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La pastiera di Pattipatti…in ritardissima!

pastiera

(scroll down for english version)

“Currite, giuvinò! Ce stà ‘a pastiera!”
E’ nu sciore ca sboccia a primmavera,
e con inimitabile fragranza
soddisfa primm ‘o naso,e dopp’a panza.
Pasqua senza pastiera niente vale:
è ‘a Vigilia senz’albero ‘e Natale,
è comm ‘o Ferragosto senza sole.
Guagliò,chest’è ‘a pastiera.Chi ne vuole?
Ll’ ingrediente so’ buone e genuine:
ova,ricotta,zucchero e farina
(e’ oggranofiori
arricchisce e moltiplica i sapori).
‘E ttruove facilmente a tutte parte:
ma quanno i’ à fà l’imposto,ce vò ll’arte!
A Napule Partenope,’a sirena,
c’a pastiera faceva pranzo e cena.
Il suo grande segreto ‘o ssai qual’è?
Stu dolce pò ghì pure annanz’ o Rre.
E difatti ce jette. Alludo a quando
il grande Re Borbone Ferdinando
fece nu’ monumento alla pastiera,
perchè facette ridere ‘a mugliera.
Mò tiene voglia e ne pruvà na’ fetta?
Fattèlla: ccà ce stà pur’ a ricetta.

(dal sito ufficiale della pastiera)

Avrei dovuto regalarvi questa ricetta la settimana scorsa ma non ce l’ho fatta ed allora recupero in extremis immaginando che le festività pasquali si siano protratte ancora per un po’…

Quest’anno la protagonista della nostra tavola delle feste è stata lei…la pastiera. Ma non per mia scelta perché se non fosse stato per mia sorella, che fresca di compleanno mi ha supplicato di farle questo dolce, io sarei andata decisamente per una millefoglie o una cheesecake.

Il messaggio che ho trovato in Whatsapp recitava così…‘sono in un bar e mi sto gustando una pastiera fantastica…ma tipo…non te la potrei commissionare per pasqua o mio compleanno? Io l’adoro…con pochi canditi però…e non ho tempo per farla…questa qui è buonissima poco grano e tanta cannella’.

Ho cercato un po’ in rete alla ricerca della ricetta più vicina alle Sue richieste poi ho visto questa di PattiPatti ed ho preparato la lista della spesa. PattiPatti (Patrizia per l’anagrafe) l’ho conosciuta a Tuscania, è un vulcano di energia e simpatia ed orgogliosa testimone della cucina campana.

Patti…se la sono spazzolata tutta snobbando di brutto la colomba! Alla faccia del ‘sono pieno, non ce la faccio più!’…per fortuna ne ho fatta una grande, recapitata con la stessa attenzione con la quale avrei maneggiato un vaso di cristallo per non vederla sbriciolarsi in mille pezzi prima di raggiungere la casa di mia mamma…ed una piccina, che ha allietato le nostre colazioni pasquali (mi scusino i puristi della tradizione ma io la pizza di formaggio con salame e frittata la mattina non riesco proprio a mangiarla!!!).

Ho apportato però tre piccole varianti:

– non ho frullato il grano perché non sono riuscita a trovare il passaverdure…

– ho aggiunto la cannella tanto amata dalla sorellona…

– (qui chiedo davvero perdono) non ho messo l’acqua di fiori d’arancio perché dopo averla cercata ovunque ho rinunciato (e la fialetta con aroma di arancia sarebbe stato un insulto!)

A voi lascio comunque la ricetta fedele di PattiPatti!!!

Facendone una grande ed una piccina mi sono avanzate sia frolla che ripieno….la prima è in freezer e molto probabilmente si trasformerà presto in crostata, il ripieno è stato riciclato…e vi mostrerò come in una delle prossime ricette.

Vi lascio con qualche nota sulla storia di questo dolce…se invece, non satolli a sufficienza dei pranzi pasquali, vi è venuta voglia di farla siete autorizzati a passare direttamente più sotto…

Vi sono evidenze storiche che dimostrano che la pastiera, seppur in forma rudimentale, accompagnò le feste pagane celebranti il ritorno della primavera, e che vedevano le sacerdotesse di Cerere portare in processione l’uovo, simbolo di una nuova vita. L’utilizzo del grano o del farro, misto alla morbida crema di ricotta, potrebbe invece derivare dal pane di farro onnipresente nelle nozze romane, conosciute anche con il  nome di “confarratio”. Un’ulteriore ipotesi la fa risalire alle focacce rituali che si diffusero all’epoca di Costantino il Grande, che i catecumeni ricevevano nella notte di Pasqua al termine della cerimonia battesimale.

La leggenda narra invece che 7 belle fanciulle portarono in dono alla sirena Partenope, grano, ricotta, uova, fiori d’arancio, farina, spezie e zucchero, per ringraziarla del canto soave che accompagnava i napoletani ogni primavera. La sirena depose questi doni ai piedi degli dei, che li impastarono, facendo nascere la pastiera. (grazie per questa nota a Paola)

La pastiera come la conosciamo oggi fu probabilmente inventata nel segreto di un monastero napoletano. Una suora volle che in quel dolce, simbologia della Resurrezione, si unisse il profumo dei fiori dell’arancio coltivati nel giardino del convento. Alla candida ricotta mescolò una manciata di grano, che sepolto nella terra germoglia e risorge splendente come oro, aggiunse poi le uova, simbolo di nuova vita, il cedro candito e le spezie arrivate dall’Asia.

È certo che le suore dell’antichissimo convento di San Gregorio Armeno fossero maestre nella complessa preparazione della pastiera, e nel periodo pasquale ne confezionavano in gran numero per poi distribuirle nelle mense delle dimore patrizie e della ricca borghesia.

Si racconta altresì che Maria Cristina di Savoia, figlia di Maria Teresa D’Austria, consorte del re Ferdinando II° di Borbone, soprannominata dai soldati “la Regina che non sorride mai”, cedette alle insistenze del marito, famoso per la sua ghiottoneria, ed assaggiò una fetta di pastiera non potendo far a meno di sorridere. Si racconta inoltre che a questo punto il Re esclamò: “Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo”.

pastiera di pattipatti (25)

PASTIERA NAPOLETANA DI PATTIPATTI (per due pastiere da 26 cm di diametro)

Frolla:

  • 500gr di farina
  • 180gr di burro
  • 400 gr di zucchero
  • 3 uova
  • i semini di 1/2 bacca di vaniglia
  • la scorza di 1/2 limone grattugiata
  • 1 pizzico di sale

Ripieno:

  • 500 gr di grano cotto
  • 500gr  di ricotta romana freschissima
  • 5  uova
  • 500gr di zucchero
  • 350gr di latte
  • la scorza di 1/2 limone
  • aroma fiori d’arancia
  • 100 gr di gocce di cioccolato
  • un cucchiaio di cannella in polvere (mia aggiunta)
  • 1 pezzetto di burro
  • 50 gr di canditi (per me solo arancio)
  • 1/2 stecca di vaniglia

Preparate la frolla sbriciolando il burro con la farina, aggiungete lo zucchero, i semini della vaniglia, la scorza del limone grattugiata e il pizzico di sale. Disponete questo composto a fontana sulla spianatoia e incorporate con una forchetta le uova al centro una per volta. Lavorate velocemente fino ad avere un panetto liscio e sodo. Copritelo con una pellicola e mettete in freezer.

Procedete con il ripieno: cuocete in un tegame antiaderente il grano, con il latte, la buccia del limone tagliata con il pelapatate, la stecca di vaniglia e una noce di burro, per 1 ora, facendo attenzione che non si attacchi al fondo (basta un attimo di distrazione). Farlo raffreddare, eliminare la vaniglia e le bucce del limone e passarlo con un passalegumi tutto, tranne un cucchiaio (come da tradizione di Patti). In un ciotolone, passare la ricotta al setaccio, aggiungere il composto di grano cotto, lo zucchero, le 5 uova sbattute, la cannella, l’aroma fiori  d’arancia, qualche goccia di anice, i canditi tritati con la mandolina piccolissimi e amalgamare bene il composto. Quando è pronto aggiungere il cioccolato e miscelare ancora un pò. Accendere il forno a 160°.

Togliere la frolla dal freezer, dividerla in due parti della stessa dimensione. Stendere il primo panetto ad una altezza di circa 2 cm e foderare uno stampo da pastiera (tipo quello per la cassata… altrimenti da crostata va benissimo, togliere gli eccessi on un coltello. Riempite con un mestolo con la farcia e con gli sfridi fare con la rotella dentata delle striscioline da applicare proprio come fosse una crostata. Ripetete la stessa operazione con la seconda teglia. Infornare per circa 1h e mezza.

La pastiera va lasciata per 3 giorni in dispensa affinché il ripieno di assesti e gli aromi si combinino.

pastiera di pattipatti (13)

NEOPOLITAN PASTIERA (makes 2 26 cm cakes)

Crust:

  • 500gr all purpose flour
  • 180gr butter
  • 400 gr sugar
  • 3 eggs
  • seeds from half a vanilla bean
  • grated rind from half a lemon
  • pinch of salt

Filling:

  • 500 gr grain
  • 500gr  ricotta cheese
  • 5  eggs
  • 500gr sugar
  • 350gr milk
  • rind from half a lemon
  • orange blossoms water
  • 100 gr chocolate chips
  • 1 tablespoon powdered cinnamon
  • 1 teaspoon butter
  • 50 gr candied fruits
  • 1/2 vanilla bean
  • anise liquer (optional)

Start making the pastry by crumbling the butter with the flour before adding the sugar, the vanilla seeds , the grated lemon rind and the pinch of salt. Transfer on a work surface and work the mixture with a fork adding in the center the eggs one at a time. Work quickly with your hands until you get a smooth and firm dough. Cover with foil and place in freezer.

Proceed with the stuffing. Place the grain in a nonsticking pan with milk, lemon rind, vanilla bean and a knob of butter and cook for 1 hour, making sure it does not stick to the bottom. Let it cool, remove the vanilla and lemon peels and smash with a potatomasher everything except a spoon. You might instead use pre-boiled grain skipping the above procedure. In a large bowl, skip the ricotta cheese through a sieve, add the grain mixture, sugar, 5 eggs (lightly beaten), orange blossoms water, a few drops of anise liquer, finely chopped candied fruits, chocolate chips and mix well.

Preheat the oven to 160 °.

Remove the pastry from the freezer, divide it into two parts of equal size. Roll out the first dough 2 cm height and line a round mold. Fill with the stuffing and using the scrap of dough make the typical tart stripes.

Repeat the same operation with the reserved dough. Bake for about 1 hour and a half.

You should wait 3 days before eating pastiera so that the filling settles and aromas combine.

pastiera di pattipatti (15)

Cornetti integrali a lievitazione naturale con confettura di lamponi per UnLampoNelCuore

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(scroll down for english version)

Luglio 1995. I soldati serbo-bosniaci guidati dal generale Ratko Mladiç entrano a Srebenica, città nell’est della Bosnia Erzegovina, e massacrano 8.000 uomini e ragazzi solo perché di religione musulmana.

Dieci anni dopo, le donne ed i figli reduci da quello che è stato lo sterminio più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale abbandonano i campi profughi per fare ritorno nelle terre d’origine.

La voglia di ricominciare non è mancata alle donne di Bratunac, comune a pochi kilomentri da Srebenica, divenute oramai capofamiglia con anziani e giovani a carico. Con l’aiuto della Cooperativa Agricola Insieme (http://coop-insieme.com/), costituita nel giugno del 2003, queste donne hanno potuto rioccupare le loro terre devastate dalla guerra civile, riprendere in mano le loro vite dedicandosi all’antica coltura dei lamponi e grazie alla costituzione di piccole cooperative familiari ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti.

Oggi, 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna partecipo insieme ad altri bloggers (siamo straordinariamente oltre trecento) all’iniziativa “unlamponelcuore”. Il nostro scopo è quello di farvi conoscere il progetto “lamponi di pace” della Cooperativa Agricola Insieme  e di mostrarvi che a distanza di oltre dieci anni dall’inaugurazione dello stesso, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola “ritorno” nella scelta del “restare”.

Sostenere questo progetto è semplice, basta acquistare i lamponi freschi oppure i prodotti a base di lamponi e frutti rossi realizzati delle donne di Bratunac. Grazie ad un accordo con la Coop le confetture sono già disponibili negli Ipercoop così come in molti supermercati del Nord Italia. Le confezioni sono queste.

marm B

Per valorizzare quest’iniziativa oggi la rete sarà invasa da uno tsunami di ricette a base di lamponi.

Per non dimenticare.

Per onorare il coraggio e la forza delle donne di Bratunac.

Per convincersi che non bisogna mai arrendersi.

Per la pace, oggi e sempre.

brioches integrali con confettura di lamponi

Avrei voluto non aggiungere altre parole per lasciarvi alle vostre riflessioni e poi alla ricetta però due cosette ve le devo dire perché fare questi cornetti è stata un’odissea:

– mentre ero intenta a stendere la prima parte dell’impasto ha suonato l’idraulico chiamato da mio marito perché doveva sostituire la caldaia…..è stato per una mezz’ora tutto un ‘signora mi prende uno straccio per il pavimento?’, ‘signora non ha per caso una scaletta?’, ‘signora, (argh!…) mi chiude per cortesia l’acqua?’…insomma mi sono arrangiata a stendere e rotolare i cornetti in tutta fretta prima che li sommergesse tutto il polveraio che hanno fatto!

– scacciata dalla cucina ho chiesto alla suocera (che vive al piano di sotto) se potevo far lievitare i cornetti nel suo forno…mi ha risposto che quello del suo appartamento è rotto (annamo bene direbbero a Roma) e che devo portarli nella cucina al piano terra (dove la temperatura invernale è meno 10),

– gli 8 cornetti che erano sulla teglia (li altri li ho congelati) seppur coperti da uno strofinaccio hanno così preso un gran freddo passando dal clima (quasi tropicale) della mansarda al piano terra,

– li ho fatti lievitare 5 ore e un pò…più non ho potuto aspettare 1) perché la luce sarebbe scomparsa del tutto ed addio foto per il post 2) aspettavo amici a merenda che a loro volta aspettavano di assaggiare i cornetti 3) la piccola pulce si sarebbe svegliata e sarebbe stata la fine del mio arcaico ‘set fotografico’,

– la lievitazione è stata lenta lentissima perché ho avuto la bella idea di aggiungere alla farina di grano saraceno (priva di glutine) quella d’orzo che non lega e che immagino avrà fatto per tutto il tempo a cazzotti con la Manitoba.

Detto questo, ringrazio comunque Patrizia per la sua ricetta e vi presento i miei cornetti, rigorosamente accompagnati con confettura di lamponi (alcuni ne ho anche farciti prima della cottura ma sono finiti nel freezer pertanto quello che vedete nel piattino è stato tagliato in due, spalmato di confettura e così pappato).

CORNETTI INTEGRALI A LIEVITAZIONE NATURALE CON CONFETTURA DI LAMPONI (per 24 pezzi)

da My via della Rose, tra parentesi le mie variazioni

  • 300 g di farina al alto contenuto in glutine tipo Manitoba
  • 100 g di farina di farro ( per me orzo)
  • 100 g di farina di grano saraceno
  • 40 g di zucchero integrale di canna
  • 2 cucchiai di miele liquido
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 150 g di latte di soia (per me vaccino)
  • 300 g di pasta madre rinfrescata due volte ( oppure 25 g di lievito fresco)
  • 100 g di burro morbido
  • 2 uova intere

ore 13.45

1° rinfresco

ore 17.30

2° rinfresco

ore 21.15

Intiepidite il latte e scioglietevi la pasta madre. Setacciate le tre farine sulla spianatoia o nella ciotola dell’impastatrice, fate un buco al centro ed rompetevi le due uova, aggiungete lo zucchero, il miele, il cucchiaino di vaniglia e cominciate a lavorare con un cucchiaio di legno, assorbendo parte della farina, poi aggiungete la pasta madre sciolta nel latte ed il burro morbido e continuate a lavorare con le mani formando una palla liscia e compatta.

ore 21.30

Mettete l’impasto a riposare coperto per 1 ora.

ore 22.30

Passate in frigo

ore 8.00 del giorno successivo

Riprendere l’impasto dal frigorifero a lasciatelo acclimatare a temperatura ambiente.

ore 13.00

Dividete in 3 parti uguali. Sulla spianatoia disponete il primo pezzo e stendetelo con il matterello formando un cerchio; con il tagliapasta (o la rotella della pizza) formate 8 triangoli uguali. Fate un taglio al centro del base. Farcite se preferite con della marmellata e iniziando dalla base più larga arrotolare fino al vertice. Così confezionati si possono congelare.

ore 13.30

Adagiate ogni cornetto in una teglia foderata di carta forno dandogli la forma tipica; far lievitare 4  ore circa nel forno spento fino al raddoppio (come ho scritto sopra a me sono servite 5 ore abbondanti).

ore 17.30

Preriscaldate il forno a 190° C, modalità statico.

Spennellate i cornetti con un tuorlo sbattuto con un po’ di latte ed infornateli per 15 min. Lasciateli intiepidire, quindi cospargeteli con dello zucchero a velo e servite.

NATURALLY LEAVENED WHOLE-WHEAT CORNETTI WITH RASPBERRY JAM (makes 24 pieces)

• 300 g flour at high gluten content like Manitoba
• 100 g spelt flour (barley for me)
• 100 g of buckwheat flour
• 40 g of brown sugar cane
• 2 tablespoons liquid honey
• 1 teaspoon vanilla extract
• 150 g of soy milk (for me vaccine)
• 300 g of sourdough refreshed twice (or 25 g of fresh yeast)
• 100 g butter, softened
• 2 whole eggs

1.45 p.m.
1st sourdough refreshment.

5.30 p.m.
2nd sourdough refreshment.

9.15 p.m.
Dissolve the sourdough starter in warm milk. Sift the three flours in the bowl of a standing mixer or on a work surface, make a well in the center and break the eggs, add sugar, honey, a teaspoon of vanilla extract and begin working with a wooden spoon, then add the yeast dissolved in milk and the softened butter and continue to work with your hands until a smooth ball forms.

9.30 p.m.

Cover the dough and let rest for a hour.

10.30 p.m.
Refrigerate the dough overnight.

8:00 a.m. the next day

Take the dough out the fridge and allow to come to room temperature.

1 p.m.
Divide it into 3 equal parts. Roll each piece out with a rolling pin into a circle, using a cutter (or a pizza wheel) form 8 equal triangles. Make a cut in the center of the base of each triangle. Stuf with jam (half a teaspoon) and roll up from the base to the apex. If you don’t cook them straight away you can freeze this way by leaving on a tray in the freezer until they have hardened.

1.30 p.m.
Lay each croissant on a baking sheet lined with parchment paper; let rise for 4-5 hours in the oven until doubled.

5.30 p.m.
Preheat oven to 190 ° C, static mode.

Brush the croissants with beaten egg yolk with some milk and bake for 15 minutes until they turn golden brown. Let cool, then sprinkle with icing sugar and serve immediately.

***

Questa ricetta va alla raccolta mensile di Panissimo di Sandra e Barbara ospitata questo mese dal Castello di Pattipa.

nuovo italia

Zebra cake {alias il ciambellone variegato al cacao ed extravergine}

zebra cake

(scroll down for english version)

Bello è stato risvegliarsi per un’intera settimana tra le cime innevate con vassoi traboccanti di croissants, plumcake che sanno di burro, tortine di ricotta e crostate di ogni tipo.

Poi però arriva il momento nel quale non ne puoi più di sbuffi di zucchero a velo e di canditi scartati e vorresti risvegliarti nella tua casetta, fare colazione nella tua cucina con la tua tazza ed assaporare il tuo dolce, quello con pochi fronzoli ma con ingredienti buoni e genuini.

Quello che vi presento oggi impazza nel web da un po’ ed altro non è se non una torta variegata al cacao con una particolare ma semplicissima tecnica di ‘assemblaggio’ che rende unico il risultato finale. Come sempre nei casi di ricette seriali ne esistono già decine di versioni. Io vi presento la mia, adattata nel corso di 4-5 diversi esperimenti e che prevede l’utilizzo di olio extravergine di oliva al posto del classico olio di mais.

zebra cake

Essendomi trovata senza teglie rotonde questa volta ho dovuto ripiegare su uno stampo quadrato; se però voi dovreste utilizzarne uno rotondo da 24cm vi consiglio di moltiplicare le quantità per 1,25 ed aumentare di un uovo.

Per una versione ancora più leggera e priva di latticini, ma dal risultato altrettanto goloso, vi consiglio invece di seguire la ricetta del ciambellone all’acqua.

zebra cake

Visto che siamo prossimi alla festività di San Valentino ho pensato di decorare la mia tortina creando un cuoricino con la punta di uno stuzzicadenti…..in modo da poterne donare un pezzettino alla persona amata. Io ho diviso in due il quadrotto, metà al babbo, metà alla piccola pulce.

A casa mia questo dolce dura davvero poco soprattutto durante il weekend quando ci piace fare merenda insieme; se voi foste più brave di me nel nasconderla sappiate che coperta con della pellicola si mantiene soffice per diversi giorni.

ZEBRA CAKE ALL’OLIO EXTRAVERGINE (per una teglia da cm24x24)

  • 3 uova medie (delle mie gallinelle)
  • 180 gr di zucchero di canna
  • 150 gr di olio extravergine di oliva (di casa mia)
  • 200 ml di latte (per me fresco intero)
  • 250 gr di farina 00 biologica
  • una bustina di lievito per dolci
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semini di mezza bacca)
  • un pizzico di sale
  • 3 cucchiai di cacao amaro in polvere
  • zucchero a velo (facoltativo)

In una ciotola sbattete con le fruste le uova con lo zucchero fino a quando diventeranno leggermente spumose.

Aggiungete gradualmente il latte quindi l’olio ed amalgamate con una spatola.

Unite la farina setacciata con il lievito, la vaniglia, il sale e mescolate.

A questo punto pesate l’impasto (che non dovrà risultare troppo liquido pena la riuscita dell’effetto zebrato) e dividetelo in due parti uguali. Unite ad una delle due metà il cacao e mescolate energicamente con una frusta per eliminare eventuali grumi.

Preriscaldate il forno a 180°C/356° F.

Oliate (o imburrate) ed infarinate leggermente il vostro stampo ed iniziate versando due cucchiai dell’impasto bianco al centro. Proseguite versando due cucchiai dell’impasto al cacao al centro del precedente. Proseguite in questo modo, creando dei cerchi concentrici, fino ad esaurimento dei due composti.

Cuocete per 35-40 minuti in modalità statica (fate la prova stecchino per verificarne la cottura).

Fate raffreddare e tagliate a fettine o quadrotti prima di servire.

Spolverate se vi piace con zucchero a velo.

zebra cake

EXTRAVIRGIN ZEBRA CAKE (makes a 24×24 cm cake)

  • 3 medium eggs (freshly collected from my hens)
  • 180 gr cane sugar
  • 150 gr extravirgin olive oil (from my olive trees)
  • 200 ml fresh whole milk
  • 250 gr organic plain flour
  • 16 gr baking powder
  • 1 teaspoon vanilla extract (or seeds from half a vanilla bean)
  • pinch of salt
  • 3 tablespoons unsweetened cocoa powder
  • powdered sugar for dusting (optional)

In a bowl beat the eggs with the sugar.

Add gradually the milk then the oil, mixing with a spatula.

Pour in the flour previously sifted with baking powder, the vanilla extract (or seeds) and the salt and stir.

At this point, weigh the dough and divide into two equal parts. Add the cocoa powder to one of these halves and stir vigorously with a whisk to avoid forming lumps.

Preheat the oven to 180 ° C/356° F.

Oil (or butter) and lightly flour your mold and start pouring two tablespoons of the plain mixture in the center. Continue pouring two tablespoons of the cocoa dough in the middle of the plain batter. Go on this way, creating concentric circles, until the two compounds end.

Bake for 35-40 minutes in static mode (do no forget the toothpick test to check cooking) .

Let cool and cut into slices or squares before serving.

Sprinkle with powdered sugar if you like.

Muffins nettarine e fiori di lavanda…..non solo Provenza

muffin nettarine e fiori di lavanda 056

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Il caldo opprimente di questi giorni ci costringe a rinviare l’uscita pomeridiana al dopo cena. Qualche sera fa, presi nell’ordine passeggino, ciuccio e titto (ma perchè le dade del nido non la chiamano semplicemente acqua?), ci incamminiamo verso la prima campagna che circonda la nostra casa.

Tra un saluto alla luna e lo scrutare il cielo in cerca di una scia di aeio ci imbattiamo in un cespuglio enorme di lavanda, avvinghiato ad una pianta altrettanto enorme di rosmarino e ad un’altra imprecisata erbaccia rampicante.

Fermi tutti! Qua bisogna che mi spiccherelli un pò le caviglie ma non posso tornare a casa senza un mazzetto di lavanda!

Alla curiosità della pulce (quale interessante gioco andrà a fare la mamma in mezzo all’erba?) si contrappone una strana espressione nel volto di mio marito (che oserei tradurre in…questa è proprio fuori! e poi la lavanda a me non piace…se la usa per profumare l’armadio tanto tanto ma che non si inventi una ricetta troppo strana perchè figurati se l’assaggio).

Tornati a casa ed apprezzata la frescura regalataci dal condizionatore, mentre l’uomo grande prepara il piccolo per la notte la sottoscritta scappa in cucina a pasticciare…in poco più di una mezz’ora i fiori di lavanda trovano posto in questi deliziosi muffins che, con i loro colore e sapore, sanno tanto di estate!

L’idea c’era già in testa. E’ nata da una foto (che ora trovate nella mia bacheca Pinterest) pubblicata in un sito in lingua tedesca. Non essendo soddisfatta della traduzione fatta con Google (se proprio così vogliamo definirla!), che peraltro citava uno sconosciuto zucchero di lavanda, ho gironzolato un pò in rete fino ad arrivare nel sito di un b&b da favola, La Piantata di Arlena di Castro (VT), che offre ai suoi ospiti la possibilità di dormire in una casa sull’albero ad 8 metri da terra.

Andate a dare una sbirciatina al sito perchè è una meraviglia! E che distesa di lavanda…da fare invidia alla Provenza.

Nel sito trovate anche una raccolta di ricette, tra le quali quella dei muffins alla lavanda che ho personalizzato aggiungendo degli spicchi di nettarina, utilizzando zucchero di canna e raddoppiando la quantità di fiori di lavanda.

Vi lascio subito la ricetta!

MUFFINS NETTARINE E FIORI DI LAVANDA (per 6 dolcetti)

  • 150 gr di farina 00
  • 40 gr di zucchero di canna chiaro
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • 1 uovo
  • 60 gr di burro fuso
  • 1 cucchiaio di estratto di vaniglia
  • 100 gr di latte fresco intero
  • 2 cucchiai di fiori freschi o secchi di lavanda (non trattati)
  • 1 pizzico di sale
  • 1 nettarina piccola

In un pentolino portate ad ebollizione il latte con i fiori di lavanda, spegnete il fuoco e lasciate in infusione per 10 minuti.

Nel frattempo, in una ciotola mescolate la farina, lo zucchero, il lievito ed una presa di sale.

In un altro contenitore sbattete l’uovo ed aggiungete l’essenza di vaniglia, il burro fuso ed il latte aromatizzato alla lavanda (potete lasciare i fiori come ho fatto io oppure eliminarli filtrandoli con un colino). Incorporate agli ingredienti liquidi quelli secchi ed amalgamate fino ad ottenere una pastella semidensa (come per tutti gli impasti dei muffins non è necessario rendere l’impasto troppo omogeneo).

Suddividetelo in pirottini di carta da muffins, ponete sulla superficie due fettine sottili di nettarina e spolverizzate con zucchero di canna e qualche fiore di lavanda. Cuocete in forno già caldo a 180° C per 25 minuti circa.

muffin nettarine e fiori di lavanda

NECTARINE AND LAVENDER MUFFINS (makes 6 minicakes)

  • 150 gr plain flour
  • 40 gr cane sugar
  • 8 gr baking powder
  • 1 egg
  • 60 gr melted butter
  • 1 tablespoon vanilla extract
  • 100 gr fresh milk
  • 2 tablespoons lavender flowers (fresh or dried)
  • 1 pinch salt
  • 1 small nectarine

Preheat the oven to 350° F.

Line a muffin tray with paper baking cups and set aside.

In a small saucepan bring to boil the milk with the lavender flowers on low heat;  turn off and let in infusion for 10 minutes.

Meanwhile in a bowl combine flour, cane sugar, baking powder and salt.

In another bowl beat the egg and add vanilla extract, melted butter and the milk (you can leave the flowers otherwise drain them with a colander). Using a wooden spoon mix the dry ingredients with the egg and milk mixture, but not stir too much because the batter must be rather lumpy.

Pour mixture into paper cases. Lay slices of nectarines over each of the muffins and sprinkle the top with cane sugar and lavender flowers. Bake for 25 minutes until muffins are golden and puffed.

***

Con questa ricetta partecipo al contest Muffin del blog La mia cucina improvvisata

banner RUBRICA CONTEST giugno

e al contest ‘I dolci me li porto in giro’ del blog Valycakeand

Il cibo me lo porto in giro 1[1]

e vado finalmente in vacanza per qualche giorno! Mi raccomando restate lì perchè ho pronte tante ricettine deliziose…

a presto

LaGreg

New York-Style cheesecake (in crosta di amaretto) con salsa di albicocche

new york style cheesecake con salsa di albicocche

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Se anche voi appartenete, come la sottoscritta, alla categoria ‘I love cheese’ non potete perdervi questa torta.

La fortuna di essere entrata da poco a far parte della blogosfera fa sì che io possa avvantaggiarmi degli esperimenti fatti da altri prima di me ed evitare di star lì, ingredienti e bilancia alla mano, a studiare combinazioni surreali o azzardare variazioni di dosi (evitando in questo modo spreco di materia prima e lancio nel pattume del piatto).

La cheesecake rappresenta un vero e proprio culto della tradizione gastronomica d’oltreoceano e se ne contano centinaia di versioni. La teoria vorrebbe che per il ripieno formaggioso si usasse la sour cream ma noi (italiani) siamo stati bravissimi a replicare l’originale sfruttando l’ineguagliabile patrimonio caseario del nostro paese e facendo entrare di diritto nella lista degli ingredienti ricotta (che gli americani adorano), robiola o squacquerone.

Dopo aver fatto la linguetta in diverse pagine dei miei libri di ricette, aver decretato vincitrice la New York-style cheesecake di Martha Stewart, decido comunque di sbirciare nei blog di casa nostra, certa che avrei trovato una versione non troppo pannosa e smagosa (questo è faentino puro!).

new york style cheesecake con coulis di albicocche (22)

Dopo un neanche tanto lungo girovagare finisco qui e decido di mettere all’opera la versione della mia vicina di blog Paneburroealici.

Che voglia mi fa quella fetta di torta…e poi quella goduriosa salsa al caramello!

Visto il calor di questi giorni, e complice della frutta matura da consumare, decido di darle un po’ di freschezza preferendo al caramello una salsa di albicocche. In un nanosecondo la mia mente balza al pacchetto di amaretti che è in dispensa, regalo di una cara amica, che finiscono in men che non si dica sbriciolati insieme ai biscotti……e che regaleranno alla crosta una nota particolare e naturalmente (perché derivano dall’armellina, il seme racchiuso nell’involucro legnoso che è all’interno dell’albicocca) in sintonia con quella dei succosissimi frutti.

N:B: io ho utilizzato uno stampo a cerniera piccolo, pertanto se avete voglia di prepararla ed avete uno stampo più grande dovete adattare le dosi (triplicandole) o prendere direttamente quelle indicate da Emanuela nel suo blog.

new york style cheesecake con coulis di albicocche (10)

NEW YORK STYLE CHEESECAKE IN CROSTA DI AMARETTI E SALSA DI ALBICOCCHE (per una tortiera di cm 16)

per la crosta:

  • 50 gr di amaretti
  • 90 gr di frollini
  • 50 gr di burro
  • 10 gr di zucchero di canna chiaro (o semolato)

per la crema al formaggio:

  • 175 gr di ricotta
  • 75 gr di formaggio spalmabile (per me philadelphia)
  • 20 gr di panna fresca (a temperatura ambiente)
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 13 gr di maizena
  • 1 uovo
  • 50 gr di zucchero di canna chiaro (o semolato)

per la salsa di albicocche:

  • 10 albicocche
  • 50 gr di zucchero semolato
  • 150 ml di acqua

Nel mixer o in un sacchetto per alimenti sbriciolate finemente i biscotti e gli amaretti (eventualmente aiutandovi con un mattarello). Amalgamateli con il burro e lo zucchero fino ad ottenere un composto di briciole.

Versate in uno stampo a cerniera ricoperto di carta da forno e livellate bene con le mani fino a ricoprire uniformemente la base ed i bordi. Mettete in frigo a rassodare per una mezz’ora.

Preparate nel frattempo la crema al formaggio. In una ciotola montate l’uovo con lo zucchero, aggiungete l’estratto di vaniglia, la ricotta ed il formaggio spalmabile ed amalgamate bene con l’aiuto di una frusta per eliminare eventuali grumi. Unite a questo punto la panna e la maizena setacciata.

Versate la crema nella tortiera e trasferite in forno già caldo a 170° C per circa 45 minuti.

Terminata la cottura, spegnete il forno e lasciate raffreddare la torta per tutta la notte.

Solo al momento di servire preparate la salsa di albicocche. In un pentolino versate l’acqua e lo zucchero; fate bollire per 1-2 minuti dopodiché unite le albicocche tagliate a spicchi. Fate cuocere per una decina di minuti o comunque fino a quando la frutta risulterà morbida. Frullate con un minipimer fino ad ottenere una salsa di media consistenza.

Tagliate la torta a fette e nappate con la salsa all’albicocca.

 ***

NEW YORK STYLE CHEESECAKE WITH AMARETTI CRUST AND APRICOT SAUCE (for a 16-cm baking pan)

for the crust:

  • 50 gr amaretti
  • 90 gr biscuits
  • 50 gr butter
  • 10 gr cane (or white) sugar

for the filling:

  • 175 gr ricotta cheese
  • 75 gr soft cheese (es. philadelphia)
  • 20 gr cream (room temperature)
  • 1 teaspoon vanilla extract
  • 13 gr cornstarch
  • 1 egg
  • 50 gr cane (or white) sugar

for the apricot sauce:

  • 10 apricots (sliced)
  • 50 gr sugar
  • 150 ml water

Preheat the oven to 350° F. Cover the base of a 16-cm springform pan with parchment paper and butter the sides.

Using a mixer (or a plastic bag and a rolling pin) crush finely together biscuits and amaretti. Combine with the butter and the sugar until you obtain a crumbly mixture.

Press the dough into the bottom e the sides of the pan, pattin it into an even layer. Put in the fridge to rest for 30 minutes.

Meanwhile, in a bowl whisk the egg with the sugar, then add vanilla extract, ricotta cheese e the cream cheese. Beat well until smooth. Pour in the cream and sifted cornstarch.

 Pour ricotta and cream cheese filling into the prepared pan. Bake 45 minutes.

Turn off the oven and let cheesecake cool down over the night.

Just before serving you can prepare the apricot sauce. In a small pan pour water and sugar and let boil for 1-2 minutes; add the apricot slices and cook for 10 minutes until the fruit is tender. Transfer carefully to a food processor and pulse until sauce is blended but still lightly chunky.

Spoon the sauce onto the slices of cheesecake.

new york style cheesecake con coulis di albicocche (12)

Con questa ricetta partecipo al contest Cheesecake del blog Una fetta di paradiso

CHEESECAKE contest