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Albicocche al cartoccio…su www.lagreg.it | Parcel-roasted apricots… on www.lagreg.it

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Vi lascio un’anteprima del dolcino di oggi…

Buona giornata a tutti!

albicocche al cartoccio

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Ciao,

Silvia

Sorbetto di melone e basilico [e che trasloco sia…]

L’idea mi frullava per la testa da un pò…poi il caso ha voluto che conoscessi lui e che decidessi in un battibaleno che il regalo che avrei fatto a me stessa per il 40° compleanno sarebbe stato un nuovo blog…tutto mio.

Dopo aver fatto impazzire Carlo con le mie richieste e dopo un lavoro certosino di recupero dell’archivio delle vecchie ricette, da oggi troverete i miei racconti su www.lagreg.it.

Vi aspetto tutti nella nuova casetta con un rinfrescante sorbetto di benvenuto, veloce e semplice da fare!

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Moving to my new blog www.lagreg.it…and welcoming you with a refreshing, fast and easy sorbet.

sorbetto di melone e basilico1 (3)

Petit pots au chocolat [au lait]

petit pots au chocolat

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Valigie disfatte! Lavatrici stese! Ora mi tocca stirare…ma non sò sinceramente da dove iniziare!

I teli, i costumi e le canotte ritornate dalla vacanza e scaricate a mò di spazzatura nel bagno di servizio (insieme a qualche etto di sabbia), dopo il lavaggio si sono sommati ad un paio di ceste che prima della partenza non sono proprio riuscita ad affrontare…..col risultato che oggi mi ritrovo con una vera e propria montagna di vestiti da stirare!

Mentre io mi faccio coraggio e posiziono il tavolo da stiro a portata di condizionatore, vi lascio una ricettina facilissima e velocissima preparata per la merenda della pulce (pensate un po’ che ho utilizzato il cioccolato al latte rimasto dall’uovo di Pasqua che ha soggiornato finora in frigo perché, con la temperatura della mia cucina mansardata, in dispensa si sarebbe sciolto già da un po’).

Questa ricetta, a differenza di tante altre, non contiene uova e non prevede cottura in forno; io per renderla più leggera ho sostituito la panna utilizzando solo latte fresco intero di alta qualità.

Avrei voluto guarnire i vasetti con un coulis di fragoline di bosco appena raccolte dietro casa ma riducendole in purea il loro colore rosso vivo è diventato un marroncino chiaro che avrebbe fatto a cazzotti con il colore già pallido della mousse cosicché all’ultimo l’ho decorata con quello che ho trovato…ricotta di bufala, mandorle tostate e una colata di cioccolato al latte.

Altro che budino con le macchie!

petit pots au chocolat 4

petit pots au chocolat 2

PETIT POTS AU CHOCOLAT AU LAIT (per 5-6 porzioni…dipende dalla dimensione dei vasetti che utilizzate)

liberamente adattata da questa ricetta del blog Lo Spelucchino

  • 500 ml di latte fresco intero (oppure 250 ml di latte e 250ml di panna)
  • 50 gr di zucchero di canna chiaro
  • 70 gr di cioccolato al latte (o fondente)
  • 18 gr di amido di mais

per guarnire:

  • ricotta di bufala
  • zucchero a velo
  • mandorle tostate
  • cioccolato al latte fuso (in microonde o bagnomaria)

In un pentolino mettete il latte e lo zucchero, portate a bollore e togliete dal fuoco.

Prelevate due/tre cucchiai di latte caldo e versateli in una ciotola nella quale avrete messo la maizena setacciata; mescolate bene con una frusta, per evitare la formazione di grumi, aggiungendo a poco a poco dell’altro latte e in modo da ottenere una crema che poi verserete nel pentolino con il latte caldo.

Rimettete sul fuoco, con fiamma dolce, e riportate a bollore; lasciate cuocere 4-5 minuti fino a quando la crema comincerà ad addensare. Versate il cioccolato, allontanatevi dal fuoco e fatelo sciogliere velocemente rimestando in continuazione con la frusta.

Distribuite nei vasetti (per me quelli di vetro dello yogurt, precedentemente lavati con acqua molto calda), lasciate intiepidire e trasferite in frigo per almeno due ore.

Prima di servire guarnite i vasetti con ricotta di bufala zuccherata a piacere, mandorle tostate tritate e cioccolato al latte fuso.

petit pots au chocolat 1

PETIT POTS AU CHOCOLAT AU LAIT (serving 5-6 according to jars dimension)

  • 500 ml fresh whole milk (or 250 ml milk and 250ml fresh cream)
  • 50 gr white cane sugar
  • 70 gr milk chocolate (or dark)
  • 18 gr corn starch

for topping:

  • buffalo ricotta cheese
  • powdered sugar
  • toasted almonds (chopped)
  • melted milk chocolate

In a saucepan put milk and sugar and bring to a boil.

Put sifted cornstarch into a bowl and pour over 2/3 tablespoons of hot milk; mix well with a whisk, to avoid lumps, adding at thin stream more milk until obtaining a cream that you will pour over hot milk.

Return on fire, on gentle heat, and bring again to a boil; cook for 4-5 minutes until cream begins to thicken. Mix in the chocolate and let melt quickly by stirring constantly with a whisk.

Pour chocolate cream into glass jars (previously washed with hot water), let cool and transfer in the fridge for at least two hours.

Before serving, take petit pots out of the fridge and garnish with buffalo ricotta cheese (sweetened to taste), chopped toasted almonds and melted milk chocolate.

***

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Purchè sia dolce’ del blog Dolci per passione…salati per amore

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Autoproduzione al via…yogurt greco fatto in casa {senza yogurtiera}

yogurt greco, mango e mandorle 5

yogurt greco, mango e mandorle 6

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Non so voi, ma per me la bella stagione arriva quando posso finalmente starmene in casa senza calzini…passando da quelli felpatoni che uso in pieno inverno, tirati fin sopra i pantaloni (non sia mai che vi sia uno spiffero d’aria!), a quelli di spugna leggera per le mezze stagioni.

Il rispolvero dell’infradito coincide normalmente con una ventata di freschezza e leggerezza anche in cucina…salvo poi dover festeggiare il compleanno di una persona particolarmente golosa e dover impastare uova, burro e cioccolata con 23° in casa….ma di questo vi parlerò a breve!

Se d’inverno non posso rinunciare al mio cappuccino bollente, d’estate mangio yogurt bianco a go-go con frutta fresca a pezzettoni e cereali/frutta secca (come dimostra il bicchierone sotto) o bevo del latte freddo.

yogurt greco, mango e mandorle 1

yogurt greco, mango e mandorle 2

Quest’anno (complice il meraviglioso post di An Lullaby di qualche giorno fa) ho deciso che lo yogurt me lo sarei fatta in casa…senza yogurtiera!

Nulla di più facile…vi occorreranno due soli ingredienti:

1) latte fresco intero di alta qualità,

2) yogurt bianco, al naturale, o greco fatto con latte di alta qualità

 + una pentola, dei barattolini di vetro ed un termometro (anche se in realtà la prova dito andrà bene lo stesso).

Curiose di scoprire come preparare in casa uno yogurt denso e a prova di cucchiaino? Seguitemi passo passo…

yogurt greco, mango e mandorle 4

YOGURT GRECO FATTO IN CASA

  • 1 litro di latte fresco intero di alta qualità
  • 125 ml (o anche di più) di yogurt bianco naturale fatto con latte di alta qualità o direttamente yogurt greco (ho aggiornato il post specificando che è preferibile l’utilizzo dello yogurt greco perché dopo alcuni tentativi ho notato che nel caso si utilizzi come starter lo yogurt naturale il giorno successivo lo yogurt tende a diventare liquido e rilasciare molto siero)

Versate il latte in una pentola ben pulita e sterilizzata e portare a 90°C (stadio che equivale alla formazione di una patina sulla superficie). Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare fino alla temperatura di 38-40°C (che equivale a potervi immergere il dito senza scottarvi).

Accendete il forno al minimo per pochi minuti e spegnetelo, lasciando solo la luce accesa. Versate lo yogurt in un contenitore di vetro,  aggiungetevi qualche cucchiaio di latte e (con un cucchiaio pulito) mescolate accuratamente ma con delicatezza. Questo passaggio è fondamentale perché mantenendo vivi i fermenti vi assicura uno yogurt compatto. Versate a questo punto il restante latte senza mescolare dopodiché versate in dei barattoli di vetro precedentemente sterilizzati e chiudeteli ermeticamente (se vedete nel latte dei grumi di yogurt significa che il procedimento è stato correttamente eseguito; cercate di distribuire questi grumi, che tenderanno ad andare a fondo, nei diversi vasetti).

Mettete i vasetti in una pentola capiente e ricopriteli di acqua tiepida appena sotto il loro tappo dopodiché trasferite nel forno spento con la luce accesa.

Lasciate riposare lo yogurt al caldo per circa 12-18 ore (maggiore il tempo, maggiore ne risulterà la consistenza).  prima di trasferire i vasetti in frigorifero a raffreddare per un paio d’ore.

Lo yogurt si conserva in frigo per circa 8-10 giorni. Ricordate di non mangiarlo tutto e di tenerne da parte 3 cucchiai: vi serviranno per realizzare il prossimo yogurt che sarà ancora più buono del primo. Dopo 5-6 volte sarà comunque necessario aggiungere del nuovo yogurt acquistato in quanto i fermenti avranno perso la loro forza e lo yogurt diverrà gradualmente meno consistente.

In superficie tenderà a formarsi del siero che se mescolato allo yogurt lo renderà meno denso; per uno yogurt più compatto vi consiglio di eliminarlo prima di consumarlo.

Facile no? Visto che le foto talvolta aiutano vi segnalo questo altro articolo nel quale potete trovare tutti i fotogrammi del procedimento.

yogurt greco, mango e mandorle

HOMEMADE GREEK YOGURT

  • 1 lt high quality whole fresh milk
  • 125 ml  high quality plain yogurt or greek yogurt

Heat the milk in a large sterilized saucepan over medium-low heat until it reaches 90° C. Remove from the heat and let cool to 38-40° C.

Heat the oven at the minimum temperature then turn it off leaving the light on.

In a glass mug pour the yogurt then add a few tablespoons of the milk; mix thoroughly but gently using a clean spoon (this step is crucial to develop active cultures and to obtain a thick yogurt). Pour the remaining milk without stirring then transfer into previously sterilized glass jars and seal tightly (you should see lumps in the milk, this meaning the procedure was successful; as they go to the bottom, try to distribute lumps in the different jars).

Put the jars in a large pot and cover with warm water just below the cap then transfer in the oven.

Let stand for about 12-18 hours (the longer the time, the greater will be the thickness) before transferring in the refrigerator to chill for a couple of hours.

The yogurt should be eaten within 8-10 days; remember not to eat it all and reserve 3 tablespoons for the next yogurt production, that would be even better. After 5-6 times you will need to add purchased yogurt  as active cultures will have lost their strength and yogurt will gradually become less consistent.

You should notice some serum on the yogurt surface; if you mix it in, the yogurt will result less dense; if you desire a tart yogurt just discard it.

La crema catalana…e la piccola pulce alla scoperta di Barcellona

crema catalana

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A casa nostra le valigie sono sempre a portata di mano. Ognuno ha il suo trolley che funge praticamente da scendiletto e che a ritmo regolare viene riempito e vuotato di pigiama, vestiti, beautycase, caricatori, libri di cucina e giocattoli.

Il più simpatico è quello della pulce a forma di coccodrillo, con il quale è sbarcato la scorsa settimana in terra catalana.

Il mio primo ed unico sbarco a Barcellona risale invece al lontano 1993 in occasione della gita di fine anno della quinta D Ragioneria. Pochi e vaghi ricordi… la caotica rambla, il grande magazzino El Corte Englais, la partita di pallone del Barça all’ultimo anello dello stadio (come alternativa ad uno spettacolo di flamenco in compagnia del preside), un albergo modesto ed un cibo a dir poco orribile a base di puré in busta.

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Questa volta è stata diversa, complice la ristrutturazione obbligata dalle Olimpiadi che l’hanno trasformata e resa una delle città europee più ambite da giovani e famiglie, ma complice altresì una maturità da prossima (ahimè) quarantenne che mi ha fatto apprezzare aspetti del tutto trascurati in fase post-adolescenziale.

Dimenticatevi i weekend romantici da piccioncini e le uscite con gli amici a far baldoria…perché qui si è trattato di pianificare una vacanza a prova di due-enne.

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Voli con partenze/rientri ad orari accettabili, trasferimento in taxi dall’aeroporto (almeno all’andata) per evitare di incollarsi valigie, passeggino, bagagli a mano e peluche per qualche kilometro e sentirsi cento occhi addosso, appartamento (in centro…a El Born che poi si è rivelato il quartiere più cool della città) al posto dell’albergo per evitare di rinchiudere la pulce in una micro-stanza ma soprattutto per assecondare eventuali sue richieste di latte serali. Pranzi e cene ad orari consoni con le nostre abitudini (tanto per fortuna ci sono sempre gli inglesi che si siedono a tavola prima di noi!), parco giochi e zoo al posto del Museo di Picasso. Non ci siamo fatti mancare nulla….persino un bagnetto al mare con tanto di primo nudo della stagione (chi mi segue in Instagram sa…). Se non per la fatica che abbiamo fatto, merita di essere ricordata anche la scarpinata in passeggino al Park Güell a vedere le creazioni di Gaudì approfittando di un lunghissimo pisolino pomeridiano della pulce.

barcellona 6

Se dovessi dirvi le cose che più mi hanno colpito inizierei con la presenza di polizia praticamente ovunque…pattuglie, furgoni anti-sommossa, poliziotti a cavallo e persino in bici e calzoni corti! Non vi nascondo che ciò ci ha fatto sentire protetti anche nei bui vicoletti de El Raval che in certi anfratti ci hanno ricordato i Quartieri Spagnoli di Napoli.

Un merito va anche agli architetti che si sono occupati dell’urbanistica della città e che l’hanno resa libera da barriere architettoniche, davvero noiose per chi scorrazza in passeggino o peggio ancora si muove in carrozzella.

A parte qualche piccola eccezione, abbiamo notato anche la pulizia (che nei quartieri poco turistici come il nostro dimostra il rispetto degli abitanti per la loro città)…uscendo da casa la mattina presto, più di una volta abbiamo dovuto fare la gincana tra li addetti intenti a pulire con l’idrante strade e stradine.

I trasporti sono efficienti e la metro fitta come a Milano…anche se noi non facciamo testo perché ci piace girare a piedi ed anche questa volta 7-8 km al giorno non ce li ha tolti nessuno.  Nonostante il caldo è comunque difficile affaticarsi perché ci sono ovunque luoghi verdi dove riposarsi, piazze alberate con fontane dove fare scorta di acqua  e soprattutto piccole aree gioco per i piccoli…che non potete immaginare quanto siano state utili!

barcellona 1

barcellona 2

Se dovessi consigliarvi i luoghi e le cose da non perdere

(iniziamo con il cibo visto che siamo pur sempre in un blog di cucina)

–  tapas e cerveza…io prima di partire mi sono affidata ai consigli di un’amica spagnola conosciuta di recente ma ho notato che molti dei locali da lei suggeritimi sono segnalati nella guida pocket della Lonely Planet…le tapas andrebbero consumate come aperitivo ed accompagnate in alternativa da vermouth (un po’ più dolce del nostro) o da sangria…noi ci siamo fatti stuzzicare più di una volta dalla loro varietà ed abbiamo finito per pasteggiarci;

– buona anche la paella che però mi hanno consigliato di mangiare nella sua città di origine che è Valencia (sarebbe come mangiare gli spaghetti cacio e pepe a Venezia!); a Barcellona è diffusa la fideuà una specialità simile alla paella a base di pasta lunga (che però abbiamo evitato perchè l’effetto stracotto non ci piace),

– il pane ve lo fanno pagare e spesso vi portano pan con tomate cioè pane bruscato bagnato con pomodoro,

– prodotti del mare e della terra si fondono insieme in alcune ricette…se per mangiare pesce è consigliato addentrarsi nella Barceloneta, l’antico e suggestivo quartiere dei pescatori, la carne si trova un po’ ovunque; noi abbiamo mangiato un ottimo solomillo di vedella (lombo di manzo) con patas bravas (patate lesse ripassate in padella con paprika dolce) in un ristorantino vicino casa,

– piccoli supermercati si trovano ovunque però per un’esperienza visiva e sensoriale unica vi consiglio un giro al Mercat de la Boqueria il cui ingresso è lungo la Rambla…se vi addentrate durante le ore centrali della giornata farete fatica a camminare per quanta gente del luogo e turisti si ritrovino qui per mangiare, acquistare un succo di frutta appena spremuto con frutta tropicale ai più sconosciuta o semplicemente per fotografare banchi traboccanti di pesce, frutta, peperoncini e spezie!!

– visto che l’abbiamo nominata la Rambla è sempre la Rambla però a mio dire non ha nulla di speciale…se poi vi convincete a passeggiare lungo questo viale alberato (con un’aria oltremodo irrespirabile visto il caotico traffico cittadino ai lati) durante la tarda mattina o il primo pomeriggio vi ritroverete in un fiume di persone che spingono, si accostano (obbligandovi a tenere le borse strette) e tentano di vendervi di tutto…piuttosto arrivate in fondo, attraversate la strada e percorrete la Rambla del Mar…qui riuscirete a godervi il sole, il mare ed a recuperare le forze per la successiva escursione,

– dedicate se riuscite una giornata alla Ribera ed in particolare a El Born…le sue piazze e viuzze costituivano il centro nevralgico della città nel Medioevo e negli ultimi tempi, dopo decenni di degrado, sono state valorizzate e ripulite…perdetevi nelle botteghe ricolme di spezie e decine di barattoli di olive (mai viste così tante!), nei negozi di giovani artisti che realizzano vestiti e gioielli, passeggiate lungo il Passeig del Born prima di far visita alla Eglésia de Santa Maria del Mar. Visitate il Museu Picasso (che noi per ovvie ragioni non abbiamo visto) e gli scavi della Barcellona del 1700 prima di spostarvi al Parc de la Ciutadella e, se avete bimbi al seguito, all’attiguo Zoo che si estende su una superficie di 13 ettari.

– non perdetevi il lungomare della Barceloneta…le spiagge sono meglio attrezzate di quella di Rimini ed hanno alle spalle una lunga passeggiata adornata di palme che vi conduce dal cuore del vecchio villaggio di pescatori sino al Port Olimpic. Sculture d’avanguardia, parchi, locali frequentati fino a notte fonda (per chi se lo può permettere!),

– visitare Barcellona vuol dire ammirare anche le stravaganti opere di Gaudì al Park Güell oppure lungo il Passeig de Gràcia (Casa Batllò e La Pedrera la cui facciata è attualmente in restauro) e gli edifici in gotico catalano (La Catedral, il Museu Picasso, l’Eglésia de Santa Maria del Mar) che si distinguono dalle costruzioni dello stesso periodo presenti nel resto d’Europa per i decori più misurati e per la predilezione per l’ampiezza rispetto all’altezza,

– simbolo di Barcellona, nonchè attrazione turistica più visitata dell’intera Spagna, è la Sagrada Familia edificio unico nel suo genere e cantiere aperto da più di un secolo. Gaudì ne iniziò la costruzione agli inizi del 1900 ed il ricco simbolismo che la contraddistingue sia all’esterno che all’interno rappresenterebbe l’espiazione dei peccati di modernità della città. Non siamo entrati perchè la fila alla biglietteria era troppo lunga anche se poi abbiamo scoperto che i biglietti potevano essere comprati in anticipo.

Ci sarebbero state tante altre attrazioni da visitare a partire da Plaza de España e le sue fontane pirotecniche ma l’aereo di ritorno ci aspettava. Torneremo presto…

***

Quale occasione migliore per proporvi la ricetta della crema catalana che rappresenta internazionalmente questa città e che costituisce una versione più delicata della créme brulée.

L’abbiamo mangiata in un paio di occasioni ma quella che vi propongo oggi ha decisamente una marcia in più.

Nulla di difficile…anzi a dirla tutta le dosi (che vengono da questo sito spagnolo) corrispondono a quelle della crema di mia suocera che mangiamo spesso la domenica sopra uno strato di savoiardi bagnati con caffè o archémes…la differenza (e che differenza) la fa la cannella che le conferisce un sapore unico. Provare per credere!

crema catalana 2

LA CREMA CATALANA (dose per 6 cocottine piccole)

  • 500 ml di latte fresco intero
  • 125 gr di zucchero semolato (ma si potrebbe usare anche di canna)
  • scorza di mezzo limone biologico
  • una stecca di cannella (facoltativa ma vi consiglio vivamente di metterla)
  • 3 tuorli d’uovo
  • 40 gr di amido di mais
  • zucchero di canna per la crosticina

In una casseruola dal fondo spesso riscaldate 375 ml di latte con la scorza di limone, la cannella e la metà dello zucchero. Quando arriva a bollore spegnete.
In una ciotola sbattete i tuorli d’uovo con il restante zucchero, unite l’amido di mais e il restante latte  fino ad ottenere un composto senza grumi. Versatevi a filo il latte caldo e battete con una frusta per evitare che le uova straccino.

Riversate tutto il composto nella casseruola e ritornate su fuoco medio mescolando senza interruzione per evitare che attachi al fondo. Saranno necessari pochi minuti, quando la crema comincia ad ispessire spegnete ed allontanatevi dal fuoco.

Versare la crema nelle cocottine o stampi prescelti, fate intiepidire dopodiché coprite con pellicola (evita la formazione della crosticina) e trasferite in frigorifero per almeno 8 ore. Al momento di servire, spolverate la superficie delle cocottine con zucchero di canna e bruciate con un fornelletto oppure passate per qualche minuto sotto il grill del forno.

Servite subito.

crema catalana 1

CREMA CATALANA (serves 6)

  • 500 ml fresh whole milk
  • 125 gr sugar (even white cane sugar)
  • rind from 1/2 organic lemon
  • cinnamon pod (optional but I suggest you not to omit)
  • 3 egg yolks
  • 40 gr corn starch
  • cane sugar for topping

In a heavy pan heat 375ml of milk, lemon rind, cinnamon pod and half the amount of sugar. When it comes to a boil turn off the heat.

Meanwhile in a bowl beat the egg yolks with the reserved sugar, combine the starch and the remaining milk with a wisk to avoid lumps. Pour in little by little the hot milk whisking thoroughly not to cook the eggs and having an omelette as a result.

Transfer again in the heavy pan setting on medium heat and stir continuously to avoid sticking. After a few minutes the mixture should start to thicken. Remove from the heat right away.

Pour the cream into individual dishes or ramekins, cover with cling film (to prevent a skin from forming) and let cool before placing into the fridge for at least 8 hours.

At serving time, remove the cling film, sprinkle the top of each ramekin with cane sugar and caramelise with a blowtorch or under the grill.

Serve immediately. 

Padellata di triglie al limone e pepe rosa…e le scadenze di fine mese

triglie al limone e pepe rosa

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Settimana intensa questa per il mio blogghino…non ho avuto così tante scadenze nemmeno quando lavoravo! Prima è toccato al pane alle olive e acciughe per Panissimo, poi è stata la volta della crescia sfojata per la prima partecipazione all’MtChallenge; oggi che è venerdì mi scapicollo corro per pubblicare una ricettina per Stefania e per il suo Gluten Free Friday.

100% Gluten Free (Fri)Day

Se non sopportate il pesce avrete già aperto e richiuso all’istante la pagina, magari per ritornarvi e curiosare sul prossimo post; se invece lo mangiate ma la triglia non vi fa proprio impazzire vi consiglio di restare e almeno leggere la ricettina, peraltro semplicissima…non sia mai che vi venga voglia di correre dal vostro pescivendolo. Se mangiate pesce ed adorate la triglia (come la sottoscritta) vi consiglio invece vivamente di provare questo piatto dai sapori straordinari.

L’idea l’ho trovata in un libro di Slow Food ‘Ricette di osterie e di porti marchigiani’, che ahimè mi rendo conto di aver sfogliato pochissimo! La padellata che vi regalo oggi è uno dei piatti proposti dai pescatori di San Benedetto del Tronto che custodiscono in seno all’Associazione dei pescatori anziani ed alla Cooperativa di pescatori di pesce azzurro ricette introvabili altrove. Ricette nate per caso, per consumare magari quello che il mare ha donato e che non si è riuscito a vendere. Oppure ricette nate a bordo dalla fantasia dei pescatori che, in mare per qualche giorno, dovevano arrangiarsi senza molte pretese.

Pochissimi ingredienti ma di qualità. Pesce freschissimo, triglie preferibilmente di scoglio pi prelibate di quelle di fango (ora le trovate facilmente in pescheria ad un buon prezzo). Limoni non trattati, i miei vengono dal carico di agrumi siciliani che ci ha visti sommergere da tarocco, clementine ed il famoso avocado. Pepe rosa, quello del supermercato ahimè almeno fino a quando non troverò una drogheria di fiducia che mi garantisca la provenienza di questa spezia così profumata e adorabilmente pandant con la liviera delle triglie.

triglie al limone e pepe rosa

triglie al limone e pepe rosa

Non mi resta che lasciarvi la ricetta ed augurarvi un buon fine settimana.

PADELLATA DI TRIGLIE AL LIMONE E PEPE ROSA (per 4 persone)

  • 900 gr di triglie (preferibilmente di scoglio) di piccole/medie dimensioni
  • un ciuffo di prezzemolo
  • 3 limoni non trattati
  • uno spicchio d’aglio (facoltativo)
  • olio extravergine
  • sale
  • pepe rosa

Pulite le triglie togliendo le squame e le interiora (io ho tolto anche le teste), sciacquatele bene e disponetele in un tegame (se preferite potete utilizzare direttamente i filetti di pesce ricavati da voi o preparati dal vostro pescivendolo). Spremete un limone ed irroratele con il suo succo, unite olio extravergine, l’aglio ed il prezzemolo tritati.

Salate e coprite completamente il pesce con fettine sottili di limone. Cospargete con bacche di pepe rosa leggermente schiacciate.

Coprite il tegame con un coperchio e lasciate cuocere a calore moderato per una quindicina di minuti.

Servite caldo.triglie al limone e pepe rosa

PAN OF LEMONY RED MULLETS WITH PINK PEPPERCORN (serving 4)

• 900 grams of red mullets of small / medium size
• a sprig of parsley
• 3 organic lemons
• a clove of garlic (optional)
• extravirgin olive oil
• salt
• pink peppercorn

Clean the red mullets by removing their scales and entrails (I also removed the heads), rinse well in water and place in a pan (otherwise ask your fishmonger to fillet and pinbone the fish). Squeeze lemon juice and sprinkle over the fish, then add the oil, the garlic and the parsley (roughly chopped).

Season with salt and tightly cover the fish with thin slices of lemon. Sprinkle with pink peppercorns slightly crushed.

Cover the pan with a lid and cook over moderate heat for about fifteen minutes.

Serve immediately.

Miglio al pesto di avocado e pistacchi con verdurine al gomasio {br..br..brividi!}

miglio al pesto di avocado e pistacchi(scroll down for english version)

Probabilmente leggendo il titolo vi saranno venuti i brividi…di freddo!

Ma vi assicuro che quando, qualche giorno fa, ho preparato questo piattino si stava piacevolmente fuori in maniche di camicia.

Purtroppo in pochissime ore siamo stati ricatapultati in inverno…non ne posso davvero più di freddo pungente, umidità e nebbia…..di capelli arruffati, di ombrelli e ombrellini sparsi per la macchina, di impronte di scarponi e scarpine all’ingresso di casa, di pigri pomeriggi trascorsi sul divano.

Anche la natura brama, come noi, l’arrivo della primavera. Il prato si è ricoperto timidamente di un letto di candide margheritine, le ortensie e il pesco mostrano orgogliosi le prime gemme. All’albicocco son bastati pochi giorni di sole per arricchirsi di una rigogliosa fioritura. E se ora arrivano le gelate?  Mio suocero mi tranquillizza dicendomi che fintanto che ci sono solo fiori alla pianta non accade nulla; se invece l’albicocco porta già i frutti son dolori…per lui e per noi che non riusciremo a mangiarli (ne riparleremo a luglio).

miglio al pesto di avocado e pistacchi

Il tepore che è entrato in casa attraverso i finestroni della cucina mi ha fatto dimenticare per un giorno di teglie di pasta al forno e zuppe corroboranti (e persino dei bomboloni di Carnevale!). E quando dalla dispensa è magicamente uscito un pacchetto di miglio ancora intatto ho deciso che sarebbe stata pasta tiepida (…mangiata regolarmente fredda dopo lo scatto delle foto).

Una vera sorpresa in bocca, tutte quelle palline color giallo paglierino che cuocendo scoppiano e si aprono, pur restando croccanti. Mi documento un po’ (lo stare in casa ha almeno questi vantaggi) e scopro che il miglio è ricco di sali minerali e di preziosi amminoacidi; contiene vitamine dei gruppi A, B e E e, se decorticato, è privo di glutine. E’ inoltre un valido alleato di pelle, capelli ed unghie oltre ad avere un elevato potere diuretico. Chissà quando ci convinceremo del tutto che il cibo è salute! E che con il cibo ci possiamo curare.

Adesso ci spieghi però come ti è saltato in mente di condirlo con l’avocado. La colpa è del Gas locale che quando ha aperto il secondo ordine della stagione di agrumi, ha proposto un nuovo fornitore che accanto ai classici tarocco, clementine e mandaranci commercializza, senza ricarica, gli avocado prodotti dal Consorzio di agricoltori Galline felici. Mi son fatta tentare (voi no al mio posto?) ed è così che mi son ritrovata con 3 chili di questi frutti che si sono presto adattati al clima della nostra splendida Sicilia fino a farla diventare la principale produttrice del bacino del Mediterraneo.

miglio al pesto di avocado e pistacchi

I pistacchi a questo punto non potevano non starci (peccato solo non aver quelli di Bronte).

La salsa (parlare di pesto forse è esagerato e non rispettoso nei confronti del Signor basilico) è facilissima da fare e si prepara, con minipimer alla mano, in 2 minuti di orologio.

Io dovendo far fuori un finocchio e qualche carota, abbandonati in frigo da qualche giorno, ho messo anche quelli nel piatto dopo averli conditi con gomasio alle alghe e cotti per pochi minuti nel microonde.

miglio al pesto di avocado e pistacchi (26)

Questa ricetta la dedico a Stefania (ed a tutte le persone celiache) che il venerdì ci aspetta con tante ricettine adatte anche a coloro che purtroppo devono rinunciare ai cibi glutinosi.

100% Gluten Free (Fri)Day

MIGLIO AL PESTO DI AVOCADO E PISTACCHI CON VERDURINE AL GOMASIO (per 2 persone)

  • 150 gr di miglio decorticato
  • 1 avocado maturo
  • olio extravergine di oliva
  • succo di limone
  • sale
  • pepe
  • 25 gr di pistacchi
  • gomasio alle alghe (*)
  • 1 finocchio
  • 3-4 carote

(*) si tratta di un condimento da tavola tipico della cucina giapponese ottenuto miscelando sale marino con semi di sesamo tostati e tritati; il mio è altresì addizionato con alghe marine; potete utilizzarlo per condire cereali e verdure oppure carne/pesce grigliato (perfetto con pollo e salmone)

Pulite il finocchio eliminando parte delle barbe e l’eventuale strato esterno se rovinato e dividete a metà in senso longitudinale. Raschiate le carote, sciacquatele e dividetele in due. Posizionatele su una teglia ricoperta di carte forno, condite con il gomasio e con olio extravergine. Infornate a 180° C per una ventina di minuti o fino a quando le verdure risulteranno leggermente morbide (io ho utilizzato il microonde, piatto crisp riscaldato per 3 minuti dopodiché funzione crisp per 5 minuti).

Nel frattempo sciacquate il miglio sotto l’acqua corrente e versatelo in un pentolino con acqua bollente salata. Fate cuocere per 20 minuti (o per il tempo indicato sulla vostra confezione).

Preparate il condimento. Tagliate l’avocado in due, eliminate l’osso centrale e prelevate la polpa con un cucchiaino. Versatela nel contenitore di un frullatore ad immersione, spruzzate qualche goccia di limone, unite la metà dei pistacchi ed azionando il robot versate a filo poco olio fino ad ottenere un composto lucido e dalla consistenza morbida. Salate e pepate.

Scolate il miglio e versatelo in una ciotola, condite con la crema di avocado.

Aiutandovi con un coppapasta, trasferite il miglio su un piatto da portata e guarnite con i restanti pistacchi tritati grossolanamente al coltello. Unite le verdure cotte in forno.

Buon appetito!

***

MILLET WITH AVOCADO AND PISTACHIO PESTO SERVED WITH GOMASIO SEASONED VEGETABLES (serving 2)

• 150 gr millet, hulled
• 1 ripe avocado
• extravirgin olive oil
• lemon juice
• salt
• pepper
• 25 gr pistachios, nutted
• seaweed gomasio (*)
• 1 fennel
• 3-4 carrots

(*) Gomasio is a table dressing originating in japanese cuisine obtained mixing sea salt with unhulled toasted sesame seeds; to add nutrients and flavour you can find it with seaweed addiction. Il goes well with cereals, vegetables or grilled meat/fish.

Clean the fennel by removing part of the fronds and the eventual outer layer if damaged and split in half lengthwise. Scrape the carrots, wash and cut in half lengthwise. Place both fennel and carrots on a baking sheet covered with parchment paper, season with gomasio and a drizzle of olive oil. Bake at 180° C for twenty minutes or until the vegetables become slightly soft (You can even use the microwave, pre-heat the crisp plate for 3 minutes then cook with crisp-function for 5 minutes).

Meanwhile, rinse the millet under running water and pour into a saucepan of salted boiling water. Cook for 20 minutes (or for the time displayed on your package).

Prepare the dressing. Cut the avocado in half, remove the central bone and pick the flesh with the help of a teaspoon. Pour it into the glass of your blender, sprinkle a few drops of lemon juice, add half of the pistachios and start pulsing, pouring some oil at a time until the mixture turns glossy and smooth. Season with salt and pepper up to your taste.

Drain the millet and pour into a bowl then toss the avocado seasoning.

With the help of a round cutter, transfer the millet on a serving dish and garnish with the reserved pistachios, roughly chopped with a knife.

Serve immediately with the roasted vegetables.

Baci di nocciole e cioccolato…trova l’intruso!

baci di nocciole e cioccolato

(scroll down for english version)

Mi sono licenziata. Per fare la mamma.

Qualcuno avrà forse da ridire visto che, con l’aria che tira, il lavoro è meglio tenerselo stretto…..ma mi sono ritrovata (prima di quanto mi aspettassi) di fronte ad un bivio ed ho dovuto scegliere.

Ho scelto la mia famiglia e la sua serenità ad un andirivieni giornaliero fatto di stress, stanchezza e ritardi cronici dei treni.

Di sacrifici ne ho fatti tanti in passato e per un lavoro che mi ha dato (in passato) grandi soddisfazioni. Ma con la nascita di un figlio cambi. E vedi il mondo da tutto un altro punto di vista; lascio spazio a donne più giovani di me o comunque a coloro che hanno scelto la carriera e che sono (più o meno) consapevoli di far crescere i proprio figli da nonni e babysitters…io non me la sono sentita!

Ho capito che era arrivato il tempo di voltar pagina, di inseguire nuovi sogni e soprattutto di pensare di più a me stessa ed ai miei cari.

Ora mi sento finalmente LIBERA e CARICA come non lo ero da un pò. Decine di idee che si accavallano in testa e che non mi fanno dormire la notte. Perchè chi mi conosce sa che non me ne starò in panciolle sul divano…la piccola pulce deve poter continuare ad andare al nido con i suoi coetanei e pastrocchiare, travasare, cantare, ballare, giocare! Ed io? Niente pezza in mano per spolverare tutti i santi giorni…devo dedicarmi (e magari trasformare in opportunità) le mie passioni…non sarebbe il sogno di tutti?

Se proprio dobbiamo osare facciamolo seriamente. 

baci di nocciole e cioccolato

Ma veniamo ai fornelli e a questi irresistibili baci di cioccolato e nocciole.

Per me è stato amore a prima vista. E siccome oggi è il compleanno del mio papino ho deciso di prepararli per lui che ne è goloso (ma in fondo a chi non piacciono?). L’idea me l’ha data Armanda in Instagram anche se ho finito per seguire la ricetta di Miria perchè non avevo biscotti (ne tantomeno voglia di farli) e burro in casa. Non che si risparmino tante calorie perchè sempre di cioccolato, nocciole e crema di nocciole parliamo…però che dire, 3 soli ingredienti per un risultato spaziale!

I miei sono uno diverso dall’altro e leggermente bitorzoluti perché il cioccolato con il calore delle mani si rilassa all’istante…..nonostante questo sono speciali e, a detta dei miei commensali, non hanno nulla da invidiare ai famosissimi cioccolatini dalla carta argentata con le stelline.

La prossima volta magari mi concentro di più sulla forma e sulla glassa!!

Se avete i pennarelli per uso alimentare scrivete pure dei simpatici (o romantici, fate voi, visto che San Valentino è alle porte) messaggi che poi inserirete all’interno così da sorprendere il fortunato e golosone avventore.

baci di nocciole e cioccolato

BACI DI NOCCIOLE E CIOCCOLATO (per 18 pezzi)

  • 80 gr di cioccolato al latte
  • 30 gr di cioccolato fondente
  • 150 gr di crema di nocciole (per me Novi)
  • 75 gr di nocciole tostate e tritate fini
  • cioccolato fondente per la copertura
  • 18 nocciole tostate intere

Sciogliete a bagnomaria il cioccolato al latte e quello fondente, unite fuori dal fuoco la crema di nocciole e le nocciole tritate.

Mescolate e lasciate raffreddare per qualche minuto dopodichè trasferite il pentolino in frigo per almeno un’ora.

Riprendete l’impasto e con l’aiuto di un cucchiaino prelevatene un pò. Lavoratelo velocemente con le mani bagnate fino a formare una pallina. Inserite sopra una nocciola intera e modellate dando la forma del bacio.

Rimettete i baci in frigorifero per almeno un’ora (o in alternativa 20-30 minuti in freezer).

Sciogliete il cioccolato fondente ed immergetevi velocemente uno ad uno i baci dopodichè trasferiteli su una gratella a rassodare e mettete in frigo per un’ora. Trascorso questo tempo il cioccolato di copertura risulterà asciutto pertanto rivestiteli con dei quadrotti di cm 9×9 ricavati da un rotolo di carta alluminio per alimenti.

Conservate in un luogo fresco e asciutto.

***

HAZELNUTS AND CHOCOLATE BACI (makes 18 bites)

  • 80 gr milk chocolate
  • 30 gr dark chocolate
  • 150 gr Nutella
  • 75 gr finely chopped roasted hazelnuts
  • dark chocolate for topping
  • 18 whole hazelnuts

Melt the milk and dark chocolate in a double boiler, remove pan from the heat and add the Nutella and chopped hazelnuts.

Stir and let cool for a few minutes then refrigerate for at least an hour.

After resting time, take the pan out of the fridge and with the help of a teaspoon take a bit of the batter. Roll quickly with wet hands into a ball. Place over each ball a whole hazelnut. Refrigerate for at least a hour (or 20-30 minutes in the freezer).

Melt the dark chocolate and quickly dip the chilled Baci then transfer to a wire rack and refrigerate for a hour to harden. Wrap them with 9×9 cm squares of aluminum foil.

Store in a cool and dry place.

Zebra cake {alias il ciambellone variegato al cacao ed extravergine}

zebra cake

(scroll down for english version)

Bello è stato risvegliarsi per un’intera settimana tra le cime innevate con vassoi traboccanti di croissants, plumcake che sanno di burro, tortine di ricotta e crostate di ogni tipo.

Poi però arriva il momento nel quale non ne puoi più di sbuffi di zucchero a velo e di canditi scartati e vorresti risvegliarti nella tua casetta, fare colazione nella tua cucina con la tua tazza ed assaporare il tuo dolce, quello con pochi fronzoli ma con ingredienti buoni e genuini.

Quello che vi presento oggi impazza nel web da un po’ ed altro non è se non una torta variegata al cacao con una particolare ma semplicissima tecnica di ‘assemblaggio’ che rende unico il risultato finale. Come sempre nei casi di ricette seriali ne esistono già decine di versioni. Io vi presento la mia, adattata nel corso di 4-5 diversi esperimenti e che prevede l’utilizzo di olio extravergine di oliva al posto del classico olio di mais.

zebra cake

Essendomi trovata senza teglie rotonde questa volta ho dovuto ripiegare su uno stampo quadrato; se però voi dovreste utilizzarne uno rotondo da 24cm vi consiglio di moltiplicare le quantità per 1,25 ed aumentare di un uovo.

Per una versione ancora più leggera e priva di latticini, ma dal risultato altrettanto goloso, vi consiglio invece di seguire la ricetta del ciambellone all’acqua.

zebra cake

Visto che siamo prossimi alla festività di San Valentino ho pensato di decorare la mia tortina creando un cuoricino con la punta di uno stuzzicadenti…..in modo da poterne donare un pezzettino alla persona amata. Io ho diviso in due il quadrotto, metà al babbo, metà alla piccola pulce.

A casa mia questo dolce dura davvero poco soprattutto durante il weekend quando ci piace fare merenda insieme; se voi foste più brave di me nel nasconderla sappiate che coperta con della pellicola si mantiene soffice per diversi giorni.

ZEBRA CAKE ALL’OLIO EXTRAVERGINE (per una teglia da cm24x24)

  • 3 uova medie (delle mie gallinelle)
  • 180 gr di zucchero di canna
  • 150 gr di olio extravergine di oliva (di casa mia)
  • 200 ml di latte (per me fresco intero)
  • 250 gr di farina 00 biologica
  • una bustina di lievito per dolci
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semini di mezza bacca)
  • un pizzico di sale
  • 3 cucchiai di cacao amaro in polvere
  • zucchero a velo (facoltativo)

In una ciotola sbattete con le fruste le uova con lo zucchero fino a quando diventeranno leggermente spumose.

Aggiungete gradualmente il latte quindi l’olio ed amalgamate con una spatola.

Unite la farina setacciata con il lievito, la vaniglia, il sale e mescolate.

A questo punto pesate l’impasto (che non dovrà risultare troppo liquido pena la riuscita dell’effetto zebrato) e dividetelo in due parti uguali. Unite ad una delle due metà il cacao e mescolate energicamente con una frusta per eliminare eventuali grumi.

Preriscaldate il forno a 180°C/356° F.

Oliate (o imburrate) ed infarinate leggermente il vostro stampo ed iniziate versando due cucchiai dell’impasto bianco al centro. Proseguite versando due cucchiai dell’impasto al cacao al centro del precedente. Proseguite in questo modo, creando dei cerchi concentrici, fino ad esaurimento dei due composti.

Cuocete per 35-40 minuti in modalità statica (fate la prova stecchino per verificarne la cottura).

Fate raffreddare e tagliate a fettine o quadrotti prima di servire.

Spolverate se vi piace con zucchero a velo.

zebra cake

EXTRAVIRGIN ZEBRA CAKE (makes a 24×24 cm cake)

  • 3 medium eggs (freshly collected from my hens)
  • 180 gr cane sugar
  • 150 gr extravirgin olive oil (from my olive trees)
  • 200 ml fresh whole milk
  • 250 gr organic plain flour
  • 16 gr baking powder
  • 1 teaspoon vanilla extract (or seeds from half a vanilla bean)
  • pinch of salt
  • 3 tablespoons unsweetened cocoa powder
  • powdered sugar for dusting (optional)

In a bowl beat the eggs with the sugar.

Add gradually the milk then the oil, mixing with a spatula.

Pour in the flour previously sifted with baking powder, the vanilla extract (or seeds) and the salt and stir.

At this point, weigh the dough and divide into two equal parts. Add the cocoa powder to one of these halves and stir vigorously with a whisk to avoid forming lumps.

Preheat the oven to 180 ° C/356° F.

Oil (or butter) and lightly flour your mold and start pouring two tablespoons of the plain mixture in the center. Continue pouring two tablespoons of the cocoa dough in the middle of the plain batter. Go on this way, creating concentric circles, until the two compounds end.

Bake for 35-40 minutes in static mode (do no forget the toothpick test to check cooking) .

Let cool and cut into slices or squares before serving.

Sprinkle with powdered sugar if you like.

Spaghetti cremosi alle noci e timo…casa pulita, pacchia finita

spaghetti cremosi alle noci e timo

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La mamma che ti viene a trovare e che per una settimana cucina, lava, stira e spolvera è una gran cosa soprattutto se tu ti senti ko ed hai le difese immunitarie praticamente azzerate dal freddo pungente di questi giorni e dallo stress.

Poi arriva il momento della sua partenza e tu vorresti che gli uomini di casa lasciassero le quattro mura immacolate almeno per 15 giorni.

Silvia non sognare! Svegliati piuttosto che uomo grande ed uomo piccolo hanno fame e se non porti subito in tavola un piatto di pasta si fanno fuori tutti i crackers che hai preparato ieri sera (e che non sei ancora riuscita a fotografare!).

In mente una ricettina di un vecchissimo Sale&Pepe. Gli ingredienti ci sono tutti. Le noci del mio albero, la mollica rafferma di un pane alla ricotta (ancora da pubblicare), una confezione di panna fresca aperta da un paio di giorni che staziona in frigo accanto a dello speck comprato in offerta, qualche rametto di timo del balcone.

Il tutto mentre l’acqua arriva a bollore e gli spaghetti cuociono. Più veloce di così!

Buona domenica a tutti.

spaghetti cremosi alle noci e timo

SPAGHETTI CREMOSI ALLE NOCI E TIMO (dosi per 4 persone)

ricetta adattata da Sale&Pepe di febbraio 2003

  • 360 gr di spaghetti
  • 100 gr di gherigli di noce
  • 2 fette di pancarrè (per me mollica di pane alla ricotta)
  • 80 gr di speck a striscioline
  • 100 ml di panna fresca
  • timo
  • olio extravergine di oliva
  • sale
  • pepe

Private il pancarrè della crosta, spezzettatelo e riducetelo in briciole con l’aiuto del mixer (potete utilizzare in alternativa della mollica di pane leggermente rafferma). Tenete da parte.

Sempre nel mixer (o nel bicchiere di un frullatore) frullate i gherigli di noce con la panna per qualche istante dopodiché aggiungete a filo l’olio extravergine fino ad ottenere una salsina omogenea. Trasferitela in una ciotola adatta al bagnomaria, salate, pepate e lasciate riscaldare mantenendo un leggerissimo bollore.

Cuocete la pasta in abbondante acqua bollente salata.

Nel frattempo fate rosolare le striscioline di speck in una padellina con un paio di cucchiai di olio fino a quando risulterà croccante. Rimuovetelo con un mestolo forato e tenete da parte al caldo. Versate a questo punto nel condimento rimasto nella padellina il pancarrè sbriciolato con un cucchiaino di foglioline di timo e fate tostare.

Scolate la pasta al dente e conditela subito con la salsa di noci, lo speck ed il pane abbrustolito. Spolverate generosamente di pepe e servite subito.

spaghetti cremoci alle noci e timo

CREAMY EXPRESS SPAGHETTI WITH WALNUTS SAUCE AND THYME (serving 4)

  • 360 gr spaghetti
  • 100 gr walnut kernels
  • 2 slices of sandwich bread (for me breadcrumbs from a ricotta bread)
  • 80 gr of bacon or smoked ham cut into strips
  • 100 ml fresh cream
  • thyme
  • extravirgin olive oil
  • salt
  • pepper

Remove crust from the sandwich bread and using a mixer blend the crumb (you can use instead breadcrumbs from a slightly stale bread). Set aside.
In the mixer (or in a glass blender) blend the walnuts with the fresh cream for a few seconds then add gradually the extravirgin olive oil until you get a smooth sauce. Transfer into a bowl to fit a double boiler, season with salt and pepper and let it warm up gently on a light boil.

Cook the pasta in a pot of boiling salted water.

Meanwhile in a small pan stir-fry the strips of bacon with a couple tablespoons of oil until crispy. Remove with a slotted spoon and set aside (keeping warm). Pour in pan the crumbled bread together with a teaspoon of thyme leaves and let toast for 2-3 minutes.

Drain the pasta and toss into the walnuts and bacon sauce. Sprinkle generously with pepper and serve immediately.

Passatelli in brodo…la mia Romagna nel piatto

passatelli in brodo

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Ci sono dei piatti che sanno di casa, avvolgenti come un abbraccio, morbidi come una carezza e sorprendenti come un bacio.

I passatelli, che rappresentano la terra che da qualche anno mi ha adottato, sono tutto questo.

Un piatto semplice, della tradizione. Una minestra in brodo, nata per riclicare ciò che restava in casa, poi divenuta portata delle grandi occasioni. Come avviene sempre in questi casi ogni famiglia custodisce gelosamente la sua ricetta. C’è chi li preferisce morbidi, chi li vuole un po’ più asciutti o addirittura senza brodo; chi sceglie di abbondare con il formaggio a scapito del pangrattato. Chi non rinuncia alla scorzetta di limone e chi si cimenta solo se il macellaio gli ha procurato il midollo di bue.

Io vi propongo la ricetta che ho sperimentato più volte e che ha sempre avuto un’ottima riuscita.

passatelli in brodo

Siete pronti per prepararli con me? Vi servono:

1) tre ingredienti irrinunciabili,

2) l’apposito attrezzino (*)

3) pochissimo olio di gomito.

Un istante per impastare e pochi minuti per sedersi a tavola in compagnia.

(*) questo per intenderci, in Romagna lo trovate ovunque altrimenti utilizzate lo schiacciapatate (mi raccomando non deve avere i buchi laterali ma solo alla base, pertanto quello dell’Ikea non va bene).

Ringrazio la mamma che mi ha prestato la sua cucina e mi ha fatto trovare il brodo pronto.

passatelli in brodo

PASSATELLI IN BRODO (per 6/7 persone)

  • 5 uova medie (freschissime delle mie gallinelle)
  • 250 gr di parmigiano reggiano grattugiato
  • 250 gr di pangrattato fine (per me di pane integrale fatto in casa)
  • scorza grattugiata di un limone bio
  • noce moscata
  • 2 litri di brodo di carne o verdure

In una ciotola sgusciate le uova, versate il pangrattato ed il parmigiano. Unite la scorza del limone grattugiata e un po’ di noce moscata. Amalgamate con le mani fino ad ottenere un composto sodo (se dovesse risultare troppo morbido aggiungete ancora un po’ di pangrattato). Lasciate riposare l’impasto per una mezz’ora a temperatura ambiente.

Prendete un po’ di impasto e mettetelo all’interno dell’apposito attrezzo; schiacciate fino a quando lo stesso uscirà dai buchi, tagliate con un coltello quando i passatelli avranno raggiunto la lunghezza di 3-4 cm. Proseguite con il resto dell’impasto.

Portate a bollore il brodo e versatevi i passatelli. Sono cotti non appena vengono  a galla.

Impiattate e servite.

(Anche se la tradizione non lo prevede qualcuno spolverizza con ulteriore parmigiano; potete formare i passatelli sopra la pentola in ebollizione in modo che cadano direttamente nel brodo).

passatelli in brodo

PASSATELLI IN BROTH (serving 6-7 people)

  • 5 medium eggs (freshly collected from my hens)
  • 250 gr grated parmesan cheese
  • 250 fine breadcrumbs (for me from homemade whole wheat bread)
  • grated rind of one organic lemon
  • pinch of freshly grated nutmeg
  • 2 litres beef or vegetable broth

Break eggs in a bowl then pour both breadcrumbs and parmesan cheese. Add the grated lemon rind and nutmeg. Mix until all ingredients are well combined. The resulting dough should be fairly firm; if it is not work in some more breadcrumbs.

Let the dough rest for half an hour at lukewarm temperature.

Fill your passatelli iron or a potato ricer with the dough and squeeze it over a plate cutting with a knife 3-4 cm long strings. Go on with the reserved dough.

Bring the broth to boil and drop in the passatelli. As soon as they have risen to the surface turn off the heat.

Transfer into plates and serve immediately.

(You might like to grate some cheese on top; you can either squeeze the passatelli directly over the simmering broth rather then accomodate them in a plate).

passatelli in brodo

Ancora dolce, ancora biscotti…frollini all’olio nuovo e nocciole {senza uova}

Frollini all'olio nuovo e nocciole

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Gli amanti del salato mi perdoneranno ma ho bisogno di recuperare un po’ di zuccheri. Se consideriamo poi il fatto che a pranzo e cena non ho tempo di fotografare i piatti – ultimamente molto frugali – che finiscono sulla tavola, non mi resta che puntare su colazione e merenda scegliendo dei dolcetti che accontentino i gusti di tutti i componenti della mia piccola tribù (anche se avrete ormai capito che uomo grande e uomo piccolo non rifiutano mai il cibo).

La settimana scorsa mi sono fatta tentare da questi biscotti che ho trovato nel blog di Monica e che solo a vederli mi hanno fatto venire l’acquolina in bocca. Lei li chiama ‘the perfect biscuits’ perché piacciono davvero a tutti e sono leggeri-leggeri (sue testuali parole)…io ed i miei assaggiatori non possiamo che confermare! Sono piaciuti persino a mia cognata che, da acuto ingegnere, scompone ogni cibo in proteine-carboidrati e grassi.

Sono facilissimi da fare (tenete conto che io ho impastato, steso e coppato i biscotti mentre parlavo al telefono con la mia amica Monia…la quale è in trepidante attesa di questa ricetta e delle sue foto) e si conservano per tanti giorni, se non li fate fuori prima, chiusi in una scatola di latta.

Ho leggermente adattato la ricetta di Monica utilizzando nocciole tostate (che danno un aroma ancora più intenso), l’olio extravergine nuovo delle mie piantine e cioccolato fondente tagliato al coltello al posto delle gocce.

Non scoraggiatevi se l’impasto vi sembra liquido (vista anche l’assenza di uova). Con pochissima pazienza riuscirete ad ottenere una golosissima palla di ‘frolla’ al cacao. Vi dico solo che quando ho pubblicato in Instagram la foto della ciotola (che trovate più in alto alla vostra destra) elencando tutti gli ingredienti che vi avevo messo dentro si è scatenato il finimondo.

{In questi giorni sono un po’ assente dai vostri blog però, ad uno stato d’animo in lento ma graduale miglioramento, si è aggiunto un black-out della posta elettronica, e in alcuni momenti anche di Internet, che mi hanno impedito di venirvi a trovare. Se Alice fosse così gentile da tornare tra noi, passo a lasciarvi un saluto!}

Frollini all'olio nuovo e nocciole

FROLLINI ALL’OLIO NUOVO E NOCCIOLE {senza uova} – per circa 60 biscotti

  • 100g zucchero di canna chiaro (o semolato come la ricetta originale)
  • 100g nocciole tostate tritate grossolanamente
  • 300g farina 00
  • 80g olio extravergine di oliva (per me l’olio nuovo di casa mia)
  • 40g cacao amaro in polvere
  • 100g cioccolato fondente tagliato in scaglie (o gocce di cioccolato)
  • 20g lievito
  • latte q.b. (io mezzo bicchiere circa)

In una ciotola mettete la farina ed aggiungete tutti gli ingredienti.

Se l’impasto dovesse risultare troppo asciutto aggiungete gradatamente del latte.

Riscaldate il forno a 180° C.

Stendete la pasta non troppo sottile tra due fogli di carta da forno (così evitate di sporcare piano di lavoro e mattarello) e coppate i biscotti nella forma desiderata.

Trasferiteli su una teglia ricoperta di carta da forno e cuoceteli in forno (Monica scrive ventilato, io ora che ci penso ho utilizzato lo statico) a 180° per 15 minuti. Se i biscotti sono sottili hanno bisogno di una cottura minore.

Conservate in una scatola di latta fino ad una settimana.

Frollini all'olio nuovo e nocciole

HAZELNUTS AND FRESHLY PRESSED OLIVE OIL COOKIES (no eggs)
(makes around 60 cookies)
  • 100g cane sugar(or granulated)
  • 100g roasted hazelnuts (coarsely chopped)
  • 300g plain flour
  • 80g olive oil (I used freshly pressed olive oil from my orchard)
  • 40g cocoa powder
  • 100g dark choccolate cut by knife into small pieces (or chocolate chips)
  • 20g baking powder
  • milk (for me half a glass)

In a bowl pour the flour then add all the other ingredients.

Work by hand; if the batter looks too dry add, little by little, some milk.

Preheat the oven to 350° F.

Roll it out, not too thin, between two sheets of parchment paper then cut the biscuits using your favourite cutter.

Transfer on a baking sheet lined with parchment paper and bake for 15 minutes (or less if you like crispy and thin cookies).

Store in an air-tight box up to a week.

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Idee gustose per un regalo’ del blog Idee in tavola

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e al contest ‘A Chistmas gift’ del blog Simo love cooking
Christmas gift LOVE COOKING

Tartufini al cocco con cioccolato, zenzero candito e pistacchi

coconut macaroons

(scroll down for english version)

Ci ho creduto fin dal primo giorno e sperato ogni istante delle ultime settimane che un altro miracolo potesse avverarsi. Purtroppo non è andata come avrei voluto.

Incasso con le lacrime agli occhi la sconfitta. Lo sguardo è assente, la mente vuota in attesa di riempirsi di chissà quali pensieri.

Mi sento come se un carro armato mi avesse travolta. Vorrei rinchiudermi nel mio mondo ma preferisco alzarmi ed affrontare la realtà, farmi coccolare dai miei due uomini, mangiarmi finalmente una bella fetta di torta, cucinare.

Ci metterò qualche giorno a tornare quella di prima, a far scomparire la malinconia e la delusione dai miei occhi, a ritrovare un equilibrio interiore.

Ce la farò. Ce l’ho fatta in passato e non posso non farlo ora. Mi è sufficiente guardare la pulce per prendere coraggio e guardare avanti.

Magari mi aiuto con un dolcino. Non con quello che vedete nelle foto però perché è finito, una buona parte durante la festa della pulce e la restante nel sacchettino take-away che ho donato all’amica Zulma, rimasta a bocca aperta dopo il primo assaggio.

coconut macaroons

C’è chi li chiama macaroons chi rochers, io ho preferito il termine tartufini per evocare qualcosa di piccolo ma con un elevato coefficiente di golosità.

Cocco. Cioccolato. Frutta secca e candita.

Quando li ho visti in Pinterest, li ho pinnati all’istante. Mi sono fatta intrigare dalla copertura vellutata del cioccolato cui si aggiunge la nota crunchy della frutta secca. La ricetta originale la trovate qui nel blog di Josephine.

Non amo la frutta candita ma visto che non avevo mai mangiato lo zenzero preparato in questo modo ho deciso di provare. Diciamo che gli do un 6, perché se è vero che la sua nota pungente smorza in parte la dolcezza del cocco rimane per i miei gusti un po’ troppo stucchevole.

coconut macaroons

TARTUFINI AL COCCO CON CIOCCOLATO, ZENZERO CANDITO, MANDORLE E PISTACCHI (dosi per 36 tartufini)

  • 180 g cocco grattugiato
  • 3 uova medie
  • 90 g zucchero semolato
  • 1 cucchiaio di estratto di vaniglia (o in polvere)
  • buccia grattugiata di un limone bio
  • 37 g  burro (o olio di cocco) fuso
  • pizzico di sale

Copertura:

  • 100 g cioccolato fondente all’85%
  • 1 cucchiaio di burro
  • latte
  • pistacchi salati e sgusciati
  • mandorle a lamelle
  • 4-5 pezzi di zenzero candido (o frutta tropicale secca come melone e mango)

Riscaldate il forno a 180° C

In una ciotola mescolate insieme le uova, lo zucchero, la vaniglia, le scorze di limone grattugiate ed il sale fino ad ottenere un impasto leggermente montato.

Aggiungete il burro fuso ed il cocco e lasciate riposare per 10-15 minuti fino a quando il cocco avrà assorbito i liquidi e l’impasto diventa più sodo. Con l’aiuto di un cucchiaio prendete un po’ di impasto e modellatelo con il palmo della mano in un piccolo cono. Trasferitelo in una teglia ricoperta di carta da forno. Procedete allo stesso modo con il resto dell’impasto.

Infornate per 12 minuti e togliete dal forno non appena cominciano a diventare dorati. Non cuoceteli troppo altrimenti diventeranno duri.

Trasferite i tartufini su una griglia e fate raffreddare completamente.

Sciogliete il cioccolato con il burro a bagnomaria ed aggiungete un po’ di latte se necessario. Tritate finemente i pistacchi e lo zenzero candito.

Immergete i tartufini uno ad uno nel cioccolato dalla parte della base quindi posizionateli con la punta in basso su una gratella o una teglia. Spolverate con i pistacchi, le mandorle e lo zenzero e lasciate asciugare.

Si conservano in frigorifero per una settimana.

coconut macaroons

COCONUT MACAROONS WITH CHOCOLATE, CANDIED GINGER, ALMONDS E PISTACHIOS (makes around 36 macaroons)

  • 180 g grated coconut
  • 3 medium eggs
  • 90 g granulated sugar
  • 1 teaspoon ground vanilla
  • zest from 1 organic lemon
  • 37 g  butter (coconut oil) melted
  • a pinch of salt

Coating:

  • 100 g dark chocolate
  • 1 teaspoon butter
  • milk
  • pistachio nuts, salted and unshelled
  • almond slices
  • 4-5 pieces candied ginger (or dried tropical fruit, as melon and mango)

Preheat the oven to 350° F. Whisk together eggs, sugar, vanilla, lemon zest and salt until foamy. Mix in melted butter and coconut and let it rest for 10-15 minutes until the coconut has soaked up the liquid and the batter is more firm. Spoon up a small tablespoon of batter and using your palm shape a little cone. Transfer on a lined baking rimmed pan. Proceed with the rest of the batter. Bake for 12 min, remove as soon as they are starting to get golden. Do not over bake them since they will get very dry. Transfer the macaroons onto a wire rack and let them cool completely. Melt chocolate and butter in a double boiler. Add some milk if necessary. Finely chop the pistachios and the ginger. Dip the bottom of the macaroons in the melted chocolate (preferably 2 times) and place them point end down on a wire rack.  Sprinkle with ginger/pistachio/almond and let them dry completely. Store the macaroons in the fridge for up to a week.

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Idee gustose per un regalo’ del blog Idee in tavola

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e al contest ‘Voglia di piccolo’ del blog Un’altra fetta di paradiso

4_ piccolo contest

e al contest ‘A Chistmas gift’ del blog Simo love cooking

Christmas gift LOVE COOKING

Modalità ON…stelline di frolla d’orzo e confettura di visciole

stelline di frolla all'orzo con confettura di visciole

(scroll down for english version)

I am back.

Più di due settimane dall’ultimo post ma (inaspettatamente) sono stata bene nel mio mondo, circondata e coccolata dalla mia piccola tribù e lontana da quella sovraesposizione ai social networks che talvolta rischia di prendere il sopravvento e di trasformarti in un automa con l’i-phone sempre a portata di mano.

Un viaggio lungo. L’attesa di una telefonata dall’esito mai scontato. La neve, il freddo pungente, la calorosa accoglienza di un popolo che si sente poco italiano e che a stento parla la nostra lingua.

L’ordine, l’educazione e la pulizia.

Distese chilometriche di frutteti e castelli abbarbicati in ogni dove. Le terme.

Il calore di una caffetteria dove rinchiudersi per consumare un cappuccino bollente ed una fetta di torta alla ricotta. Il primo sentore di Natale. I primi addobbi alle mille finestre senza scuri ed i preparativi per il mercatino natalizio.

Ci trasferiremmo domani se solo le nostre famiglie non fossero così lontane.

Io sono una che si ricorda del Natale sempre negli ultimi giorni, la corsa ai regali, la spesa per la cena della Vigilia… ma quest’anno è diverso. Sono tornata con la voglia di aprire gli scatoloni e tirar fuori palle, palline e stelline pur consapevole che con la piccola pulce a zonzo per casa l’albero potrebbe avere vita breve (ed al momento che vi scrivo siamo già a tre palline rotte ed un addobbo di legno reincollato e rimesso a suo posto in attesa del prossimo attacco).

E sono tornata anche con la voglia di preparare dei biscottini che la pulce adora…soprattutto se hanno la forma di stella. Un’attrazione irresistibile per quei mille puntini che luccicano in cielo in compagnia della trasformista luna, che cresce cresce cresce e diventa gigante quando è piena.

Non mi è passato lontanamente per la testa di fare un buchino prima di cuocerli così da poterli poi appendere all’albero ma se vi piace l’idea provate perchè sono davvero simpatici anche se visti e rivisti.

Ho scelto la confettura di visciole fatta da mia suocera la scorsa estate perchè è quella che preferisco (a dirla tutta se la gioca alla pari con la marmellata d’arance che però riuscirò a fare solo quando arriveranno le cassette di agrumi ordinate tramite il Gas); la sua acidità stempera secondo me molto bene la dolcezza e burrosità della frolla che dopo 2,3 (ma sì facciamo anche 4 se siamo dei veri ghiottoni) biscotti impasta la bocca.

Essendo curiosa di provare la farina d’orzo che ho comprato di recente l’ho utilizzata in parti uguali alla classica 00; devo però dire che non ho avvertito nessuna differenza, pertanto andrò alla ricerca di preparazioni più rustiche che potranno esaltarne al meglio l’aroma.

La frolla è quella di Montersino e non aggiungo altro. Questi biscotti restano leggermente morbidi pertanto sono ideali per essere accoppiati e farciti come più ci piace.

stelline di frolla all'orzo con confettura di visciole

STELLINE DI FROLLA D’ORZO E CONFETTURA DI VISCIOLE (per 25-30 biscotti)

  • 125 gr di farina 00
  • 125 gr di farina d’orzo macinata a pietra
  • 150 gr di burro di montagna morbido
  • 100 gr di zucchero a velo + altro per la copertura finale
  • 80 gr di tuorli d’uovo (io ne ho usati 4 per un totale di 70gr)
  • scorza di limone grattugiata molto finemente
  • sale

Nella planetaria fate andare con il gancio a k lo zucchero con il burro morbido tagliato a tocchetti fino a quando risulterà un impasto cremoso. Unite i tuorli uno alla volta, la scorza di limone, il sale e le due farine.

Quando l’impasto avrà assunto la forma di una palla toglietelo dalla ciotola, stendetelo tra due fogli di carta forno e mettetelo in frigo a rassodare 2 ore (o in alternativa in freezer per 20-25 minuti).

Riscaldate il forno a 180° C.

Trascorso questo tempo ritagliate i biscotti a forma di stella avendo cura per la metà di essi di ritagliare una stellina più piccola nella parte centrale. Componete i biscotti in questo modo: su una base a forma di stella disponete un pò di confettura dopodichè ricoprite con una delle stelle trasforate.

Disponete i biscotti su una teglia ricoperta con carta da forno. Cuocete a 180° per 10-12 minuti circa (ma date sempre un occhio ai biscotti perchè ogni forno cuoce a modo suo).

Fate raffreddare prima di trasferire su un vassoio e cospargete con zucchero a velo.

aspettando il Natale

BARLEY FLOUR STAR COOKIES WITH SOUR CHERRY JAM (making 25-30 biscuits)

  • 125 gr plain flour
  • 125 gr stone grounded barley flour
  • 150 gr butter (softened)
  • 100 gr powdered sugar + more for dusting
  • 80 gr egg yolks (I used 4)
  • finely grated lemon zest
  • salt

In a bowl of an electric mixer fitted with paddle attachment place the butter cut into small chunks and sugar and beat until creamy. Add yolks, one at a time, lemon zest, salt e the flours.

Go on beating until a smooth ball forms. Roll it out between two sheets of parchment paper, transfer on a tray and put into the fridge to firm for 2 hours (otherwise freeze for 20-25 minutes).

Preheat the oven to 350° F.

After resting time, cut the dough using a star-shaped cookie cutter. Use a smaller star-shaped cookie cutter to remove the centres of half of the cookies. Spread the plain star cookies with the jam (not tooo much) then sandwich with the other cookies so to have a small cut out on the top filled with jam.

Place cookies on baking trays lined with parchment paper and bake for 10-12 minutes or until they are lightly golden.

Cool on a wire rack prior to transfer on a serving plate and dust with powdered sugar.

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Idee gustose per un regalo’ di Ideeintavola

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Torta soffice di carote e noci

torta soffice di carote e noci

(scroll down for english version)

E’ inutile che mi sforzi di crederlo ma non è proprio la mia stagione!

Mi sento come uno scoiattolo pronto per andare in letargo. Stanca, sguardo assente, irascibile. Il cambio dell’ora, la nebbia, il cielo grigio carico di pioggia mettono ko il mio umore. Le foglie che cambiano colore sono l’unica nota romantica di un mese che depennerei volentieri dal mio calendario.

Nel torpore di questi giorni sono riuscita ad accumulare una pila di panni alta come la mia pulce ma piuttosto che rinchiudermi al piano di sotto a stirare preferisco tirar fuori ciotole, fruste e teglie e preparare un dolcino.

Quello di oggi è conosciutissimo e vanta decine e decine di versioni. Non amando i dolci farciti e ricoperti di glassa vi lascio la mia versione lontana anni luce da quella orginale, o meglio vi lascio la ricettina che è venuta fuori combinando quello che avevo in dispensa.

Qualche carota acquistata al mercato dei contadini, le noci della nostra campagna. I cocchi delle gallinelle di casa.

Non ho messo né burro né olio vista la generosa quantità di frutta secca. E preferito la fecola alla farina bianca per un effetto super fluffy garantito anche dagli albumi montati a neve ed incorporati delicatamente all’impasto.

Buona domenica!

Silvia

TORTA SOFFICE DI CAROTE E NOCI (per una teglia di cm 24x 24)

  • 250 gr di carote biologiche
  • 150 gr di noci
  • 4 uova
  • 150 gr di zucchero di canna chiaro
  • 100 gr di fecola (o farina 00)
  • 1/2 bustina di lievito
  • zucchero a velo per decorare

Sgusciare le uova e separare i tuorli dagli albumi.

In una ciotola lavorate i tuorli con lo zucchero fino a quando saranno diventati bianchi e spumosi.

Grattugiate le carote e tritate grossolanamente le noci ed unitele al composto di uova e zucchero. Unite la fecola setacciata con il lievito per eliminare eventuali grumi.

Montate a neve ferma gli albumi ed incorporateli delicatamente al composto, un po’ alla volta. Non mescolate per evitare di dissolvere l’aria che si è creata battendo gli albumi.

Cuocete in forno già caldo a 180° per 50-55 minuti.

Fate raffreddare e spolverate di zucchero a velo.

Per un’idea più golosa potete farcirla con un velo di marmellata di albicocche (o quella che più preferite).

torta soffice di carote e noci

FEATHERY CARROT AND HAZELNUTS CAKE (makes a 24×24 cm cake)

  • 250 gr organic carrots (grated)
  • 150 gr hazelnuts (coarsely chopped with a knife)
  • 4 eggs
  • 150 gr white cane sugar
  • 100 gr starch (or plain flour)
  • 8g baking powder
  • powdered sugar for dusting

Pre-heat the oven to 350° F.

Break eggs and separate yolks from whites.

In a bowl beat yolks with cane sugar until ribbon stage.

Add grated carrots and chopped hazelnuts. Combine starch and baking powder and sieve over the egg and carrot mixture.

Beat egg whites until stiff and fold a third into the batter. Mix it in carefully then add the reserved whites mixing with a spatula. Don’t stir in order to retain the air you have incorporated into the whites.

Cook for 50 to 55 minutes.

Cool on a rack then sprinkle on top powdered sugar.

You might also cut the cake in half and stuff it with your favourite jam.