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Faenza-Firenze, 100 km di salite tortuose che, lasciato il Passo della Colla, cambiano pendenza e divengono tornanti via via più dolci. Un po’ di subbuglio, anche per lo stomaco più forte, ripagato però da un panorama mozzafiato su una delle città più belle e ricche di cultura del nostro paese.
Faenza-Firenze (e ritorno) in un tranquillo sabato di ottobre per incontrare Alice e, vista l’occasione, dare il nostro contributo a Kissotto. Quattro chiacchiere davanti ad un bicchiere di vino rosso, un piatto di ravioli alla mugellese divorati dalla pulce, gli immancabili fagioli cannellini ed i crostini toscani, l’ilarità del cameriere a fare da contorno ad un pranzo consumato con tranquillità, per conoscersi meglio e raccontarsi un po’ più di quanto non si faccia tramite il blog.
(Mancava in realtà una persona che non ho mai incontrato ma che mi sembra di conoscere da tempo. Spero non mancherà presto occasione di trovarsi anche con lei e di guardarsi negli occhi ridendo, perché è così che immagino il nostro incontro).
Vi lascio una ricettina preparata la scorsa settimana di fronte all’ennesimo dilemma del cosa preparare per cena. L’idea mi è venuta vedendo il post di Aria.
Molte di voi l’avranno già mangiata ma per chi non la conosce la farinata è una focaccia dal colore giallognolo, tipica della cucina ligure, fatta con farina di ceci allungata in acqua e olio ed aromatizzata con rosmarino. Potete mangiarla al posto del pane (noi ci abbiamo spalmato sopra del freschissimo squacquerone di Romagna) oppure accompagnarla ad un semplice piatto di verdure visto l’elevato contenuto proteico. Si può facilmente congelare e tirare fuori un po’ prima di portarla in tavola, avendo cura di riscaldarla.
Ho seguito la ricetta di Aria confrontandola con quella riportata nella confezione di farina di ceci che ho comprato al negozio biologico e ne è venuta fuori una ricetta di compromesso. Ho infatti fatto riposare la pastella tutta la notte e l’ho allungata con la quantità di acqua che a me è sembrato bastare per renderla cremosa (per intenderci un po’ più densa dell’impasto delle crépes).
Mentre voi vi guardate la ricetta io aspetto i commenti (e magari qualche critica) di Carla Emilia e di Monica, genovesi doc!
FARINATA (per una teglia da cm 37×26)
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250 gr di farina di ceci biologica
- 350 ml di acqua
- 1/2 bicchiere di olio extravergine di oliva
- fiocchi di sale
- un rametto di rosmarino
In una ciotola setacciate la farina di ceci ed unite gradualmente l’acqua e quindi l’olio girando con una frusta in modo da amalgamare e sciogliere gli eventuali grumi. Salate (e pepate se vi piace).
Coprite con la pellicola o con un piatto e lasciate riposare l’impasto qualche ora (meglio se tutta la notte).
Il giorno successivo, ricoprite una teglia con carta da forno e distribuitevi sopra la pastella. Battete leggermente lungo i bordi per livellare l’impasto ed evitare la formazione di bolle d’aria.
Spolverate la superficie con fiocchi di sale e foglie di rosmarino (volendo potete lucidarla con un po’ di olio).
Infornate a 200° C per mezz’ora circa, fino a quando la superficie inizierà a dorare. Lasciate riposare per qualche minuto quindi trasferite su un tagliere.
Vi consiglio di mangiarla tiepida.
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LIGURIAN CHICKPEA FLATBREAD (making a 37×26 cm pancake)
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250 gr organic chickpea flour
- 350 ml water
- 1/2 cup extravirgin olive oil
- salt flakes
- fresh rosemary
In a bowl sift chickpea flour and slowly add water then oil, whisking to eliminate lumps. Season with salt (pepper is optional).
Cover with plastic wrap or a plate and let it rest for a few hours (even better all night long).
The day after preheat the oven to 400° F. Cover a rimmed baking pan with parchment paper and pour in the batter, beating it lighty on the edges to level and prevent from air-bubbles to form.
Sprinkle top with salt flakes and rosemary. You can even give a drizzle of oil on top.
Bake for 30 minutes or until the top starts to become lightly brown.
Allow to set for a few minutes then trasfer to a cutting board.
Best served warm.