

Cuocete 30 minuti con coperchio, più altri 15/20 minuti senza, fino alla doratura della superficie.

Lasciate raffreddare completamente prima di tagliare e servire.

no knead bread con lievito madre 2

NO KNEAD WHOLE WHEAT SOURDOUGH BREAD

  • 250 gr  manitoba flour
  • 250 gr stone ground whole wheat flour
  • 50 gr refreshed sourdough (or 100 gr unrefreshed sourdough)
  • 5 gr salt
  • 400 gr warm water

Pour sourdough starter (left half an hour at room temperature) into a bowl with warm water and mix with a wooden spoon to produce a shaggy dough. Add the flours then salt before covering with plastic wrap and letting it in a warm spot in your kitchen from 12 to 18 hours (the leavening time depends on the room temperature and the strenght of your flour). During summertime 12 hours would be ok since longer times means more risks to get an acid dough.

After twelve hours dough should have doubled in bulk and you should notice big bubbles on it. Remove cling film and scoop the dough from the bottom of the bowl plopping it over a GENEROUSLY floured surface. Flour GENEROUSLY your hands and make two series of 3-folds then transfer in a GENEROUSLY floured clean kitchen cloth with folds at the bottom. The less you handle your dough, the better your loaf will be. Allow to rest for 15 minutes then dust some flour on the top of the loaf and fold the edges of the cloth. Let stand for a further 3 hours or until doubled in bulk.

Set a heavy ovenproof pot (with its lid) into the oven and preheat  to 220°C/450°F. Once the oven is preheated, take carefully the pan out of the oven and gently place your bread into it (at this point folds should be on the top).

Place lid on (paying really attention because it’s very HOT) and bake for 45 minutes, removing the lid after the first 30 minutes.

Allow the bread to cool completely before slicing and serving.

Tortine di frolla all’olio con crema al rosmarino per il Recipetionist di Maggio

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino

(scroll down for english version)

Ho iniziato a scrivere questo post prima ancora di fare la spesa e di veder realizzate queste tartellette. Mai successo prima! E se poi non vengono come te le aspetti?

Chissà come (io diffidente di natura) ero certa che sarebbero state buonissime solo a leggere la ricetta e a guardare le foto perché Cristiana è una garanzia. Questa volta niente quinto-quarto ma un dolcino semplice, senza tante pretese che però all’assaggio ti sorprende con il suo ripieno cremoso dall’insolito aroma di rosmarino.

Questa è la ricetta che ho scelto per l’appuntamento mensile con il Recipe-tionist di Flavia che snobbo oramai da un po’…troppo tempo.

Anche questa volta ho rischiato di non farcela perché solo venerdì ho scoperto che l’ultimo giorno utile era oggi e non il 31…pertanto pubblico di domenica anche se voi sarete tutti al mare o al lago a prendere l’aria buona.

L’unica variazione che ho apportato alla ricetta di Cristiana è stata quella di sostituire le noci macadamia con le mandorle del mio albero che spello e poi tosto in forno.

the recipe-tionist maggio

Se cercate un dolcino per il thè delle cinque con le vostre amiche o una merenda golosa e allo stesso tempo sana per i vostri cuccioli provatele…il mio ha gradito!

Limone e rosmarino stanno troppo bene insieme…ve lo dice una che in poco meno di 10 giorni ha collezionato 3 piatti con questo fresco, aromatico ed estivo abbinamento e che spero di mostrarvi al più presto.

Buona Domenica a chi è rimasto a casa ed ha avuto il piacere di passare di qua!

***

Alice, ti mando queste tortine per il suo contest ‘Nel cesto del pic-nic’

Pic-nic_cambria []ho in realtà preparato in questi giorni una crostata cioccolatosa, che sta spopolando in diversi blog, che avrei voluto offrirti visto il tuo dichiarato amore per il cacao… ma essendoti già arrivata ho cercato di rimediare in corner!

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino 1

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino 2

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino 3

TORTINE DI FROLLA ALL’OLIO CON CREMA AL ROSMARINO (per 11 dolcetti)

Per la frolla all’olio:

  • 300 gr farina 00
  • 100 gr zucchero
  • 2 uova
  • 100 ml olio extravergine
  • scorza di un limone grattugiata
  • 1 cucchiaino di lievito in polvere

Per la crema al rosmarino:

  • 3 bicchieri di latte fresco intero in cui è stato lasciato un rametto di rosmarino in infusione per una notte
  • 3 uova
  • 3 cucchiai di zucchero
  • 3 cucchiai di farina
  • una manciata di noci macadamia (mandorle del mio albero per me)

Preparate la farina a fontana e mettetevi al centro le uova, l’olio, il lievito, lo zucchero, il sale e la scorza di limone. Impastate fino ad ottenere un panetto liscio ed elastico. Fate riposare per 30 minuti coperto da un canovaccio.

Per la crema. Portate a bollore il latte insieme al rosmarino. Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete la farina e lentamente aggiungete il latte filtrato. Mettete sul fuoco e girate con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una consistenza liscia e senza grumi.

Imburrate degli stampini da tartelletta. Stendete la pasta, adagiatela nello stampo e mettetevi la crema, una noce e chiudete con altra pasta. Cuocete in forno a 180° per circa 30 minuti.

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino 4

OLIVE-OIL PASTRY TARTELLETTES WITH ROSEMARY SCENTED CREAM (makes 11 pieces)

for the pastry:

  • 300 gr ap flour
  • 100 gr sugar
  • 2 eggs
  • 100 ml extravirgin olive oil
  • grated zest from 1 oraganic lemon
  • 1 teaspoon baking powder

for the cream:

  • 3 glasse whole fresh milk
  • 1 rosemary sprig soaked all night in milk
  • 3 eggs
  • 3 tablespoons sugar
  • 3 tablespoons flour
  • handful macadamia nuts (almonds for me)

In a bowl combine flour, baking powder, eggs, oil, sugar, salt and grated zest. Work by hands until you get a smooth and elastic ball. Cover with a cloth and let rest 30 minutes.

Meanwhile prepare the cream. In a small pan heat milk (with Rosemary). In a bowl beat eggs with sugar, add flour and pour in strained hot milk at a thin stream. Transfer again on heat and stir with a wooden spoon until the cream starts thickening. Pour immediately in a glass bowl.

Preheat the oven to 180°. Butter tartellete molds (unless you use no-sticking ones), roll out 2/3 of the pastry and cover each of them, pour in some cream and an almond then cover with reserved pastry.

Bake and cook for 30 minutes.

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino 5

 

 

Rustico integrale {senza lievito} con bietole e ricotta

rustico integrale con bietola e ricotta 5

(scroll down for english version)

Esausta ma felice!

Cinque giorni a Barcellona mi hanno catapultato fuori da questo mondo…e se il post di lunedì era già programmato (mentre voi vi gustavate il pane bianco allo yogurt io ero alle prese con le lavatrici e la stiratura post vacanza!) quello di oggi fa fatica a decollare…e pensare che ho tante cose da raccontarvi e tante ricettine da condividere che rischiano di diventare ‘fuori stagione’….anche perché stanno arrivando le prime verdurine dell’orto!

Mentre io riavvolgo il nastro, scarico e classifico foto  della nostra tappa  in terra catalana, vi lascio gustare questa torta salata senza lievito pensata per Alice e per il suo contest Nel cesto del pic-nic .

Pic-nic_cambria []

Il guscio è fatto di pasta matta che utilizzo spesso quando vado di fretta e cerco un’alternativa più veloce del lievitato o più leggera della burrosa pasta sfoglia. Lo scorso anno vi ho proposto la versione patate, melanzane e alici…questa volta, approfittando di una ricca raccolta di bietoline dell’orto, sono andata sul classico accompagnandole ad un freschissima ricotta.

Alice, io per il pic-nic sono pronta. Porto anche il vinello del suocero…

Villa Adriana o Villa Pamphili?

rustico integrale con bietola e ricotta 3

rustico integrale con bietola e ricotta 1

RUSTICO INTEGRALE CON BIETOLE E RICOTTA – senza lievito (per uno stampo rondo da cm 26)

per il guscio ho adattato la ricetta della pasta matta

  • 150 gr di farina integrale biologica
  • 150 gr di semola di grano duro
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva + altro per pennellare
  • 170 gr di acqua
  • 1/2 cucchiaino di sale

per il ripieno

  • 450 gr di bietole cotte
  • 300 gr di ricotta
  • 30 gr di parmigiano grattugiato
  • 2 uova + 1 albume
  • sale e pepe q.b.

Preparate la pasta matta. In una ciotola mescolate la semola con la farina integrale, unite l’acqua poi l’olio ed infine il sale. Lavorate con le mani fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo (anche se utilizzando farina integrale lo stesso risulterà grezzo). Coprite con la pellicola e mettete in frigo a riposare per almeno 30 minuti.

Preparate il ripieno. Tritate le bietole con il coltello ed in una ciotola mescolatele con la ricotta, il formaggio grattugiato. Unite le uova leggermente sbattute, salate e pepate a piacimento.

Riprendete l’impasto dal frigorifero e prelevatene 2/3. Stendetelo con l’aiuto di un mattarello su un foglio di carta da forno (dovreste riuscire a stenderlo anche con le sole mani facendo scivolare l’impasto sotto il dorso delle mani) che posizionerete direttamente nello stampo prescelto. Versatevi dentro il ripieno, dopodiché ricoprite con l’impasto rimasto. Ripiegate i bordi esterni verso l’interno in modo da sigillare.

Bucherellate per evitare che in cottura la pasta cresca e si gonfi. Pennellate la superficie con dell’olio.

Riscaldare il forno a 180° C e una volta giunto a temperatura infornate. Cuocete per 45-50 minuti fino a quando la torta avrà assunto un bel colore dorato.

rustico integrale con bietola e ricotta 2

NO YEAST SAVOURY TART WITH SWISS CHARD AND RICOTTA (makes a 26 cm pie)

for the crust…(I have slightly adapted this recipe)

  • 150 gr organic wholewheat grain flour
  • 150 gr durham wheat semolina flour
  • 3 tablespoons extravergin olive oil + more for brushing
  • 170 gr water
  • 1/2 teaspoon salt

per il filling

  • 450 gr boiled swiss chard
  • 300 gr ricotta cheese
  • 30 gr grated parmigiano reggiano cheese
  • 2 eggs + 1 egg yolk
  • salt and black peppercorn

Prepare the crust. In a bowl mix the flours, add water then oil and salt. Work with your hands until the dough turns out smooth and homogeneous. Cover with plastic wrap and transfer in the fridge to rest for at least 30 minutes.

Prepare the filling. Chop the swiss chard with a knife and mix with the ricotta cheese and the parmisan cheese. Add the eggs, lightly beaten, then season to taste.

Take dough out of the fridge. Roll out 2/3 of it on a sheet of parchment paper with the help of a rolling pin (this beeing a very elastic dough you should be even able to roll it out with your hands) and place directly onto the baking pan. Pour in the filling, then cover with the reserved dough. Fold outer edges inwards to seal.

Prick top with a fork to avoid dough from swollening during cooking. Brush the surface with oil.

Preheat the oven to 180° C. Bake for 45-50 minutes or until the pie turns on a nice golden color.rustico integrale con bietola e ricotta 4

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Maggio-Giugno ‘L’orto in tavola’ del blog Oggipanesalamedomani

tckpobgps61u107aj929prbal0_banner-opsd-300-x-250-regolamento-mag-giu-def

 

Sfoglia alla ricotta con salmone ed asparagi selvatici per Claudia

quiche

(scroll down for english version)

Avete presenti quelle persone che vincono di tutto? Che appena acquistato qualche biglietto alla sagra di paese ti vengono incontro con un prosciutto in una mano e 3 piante da appartamento, che fanno fatica ad entrare in macchina, nell’altra? Io sono l’esatto opposto. Mai vinto nulla e neanche mai sfiorati i numeri fortunati. Almeno fino allo scorso giugno quando in vacanza in Puglia in un villaggio il capo animazione ha estratto il numero della nostra camera – e, dopo uno scambio di frasi con mio marito del tipo ‘Ma hai capito bene? Secondo me ha letto il numero sbagliato! Chiedi a quello vicino qual è l’ultimo numero estratto? Ed ora chi ci va sul palco a ritirare il voucher? Vai tu! No, vai tu! (ci è andato lui!!!) – ci siamo aggiudicati un soggiorno di una settimana, sempre in Puglia, di cui godremo tra poco più di un mesetto.

Dopo questa botta di fortuna (lo so che avete pensato ad un’altra parola…anche io…ma non si è sembrato carino scriverla) ero certa che per me non ci fossero state più altre chance…tanto che, pur partecipando assiduamente alla rubrica mensile di Claudia ‘Tu come lo cucineresti?’ e non vedendo mai estratto il mio nome, mi ero già messa l’anima in pace.

my ricettarium

Ed invece ta..dà…quando meno me l’aspettavo leggo la Greg.

L’estrazione del nome in questo caso non mi ha dato alcun premio ma una bella responsabilità perché avrei dovuto rifare la sua Quiche al salmone ed asparagi.

Mai ricetta poteva cade più a fagiolo 1) perché avendolo saputo  la settimana di Pasqua avrei potuta inserirla tra gli antipasti del pranzo della domenica; 2) se avesse smesso di piovere sarei riuscita ad arrampicarmi nella macchia a raccogliere asparagi selvatici 3) avrei avuto un’altra ricettina per la rubrica delle erbe spontanee 4) Claudia mi ha dato la possibilità di utilizzare una base salata a mia scelta e qui sarebbe scattato il divertimento….

sfoglia alla ricotta con salmone e asparagi selvatici

Volendo utilizzare per questa quiche un ‘guscio’ insolito vi dico subito che essa non è comparsa in tavola il giorno di Pasqua e che nella macchia ci son dovuta tornare due volte nel giro di pochi giorni perché il primo esperimento è miseramente fallito (nonostante l’aspetto favoloso testimoniato dalla foto nel fondo dell’articolo).

Mi sono infatti incaponita nel volere fare una brisée all’olio con grano saraceno ma l’assenza di glutine della farina ha fatto sì che mi ritrovassi con tante briciole sia al momento di stendere l’impasto nello stampo (ed infatti ho proceduto a mano come se stessi rattoppando la terra in un vaso) sia, ahimè, durante il taglio.

Senza darmi per vinta, anche perché Claudia mi avrebbe prima o poi chiesto resoconto della ricetta, ho abbandonato l’idea della brisée per andare sulla sfoglia trovando un compromesso non troppo ‘burroso’ in quella alla ricotta di Daniela.

Provatela perché è davvero favolosa…sia in versione salata che dolce (con quella che mi è avanzata ci ho fatto una crostata)…oltreché velocissima da fare.

Bando alle ciance…vi lascio la ricetta e vi auguro un buon inizio settimana.

sfoglia alla ricotta con salmone e asparagi selvatici

SFOGLIA ALLA RICOTTA CON SALMONE ED ASPARAGI SELVATICI (per uno stampo da 12×36 cm)

per la sfoglia:

  • 250 gr di farina manitoba
  • 250 gr di ricotta di mucca
  • 125 gr di burro  (Daniela indica a t.a., io ho utilizzato burro freddo di frigo)
  • un pizzico di sale

per il ripieno:

  • olio extravergine di oliva
  • uno scalogno
  • un piccolo mazzetto di asparagi selvatici
  • 90 gr di salmone affumicato a pezzetti
  • 1 uovo
  • 100 ml di panna fresca da cucina + 50 ml di latte fresco intero (oppure 150 ml di sola panna o solo latte)
  • sale
  • pepe

Impastate velocemente tutti gli ingredienti in un robot da cucina e poi trasferiteli su un piano da lavoro dove finirete di lavorarli a mano fino ad ottenere una palla.  Stendete con il mattarello e fate tre serie di pieghe a tre (come nella sfogliatura dei cornetti) dopodiché avvolgete il panetto con la pellicola e lasciate riposare in freezer per 30 min.

Preparate nel frattempo il ripieno. Lavate e mondate gli asparagi eliminando la parte legnosa. In un pentolino riscaldate un po’ d’olio, aggiungete lo scalogno a pezzetti e fate soffriggere dolcemente per qualche minuto. Unite gli asparagi tagliati a pezzetti (lasciandone qualcuno intero da parte) e cuocete per qualche minuto (devono restare leggermente croccanti). Fate intiepidire. In una ciotola sbattete l’uovo, unite la panna, il latte, il salmone ed infine gli asparagi. Salate e pepate.

Preriscaldate il forno a 180° C.

 Trascorsa la mezz’ora stendete la sfoglia con il mattarello nello stampo (non serve la carta forno se lo stampo è antiaderente). Bucherellate con una forchetta (per evitare che si gonfi in cottura) dopodiché versate il composto di uova, latte ed asparagi. Disponete sulla superficie gli asparagi interi lasciati da parte.

Trasferite in forno e cuocete per 40-45 minuti.

sfoglia alla ricotta con salmone e asparagi selvatici

RICOTTA PASTRY WITH SALMON AND WILD ASPARAGUS (makes a 12×36 cm tart)

for the crust:

  • 250 gr manitoba flour
  • 250 gr ricotta cheese
  • 125 gr butter
  • pinch of salt

for the filling:

  • extravergine olive oil
  • 1 shallot
  • small bunch wild asparagus
  • 90 gr smoked salmon (cut in pieces)
  • 1 egg
  • 100 ml fresh cream + 50 ml fresh whole milk (or 150 ml cream/milk)
  • salt
  • black peppercorn

In the bowl of an electric mixer combine all ingredients quickly then transfer on a work surface. Work by hand until you get a ball. Roll it out with a rolling pin and do a three series of three-folds (as for croissants) then wrap the dough with cling film and let rest in the freezer for 30 min.

In the meantime prepare the stuffing. Wash and trim the asparagus by removing the woody ends. In a saucepan, heat some oil, add the shallot cut into small pieces and fry gently for a few minutes. Combine the asparagus, cut into small pieces (leaving a few whole asparagus aside) and cook for a few minutes (they should remain slightly crunchy). Allow to cool. In a bowl beat the egg, add the cream, milk, salmon, and finally the asparagusSeason with salt and black peppercorn.

Preheat the oven to 180 ° C.

Roll out the dough into the mold (you woun’t need parchment paper). Prick with a fork (to prevent swelling during cooking) then pour in the mixture of eggs, milk, salmon and asparagus. Arrange on top the whole asparagus left aside.

Bake for 40-45 minutes.

***

ed ecco qui l’esperimento non riuscito! 😦

quiche salmone e asparagi

 

 

Pane margherita alle carote e semi di papavero

1

(scroll down for english version)

Ho sempre sognato di vivere in una città di mare. Sarà perché sono nata e cresciuta tra le montagne, sarà perché ci ho lavorato per due anni ed ho praticamente consumato il marciapiede del lungomare a forza di passeggiare o correre. L’acqua mi dà serenità come il camminare sulla sabbia, perfino d’inverno quando il cielo è carico di nubi ed il mare turbolento. Mi piace il vento che mi scompiglia di capelli, mi piacciono le lunghe passeggiate in bicicletta, mi piace sedermi e guardare l’orizzonte senza fine, mi piace l’odore della salsedine.

Ora ho la fortuna di avere una sorella che abita a 50 metri dalla spiaggia e voi pensate che non ne approfitti? E poi chi meglio di me può farlo quest’anno che non mi tocca sedere dietro una scrivania?

Con la speranza di riprendermi definitivamente dai malanni dei giorni scorsi, sabato ho caricato in macchina valigia, passeggino e macchina fotografica, legato la piccola pulce al seggiolino e, canticchiando canzoni per bambini, ci siamo diretti di buon’ora verso sud.

La piccola pulce vivrebbe all’aperto (scalzo…visto che detesta i calzini!) e questa volta è stata ardua convincerlo che ancora è presto per fare il bagno o che non si può dormire nella casetta di plastica sulla sabbia…

Vista la mini-vacanza che mi sono concessa….anche tra i fornelli….oggi vi regalo un pane morbidissimo che ho preparato una decina di giorni fa con la farina Multicereali (manitoba, integrale di segale, integrale di orzo, integrale di riso, integrale di avena) donatami dal Molino Grassi per il contest Blogger love Qb di Valentina di Nonsolopane.

1-impastando_CONTEST_2-1024x883

A casa nostra amiamo le carote e comprandone sempre in grosse quantità (in attesa di raccogliere quelle dell’orto con tutto il ciuffo) ho pensato di grattugiarne un pò ed inserirle nell’impasto insieme con degli scrocchiarelli semi di papavero. Vi dico solo che i due uomini di casa sentendo il profumino del pane appena sfornato hanno minacciato di addentare la ‘margherita’…sono riuscita a desisterli solo offrendo loro il panino che ho ottenuto con l’impasto avanzato.

Questa farina ha una consistenza ed un profumo straordinario dovuto alla miscela di grani che sapientemente la compongono…oltre ad aver avuto una splendida resa. Se vi siete persi il precedente esperimento con l’altra farina donatami dal Mulino Grasso, la Einkorn (integrale di farro monococco e farina 1) andate a leggere qui.

Buon martedì a tutti!

PANE ‘MARGHERITA’ ALLE CAROTE e SEMI DI PAPAVERO (con farina MULTICEREALI)

  • 100 gr di lievito madre rinfrescato e maturo
  • 200 gr di acqua tiepida
  • 150 gr di carote bio (grattugiate grossolanamente)
  • 400 di farina Multicereali (manitoba, riso, orzo, segale, avena) del Molino Grassi
  • 20 ml di olio extravergine di oliva
  • sale (due pizzichi)
  • semi di papavero

ore 20.30

Sciogliete il lievito madre rinfrescato con l’acqua dopodiché unite la farina e le carote grattugiate (vi consiglio di utilizzare carote di qualche giorno o comunque di non grattugiarle troppo finemente per evitare che rilascino acqua). Lavorate per qualche minuto dopodiché formate una palla e lasciate riposare in una ciotola per 30 minuti coperta con uno strofinaccio da cucina pulito ed umido.

ore 21.00

Trascorso questo tempo unite gradualmente all’impasto l’olio facendolo assorbire a mano a mano dalla massa ed aggiungete da ultimo il sale ed i semi di papavero (2-3 cucchiai circa). Fate riposare altri 30 minuti nella stessa ciotola coperta con lo strofinaccio.

ore 21.30

Trascorso questo tempo fate tre giri di pieghe a quattro a distanza di mezz’ora l’una dall’altra. Dopo l’ultima piega riponete l’impasto nella ciotola, coprite con della pellicola oliata e lasciate lievitare tutta la notte.

ore 7.00 del giorno successivo

Dividete l’impasto in 7 palline di cui una leggermente più grande delle altre che fungerà da centro del fiore (ne avanzerà un po’…con questa io ho fatto un panino) che disporrete su una teglia foderata con carta da forno a forma di margherita. Lasciate lievitare per 2 ore nel forno spento con la lucina accesa.

ore 9.00

Riscaldate il forno al max. Ponete un padellino di metallo vuoto sul fondo

Spennellate la superficie con dell’olio e decorate con i semi di papavero.

Versate velocemente nel pentolino mezzo bicchiere d’acqua o qualche cubetto di ghiaccio ed infornate immediatamente il pane facendolo cuocere per i primi 15 minuti alla massima temperatura dopodiché abbassate a 220° C e cuocete per altri 15 minuti. Riducete ulteriormente a 200° e portate a cottura (a me sono serviti in tutto una quarantina di minuti).

Estraete dal forno e fate raffreddare su una gratella.

pane margherita alle carote (19)

‘DAISY’ MULTIGRAINS BREAD WITH CARROTS AND POPPYSEEDS

  • 100 gr sourdough starter refreshed and mature
  • 200 gr warm water
  • 150 gr organic carrots (coarsely grated)
  • 400 gr multigrains flour
  • 20 ml extra virgin olive oil
  • salt (two pinches)
  • poppy seeds

8.30 p.m.

Dissolve refreshed sourdough in warm water then add the flour and grated carrots (I recommend you not to grate them too finely to prevent water release). Knead for a few minutes then form a ball and let rest for 30 minutes in a bowl covered with a clean, damp kitchen towel.

9 p.m.

Add gradually the oil leaving the dough the time to absorb it then add the salt and the poppy seeds (about 2-3 tablespoons). Let rest for another 30 minutes in the same bowl covered with a towel.

9.30 p.m.

Make three series of four-folds at a distance of half an hour from each other. After the last fold transfer the dough into the bowl, cover with oiled plastic wrap and let rise all night at room temperature.

7.00 am the next day

Divide the dough into 7 balls, making a slightly bigger one to be used for the center of the daisy. Line a baking sheet with parchment paper and place the other 6 rolls round like the bigger one as to form a daisy. (with the excess dough I made a roll). Let rise for 2 hours in the oven with the light on.

9.00 a.m.

Preheat the oven to max temperature. Place an empty metal pan on the bottom. Gently brush the surface with oil and sprinkle with poppy seeds.

Pour quickly into the saucepan half a glass of water or a few ice cubes and bake immediately the bread. Cook for the first 15 minutes at the maximum temperature then lower to 220 ° C and bake for another 15 minutes. Reduce further to 200 ° and cook until Golden brown and crispy (totally it took me 40 minutes).

***

Questa ricetta va alla raccolta mensile di Panissimo di Sandra e Barbara che questo mese raccoglie tutte le ricette nel suo blog Bread & companatico

nuovo italia

Panettoncini al miele e pecorino…le mie Marche in tavola

panettoncini al miele e pecorino  (35)

(scroll down for english version)

Appartengo ad una generazione che non ha dovuto fare i salti mortali per trovare un lavoro. Anzi, ricordo che quando, 5 giorni dopo esser stata acclamata dottoressa, ricevetti quella famosa telefonata da Porto San Giorgio restai un po’ basita perché dopo tutta la fatica fatta a scrivere centinaia di pagine di tesi mi sarei goduta volentieri qualche giorno di vacanza.

Le cose facili però non mi sono mai piaciute. Così come ho sempre adorato le sfide, non con gli altri …..ma con me stessa.

Sfide che mi hanno portata ad uscire dall’ambiente provinciale e sempliciotto nel quale sono cresciuta per allargare i miei orizzonti, fare nuove esperienze, incontrare volti nuovi e provare a lasciare per la strada la cadenza che mi accompagna dalla nascita. Tutto bello, bellissimo, direi eccitante fino a quando hai un lavoro che ti appassiona, che ti ruba ore al sonno senza neanche accorgertene, che ti porta a lavorare anche il fine settimana. Tutto bello fino a quando questo lavoro perde a poco a poco di significato e, quasi in contemporanea, arriva un cucciolo d’uomo a stravolgerti la vita.

Ho lasciato che passassero 11 lunghi anni prima di convincermi di amare profondamente la terra nella quale sono nata e cresciuta, di amare le sue sfumature di colore che vanno dal blu intenso del mare Adriatico alle verde prato delle pianure, al quello ulivo delle colline, fino al verde bosco della dorsale appenninica; di amare i prodotti straordinari che mani umili e, al tempo stesso, sapienti sono riuscite a creare ed a custodire per generazioni.

La ricetta di oggi la voglio dedicare alla mie Marche e con essa voglio celebrare alcune delle sue eccellenze gastronomiche: il farro, il pecorino e il miele.

Quale miglior occasione il contest ‘Blogger love Qb’ di Valentina di Nonsolopane che, grazie alla collaborazione con il Molino Grassi,  ci ha dato la possibilità di ricevere a casa due confezioni della loro linea di farine biologiche Qb (Qualità bio) in commercio dal 2012 ed ottenute miscelando grani antichi con grani moderni.

1-impastando_CONTEST_2-1024x883

PicMonkey-Collage-1024x449

Il pacchettino che mi è arrivato nei giorni scorsi conteneva la Einkorn e la Multicereali…..direi che non poteva andar meglio visto che oramai sapete che sono una tipa ‘integrale’ e che snobbo altamente tutti i prodotti raffinati.

Avendo già deciso di reinterpretare una ricetta tradizionale tipica del periodo pasquale, la pizza di formaggio (che trovate qui nella sua versione originale), la scelta della Einkorn, un mix di farro integrale monococco e di farina di tipo 1, è stata quasi obbligata. ‘Il farro piccolo o monococco fu tra i primi cereali coltivati dall’uomo, nelle zone più orientali del Mediterraneo. Lo fu sino al 3.000 a.C., quando fu gradualmente sostituito da farro dicocco e farro spelta, in grado di garantire raccolti più abbondanti. Questo cereale possiede un alto contenuto in carotenoidi che uniti alla ricchezza di sali minerali della farina di tipo 1, garantisce particolari aspetti nutrizionali e antiossidanti’ (tratto dal blog di Valentina).

Le Marche sono infatti uno dei primi produttori nazionali di farro e questo straordinario cereale fa la sua comparsa, integro nel suo chicco oppure sotto forma di farina, in molte ricette regionali.

Quando si è trattato di scegliere gli altri due ingredienti non ho faticato molto a trovare due eccellenze a pochi kilometri da casa. Del pecorino vorrei dirvi di più ma mi rammarico di non conoscere il produttore mentre per quanto riguarda il fantastico miele di acacia che ho utilizzato vi parlerò presto perché nei giorni scorsi ho conosciuto Giorgio, custode di oltre 24.000.000 di api.

I panettoncini sono frutto della mia rielaborazione perché questa ricetta nasce nella versione originale sotto forma di pane e viene proposta dall’Agriturismo ‘Il Giardino degli Ulivi’ di Castelraimondo (MC), un luogo assolutamente da visitare sia per la suggestività degli ambienti che per la cucina.

La dolcezza del miele smorza la nota pungente del pecorino facendo risultare questo pane molto più delicato di quello tradizionale. L’aglio in superficie (che nel pane intero andrebbe lasciato a spicchi con tutta la camicia) lascia un aroma unico ed inebriante.

L’abbinamento ideale è con i salumi…io, restando in zona, vi consiglio il salame di Fabriano o il ciauscolo…se, come la sottoscritta, non mangiate insaccati gustateli con un piattino di erbe di campo (cicoria, crespigne, tarassaco, grugni) lessate e ripassate in padella con aglio e peperoncino.

Amanti della pasta madre rassegnatevi perché per questa volta ho lasciato il mio Pastrocchio nel frigo e gli ho preferito il lievito di birra visto che il regolamento del contest richiede la realizzazione di lievitati veloci.

Pronti per scoprire la ricetta?

PANETTONCINI AL MIELE E PECORINO con farina EINKORN (per 12 pezzi)

liberamente adattata da ‘Ricette di osterie e di porti marchigiani’ – Slow Food Editore

  • 500 gr di farina Einkorn del Molino Grassi (miscela di farina integrale di farro monococco biologico e farina di tipo 1 di grano tenero bologico)
  • 25 gr di lievito di birra
  • 1/4 di bicchiere di olio extravergine di oliva (quello di casa mia)
  • acqua q.b.
  • 50 gr di pecorino marchigiano stagionato grattugiato
  • 50 gr di pecorino marchigiano semi-stagionato a pezzetti
  • 40 gr di miele biologico marchigiano (acacia, corbezzolo o millefiori)
  • 6 spicchi d’aglio (del mio orto)
  • olio per ungere gli stampini
  • pangrattato di farro

Disponete la farina a fontana incorporandovi il lievito sbriciolato, l’olio, un pizzico di zucchero, poco sale ed il pecorino grattugiato. Unite acqua quanto basta ad ottenere un impasto omogeneo ed elastico.

Lavoratelo per 5 minuti dopodiché unite il pecorino semi-stagionato a pezzetti distribuendoli uniformemente nella massa.

Coprite con un canovaccio umido e lasciate lievitare per oltre 5 ore (io 6) rompendo la lievitazione un paio di volte (cioè rimanipolando la massa in modo che perda i gas della fermentazione).

Terminata la lievitazione, aggiungete il miele amalgamandolo grossolanamente all’impasto. Dividete la massa in porzioni di 70-80 gr (per averli più gonfi potete arrivare anche a 90) che metterete a lievitare  per un’ora in degli stampini di alluminio mono-porzione precedentemente oliati e cosparsi di pangrattato.

Riscaldate il forno a 200° C. Spennellate i panettoncini in superficie con olio e ricopriteli con gli spicchi d’aglio tagliati a pezzetti. Cuocete per 25-30 minuti fino a quando la crosta superiore risulterà dorata.

Mangiate tiepidi o freddi con salumi oppure con un piatto di verdure di campo ripassate in padella con aglio e peperoncino.

***

PANETTONE BITES WITH HONEY AND PECORINO CHEESE (makes 12 pieces)

  • 500 gr organic bread flour (mixture of wholemeal spelt flour and wheat flour type 1)
  • 25 g fresh yeast
  •  1/4 cup extra virgin olive oil
  • water
  • 50 grams aged pecorino cheese (grated)
  • 50 grams semi-mature pecorino cheese (diced)
  • 40 grams organic honey (acacia or wildflowers)
  • 6 cloves of garlic
  • oil for greasing
  • spelt bread crumbs

On a work surface incorporate the crumbled yeast to the flour, then add the extra virgin olive oil, a pinch of sugar, a little of salt and the grated pecorino cheese. Start kneading and add just enough water to obtain a homogeneous and elastic dough.

After the first 5 minutes add the diced semi-mature cheese, distributing it evenly throughout the dough.

Cover with a damp cloth and let rise for at least 5 hours breaking the leavening a couple of times (you just have to knead again the dough so that it loses the fermentation gas) .

After the leavening, add the honey to the mixture mixing coarsely with your hands. Divide the dough into portions of 70-80 gr, shape into balls  and transfer in aluminum molds  (previously oiled and sprinkled with breadcrumbs) to rise.

Preheat the oven to 200 ° C. Brush the top with oil and sprinkle with the chopped cloves of garlic. Bake for 25-30 minutes until the top crust turns golden brown .

Eat warm or cold with salami or with a mix of spring greens sauté with garlic and chilli.

***

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Ricette regionali’ de La Kucina di Kiara

contest_magnaitaliaOK

e alla raccolta di Ricette Pasticcione sul tema Pasquale

Ricette-Pasticcione-M&A

Torta senza bilancia: yogurt, pere e cioccolato {yummy}

torta dei vasetti_yogurt, pere e cioccolato

Di corsa, vado di corsa!

Si vede che è ripreso il lavoro, il nido, le trasferte di mio marito…ed anche le gare di golf del weekend (e mannaggia a me a quando gliene ho fatto venir voglia!)

Vengo da una 5 giorni non affatto riposante, iniziata con un venerdì di ferie presto annullato da una telefonata di dada Anna che avvisa la presenza di lendini (leggasi pidocchi) nella fitta e riccioluta capigliatura della mia pulce. Abbandonata l’idea di una giornata di relax vengo costretta dal piccolo abitante della casa a gironzolare tra la pista ciclabile e lo stagno delle rane poco distante, alternando spinte al triciclo, nei momenti di buona, a sollevamento pesi  (15 kg di morbidezza),  e contestuale traino del mezzo abbandonato, nei momenti di burrasca infantile.

Il weekend, salutato il papino già in meditazione pre-gara, ci ha visto calpestare di nuovo la pista ciclabile alle 8.30 di mattina,  gettare nella fogna antistante casa diverse decine di sassi e il martello di plastica, contare tutte le scie di aereo in cielo, dare acqua alle piantine della mamma con il micro-innaffiatoio BLU (su questo particolare torneremo) finendo con il bagnare le pepe, affacciarsi innumerevoli volte a vedere se i bimbi che vivono di fianco sono svegli ma, per fortuna della loro mamma, se la dormono profondamente fino a tarda mattinata, chiamare Bianga (Bianca per l’anagrafe) che vive al primo piano sperando che si affacci dal terrazzo ed abbia voglia di far due chiacchiere con questo buffo soggetto …insomma avrete capito che è stato un duro lavoro! Poi ti dicono che sei più magra di prima…

Lunedì sono finalmente tornata in ufficio ma l’idea di esser sola per altri 3 giorni non mi ha affatto risollevato…altro gironzolare nel condominio rincorrendo il piccolo Indiana Jones, altre cene preparate in super-fretta, zero minuti sul divano per riposare.

Per fortuna che siamo arrivati sani e salvi a mercoledì e che stasera il maritino ritorna a casa! Dite che ho maturato qualche credito?

Basta chiacchiere e veniamo alla ricettina perché vi ho annoiato abbastanza!

Torniamo ad occuparci delle mie adorate pere. Dopo averle gustate con il pecorino, questa volta le ho unite a yogurt e cioccolato e si sono trasformate in una deliziosa e facilissima tortina perfetta per la colazione o per una merenda.

E’ piaciuta così tanto alla mia (piccola) ciurma affamata da averla preparata ben due volte in 3 giorni!

Ho scelto una ricetta che tutte sicuramente conoscete: la torta dei vasetti (si pulisce il vasetto di uno yogurt e lo si utilizza per dosare gli ingredienti abbandonando per una volta la bilancia) che ho riadattato ed arricchito aggiungendo le mie peruzze e dei pezzettoni di cioccolato che preferisco al cacao in polvere. Ho scelto farina integrale e zucchero di canna perché li adoro ma voi potete sempre optare per una classica 00 e per lo zucchero semolato.

torta dei vasetti_yogurt, pere e cioccolato

TORTA YOGURT, PERE E CIOCCOLATO (per uno stampo quadrato 22×22 cm) 

non serve la bilancia ma è sufficiente prendere un vasetto di yogurt vuoto e pulito

  • 3 vasetti di farina integrale (ma va benissimo anche 00)
  • 1 vasetto di yogurt bianco
  • 3 uova
  • 3/4 vasetto di zucchero di canna chiaro (o semolato)
  • 1/2 vasetto di olio di semi di mais
  • 1 bustina di lievito
  • 1 vasetto di latte
  • 3-4 pere mature
  • 1 vasetto di cioccolato fondente tritato grossolanamente
  • zucchero a velo

In una ciotola sbattete le uova con lo zucchero, unite lo yogurt, il latte e l’olio e mescolate bene.

Tagliate le pere a pezzetti ed unitele al composto unitamente al cioccolato.

Aggiungete infine la farina setacciata con il lievito.

Distribuite in uno stampo ricoperto di carta da forno ed infornare a 180° per 30-35 minuti (vale sempre la prova stecchino).

Servite tiepida o fredda spolverizzata di zucchero a velo.

torta dei vasetti_yogurt, pere e cioccolato

***

YOGURT, PEAR AND CHOCOLATE CAKE (making a 22×22 cm cake) 

you don’t need a scale, only an empty yogurt jar

  • 3 yogurt jars whole-wheat flour (or plain flour)
  • 1 plain yogurt jar
  • 3 eggs
  • 3/4 yogurt jar cane sugar
  • 1/2 yogurt jar vegetable oil
  • 16gr baking powder
  • 1 yogurt jar fresh milk
  • 3-4 ripe pears
  • 1 yogurt jar dark chocolate, coarsely chopped
  • powdered sugar

Pre-heat the oven to 350° F.

In a bowl beat eggs with sugar, add yogurt, milk and oil, stir until well combined.

Cut pears into chunks and add to the batter together with chocolate.

Sift flour with baking powder and add to the batter.

Pour into a baking pan layered with parchment paper and cook for 30-35 minutes.

Serve warm or cool dusted with powdered sugar.

torta dei vasetti_yogurt, pere e cioccolato

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Back to school’ del blog ‘Alvearedelledelizie’

back2school-the-contest

Le peschine bianche del frutteto e la sangria di Zulma

la sangria di Zulma

(scroll down for english version)

Oggi pesche! Anzi peschine, piccine piccine, perché le piantine che ci sono nel giardino dei miei genitori sono nate per caso (la sottoscritta, qualche anno fa, si è divertita a piantare degli ossicini sottoterra sperando che ne nascesse qualcosa ma non pensando mai di arrivare ad avere oggi dei piccoli alberelli) ed, a parte qualche potatura, sono cresciute libere e senza trattamenti.

Ci corrono certo con quelle panciute della mia Faenza ma pur essendo mignon il loro sapore è unico.

La loro pasta bianca, morbida e profumata, diventa rosata verso la buccia. Se proprio dobbiamo trovargli un difetto sono pelose, tanto pelose ma basta lavarle bene o comunque sbucciarle per risolvere il problema.

Non si arriva mai a farne la marmellata perché il raccolto è sempre modesto. La mia mamma le ha fatte qualche volta sciroppate ma siamo tutti abbastanza d’accordo sul fatto che sono più buone raccolte dall’albero e mangiate ancora calde (un po’ come i fichi insomma…Elenuccia sei d’accordo?).

Quest’anno le nostre peschine sono già finite ma non quelle dello zio Q. che è arrivato a casa dei miei con un bel cestino di queste delizie! Per fortuna che ero in campagna in quei giorni altrimenti se le sarebbero pappate tutte loro e per la sottoscritta solo l’amaro dispiacere di essere rimasta a bocca asciutta e di dover aspettare il prossimo anno.

La ricettina (ma sì chiamiamola così) di oggi è nata proprio il giorno della famosa salsa di pomodoro. Mentre le bottigline stanno cuocendo nel callaro, faccio un po’ di chiacchiere con la mamma e la nostra amica Zulma quando il mio papino, con la scusa di una pausa-merenda, si presenta con un piattino di queste peschine. Ne addentiamo un paio ciascuno poi penso al blog ed al fatto che ve le devo far conoscere…in un battibaleno nasce l’idea sangria.

Chi meglio di Zulma può aiutarmi? Lei è argentina ed ha parenti in Spagna….ed è bravissima a cucinare! Prima o poi vi farò conoscere le sue empanadas.

Mi dice subito che ho bisogno di un vino corposo ed allora rubo nella cantinetta della mamma una bella bottiglia di Rosso Piceno Superiore. Gli ingredienti da aggiungere sono pochi: zucchero di canna grezzo, limone ed arancio.

la sangria di Zulma

Questa è ovviamente la sua versione! Voi potete sbizzarrirvi aggiungendo altra frutta (tipo mele e pere, melone, uva) oppure dell’alcool (gin, porto, vodka, rum). Per una sangria fizz unite al vino della soda o della gassosa (grazie alla mia collega Claudia per il consiglio!). Se vi piacciono le spezie aromatizzate il vino con cannella e chiodi di garofano.

Prosit!

LA SANGRIA DI ZULMA

  • 1 bottiglia di Rosso Piceno Superiore (o altro vino rosso strutturato) da 0,75 l
  • frutta a piacere (io ho messo solo peschine ma scegliete quella che più vi piace)
  • 3 cucchiai di zucchero di canna scuro
  • 1 limone
  • 1 arancio

Lavate e tagliate le pesche e mettete in una ciotola, cospargetele di zucchero e lasciatele macerare fino a quando si sarà dissolto (un’oretta circa).

Tagliate il limone e l’arancia a metà. Una parte va tagliata ulteriormente a spicchi, l’altra va spremuta.

In una caraffa versate il vino, unitevi le pesche con il loro zucchero, gli spicchi di limone ed arancia ed il loro succo.

Miscelate e mettete in frigorifero a riposare per almeno 4 ore.

Per una sangria più fruttata potete lasciarla anche tutta la notte, ma sappiate che in questo caso vi ritroverete con la frutta lacerata (che a me personalmente non piace).

***

ZULMA’S SANGRIA

  • 1 0,75litre bottle structured red wine
  • fruit (only white flesh peaches for me but you can choose among pears, apples, cantalupe melons, grapes …)
  • 3 tablespoons brown cane sugar
  • 1 lemon
  • 1 orange

Wash peaches (or other fruit) and cut into slices. Put in a bowl, sprinkle with sugar and set aside until sugar is dissolved (more or less an hour) .

Half lemon and orange; cut one half into slices and squeeze the other.

Pour wine in a jag, add peaches and sugar, lemon and orange slices and their juices. Wisk with a spoon and refrigerate for at least 4 hours.

Keep your sangria refrigerated all night if you like a more fruity drink (but remember in this case you will have mashed fruit, which personally I don’t like)

la sangria di Zulma

Oggi pasta fredda {sedanini pere, pecorino e speck}

sedanini pere, pecorino e speck

(scroll down for english version)

Non ci penso ancora a cambiare menù! E non mi farò certo spaventare da qualche temporaluccio estivo. E’ vero l’aria della sera è più frizzantina ma durante il giorno il sole cotta – a detta della mia piccola pulce – pertanto abbandoniamo ancora l’idea di zuppe, sformati e compagnia bella e godiamoci qualche altro piatto fresco e leggero.

Chi mi segue sa che a casa mia le ricette non hanno nulla di complicato, un po’ per mancanza di tempo, un po’ per mia convinzione che le cosine semplici sono spesso anche le più buone e sincere.

Come il piatto di oggi, che potete preparare in pochi minuti e soprattutto in anticipo (pertanto se avete rinunciato all’appuntamento dall’estetista di sabato perché aveva posto solo a mezzogiorno richiamatela subito e dite che potete andare…quanto tornate, date pur modo al maritino di sfogarsi dicendo che fate sempre tardi poi sorprendetelo portando in tavola nel giro di pochi minuti questo piatto di pasta…vi assicuro che funziona!).

Ho adocchiato questa ricettina un po’ di tempo fa in una raccolta del mitico Sale&Pepe e mi sono decisa a farla (riadattandola un pochino) perché mia suocero è tornato a casa con un piccolo cestino di pere (quelle della foto sopra) del nostro frutteto. Quest’anno purtroppo le piogge copiose di maggio e giugno non hanno fatto bene alle piante con l’effetto di avere un misero raccolto… però noi ci contentiamo lo stesso ed usiamo quello che abbiamo!

Credo siano Williams ma difficile dirlo perché spesso i contadini innestano le proprie piante con talee di origine sconosciuta…più spesso si rivolgono al frutto associandolo al suo padrone {le prugne rosse di Imerio, le ciliegie del Dottore, le pesche di Quinto} e scegliendolo per il proprio innesto solo perché il più buono di tutto il vicinato.

 Non vi sto a raccontare qui il loro sapore perché non mi credereste e se non avete mai assaggiato una pera non trattata vi consiglio vivamente di farlo…o di venirmi a trovare il prossimo anno di questi tempi! Vi dico subito che si rischia talvolta di scartarne la metà perché dentro potreste trovarci un inquilino ma la cosa spero vi lusinghi perché per essersi accampato lui significa che è squisita e che la pera non conosce nemmeno da lontano l’odore dei pesticidi (e se non ricordo male pere e pesche sono i frutti più trattati).

L’abbinamento pere e formaggio (questa volta un bel pecorino semi-stagionato) è assodato…qui in più abbiamo la nota affumicata dello speck, il sentore leggermente pungente della rughetta (rucola) selvatica  e la croccantezza dei pistacchi (che se sono di Bronte è meglio).

Un giro, anche due, di olio e.v.o. buono e non ci resta che aspettare un paio d’ore prima di metterci a tavola.

sedanini pere, pecorino e speck

SEDANINI PERE, PECORINO E SPECK (per 2 persone)

  • 180-200 gr di sedanini (o altro formato di vostro gradimento)
  • 30 gr di pecorino semi-stagionato
  • 35 gr di speck a fettine
  • 1/2 pera non troppo matura (per me di casa altrimenti Williams)
  • 20 gr di pistacchi
  • qualche foglia di rucola (preferibilmente selvatica)
  • qualche foglia di timo
  • succo di limone

Tagliate lo speck a striscioline ed il pecorino a lamelle e mettete da parte.

Tagliate la pera a striscioline e spruzzate con del succo di limone per non farla annerire (io l’ho omesso perché non ne avevo ed ho tagliato la pera all’ultimo minuto).

In un pentolino portate ad ebollizione dell’acqua e tuffateci i pistacchi; cuocete per 1 minuto dopodiché scolate ed una volta tiepidi togliete la pellicina. Tagliateli grossolanamente con il coltello e metteteli da parte.

Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolatela raffreddandola sotto l’acqua.

Versatela in una ciotola nella quale unirete il pecorino, lo speck, la rucola spezzettata, il timo, i pistacchi e la pera precedentemente scolata.

Condite generosamente con olio extravergine di oliva e salate e pepate a vostro piacimento.

***

SEDANINI WITH PEARS, PECORINO CHEESE AND SMOKED HAM (serving 2)

  • 180-200 gr sedanini (or any other short varieties of pasta)
  • 30 gr medium-aged pecorino cheese
  • 35 gr smoked ham, sliced
  • 1/2 pear, not too ripe (I used homegrown otherwise Williams)
  • 20 gr pistachios
  • a few leaves arugula (better wild)
  • a few leaves thyme
  • lemon juice

Cut smoked ham into small pieces and pecorino cheese into slivers and set aside.

Cut pear into small pieces or cubes and sprinkle with lemon juice to prevent it from browning (you can even avoid lemon but you have to cut the pear just prior to serving).

In a small saucepan bring some water to boil ed add pistachios; cook for a minute then drain and remove skin. Cut coarsely with a knife and set aside.

In a large pot of boiling water cook pasta (check package for cooking time), drain and cool under running water.

Pour in a bowl and add pecorino cheese, smoked ham, chopped arugula leaves, thyme, pistachios and pear pieces, previously drained from lemon juice.

Add a generous drizzle of extravirgin olive oil and season to taste with salt and pepper.

Happy pasta meal!

sedanini pere, pecorino e speck

Fiori ripieni {ricotta di capra, zucchine e menta}

fiori di zucchina ripieni

(scroll down for english version)

Stanotte sarà la prima notte senza la mia pulce.

Li ho lasciati a casa stamane i miei due uomini, uno in giardino a giocare con il suo triciclo, l’altro a chiudere il trolley, pronti a migrare qualche giorno verso le ben più miti temperature delle colline marchigiane.

Chissà quando realizzerà che la sua mamma è lontana? Meglio non pensarci e godersi queste 36 …dico trentasei…ore di pura libertà.

Eh, sì perchè domani, più o meno a quest’ora, la Greg smonta le tende,  saluta le colleghe dell’ufficio,  guida la macchina alla volta della stazione e sale sul treno diretto ad Ancona dove troverà ad aspettarla, in rigoroso ordine di altezza – o di età – fate voi, papino, maritino e pulce.

Avendo un po’ di tempo a disposizione ne approfitto per postare questa ricettina deliziosa preparata nel weekend dopo aver fatto un giretto mattiniero nell’orto ed aver raccolto degli strepitosi fiori di zucca (tutte le prove nei mio profilo Instagram).

Fritti sono a dir la verità sublimi ma siccome l’olio bollente ed io non abbiamo molto feeling preferisco imbottirli e passarli velocemente in forno.

Questa volta, per cambiare, ho deciso di usare del formaggio di capra, ora abbastanza diffuso nei supermercati, combinando ricotta e formaggio fresco (tipo robiola per intenderci). Gli altri ingredienti della farcia sono quelli di sempre: piccoli dadini di zucchine rosolati in padella con poco scalogno, menta e basilico spezzetati a mano, grana padano ed un filo d’olio extravergine di oliva.

Li ho serviti tiepidi accompagnati da una dadolata di pomodorini e un pesto leggero in quanto preparato senza aglio e pecorino e pertanto più digeribile per la mia pulce affamata.

FIORI RIPIENI {ricotta di capra, zucchine e menta} per 10 fiori

per i fiori:

  • 10 fiori di zucchine
  • 200 gr di ricotta di capra (o quella che preferite)
  • 100 gr di formaggio fresco di capra
  • 2 cucchiai di grana padano grattugiato
  • 3 zucchine piccole
  • 1 piccolo scalogno (facoltativo)
  • olio e.v.o.
  • sale
  • pepe nero (facoltativo)
  • 2/3 foglie di menta
  • 1 foglia di basilico

per il pesto leggero:

  • un mazzetto di basilico
  • 1 cucchiaio di grana padano grattugiato
  • 1 cucchiaio di pinoli
  • olio e.v.o.
  • sale

Mondate delicatamente i fiori di zucchina e rimuovete il pistillo interno.

Pulite le zucchine, tagliate in quattro parti longitudinalmente ed eliminate la parte bianca; tagliate a piccoli cubetti. Rosolatele in una padellino con un filo d’olio insieme con lo scalogno tritato e spegnete quando cominciano a diventare dorate. Regolate di sale e fate raffreddare, quindi unite la menta ed il basilico tritati finemente.

In una ciotola amalgamate la ricotta e il formaggio fresco di capra, il grana padano, le zucchine rosolate in padella, un filo di olio. Regolate di sale e pepe (facoltativo).  Riempite con questa farcia una sac-a-poche senza beccuccio ed aprendo delicatamente le foglie dei fiori riempiteli. Sovrapponete le punte in modo da chiudere il fiore ed evitare che il ripieno fuoriesca in cottura.

Coprite una teglia con carta da forno e posizionatevi i fiori di zucca. Irrorate con un filo d’olio e cuocete in forno a 170° per 25-30 minuti. A metà cottura distribuite sopra qualche pinolo.

Preparate nel frattempo un pesto leggero frullando insieme il basilico con il grana ed i pinoli ed aggiungete a filo tanto olio quando ne serve per ottenere una salsa cremosa (a me il pesto piace un po’ grossolano). Regolate di sale e pepe.

Servite i fiori di zucca caldi o tiepidi nappandoli con il pesto.

***

STUFFED ZUCCHINI BLOSSOMS {goat ricotta cheese, zucchini and mint} makes 10 pieces

for the blossoms:

  • 10 zucchini blossoms, (delicately rinsed, stamens removed)
  • 200 gr goat ricotta cheese (or your favourite ricotta)
  • 100 gr fresh goat cheese
  • 2 tablespoons grana padano cheese, grated
  • 3 small zucchinis
  • 1 small shallot, finely chopped (optional)
  • extravirgin olive oil
  • salt
  • black pepper (optional)
  • 3 mint leaves, finely chopped
  • 2 basil leaves, finely chopped
  • pinenuts

for light pesto:

  • 1 bunch basil (washed and trimmed)
  • 1 tablespoon grana padano cheese, grated
  • 1 tablespoon pinenuts
  • extravirgin olive oil
  • salt

Wash and trim zucchinis and cut in quarters longwise; remove the white flesh and reduce into small cubes. In a small saucepan over medium heat drizzle some extravirgin olive oil and add zucchini cubes and shallot. Cook for some minutes until they turn lightly brown. Season to taste with salt and black pepper. Set aside to cool then add mint and basil leaves.

In a bowl mix together goat ricotta cheese and fresh goat cheese, grated grana padano cheese, zucchinis and a drizzle of oil. Add salt and black pepper to taste.

Spoon the mixture into a pastry bag and pipe into zucchini blossoms. Overlap ends of petals to close firmily into bundles, avoiding the filling to spread outside during cooking.

Preheat the oven to 350° F. Line a rimmed baking pan with parchment paper and place carefully on it the zucchini blossoms. Drizzle over some extravirgin olive oil and cook for 25-30 minutes.

After the first 15 minutes, spread over some pinenuts.

Meanwhile prepare the pesto sauce. In a food processor pour the basil leaves together with grana padano cheese and pinenuts; pulse for a few seconds adding extravirgin olive oil the amount necessary to obtain a creamy, smooth sauce. Add salt to taste.

Serve the zucchini blossoms hot or warm with pesto sauce.

Feta marinata al rosmarino e pepe rosa

feta marinata al rosmarino e pepe rosa

Ricordi di una vacanza in Grecia. La Vespa portata dall’Italia, il mare blu cobalto, le distese chilometriche di ulivi ed i profumi della macchia mediterranea. Il sirtaki come sottofondo ed i muli a passeggio in ogni dove. Gli uomini in piazzetta ad oziare e le donne nei campi a sudare.

Moussakà, tzatziki, olive kalamata grosse come noci e l’immancabile feta.

Vi ho fatto venir voglia di partire, vero?

Restate ancora un attimo…almeno il tempo di leggere le istruzioni per la preparazione di questa insolita e velocissima conserva.

feta marinata al rosmarino e pepe rosa

FETA MARINATA AL ROSMARINO E PEPE ROSA (per un vaso da 500 ml)

  • 300 gr di feta
  • due rametti di rosmarino
  • 1 cucchiaio di pepe rosa
  • 4-5 foglie di basilico
  • olio extravergine di oliva

Sterilizzate il vasetto in acqua bollente per 30 minuti circa dopodiché fatelo raffreddare.

Tagliate la feta a cubetti. Sistematela delicatamente nel vasetto (per evitare che si sbricioli) alternandola con il rosmarino, il basilico ed il pepe rosa. Coprite con l’olio extravergine di oliva.

Prima di chiudere il vaso battetelo leggermente sul tavolo per favorire l’uscita di eventuali bolle d’aria.

Riponete al buio, in un luogo fresco e asciutto per 8-10 giorni.

Potete servirlo come antipasto o per preparare degli sfiziosi piatti freddi.

***

ROSEMARY AND PINK PEPPERCORN MARINATED FETA CHEESE (for a 500ml ermetic glass jar)

  • 300 gr feta cheese, diced
  • 2 small branches rosemary
  • 1 tablespoon pink peppercorn
  • 4-5 basil leaves
  • extravirgin olive oil

Remove the rubber ring from the glass jar and sterilise in boiling water for at least 30 minutes.

Set aside to cool.

Put the diced feta cheese into the jar alternating with rosemary, basil and pink peppercorn (be careful not to reduce the cheese into crumbs). Cover thoroughly with extravirgin olive oil.

Before closing the jar, shake it slightly and beat on a table to avoid air bubbles inside.

Place in a dark cool place for at least 8-10 days before serving as appetizer or cool dish.

Piccole brisée integrali con crema di pisellini, mandorle e olive taggiasche

piccole brisée integrali con crema di piselli, mandorle e olive taggiasche

Gli ultimi piselli di stagione. Un po’ magra a dire il vero della precedente ma ne abbiam pur sempre sgranato, pulito, insacchettato e riposto nel freezer oltre 8 kili pertanto ci possiamo ritenere soddisfatti.

Io li adoro, sia cotti che crudi. La pulce con grande piacere mi imita. Solo il babbo non ne è un aficionado ma al momento di mangiarli non si tira indietro.

Qualche settimana fa li ho trasformati in polpette che ho ripassato nel sesamo e dorato in forno; poi è stata la volta di una lasagnetta velocissima  arricchita con prosciutto cotto e qualche dadino di caciocavallo (sempre lui…quello arrivato dalla lontana Puglia). Ieri l’ultimo esperimento nato prendendo spunto da una rivista ed apportando qualche modifica qua e là.

Ne vengono fuori queste piccole tortine. Guscio integrale, farcia con vellutata di pisellini nella quale si nascondono piccole olive taggiasche che conferiscono la giusta sapidità ad un ripieno altrimenti troppo dolce. Un topping croccante ed elegante con tante lamelle di mandorle sovrapposte.

Purtroppo ho realizzato tardi (quando cioè erano rimaste solo poche briciole nei piatti e scarsissima luce per fare le foto) di non averne tagliata una fetta così da mostrarvi l’interno…se andate però a sbirciare l’ultima foto del post vi accorgete che le olive ci sono! In compenso, vi regalo un primo piano dei miei adorati pisellini.

piccole brisée integrali con crema di piselli, mandorle e olive taggiasche

Ne ho preparata anche una per la pulce senza olive e mandorle ma con una grande stella sopra (che ha mirato e rimirato prima di addentarla e sbriciolarla sul pianale del seggiolone) e tanti pisellini intorno a fare il giro-girotondo

piccole brisée integrali con crema di piselli, mandorle e olive taggiasche

PICCOLE BRISEE INTEGRALI CON CREMA DI PISELLINI, MANDORLE E OLIVE (per 3 tortine)

per la brisée:

  • 150 gr di farina integrale biologica macinata a pietra
  • 50 ml di olio extravergine di oliva
  • 35 ml di acqua (a temperatura ambiente)
  • sale

per il ripieno:

  • 200 gr di pisellini freschi già sgranati
  • 1 uovo piccolo (per una versione vegana si può omettere o utilizzare un altro ‘legante’ consentito)
  • brodo vegetale
  • 20-25 olive taggiasche denocciolate sott’olio (scolate)
  • sale (e pepe)

per decorare:

  • 25 gr di mandorle a lamelle

Preparate la brisée. Versate la farina a fontana su un piano di lavoro ed unite l’olio e un pizzico di sale. Iniziate ad impastare aggiungendo gradualmente l’acqua (la quantità indicata è solo indicativa in quanto dipende dalla forza della farina e dal suo grado di umidità) fino ad ottenere una palla (avendo utilizzato solo farina integrale macinata a pietra la mia aveva un aspetto un po’ ruvido). Coprite con la pellicola e mettete in frigo a rassodare per almeno 30 minuti.

Preparate il ripieno. Nel frattempo lessate i piselli nel brodo vegetale per 10-12 minuti. Scolateli, lasciando da parte il brodo e lasciateli raffreddare. Frullateli a questo punto in un minipimer con un po’ del loro brodo e regolate di sale e pepe. Unite quindi l’uovo e mescolate per amalgamare bene.

Farcite e cuocete. Stendete l’impasto e ricopritevi gli stampini che avete scelto, distribuite sul fondo le olive taggiasche e ricoprite con la crema di pisellini quindi con le mandorle a lamelle. Se vi avanza l’impasto potete preparare delle striscioline e decorare come fosse una crostata.

Infornate a 180° per 25 minuti circa (la mandorle dovranno risultare leggermente dorate).

Servite tiepide o fredde.

***

MINI-TARTS WITH WHOLE-WHEAT CRUST, SMALL PEAS AND OLIVES FILLING AND ALMOND TOPPING (serving 3)

for the crust:

  • 150 gr bio stone-ground whole-wheat flour
  • 50 ml extravirgin olive oil
  • 35 ml water (room temperature)
  • salt

per il filling:

  • 200 gr small fresh peas (shelled)
  • 1 small egg
  • vegetable stock
  • 20-25 pitted taggiasche olives in oil (strained)
  • salt (and pepper)

for the topping

  • 25 gr sliced almonds

Prepare the crust. On a working surface combine the flour and the oil and season with a pinch of salt. Mix together then add little by little water (the amount you need may depend by the flour strenght or its humidity) until you obtain a ball. Cover with plastic wrap and refrigerate for 30 minutes to rest.

Prepare the filling. During the rest time, boil peas in vegetable stock for 10 to 12 minutes. Strain, leaving apart the stock, and cool. Put the peas in the bowl of a food processor with some of the reserved stock and pulse until you have a creamy crush. Season with salt and  pepper (optional) an add the egg. Mix until well combined.

Fill the tart and cook. Preheat the oven to 350° F. Roll out the dough in the baking pans you have chosen, spread the olives at the base and cover with pea crush and sliced almonds.

Cook for 25 minutes (until the crust is firm and almonds are golden brown).

Serve warm or chilled.

piccole brisée integrali con crema di piselli, mandorle e olive taggiasche

Con questa ricetta partecipo alla raccolta ‘Integralmente’ del blog Gocce d’aria

integralmente-rid_6e8df92630b962307af8bacb756505d6

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Sapore di mediterraneo’ del blog

DSCN6665

al contest ‘Strati su strati’ del blog La cuoca per gioco

strati-su-strati[1]

e al contest ‘Colori d’estate’ del blog Silvia ai fornelli

estate--spiaggia--sfondo-ma[1]