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Albicocche al cartoccio…su www.lagreg.it | Parcel-roasted apricots… on www.lagreg.it

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Vi lascio un’anteprima del dolcino di oggi…

Buona giornata a tutti!

albicocche al cartoccio

***

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Ciao,

Silvia

E siamo a 40!…bignè con gelato di riso acquerello e miele barricato

bignè con gelato di riso e miele(scroll down for english version)

Nelle ultime ore mi sono ripetuta all’infinito non ce la farò mai! Ed infatti non ce l’ho fatta…

Avrei voluto regalarvi questo post  ieri, giorno del mio compleanno, ma come da aspettative troppi impegni in casa e fuori, i messaggi di auguri a cui rispondere, i (soliti) vestiti da stirare, le confetture da preparare prima di trovarsi sommersi dalle prugne, il weekend fiorentino da prenotare…

Come è ben noto la fretta non è mai buona consigliera e per potermi regalare questo dolcino ho dovuto prima inciampare nella sedia e spatasciare in terra le uova delle mie gallinelle quindi bruciare una delle due teglie di bigné, che forse troppo sensibili e solidali al mio umore, hanno finito per sgonfiarsi oltre il dovuto.

Potrei prendermela per il fatto di aver cambiato ricetta rispetto a quella che faccio di solito, ma non sarebbe poi così politically correct accusare un Mastro Pasticciere quale Montersino i cui bigné in tv e nei libri di cucina sono a dir poco strepitosi…

Per oggi pertanto sorvoliamo sul contenitore ed andiamo sul contenuto!

Visto che è estate e che il gelato ci piace ho pensato di abbandonare per una volta crema chantilly e cioccolato fondente e di farcirvi i miei bigné sgangherati. Ho voluto però un gelato speciale, sconosciuto al mio palato, approfittando di una lattina di riso acquerello che l’Irvea ha voluto donare ad alcune Bloggalline in occasione del contest organizzato con Informacibo e, che dopo un disguido postale e grazie soprattutto alla cortesia e disponibiità di Maddalena, è arrivato nella mia cucina.

Si tratta di una delle eccellenze gastronomiche del nostro paese ed è rappresentato da riso di varietà di Carnaroli coltivato nella Tenuta Colombara in provincia di Vercelli, invecchiato per un anno quindi raffinato e lentamente reintegrato della sua gemma. Per effetto di questo trattamento unico al mondo i suoi chicchi in cottura restano integri, sodi evitando pertanto l’effetto pappetta che talvolta si ottiene preparando un risotto o peggio ancora bollendo il riso.

confezioni

Io come vi ho anticipato ho azzardato un pochino e ci ho fatto il gelato! I chicchi hanno tenuto perfettamente la cottura nel latte ed erano ancora belli sodi quando ho immerso il primo cucchiaino (e non ultimo) nella vaschetta. Un gelato semplicissimo da realizzare senza gelatiera con solo latte e qualche cucchiaio di buon miele…io oramai sono innamorata del suo (che ho usato qui, qui e qui) e che metto ovunque, anche nel latte al mattino! Questa volta ho scelto quello barricato (Il Carato) consigliato normalmente per i formaggi ma che io ho trovato spettacolare con la soavità del riso, al quale ha regalato un interessante retrogusto.

Pronti a scoprire come realizzare questa montagna di golosi bignè?

bignè con gelato di riso e miele 6

BIGNE’ CON GELATO DI RISO ACQUERELLO E MIELE BARRICATO (per 12 bignè)

  • 12 bigné (vi racconterò presto come farli)

per il gelato:

  • 500 ml di latte fresco intero
  • 150 gr di riso acquerello
  • mezza stecca di cannella
  • 3 cucchiai di miele barricato di Giorgio Poeta

per il coulis e la decorazione:

– lamponi e ribes rosso freschi

Preparate il gelato. Versate il latte in un pentolino ed unite la stecca di cannella ed il riso, portate a bollore e cuocete per i minuti indicati sulla confezione (io ho assaggiato e spento dopo 15 minuti visto che nella lattina non è indicato il tempo di cottura). Il latte risulterà completamente assorbito anche se il composto deve risultare morbido. Eliminate la stecca di cannella e lasciate raffreddare.

Una volta freddo unite al riso il miele e trasferite in un contenitore idoneo per il freezer (se avete la gelatiera non fatevi scrupolo di usarla!); riponete nel congelatore per 45 minuti circa ricordandovi di mescolare ogni tanto l’impasto.

Nel frattempo lavate delicatamente i lamponi ed il ribes, schiacciateli con una forchetta dentro un colino e raccogliete la purea in una ciotolina sottostante. Mettete da parte.

Tagliate i bignè a metà. Farciteli con il gelato, sistemateli su un piatto a mò di piramide. Nappateli con la purea di frutta e decorate con qualche lampone e ribes lasciato da parte.

Mangiate subito altrimenti si scioglie!

bignè con gelato di riso e miele 1

ACQUERELLO RICE AND AGED HONEY ICE-CREAM STUFFED PUFFS (makes 12 puffs)

  • 12 puffs (recipe soon in the blog)

for the ice-cream:

  • 500 ml fresh whole milk
  • 150 gr acquerello rice
  • half cinnamon stick
  • 3 tablespoons aged honey

for topping:

– fresh rasperries and red currants

Start from preparing ice-cream. Pour milk into a heavy saucepan and add cinnamon stick and rice, bring to a boil and cook for the time indicated on the package. After this time milk should be completely absorbed and the mixture should result creamy. Let cool completely.

Once cooled down combine rice and honey and transfer into a freezer-proof container (or if you have one, into an icecream machine!) and store for about 45 minutes, stirring occasionally.

Meanwhile wash gently raspberries and red currants and mash with a fork into a colander, keeping a bowl below to contain the purée. Set aside.

Cut puffs in half. Fill them with ice cream, arrange on a plate as a kind of a pyramid. Drizzle with the fruit purée and decorate with some raspberry and currant left aside.

Eat immediately… before it melts!

Divisi da una piadina (dolce)…moglie vs marito #2

piadina dolce 1 piadina dolce 2

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La sfida casalinga a pase di piada continua….

Pensavate che la versione salata  avesse soddisfatto i nostri palati (e riempito le nostre pance)? In effetti sì e con grande piacere (direi anche vostro, che mi avete lasciato dei commenti entusiasti e bellissimi), però visto che Tiziana attraverso l’Mtchallenge ci ha lanciato la sfida consentendoci di realizzare fino a 5 piadine, tornata dalla vacanza al mare non potevo non approfittarne per sperimentare sul dolce…..proposta un  po’ bizzarra questa e fuori dal coro…però in fondo se una fetta di pane (che in Romagna è quasi esclusivamente condito con lo strutto) o di pan brioche è buona spalmata di crema di nocciole o confettura perché non può esserlo la piadina?

Ancora una volta due versioni, la sua e la mia perché i gusti non sempre coincidono, perché lui è quello tradizionale ed io la sperimentatrice, perché lui è per l’opulenza ed io per la semplicità e la tradizione. Questa volta a fare da collante tra la mia e la sua piada un ingrediente che non manca mai nel nostro frigo, la ricotta…qui in veste speciale perché più ricca, saporita e rotonda in bocca essendo fatta al 90% con latte di bufala insolitamente made in Marche (ma quante cose belle ho scoperto nella mia regione negli ultimi mesi?) .

Due ricette nate sontuose per diventare delicate, visto che in ultimo ho rinunciato alla frittura ed approfittato di un pomeriggio insolitamente tiepido per accendere il forno.

Il procedimento è sempre quello di Tiziana anche se ho leggermente modificato gli ingredienti dell’impasto…cacao amaro nella sua piadina, mix di farine vuota-dispensa e semi di papavero nella mia.

Se la scorsa volta ognuno si è gustato gelosamente la propria piada (con la scusa…Lui: ‘le albicocche nella piadina non le mangerò mai’…oppure Io:‘il salame non l’ho mai mangiato in vita mia, pensa proprio se lo assaggio ora’), questa volta, abbiamo fatto bis di piadine! Come del resto la pulce ha pucciato due volte…attratto dal cioccolato nella piada del babbo e dall’effetto sorpresa del raviolone della mamma.

La ricetta della piadina la trovate qui.

piadina dolce 4

CANNOLO DI PIADINA AL CACAO CON RICOTTA DI BUFALA E CIOCCOLATO FONDENTE (per una porzione)

  • 1 piadina (ottenuta aggiungendo all’impasto base del cacao amaro, 2 cucchiai colmi su 250 gr di farina…con questa quantità ottenete 10-12 cannoli)
  • 1 etto di ricotta di bufala
  • zucchero a velo
  • cioccolato fondente
  • un albume

(Preferibilmente il giorno prima) mettete la ricotta in un colino e lasciate che rilasci tutto il siero.

Per ottenere i cannoli dovete stendere l’impasto e ritagliare dei quadrati di 10x10cm che avvolgerete intorno a degli stampini leggermente oliati e sigillerete con un po’ di albume.

Cuocete i cannoli in forno caldo a 200° C fino a doratura (circa 20-25 minuti), girandoli  a metà cottura. Toglieteli dal forno e attendete un paio di minuti prima di estrarli delicatamente dagli stampini. Fateli raffreddare completamente.

Setacciate la ricotta (meglio due volte) attraverso un colino quindi conditela a vostro piacimento con lo zucchero a velo (1 cucchiaio abbondante a porzione dovrebbe bastare ma provate perché a detta del mio Lui potevo essere più generosa). Unite del cioccolato fondente grattugiato al momento e trasferite in un sac-a-poche. Farcite il cannolo.

Trasferite su un piatto da servizio, decorate con altro cioccolato (se vi piace l’idea potete scioglierlo e colarlo sopra!!) e frutta fresca.

piadina dolce 3

RAVIOLO DI PIADINA AI SEMI DI PAPAVERO CON RICOTTA DI BUFALA, MIELE ALL’ANICE STELLATO E PINOLI (per una porzione)

  • 1 piadina (ottenuta unendo un cucchiaio di semi di papavero per 250 gr di farina…con questa quantità usciranno 10 ravioli)
  • 40 gr circa ricotta di bufala (ho fatto ad occhio)
  • zucchero a velo
  • scorza grattugiata di limone
  • tuorlo per pennellare
  • miele all’anice stellato di Giorgio Poeta
  • pinoli tostati

Stendete l’impasto e con un coppapasta di 10cm ricavate dei cerchi. Farciteli con la ricotta zuccherata a piacere e profumata con la scorza di limone, dopodiché ripiegateli in modo da formare delle mezzelune. Sigillate bene i bordi prima con le dita poi con i rebbi di una forchetta. Sbattete leggermente il tuorlo e pennellatevi la superficie.

Cuocete in forno già caldo a 180° C fino a doratura (20 minuti circa). Servite subito con il miele ed i pinoli tostati.

piadina dolce

COCOA PIADINA CANNOLO WITH BUFFALO RICOTTA AND DARK CHOCOLATE (serving 1)

  • 1 piadina (recipe is here…I have just added 2 heaping tablespoons of cocoa powder every 250 gr of flour…obtaining 10-12 piadinas)
  • 100 gr buffalo ricotta
  • icing sugar
  • dark chocolate
  • 1 egg white

Put the buffalo ricotta in a colander and let release serum for a few hours (even better all night long).

Make cannoli by rolling out the dough and cutting 10x10cm squares. Wrap each piece of dough around a cannolo mold, lightly oiled, brush edges with egg white and press gently with your fingetips to seal.

Cook cannoli in pre-heated oven at 200° C until golden brown (about 20-25 minutes), turning after the first 10 minutes. Remove from the oven and wait a couple of minutes before removing (gently) from the molds. Let them cool completely.

Sieve ricotta through a strainer (preferably twice) and season to taste with icing sugar (1 tablespoon per serving should be enough but give it a try because up to my husband the filling was not sweet enough). Add freshly grated dark chocolate and transfer into a sac-a-poche. Stuff the cannoli with the ricotta and chocolate filling.

Transfer to a serving plate, decorate with some more chocolate (if you like the idea you can even melt it and pour it over!!) and fresh fruit.

***

POPPY SEEDS PIADINA RAVIOLI WITH BUFFALO RICOTTA, ANIS SCENTED HONEY AND TOASTED PINENUTS (serving 1)

  • 1 piadina (recipe is here…I have just added 1 tablespoon of poppy seeds every 250 gr of flour obtaining 10 ravioli)
  • 40gr buffalo ricotta cheese
  • icing sugar
  • grated zest from organic lemon
  • egg yolk to brush
  • anis scented honey
  • toasted pinenuts

Roll out the dough and using a round 10cm pastry cutter cut out circles. Fill them with ricotta (sweetened to taste with icing sugar and flavored with lemon zest), then flap one side over the other as to form crescents. Seal edges pressing roundlike with your fingers then with a fork. Lightly beat the egg yolk and brush their surface.

Bake in preheated oven at 180° C until golden brown (about 20 minutes). Serve immediately with honey and toasted pinenuts.

 ***

Con questo bis di piadine partecipo alla sfida #40 dell’Mtchallenge

piadina

Petit pots au chocolat [au lait]

petit pots au chocolat

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Valigie disfatte! Lavatrici stese! Ora mi tocca stirare…ma non sò sinceramente da dove iniziare!

I teli, i costumi e le canotte ritornate dalla vacanza e scaricate a mò di spazzatura nel bagno di servizio (insieme a qualche etto di sabbia), dopo il lavaggio si sono sommati ad un paio di ceste che prima della partenza non sono proprio riuscita ad affrontare…..col risultato che oggi mi ritrovo con una vera e propria montagna di vestiti da stirare!

Mentre io mi faccio coraggio e posiziono il tavolo da stiro a portata di condizionatore, vi lascio una ricettina facilissima e velocissima preparata per la merenda della pulce (pensate un po’ che ho utilizzato il cioccolato al latte rimasto dall’uovo di Pasqua che ha soggiornato finora in frigo perché, con la temperatura della mia cucina mansardata, in dispensa si sarebbe sciolto già da un po’).

Questa ricetta, a differenza di tante altre, non contiene uova e non prevede cottura in forno; io per renderla più leggera ho sostituito la panna utilizzando solo latte fresco intero di alta qualità.

Avrei voluto guarnire i vasetti con un coulis di fragoline di bosco appena raccolte dietro casa ma riducendole in purea il loro colore rosso vivo è diventato un marroncino chiaro che avrebbe fatto a cazzotti con il colore già pallido della mousse cosicché all’ultimo l’ho decorata con quello che ho trovato…ricotta di bufala, mandorle tostate e una colata di cioccolato al latte.

Altro che budino con le macchie!

petit pots au chocolat 4

petit pots au chocolat 2

PETIT POTS AU CHOCOLAT AU LAIT (per 5-6 porzioni…dipende dalla dimensione dei vasetti che utilizzate)

liberamente adattata da questa ricetta del blog Lo Spelucchino

  • 500 ml di latte fresco intero (oppure 250 ml di latte e 250ml di panna)
  • 50 gr di zucchero di canna chiaro
  • 70 gr di cioccolato al latte (o fondente)
  • 18 gr di amido di mais

per guarnire:

  • ricotta di bufala
  • zucchero a velo
  • mandorle tostate
  • cioccolato al latte fuso (in microonde o bagnomaria)

In un pentolino mettete il latte e lo zucchero, portate a bollore e togliete dal fuoco.

Prelevate due/tre cucchiai di latte caldo e versateli in una ciotola nella quale avrete messo la maizena setacciata; mescolate bene con una frusta, per evitare la formazione di grumi, aggiungendo a poco a poco dell’altro latte e in modo da ottenere una crema che poi verserete nel pentolino con il latte caldo.

Rimettete sul fuoco, con fiamma dolce, e riportate a bollore; lasciate cuocere 4-5 minuti fino a quando la crema comincerà ad addensare. Versate il cioccolato, allontanatevi dal fuoco e fatelo sciogliere velocemente rimestando in continuazione con la frusta.

Distribuite nei vasetti (per me quelli di vetro dello yogurt, precedentemente lavati con acqua molto calda), lasciate intiepidire e trasferite in frigo per almeno due ore.

Prima di servire guarnite i vasetti con ricotta di bufala zuccherata a piacere, mandorle tostate tritate e cioccolato al latte fuso.

petit pots au chocolat 1

PETIT POTS AU CHOCOLAT AU LAIT (serving 5-6 according to jars dimension)

  • 500 ml fresh whole milk (or 250 ml milk and 250ml fresh cream)
  • 50 gr white cane sugar
  • 70 gr milk chocolate (or dark)
  • 18 gr corn starch

for topping:

  • buffalo ricotta cheese
  • powdered sugar
  • toasted almonds (chopped)
  • melted milk chocolate

In a saucepan put milk and sugar and bring to a boil.

Put sifted cornstarch into a bowl and pour over 2/3 tablespoons of hot milk; mix well with a whisk, to avoid lumps, adding at thin stream more milk until obtaining a cream that you will pour over hot milk.

Return on fire, on gentle heat, and bring again to a boil; cook for 4-5 minutes until cream begins to thicken. Mix in the chocolate and let melt quickly by stirring constantly with a whisk.

Pour chocolate cream into glass jars (previously washed with hot water), let cool and transfer in the fridge for at least two hours.

Before serving, take petit pots out of the fridge and garnish with buffalo ricotta cheese (sweetened to taste), chopped toasted almonds and melted milk chocolate.

***

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Purchè sia dolce’ del blog Dolci per passione…salati per amore

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Divisi da una piadina…moglie vs marito #1

la piadina

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Questa volta gioco in casa! Anche se oramai da un paio di mesi mi rilasso nella campagna marchigiana, la mia carta d’identità parla chiaro…residenza Faenza…che per i meno esperti in geografia significa Romagna, la terra delle balere e del liscio di Raul Casadei, dell’illuminato Pellegrino Artusi, del Sangiovese e della mitica piadina.

Come per il babà, e ancor prima per lo strudel, ci è voluto l’Mtchallenge per convincermi che fare in casa una piada buona come quella del chioschetto preferito è possibile…non che non mi sia mai cimentata ma, non avendo un buon rapporto con strutto ed affini, mi sono sempre fatta tentare dalla versione all’olio extravergine….che solo oggi, dopo aver provato la favolosa ricetta di Tiziana, posso serenamente definire mediocre.

la piadina 3

Trattandosi in fondo di un pezzo di pane condito e prestandosi, non solo per la sua sostanza ma anche per la forma, alla più bizzarra delle farciture, ho cercato un ripieno veloce (perché la piada si prepara al momento) che potesse valorizzare i prodotti delle mie adorate Marche, con qualche piccola incursione fuori regione. E siccome in fatto di gusti il mio consorte ed io siamo abbastanza agli antipodi, ho creato due piadine che ci rappresentassero, lasciando a voi che passate di qui scegliere la preferita…

la sua piadina:  impasto base, ciauscolo, uva nera e aceto balsamico,

la mia piadina: impasto con farina di cece nero (legume di cui vi parlerò presto), erborinato di bufala, albicocche glassate, mandorle e miele in barrique.

Prepararle è semplicissimo e, con ingredienti alla mano, si farciscono in pochi secondi; l’impasto andrebbe fatto riposare per 48 ore ma se siete di corsa (e magari vi accorgete all’ultimo di non avere pane per cena) potete accontentarvi di una mezz’ora di riposo, il tempo sufficiente per tagliare il prosciutto, lavare la rucola o grigliare due verdure.

Per avere una scorta sempre pronta al ritorno dal mare o dal giro in moto fatene doppia dose e congelate quelle che non mangiate! Con questo caldo vi basterà lasciarle una mezz’ora a temperatura ambiente prima di riscaldarle in padella, farcirle e papparle!

Pronte per impastare insieme?

LA PIADINA ROMAGNOLA di Tiziana (per 6 piadine grandi)

  • 500 g di farina 00 (per l’impasto al cece nero ho utilizzato 400 gr di 00 e 100gr di farina di cece nero biologica)
  • 125 g di acqua
  • 125 g di latte parzialmente scremato fresco (io intero perchè la pulce beve solo quello)
  • 100 g di strutto
  • 15 g di lievito per torte salate
  • 10 g di sale fine
  • 1 pizzico di bicarbonato di sodio

Lasciate ammorbidire lo strutto mezz’ora circa fuori dal frigorifero.

Fate scaldare in un pentolino o nel microonde il latte e l’acqua finchè tiepidi.  Su di un tagliere disponete la farina e fate un buco al centro con la mano. All’interno mettete lo strutto a pezzetti con il lievito, il bicarbonato e il sale, schiacciatelo con la forchetta per ammorbidirlo, aggiungete l’acqua e il latte. La consistenza inizialmente potrebbe essere un pochino appiccicosa e la pasta si attaccherà al tagliere ma impastando per una decina di minuti, cambierà staccandosi e diventando molto morbida e liscia. Se il liquido è troppo poco si sfalda e risulta un po’ dura. Mettete l’impasto in una ciotola e coprite con la pellicola per alimenti. Lasciate riposare 48 ore al fresco, massimo 20°C, se fosse più caldo potete lasciare riposare la pasta in frigorifero e metterla a temperatura ambiente 2 ore prima dell’uso.

La pasta ottenuta sarà circa 850 grammi, dividetela in 6 pezzi da 140 grammi circa e formate delle palline, lasciatele riposare almeno mezz’ora (io ho fatto palline da 110-115 gr ottenendo 8 piadine). Infarinate appena il tagliere e disponetevi una pallina d’impasto, schiacciatela con la punta delle dita, stendete la piadina con il mattarello girandola spesso in modo che rimanga rotonda. Scaldate il testo o l’apposita teglia di terracotta, su un fornello a doppia fiamma, con sotto uno spargifiamma. Se non avete nessuna di queste teglie utilizzate una padella antiaderente piuttosto larga. La temperatura non dovrà essere troppo alta altrimenti la piadina si brucia fuori e rimane cruda all’interno, ma nemmeno troppo bassa. Cuocete pochi minuti per lato, controllate sempre alzando la piadina con una paletta. Disponete le piadine una sull’altra in modo che rimangano calde mentre le cuocete.

L’impasto può essere preparato anche con l’impastatrice, basterà inserire tutti gli ingredienti nella planetaria  e lavorarli con il gancio impastatore per 7/8 minuti fin quando il composto risulterà omogeneo.

la piadina 2

PIADINA ALLA FARINA DI CECE NERO CON DADONE DI BUFALA, ALBICOCCHE GLASSATE, MANDORLE E MIELE BARRICATO (per una persona)

  • 1 piadina di farina di cece nero
  • qualche foglia di valeriana
  • cubetti di dadone di bufala (formaggio erborinato fatto con latte crudo di bufala)
  • 2 albicocche (*)
  • una noce di burro
  • un cucchiaino di zucchero di canna integrale
  • mandorle a lamelle tostate
  • miele in barrique di Giorgio Poeta

(*) in un pentolino sciogliete il burro con lo zucchero quindi unite le albicocche tagliate a spicchi e cuocere a fiamma bassa per 2-3 minuti.

la piadina 1

PIADINA AL CIAUSCOLO, UVA NERA E BALSAMICO (per una persona)

  • una piadina
  • qualche foglia di valeriana
  • 3 fette di ciauscolo
  • 4/5 chicchi di uva nera
  • aceto balsamico di Modena Igp

la piadina 4

PIADINA (makes 6 large size or 8 medium)

  • 500 gr all purpose flour
  • 125 ml of water
  • 125 ml fresh semi-skimmed milk
  • 100 gr lard at room temperature
  • 15 gr  baking powder
  • 10gr salt
  • pinch of baking soda

In a small saucepan warm water and milk.

In a bowl combine the flour with the baking powder and the baking soda and make a well in the center, where you will put the lard cut into chunks. Begin to mix with a fork before adding water and milk. Mix until well combined then turn the dough over a work surface and knead by hands for about ten minutes. Transfer the dough in a bowl and cover with plastic wrap. Let stand 48 hours in the fridge. 

Take the dough out of the fridge 2 hours before using. Make 6 balls and let rest covered with a cotton towel for about 20 minutes. Lightly flour work surface and gently flatten one ball at a time with your fingertips before rolling out the piadina with a rolling pin.

Heat a heavy pan on a stove. Cook a few minutes on each side until lightly brown. Arrange the piadinas on one another to keep them warm and cover with a towel.

la piadina 5

BLACK CHICKPEAS FLOUR PIADINAS WITH BUFFALO BLUE CHEESE, GLAZED APRICOTS, ALMONDS AND AGED HONEY (serves one)

  • 1 piadina made with black chickpeas flour
  • green salad
  • buffalo blue cheese diced
  • 2 apricots sliced (*)
  • teaspoon butter
  • teaspoon brown cane sugar
  • toasted almonds sliced
  • aged honey

 (*) in a small saucepan melt butter and sugar then add the apricots and cook on low heat for 2-3 minutes until slightly tender.

la piadina 6

 PIADINA WITH CIAUSCOLO, BLACK GRAPE AND BALSAMIC VINEGAR (serves one)

  • 1 piadina
  • green salad
  • 3 slices ciauscolo (traditional Marche salami)
  • black grape
  • balsamic vinegar

 ***

Con questo (primo ma non ultimo) bis di piadine partecipo alla sfida #40 dell’Mtchallenge

piadina

Ciambella alla ricotta di bufala con ciliegie e albicocche al timo…per dimenticare!

ciambella alla ricotta di bufala con ciliegie e albicocche al timo

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Per anni una vera e propria lucertola, con immancabile sfoggio al primo tiepido sole primaverile di canotta e shorts pur di prendere un po’ di colore e dire addio per qualche mese a fondotinta e calze di microfibra. Poi qualche anno in più sulle spalle (e, soprattutto, una maggiore consapevolezza sui danni da abbronzatura selvaggia) ti convincono che è giunta l’ora di evitare le ragazzate da ventenne, con tanto di bagno e pennichella sotto il chioppo del sole.

Quest’anno per assumere un po’ di colorito…quello che basta per mostrare finalmente le gambe nude…mi sono bastati tre giorni trascorsi a casa di mia sorella (in malattia per un braccio fratturato) che però si sono rivelati più pesanti del previsto perché la pulce tra bagnetti interminabili, scivolate e calci al pallone non mi ha concesso neanche 5 minuti di riposo sul lettino! Senza contare che mi ha fatto perdere 5 anni di vita tutti insieme chiudendosi dietro la porta di casa …spalancata solo dopo 20 interminabili minuti dai pompieri che hanno poi fatto indossare il caschetto ad una pulce spaventata e con gli occhi gonfi di lacrime!

Per riprenderci mia sorella ed io ci siamo vestite velocemente ed al bar vicino casa abbiamo ordinato uno spritz bello carico, mentre la pulce ha ceduto alla stanchezza e allo stress del pomeriggio addormentandosi nel passeggino  e ronfando per 12 lunghe ore fino al mattino successivo.

Passato lo spavento, ora mi godo qualche giorno di (meritato) riposo prima di partire di nuovo,  verso la Puglia…questa volta dividendo le incombenze con il marito!!!

ciambella alla ricotta di bufala con ciliegie e albicocche al timo 4

ciambella alla ricotta di bufala con ciliegie e albicocche al timo 1

ciambella alla ricotta di bufala con ciliegie e albicocche al timo 2

La ricettina di oggi l’avete già scoperta dalle foto…si tratta di un personale arrangiamento del dolce postato qualche giorno fa dalla mia amica Annarita…una ciambella morbida (contenendo una ricotta di bufala straordinaria che ho acquistato in un caseificio vicino Jesi) e leggermente umida in quanto decorata con ciliegie ed albicocche nappate con la loro (insolita) marinatura al timo.

A casa mia è piaciuta talmente tanto che l’ho preparata per due volte di seguito…la prima ho seguito alla lettera la versione di Annarita ottenendo una  tortina gluten-free, anche se un po’ bassina avendo utilizzando uno stampo più grande del suo; la seconda, ho aumentato proporzionalmente le dosi per ottenere una ciambella più alta, ho utilizzato ricotta di bufala ed unito albicocche alle ciliegie.

Se vi piacciono i dolci a base di frutta questa è da provare!

CIAMBELLA ALLA RICOTTA DI BUFALA CON CILIEGIE E ALBICOCCHE AL TIMO (per uno stampo a ciambella da 30cm)

  • 20-25 ciliegie
  • 3 albicocche
  • 300 gr di ricotta di bufala (o yogurt intero)
  • 150 gr di zucchero di canna integrale + 3 cucchiai
  • un rametto di timo fresco
  • 100 gr di burro
  • 3 uova medie
  • 70 gr di mandorle tostate tritate (o farina di mandorle)
  • 150 gr di farina 00
  • 150 gr di farina di riso
  • 1 limone
  • una bustina di lievito
  • zucchero a velo

Lavate e asciugate le ciliegie, staccate il picciolo e denocciolatele. Lavate ed asciugate le albicocche, prima di tagliarle a spicchi. Mettete in una ciotolina con 3 cucchiai di zucchero, un cucchiaio di succo di limone e il timo. Lasciate marinare per un paio d’ore.

Sgusciate le uova e separate i tuorli dagli albumi. Montate il burro ammorbidito a temperatura ambiente con lo zucchero e 1 pizzico di sale fino a ottenere un composto spumoso. Aggiungete i tuorli, la scorza grattugiata e 3 cucchiai di succo di limone, poi incorporate la ricotta di bufala.

Setacciate le farine con il lievito e unitele al composto, poi aggiungete la farina di mandorle, mescolando bene fino a ottenere un composto omogeneo. Montate a neve gli albumi con 2-3 gocce di succo di limone e incorporateli delicatamente, poco per volta, mescolando con un movimento delicato dal basso verso l’alto.

Versare il composto ottenuto in uno stampo a ciambella da 22-24 cm di diametro, imburrato e infarinato. Distribuite le ciliegie e le albicocche ed il sughetto che avranno rilasciato su tutta la superficie della torta e cuocete in forno già caldo a 180°C per circa 45-50 minuti. Verificate la cottura della torta con lo stecchino.

Lasciate raffreddare prima di servirla spolverizzata con zucchero a velo.

Il giorno dopo è ancora più buona!

ciambella alla ricotta di bufala con ciliegie e albicocche al timo 3

BUFFALO RICOTTA CAKE WITH THYME MARINATED CHERRIES AND APRICOTS (makes a 30cm cake)

  • 20-25 cherries (pitted)
  • 3 apricots (pitted and sliced)
  • 300 gr buffalo ricotta (or plain yogurt)
  • 150 gr cane sugar + 3 tablespoons
  • 1 sprig fresh thyme
  • 100 gr butter (softened at room temperature)
  • 3 medium eggs
  • 70 gr toasted almonds finely chopped (or almond flour)
  • 150 gr AP flour
  • 150 gr rice flour
  • 1 organic lemon
  • 16 gr baking powder
  • powdered sugar

Put cherries and apricots in a bowl and toss 3 tablespoons of sugar, a tablespoon of lemon juice and thyme leaves. Let marinate for a 2-3 hours.

Separate egg yolks from whitesBeat butter with sugar and a pinch of salt until creamy. Add egg yolks, grated rind of lemon and 3 tablespoons of lemon juice, then add buffalo ricotta stirring with a fork.

Sift flours with baking powder and add to mixture, then add the almond flour, mixing well until all ingredients are well combined. Whip the egg whites with 2-3 drops of lemon juice and incorporate to the mixture, stirring gently from bottom to top.

Pour the mixture into a 30cm donut mold, previously greased and floured. Spread over cherries and apricots together with their sauce and bake in a preheated oven at 180 ° C for about 45-50 minutes.

Let cool completely before serving sprinkled with powdered sugar.

ciambella alla ricotta di bufala con ciliegie e albicocche al timo 5

Autoproduzione al via…yogurt greco fatto in casa {senza yogurtiera}

yogurt greco, mango e mandorle 5

yogurt greco, mango e mandorle 6

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Non so voi, ma per me la bella stagione arriva quando posso finalmente starmene in casa senza calzini…passando da quelli felpatoni che uso in pieno inverno, tirati fin sopra i pantaloni (non sia mai che vi sia uno spiffero d’aria!), a quelli di spugna leggera per le mezze stagioni.

Il rispolvero dell’infradito coincide normalmente con una ventata di freschezza e leggerezza anche in cucina…salvo poi dover festeggiare il compleanno di una persona particolarmente golosa e dover impastare uova, burro e cioccolata con 23° in casa….ma di questo vi parlerò a breve!

Se d’inverno non posso rinunciare al mio cappuccino bollente, d’estate mangio yogurt bianco a go-go con frutta fresca a pezzettoni e cereali/frutta secca (come dimostra il bicchierone sotto) o bevo del latte freddo.

yogurt greco, mango e mandorle 1

yogurt greco, mango e mandorle 2

Quest’anno (complice il meraviglioso post di An Lullaby di qualche giorno fa) ho deciso che lo yogurt me lo sarei fatta in casa…senza yogurtiera!

Nulla di più facile…vi occorreranno due soli ingredienti:

1) latte fresco intero di alta qualità,

2) yogurt bianco, al naturale, o greco fatto con latte di alta qualità

 + una pentola, dei barattolini di vetro ed un termometro (anche se in realtà la prova dito andrà bene lo stesso).

Curiose di scoprire come preparare in casa uno yogurt denso e a prova di cucchiaino? Seguitemi passo passo…

yogurt greco, mango e mandorle 4

YOGURT GRECO FATTO IN CASA

  • 1 litro di latte fresco intero di alta qualità
  • 125 ml (o anche di più) di yogurt bianco naturale fatto con latte di alta qualità o direttamente yogurt greco (ho aggiornato il post specificando che è preferibile l’utilizzo dello yogurt greco perché dopo alcuni tentativi ho notato che nel caso si utilizzi come starter lo yogurt naturale il giorno successivo lo yogurt tende a diventare liquido e rilasciare molto siero)

Versate il latte in una pentola ben pulita e sterilizzata e portare a 90°C (stadio che equivale alla formazione di una patina sulla superficie). Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare fino alla temperatura di 38-40°C (che equivale a potervi immergere il dito senza scottarvi).

Accendete il forno al minimo per pochi minuti e spegnetelo, lasciando solo la luce accesa. Versate lo yogurt in un contenitore di vetro,  aggiungetevi qualche cucchiaio di latte e (con un cucchiaio pulito) mescolate accuratamente ma con delicatezza. Questo passaggio è fondamentale perché mantenendo vivi i fermenti vi assicura uno yogurt compatto. Versate a questo punto il restante latte senza mescolare dopodiché versate in dei barattoli di vetro precedentemente sterilizzati e chiudeteli ermeticamente (se vedete nel latte dei grumi di yogurt significa che il procedimento è stato correttamente eseguito; cercate di distribuire questi grumi, che tenderanno ad andare a fondo, nei diversi vasetti).

Mettete i vasetti in una pentola capiente e ricopriteli di acqua tiepida appena sotto il loro tappo dopodiché trasferite nel forno spento con la luce accesa.

Lasciate riposare lo yogurt al caldo per circa 12-18 ore (maggiore il tempo, maggiore ne risulterà la consistenza).  prima di trasferire i vasetti in frigorifero a raffreddare per un paio d’ore.

Lo yogurt si conserva in frigo per circa 8-10 giorni. Ricordate di non mangiarlo tutto e di tenerne da parte 3 cucchiai: vi serviranno per realizzare il prossimo yogurt che sarà ancora più buono del primo. Dopo 5-6 volte sarà comunque necessario aggiungere del nuovo yogurt acquistato in quanto i fermenti avranno perso la loro forza e lo yogurt diverrà gradualmente meno consistente.

In superficie tenderà a formarsi del siero che se mescolato allo yogurt lo renderà meno denso; per uno yogurt più compatto vi consiglio di eliminarlo prima di consumarlo.

Facile no? Visto che le foto talvolta aiutano vi segnalo questo altro articolo nel quale potete trovare tutti i fotogrammi del procedimento.

yogurt greco, mango e mandorle

HOMEMADE GREEK YOGURT

  • 1 lt high quality whole fresh milk
  • 125 ml  high quality plain yogurt or greek yogurt

Heat the milk in a large sterilized saucepan over medium-low heat until it reaches 90° C. Remove from the heat and let cool to 38-40° C.

Heat the oven at the minimum temperature then turn it off leaving the light on.

In a glass mug pour the yogurt then add a few tablespoons of the milk; mix thoroughly but gently using a clean spoon (this step is crucial to develop active cultures and to obtain a thick yogurt). Pour the remaining milk without stirring then transfer into previously sterilized glass jars and seal tightly (you should see lumps in the milk, this meaning the procedure was successful; as they go to the bottom, try to distribute lumps in the different jars).

Put the jars in a large pot and cover with warm water just below the cap then transfer in the oven.

Let stand for about 12-18 hours (the longer the time, the greater will be the thickness) before transferring in the refrigerator to chill for a couple of hours.

The yogurt should be eaten within 8-10 days; remember not to eat it all and reserve 3 tablespoons for the next yogurt production, that would be even better. After 5-6 times you will need to add purchased yogurt  as active cultures will have lost their strength and yogurt will gradually become less consistent.

You should notice some serum on the yogurt surface; if you mix it in, the yogurt will result less dense; if you desire a tart yogurt just discard it.

Tortine di frolla all’olio con crema al rosmarino per il Recipetionist di Maggio

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino

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Ho iniziato a scrivere questo post prima ancora di fare la spesa e di veder realizzate queste tartellette. Mai successo prima! E se poi non vengono come te le aspetti?

Chissà come (io diffidente di natura) ero certa che sarebbero state buonissime solo a leggere la ricetta e a guardare le foto perché Cristiana è una garanzia. Questa volta niente quinto-quarto ma un dolcino semplice, senza tante pretese che però all’assaggio ti sorprende con il suo ripieno cremoso dall’insolito aroma di rosmarino.

Questa è la ricetta che ho scelto per l’appuntamento mensile con il Recipe-tionist di Flavia che snobbo oramai da un po’…troppo tempo.

Anche questa volta ho rischiato di non farcela perché solo venerdì ho scoperto che l’ultimo giorno utile era oggi e non il 31…pertanto pubblico di domenica anche se voi sarete tutti al mare o al lago a prendere l’aria buona.

L’unica variazione che ho apportato alla ricetta di Cristiana è stata quella di sostituire le noci macadamia con le mandorle del mio albero che spello e poi tosto in forno.

the recipe-tionist maggio

Se cercate un dolcino per il thè delle cinque con le vostre amiche o una merenda golosa e allo stesso tempo sana per i vostri cuccioli provatele…il mio ha gradito!

Limone e rosmarino stanno troppo bene insieme…ve lo dice una che in poco meno di 10 giorni ha collezionato 3 piatti con questo fresco, aromatico ed estivo abbinamento e che spero di mostrarvi al più presto.

Buona Domenica a chi è rimasto a casa ed ha avuto il piacere di passare di qua!

***

Alice, ti mando queste tortine per il suo contest ‘Nel cesto del pic-nic’

Pic-nic_cambria []ho in realtà preparato in questi giorni una crostata cioccolatosa, che sta spopolando in diversi blog, che avrei voluto offrirti visto il tuo dichiarato amore per il cacao… ma essendoti già arrivata ho cercato di rimediare in corner!

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino 1

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino 2

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino 3

TORTINE DI FROLLA ALL’OLIO CON CREMA AL ROSMARINO (per 11 dolcetti)

Per la frolla all’olio:

  • 300 gr farina 00
  • 100 gr zucchero
  • 2 uova
  • 100 ml olio extravergine
  • scorza di un limone grattugiata
  • 1 cucchiaino di lievito in polvere

Per la crema al rosmarino:

  • 3 bicchieri di latte fresco intero in cui è stato lasciato un rametto di rosmarino in infusione per una notte
  • 3 uova
  • 3 cucchiai di zucchero
  • 3 cucchiai di farina
  • una manciata di noci macadamia (mandorle del mio albero per me)

Preparate la farina a fontana e mettetevi al centro le uova, l’olio, il lievito, lo zucchero, il sale e la scorza di limone. Impastate fino ad ottenere un panetto liscio ed elastico. Fate riposare per 30 minuti coperto da un canovaccio.

Per la crema. Portate a bollore il latte insieme al rosmarino. Sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete la farina e lentamente aggiungete il latte filtrato. Mettete sul fuoco e girate con un cucchiaio di legno fino ad ottenere una consistenza liscia e senza grumi.

Imburrate degli stampini da tartelletta. Stendete la pasta, adagiatela nello stampo e mettetevi la crema, una noce e chiudete con altra pasta. Cuocete in forno a 180° per circa 30 minuti.

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino 4

OLIVE-OIL PASTRY TARTELLETTES WITH ROSEMARY SCENTED CREAM (makes 11 pieces)

for the pastry:

  • 300 gr ap flour
  • 100 gr sugar
  • 2 eggs
  • 100 ml extravirgin olive oil
  • grated zest from 1 oraganic lemon
  • 1 teaspoon baking powder

for the cream:

  • 3 glasse whole fresh milk
  • 1 rosemary sprig soaked all night in milk
  • 3 eggs
  • 3 tablespoons sugar
  • 3 tablespoons flour
  • handful macadamia nuts (almonds for me)

In a bowl combine flour, baking powder, eggs, oil, sugar, salt and grated zest. Work by hands until you get a smooth and elastic ball. Cover with a cloth and let rest 30 minutes.

Meanwhile prepare the cream. In a small pan heat milk (with Rosemary). In a bowl beat eggs with sugar, add flour and pour in strained hot milk at a thin stream. Transfer again on heat and stir with a wooden spoon until the cream starts thickening. Pour immediately in a glass bowl.

Preheat the oven to 180°. Butter tartellete molds (unless you use no-sticking ones), roll out 2/3 of the pastry and cover each of them, pour in some cream and an almond then cover with reserved pastry.

Bake and cook for 30 minutes.

tortine di frolla all'olio con crema al rosmarino 5

 

 

Ravioli di borragine al burro, mentuccia e pinoli {erbe spontanee #3}

ravioli di borragine al burro, mentuccia e pinoli

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Se avete approfittato del tepore di questi primi giorni di primavera per uscire e passeggiare nella natura avrete sicuramente notato una pianta ‘pelosetta’ con dei meravigliosi fiori blu-violacei a forma di stella (buffo come per anni cammini senza chiederti dove stai per mettere i piedi e poi tutto insieme vorresti conoscere vita, morte e miracoli della natura che ti circonda, delle piante che ti fanno ombra in queste tanto attese giornate di sole, dei fiori che hai sempre ammirato dalla finestra perché tanto c’era la suocera che li innaffiava, delle verdure che, crescendo a vista d’occhio, stanno riempiendo un orto che fino al mese scorso poteva vantare solo pochi ciuffi di spinacio, bietola e cicoria).

Quella pianta è la borragine o borrago, originaria del Medio Oriente anche se diffusa oramai in tutto il mondo, che cresce fino a 1000mt di altitudine nei prati incolti, nei giardini, a ridosso di muretti di campagna abbandonati.

L’etimologia del suo nome è tuttora incerta. Secondo alcuni deriverebbe dall’arabo “abou = padre” e da “rash = sudore” cioè “padre del sudore” per via delle sue proprietà sudorifere. Altri suppongono invece che derivi dal latino “borra = tessuto di lana ruvida” per via dei peli che ricoprono lo stelo e le foglie della pianta. Vi sono poi coloro che sostengono l’origine celtica del nome (“barrach = uomo coraggioso”) in quanto i guerrieri di questo popolo, prima di affrontare una battaglia, erano soliti bere il vino nel quale era stata infusa la borragine, credendo che desse loro coraggio.

ravioli di borragine al burro, mentuccia e pinoli (7)

Le foglie hanno colore verde scuro, forma ovale e margini ondulati e sono ricoperte da una densa peluria che, piacevole nelle foglie più piccole per l’effetto vellutato che conferisce loro, diviene  fastidiosa quando la pianta è oramai cresciuta e raggiunge un’altezza superiore a 40-50 cm.

Raccogliendo i semi che maturano da luglio ad ottobre, la borragine può essere seminata (in primavera) direttamente in giardino, nell’orto o in grandi vasi in terrazza propagandosi da sola da un anno all’altro.

E’ tra le erbe spontanee più utilizzate in cucina richiamando le sue foglie il sapore del cetriolo. In inverno o all’inizio della primavera le foglioline possono essere consumate crude (ed unite ad esempio all’insalata), più avanti nella stagione è necessario invece bollirle per pochi minuti in acqua per eliminare la fastidiosa peluria. Posso costituire il ripieno di ravioli oppure arricchire risotti, frittategnocchi. Mia suocera mi ha raccontato che quando era piccola una signora del paese era solita preparare e regalare ai bambini delle squisite frittelle (a volte dolci, altre salate se era finito lo zucchero) fatte con le foglie di borragine in pastella (proverò sicuramente il prossimo inverno quando le piante saranno nate da poco e le foglie risulteranno più tenere).

Importante sottolineare che questa pianta va consumata, preferibilmente cotta, con moderazione in quanto contiene alcaloidi che potrebbero danneggiare gravemente il fegato; è altresì sconsigliata in gravidanza e durante l’allattamento. Un piatto di borragine ogni tanto non ha mai fatto male a nessuno!

A pochi passi da casa, in quella che mi piace chiamare ‘la via degli orti’ (perché disseminata di piccole coltivazioni per uso esclusivamente casalingo) ho scovato due grandi piante di borragine e, armata di cestino, fornici e guanti, in pochi minuti mi sono appropriata di un bel fascetto di verdura.

Approfittando del ritorno di mio cognata per il ponte, ho spedito la pulce al piano di sotto ed ho deciso che, avendo un po’ di tempo tutto per me, invece della manicure avrei fatto i ravioli.

Ho voluto una sfoglia rustica che ho ottenuto miscelando la semola con farina integrale e farina di mais. Con le dosi che trovate nella ricetta ho ottenuto 65 ravioli (poi non dite che non sono precisa!) che potrebbero equivale a 5/6 porzioni ma è tutto relativo perché dipende da quanto appetito avete e se mangiate altro dopo il primo…poi, avendo terminato il ripieno, ho preparato 140 gr di quadrucci all’uovo che ho congelato (insieme a parte dei ravioli) e che gusteremo in un’altra occasione.

Per il condimento devo ringraziare Tommaso che mi segue in Instagram e che da ligure doc mi ha suggerito di accompagnare i ravioli con burro, salvia e pinoli. Volendo però una nota più personale ho sostituito la salvia con la mentuccia che cresce abbondante e, anch’essa spontanea, nel retro della mia casa.

Questi ravioli avevano un sapore strepitoso…credo tanto che diventerò una consumatrice entusiasta (anche se moderata) di borragine.

Con questa ricetta partecipo alla raccolta ‘Pasta che ti passa’ della mia amica Sandra e di Gaia che ci hanno sfidato chiedendoci di preparare un piatto di pasta fresca per 4 persone con una spesa inferiore a € 5 (e fin qui abbastanza semplice)…dimenticandoci della farina raffinata cioè la 00 (che visto il nome ha più poche qualità nutritive e benefiche da offrirci) ed utilizzando le mie amate ‘farine speciali’…integrale, di farro, di ceci, di mais, d’orzo, di lenticchie, mandorle, segale, avena etc…

Prova 6-1

Nel mio caso la spesa ammonta a € 5,11 (ci credete che sono andata al super con carta e penna per controllare alcuni prezzi tipo quelli delle uova che non compro più da mesi?) però tenendo conto che con la dose di pasta indicata ho ricavato più di 4 porzioni e che è avanzato dell’impasto per fare i quadrucci ritengo la missione compiuta!

Con questa ricetta partecipo anche al contest sulla Pasta Fresca de Il Goloso Mangiar sano

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RAVIOLI DI BORRAGINE E RICOTTA AL BURRO, MENTUCCIA E PINOLI (per 65 ravioli = 5/6 persone)

per la sfoglia (65 ravioli + 140 gr di quadrucci):

  • 100 gr di farina integrale (€ 0,15)
  • 100 gr di farina di mais fine (€ 0,08)
  • 100 gr di semola di grano duro (0,13)
  • 3 uova (io utilizzo quelle delle mie gallinelle altrimenti € 0,75)
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva (per me di casa altrimenti € 0,05)
  • un pizzico di sale
  • acqua q.b.

per il ripieno:

  • 100 gr di foglie di borragine mondate e lavate (che corrispondo a 150 gr bollite)…ce le regala madre natura
  • 30 gr di parmigiano reggiano grattugiato (€ 0,45 scegliendo un parmigiano da € 15/kg)
  • 1 tuorlo (€ 0,25 … l’albume lo ricicliamo)
  • sale
  • 250 gr di ricotta di pecora (l’ho pagata € 7/kg pertanto € 1,75)

per il condimento:

  • burro (€ 0,75)
  • qualche fogliolina di mentuccia
  • pinoli (€ 0,80)

Pulite la borragine scegliendo solo le foglie più tenere. Bollitele per pochi minuti in acqua bollente salata quindi scolatela e mettetela in una ciotola con acqua e ghiaccio (per conservare il colore). Scolate nuovamente e tenete da parte.

Preparate la pasta all’uovo. In una ciotola o sulla spianatoia mescolate le tre farine dopodiché unite le uova e l’olio; aggiungete tanta acqua quanto basta per ottenere un impasto omogeneo (no liscio perché le farine le conferiranno un aspetto rustico). Avvolgete con la pellicola e mettere in frigorifero a rassodare.

Preparate nel frattempo il ripieno. Tritate la borragine con un coltello ed unitevi la ricotta, il parmigiano grattugiato, il tuorlo ed il sale. Mescolate.

Preparate i ravioli. Io ho utilizzato la macchina per la pasta…ma nulla vi vieta di andare di mattarello. Ho preparato una sfoglia alla volta (stendendo fino al penultimo spessore) spolverandola generosamente di semola, dopodiché ho posizionato al centro di ognuna tante piccole palline di ripieno (grosse all’incirca come noci moscate) ed ho ripiegato la sfoglia su se stessa dopo aver inumidito i bordi con un po’ di acqua. Ho fatto quindi una leggera pressione con i polpastrelli intorno al ripieno, partendo dagli esterni ed andando verso il centro, in modo da far uscire l’aria e sigillare poi ho tagliato i ravioli con un piccolo coppapasta ondulato.

A mano a mano che preparate i ravioli spolverateli generosamente di semola e poneteli su una tovaglia pulita ad ‘asciugare’.

A questo punto potete congelare i ravioli disponendoli ben distanziati su un vassoio, quando saranno fermi potete rimuoverli dal vassoio, trasferirli in un sacchetto per congelatore e riporli di nuovo dentro. Altrimenti procedete con la preparazione del condimento.

Condimento. In un pentolino sciogliete del burro ed unitevi delle foglie di mentuccia precedentemente lavate ed asciugate. Fate appassire per qualche minuto. Tostate i pinoli in un altro pentolino.

Cuocete i ravioli in abbondante acqua salata dopodiché conditeli con il burro ed i pinoli (evitate di rimestarli con un cucchiaio per non romperli…io li ho fatti saltare nella casseruola dove ho sciolto il burro).

Non mi resta che augurarvi buon appetito!

BORAGE AND RICOTTA RAVIOLI WITH BUTTER, WILD MINT AND PINENUTS (serve 5-6)

for the eggpasta (65 ravioli + 140 gr quadrucci pasta):

  • 100 gr wholewheat flour
  • 100 gr corn flour
  • 100 gr duram wheat semolina
  • 3 eggs
  • 1 tablespoon extravirgin olive oil
  • pinch of salt
  • water

for the stuffing:

  • 100 gr washed and treamed borage leaves (or 150 gr boiled)
  • 30 gr grated parmigiano reggiano cheese
  • 1 egg yolk
  • salt
  • 250 gr fresh ricotta cheese

for the sauce:

  • butter
  • wild mint
  • pinenuts

Clean borage selecting only tender leavesDrop for a few minutes in boiling salted water then drain and place in a bowl with ice and water (to preserve their color). Drain again and set aside.

Prepare the pasta. In a bowl or on a work surface mix the three flours then add the eggs and the oil; at this point add enough water to obtain a homogeneous mixture. Wrap with cling film and place in refrigerator.

Prepare the stuffing in the meantime. Chop borage with a knife and join the ricotta, the parmesan cheese, the egg yolk and the salt. Stir.

Prepare ravioli. I used the pasta machine but nothing wrong in proceeding with a rolling pin. I took a bit of dough at a time rolling it out into a long layer of pasta and dusting it generously with semolina I placed in the center a small piece of stuffing (as big as a nutmeg) and I folded the dough over itself after having moistened edges with water. I made a slight pressure with my fingertips around the filling, starting from the outer sides towards the center, so as to let the air out and seal then I cut the ravioli with a small round pastry cutter.

As you prepare ravioli remind to sprinkle generously with semolina and place them on a clean cloth to dry’.

At this point you can freeze the ravioli by placing them well apart on a tray; when they have chilled remove from the tray and transfer in a freezer bag. Otherwise, proceed with the preparation of the sauce.

Seasoning. In a small saucepan, melt the butter then add the wild mint leaves. Sauté for a few minutes. Toast the pinenuts in a small saucepan.

Cook the ravioli in salted water then toss with the butter and pine nuts avoiding to stir with a fork or a spoon not to smash the ravioli.

Bon appetit!

***

Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Maggio-Giugno ‘L’orto in tavola’ del blog Oggipanesalamedomani

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Hot cross buns con albicocche secche e zenzero per Re-Cake #7

hot cross buns

(scroll down for english version)

Per due mesi di fila non ce l’ho fatta. Un po’  per mancanza di tempo, un po’ per la scarsa ispirazione, ho bigiato l’appuntamento con Re-cake… ma quando, nei giorni scorsi, è stato pubblicato nel gruppo Facebook il dolce da replicare nel mese di Aprile non ho avuto dubbi e, senza pensarci troppo, sono salita in macchina e sono corsa a far la spesa.

locandina Hot Cross Buns - re cake aprile

Non amo le torte stucchevoli, le meringhe e la pasta di zucchero ma se mi mettete davanti un crostata, un cantuccio o un panino dolce potrei davvero dare il meglio del mio lato goloso!

Come non osannare Elisa, Silvia, Miria, Silvia e Sara che, visto anche l’avvicinarsi delle festività pasquali, hanno pensato agli Hot Cross Buns.

Ho vissuto un anno in Inghilterra (tanti..tanti anni fa…se volete far due conti sono scappata che mi ero appena diplomata!) ma questi panini non li ricordo mica! Però mi ricordo i suoi, quelli che la mia amica Lou ci ha proposto un mesetto fa e che mi hanno subito conquistata, tanto da essermi ripromessa di provarli presto. Lei ha dna british e poi è una vera garanzia in tema di lievitati!!!

hot cross buns collage

La ricetta del Re-cake viene da quiMartha Stewart credo non abbia bisogno di presentazioni…ci è stato concesso di apportare tutte le modifiche che potessero nascere nella nostra contorta mente di bloggers a parte conservare la loro tipica forma e garantire la presenza di scorze di agrumi e frutta disidratata/spezie.

Io ho scelto le albicocche secche che ho abbinato allo zenzero per una nota fresca e leggermente pungente. Avendo un cubetto di lievito di birra in frigo ho preferito utilizzarlo al posto del mio adorato lievito madre (che nel frattempo ho fatto diventare integrale); Il risultato? Dei panini soffici come nuvole, profumati, perfetti sia per una colazione a base di burro&marmellata sia per il thé delle cinque con le amiche.

Prima di lasciarvi alla ricetta ecco i miei consigli:

– con questa dose vengono 24 buns abbastanza cicciottelli (la dimensione di una rosetta di pane per intenderci)…se vi piacciono più piccini non vi resta che fare delle palline di 40-50 gr.

– la ricetta originale prevede l’utilizzo del lievito secco; il rapporto di conversione con il lievito di birra è 1 a 3 (cioè un grammo di lievito secco per 3 grammi di lievito di birra). Avrei pertanto dovuto utilizzarne 42 gr…ma mi sono limitata ad un panetto da 25 gr, ottenendo comunque una lievitazione notevole in breve tempo. Ritengo si possa ridurre ulteriormente aumentando il tempo di riposo dell’impasto.

– come indicato nella ricetta originale, è consigliabile lasciar riposare la Bun Crossing Paste per un’ora…io l’ho utilizzata subito ed infatti ho fatto fatica a stenderla.

– lucidate i buns con la confettura quando sono ancora caldi, in questo modo la copertura si asciugherà ben benino evitando che risultino appiccicosi; se ve ne siete dimenticati potete rimediare inserendoli, una volta pennellati, nel forno ancora tiepido.

– poiché tendono a seccare un pochino (con il lievito madre si conserverebbero certo meglio) vi consiglio di congelare quelli che decidete di non consumare subito, tirandoli fuori qualche ora prima di utilizzarli in modo che si ‘riprendano’.

Ed ora non vi resta che provarli!

hot cross buns (41)

HOT CROSS BUNS di Martha Stewart (per 24 pezzi)

  • 180 gr di burro  fuso e raffreddato (più per imburrare la  ciotola e la teglia)
  • 250 ml di latte intero fresco
  • 100 gr di zucchero di canna chiaro (semolato nell’originale)
  • 25 gr di lievito di birra (o 14 gr  lievito di birra secco)
  • 1 cucchiaio di sale
  • la buccia di 1 limone non trattato
  • la buccia di 1 arancia non trattata
  • 4 uova, leggermente sbattute, delle mie gallinelle
  • 400 gr di farina 00 biologica
  • 460 gr farina manitoba
  • 100 gr albicocche secche (tagliate a pezzettini) (ribes disidratati nell’originale)
  • 2 radici di zenzero fresco di 4-5 cm (grattugiate)
  • confettura di albicocche di casa mia

Per il bun crossing paste (la croce sul panino):

  • 2 cucchiai di olio di semi di arachidi (o altro vegetale)
  • 150 gr scarsi di farina 00
  • un pizzico di sale
  • 120 gr circa di acqua

Versate il latte in un pentolino e fate scaldare. Trasferitelo nella ciotola dell’impastatrice, ed azionando a bassa velocità, aggiungete lo zucchero, il lievito ridotto a pezzetti, il sale, il burro, le scorze di arancia e limone e le uova. Unite la farina e continuate a mescolare fino a quando l’impasto non sarà morbido. Unite a questo punto le albicocche secche a pezzettini e lo zenzero grattugiato ed impastate per farli incorporare.

Versate l’impasto su di un piano infarinato e continuate ad impastare per distribuire bene la frutta secca all’interno. Formate una palla e mettetela in una ciotola precedentemente imburrata. Ricopritela con pellicola trasparente e fate lievitare in un luogo caldo (per me in forno spento con lucina accesa) fino a quando non raddoppierà di volume (circa 2 ore).

Quando l’impasto sarà lievitato versatelo su un piano ed impastatelo brevemente formando un tronchetto. Tagliatelo a metà e, a sua volta, tagliate ciascuna metà in 12 pezzi uguali. Formate delle palline di circa 70 gr di peso. Trasferitele sopra una leccarda ricoperta di carta forno, distanziate l’una dall’altra. Coprite la leccarda con la pellicola trasparente e fate di nuovo lievitare in un luogo caldo e asciutto finchè i buns non raddoppieranno di volume e si toccheranno (per me due ore scarse).

Preparate la Bun Crossing Paste miscelando l’olio e l’acqua prima di unire la farina ed il sale. Lasciate riposare per un’ora.

Riscaldate a questo punto il forno a 190°C (375° F). Mettete la Bun Crossing Paste in una sac à poche e fate delle croci su ciascun panino. Mettete in forno e cuocete per 20 minuti circa, ruotando la teglia dopo 10 minuti. Trasferite i panini su di una gratella e prima che si raffreddino pennellateli con la marmellata sciolta in un pentolino con pochissima acqua così da lucidarli.

Vi consiglio di mangiarli ancora tiepidi con un velo di confettura oppure con il miele.

hot cross buns collage 1

DRIED APRICOTS AND GINGER HOT CROSS BUNS – adapted from Martha Stewart (makes 24 buns)

  • 12 tablespoons (180 gr) unsalted butter, melted and cooled, plus more for bowl, pan, and knife
  • 1 cup (250 ml) whole fresh milk
  • 1/2 cup (100 gr) white cane sugar (or granulated sugar)
  • 25 gr fresh yeast or 4 1/2 teaspoons (2 packages) active dry yeast
  • 1 tablespoon coarse salt
  • zest of 1 organic lemon
  • zest of 1 organic orange
  • 4 large , lightly beaten
  • 400 gr all-purpose flour, plus more for dusting
  • 460 gr Manitoba flour
  • 1 1/3 cups (100 gr) dried apricots
  • two 5-cm ginger roots, grated
  • 1/2 cup apricot jam

Bun crossing paste:

  • 2 tablespoons vegetable oil
  • 150 gr all-purpose flour (scant)
  • pinch of salt
  • 120 gr water

Generously butter a large bowl; set aside. Place 1 cup milk (250 ml) in a small saucepan, over medium heat. Heat until milk reaches 110 degrees on a candy thermometer. Pour milk into the bowl of an electric mixer fitted with the dough hook attachment. With machine on low speed, add cane sugar, fresh yeast, salt, butter, lemon zest, orange zest, and eggs. Add flour, and mix on low speed until a soft, slightly sticky dough forms around dough hook. Continue kneading, scraping down hook and sides of bowl as necessary, until smooth. Add driedapricots and ginger; knead, with dough hook, to incorporate.

Turn dough out onto a floured surface. Knead briefly to evenly distribute apricots in dough. Shape into a ball. Place dough in prepared bowl. Cover with plastic wrap and let rise in a warm place until doubled in size, about 2 hours.

Line 2 baking sheets with parchment paper; set aside. Turn dough out onto work surface. Knead briefly and roll dough into a log. Cut log in half and cut each half into 12 equal pieces. Shape each piece into a tightly formed ball. Place on prepared baking sheets 2 inches apart. Cover baking sheets with plastic wrap and let rise in a warm place until buns are touching and doubled in size, 1 1/2 to 2 hours.

Meanwhile prepare the bun crossing paste by whisking together oil and water, before adding flour and salt, (let stand 1 hour before using).

Preheat oven to 190° C (375° F). Place bun crossing paste in a pastry bag fitted with a small plain tip. Pipe crosses over the surface of each bun. Transfer buns to oven and bake until golden brown, 18-20 minutes, rotating baking sheets after 10 minutes.

Meanwhile, place apricot jam in a small saucepan over medium heat adding a few drops of water. Cook until heated through; strain through a mesh sieve set over a bowl. Brush heated jam over still warm buns.

hot cross buns (34)

Torta alle nocciole {con soli 3 ingredienti}

torta di nocciole senza farina (43)

(scroll down for english version)

Ho sempre sognato di fare la mamma. Di tre bambini.

Poi crescendo ho scoperto che le cose non sempre vanno come vorresti, che anche quella che sembra la cosa più scontata del mondo può trasformarsi in una ‘diversità’ ed allora piangi, ti disperi, cerchi conforto, arrivi ad avere nausea e vomito… e ti batte il cuore…. e ti salgono le lacrime agli occhi perché pensi di essere incinta. Ma non lo sei. Poi lotti, contro te stessa, contro i tuoi limiti, contro la natura che ti ha voluta ‘diversa’ e dopo 41 infinite settimane di pensieri, ansie e punture nel sedere abbracci il tuo cucciolo, ammiri i suoi piedini, le sue manine, …e piangi, piangi a dirotto dall’emozione.

Gli altri due bimbi non li avrò mai. Credo sia giusto prendere ciò che viene ed è per questo che ora che sono a casa mi godo la mia pulce ogni istante prima che cresca troppo in fretta…osservo ogni sua piccola scoperta…ascolto ogni nuova (buffa) espressione uscire dalla sua boccuccia…lo vedo crescere in altezza dall’orlo pantaloni che pian pianino si accorcia…o emulare i grandi camminando con le mani nelle tasche, infilando i suoi piedini cicciotti nelle scarpe giganti del babbo oppure caricando la lavatrice con i suoi peluche.

Mentre mi godo la pulce, mi riapproprio della mia cucina…quella gialla…che negli ultimi anni mi ha vista accendere forno e fornelli rarissime volte (perché quando si tornava a casa nelle Marche, un weekend sì ed uno no, si andava a mangiare dalla mamma o dalla suocera!).

La torta di oggi esce da questo benedetto forno che mi fa sempre tribolare perché ha il termostato sballato e cuoce talmente tanto sotto da avermi bruciato più di un biscotto, una crostata ed una filetta di pane. Ora che ho, bene o male, capito che c’è uno sbalzo di 20 gradi tra temperatura interna e termostato mi regolo di conseguenza….e butto un occhio oltre il vetro ogni 5 minuti.

torta di nocciole senza farina (23)

La frutta secca non manca mai nella mia dispensa ed una scorta generosa di nocciole mi ha convinta a provare questa famosa torta, vanto della cucina piemontese. Il libro dal quale l’ho tratta, riporta almeno 3-4 versioni diverse (è insomma sul genere della torta di mele…ogni famiglia ha la sua versione…chi mette la farina, chi no, chi mette il burro, chi lo evita come la peste, chi usa il lievito, chi si accontenta di una torta che non cresce)…io mi son fatta tentare da quella più semplice che prevede solo 3 ingredienti: nocciole tostate di alta qualità, uova freschissime e zucchero (per me di canna chiaro perchè quello semolato, se posso, lo evito).

Sembra di mangiare uno zabaione alle nocciole. Per me è stata estasi pura.

E’ un dolce particolarmente ‘carico’ pertanto a chi si aspetta più una torta da colazione o merenda consiglio la versione ‘alleggerita’ da farina, lievito e burro/olio che mi ripropongo di provare più avanti.

torta di nocciole senza farina (28)

TORTA ALLE NOCCIOLE SENZA FARINA (per uno stampo a cerniera da 16 cm)

adattata da ‘Ricette di osterie d’Italia – i dolci’ Edizioni Slow Food

  • 300 gr di nocciole tostate (la ricetta vorrebbe quelle della varietà tonda gentile delle Langhe, io non le ho trovate ed ho usato quelle Igp di Giffoni)
  • 3 uova
  • 150 di zucchero di canna chiaro (semolato nella ricetta originale)

Battete i tuorli con lo zucchero fino a quando diventano spumosi. Tritate finemente (io le ho lasciate leggermente più grossolane non avendo a disposizione il robot da cucina) le nocciole e montate gli albumi a neve ben ferma.

Preriscaldate il forno a 150° C.

Unite sia le nocciole che gli albumi alle uova mescolando delicatamente dall’alto verso il basso. Versate in una teglia imburrata (nel mio caso ricoperta di carta da forno) ed infornate in forno già caldo per un’ora circa.

Utilizzando uno stampo più grande del mio otterrete un dolce meno alto…ma altrettanto squisito!

torta di nocciole senza farina (7)

3-INGREDIENTS HAZELNUTS CAKE (using a 16 cm spring-form pan)

  • 300 gr roasted hazelnuts
  • 3 eggs
  • 150 gr white cane sugar (or granulated)

Beat the egg yolks until foamy. Chop finely the hazelnuts with the help of a blender (I did’t have one so I cut them coarsely with a knife). Beat the egg whites to stiff peaks.

Preheat the oven to 150° C. Butter the baking pan (you can rather line it with parchment paper).

Combine the hazelnuts and the egg whites with the egg and sugar mixture and stir gently from down to top. Pour into the baking pan and transfer into the oven. Cook for a hour.

Using a bigger pan you will get a thiner…but always scrumptious…cake!

***

Questa ricetta va ai nostri amici di Gluten Free Travel & Living per il  100% Gluten Free (Fri) day

100% Gluten Free (Fri)Day

Muffins mandorle e limone {senza burro, senza olio, senza lievito, senza glutine}

muffins mandorle e limone(scroll down for english version)

Ce l’ho fatta.

Non credo di aver mai utilizzato tanti limoni in vita mia quanti ne ho spremuti, grattugiati e tagliati nelle ultime settimane.

Dopo la marmellata e la padellata di triglie (e qualche altra ricettina senza foto) sono – quasi – riuscita a far fuori il carico che ha invaso il mio garage.

Complice anche una triplice infornata di muffins che ha allietato le nostri colazioni per diversi giorni (e per quelli a venire, visto che una parte è finita dritta nel freezer accanto ai cornetti).

Li ho visti da Chiara, che ho scoperto abitare pochi chilometri da me e che ho avuto il piacere di conoscere qualche settimana fa. Devo dire che fa sempre un certo effetto scriversi via web e poi ritrovarsi a parlare di cibo (of course) ma anche di tanto altro davanti a un fumante piatto di spaghetti

Al primo giro sono stata brava ed ho rispettato la ricetta alla lettera.

Al secondo non ho resistito…ma si sa, è più forte di noi bloggers…ed ho provato ad eliminare il burro utilizzando yogurt greco (classico) che avevo in frigo…ero certa che i suoi grassi potessero degnamente sostituire quelli del burro…mi sono sbagliata alla grande…ed infatti è venuto fuori un mappazzone da far indolenzire le mascelle a mangiarlo e che, dunque, vi sconsiglio di replicare.

Al terzo tentativo ho corretto il tiro mettendo yogurt intero al posto di quello greco (ve l’ho detto qualche post fa che sono testarda!) ma mi sono ritrovata senza farina 00 (la uso talmente di rado che mi dimentico di comprarla)…per fortuna un po’ di  farina di riso in dispensa, destinata a dei biscottini mai materializzatisi, che ha finito per trasformare questi muffins in dolcetti 100% gluten free. Visto che c’ero sono andata oltre e, volendo come San Tommaso togliermi un altro dubbio, ho  eliminato il lievito per preferirgli il bicarbonato… ne è bastata davvero una puntina per ottenere dei muffins alti e soffici.

Che ne dite? Vi siete ricreduti dopo tutti quei ‘senza’?

muffin mandorle e limone

Questa ricettina va dritta alle nostre amiche del Gluten Free (Fri)day

100% Gluten Free (Fri)Day

ma anche a Patty di ‘Andante con gusto’ ed al suo meraviglioso contest E’ senza? E’ buono!…come ho avuto modo di scriverti qualche giorno fa, inizio con questi muffins ‘alternativi’ nati un po’ per caso…ma vorrei davvero creare una ricetta ad hoc che rispetti la filosofia della tua amica Pamirilla e della sua pasticceria naturale nella quale credo fermamente.

Corro altrimenti non faccio in tempo per il 31 Marzo!

PRESENTAZIONE

MUFFINS MANDORLE E LIMONE (per 8 pezzi)

  • 130 gr di farina di riso
  • 70 gr di farina di mandorle
  • 125 gr di yogurt intero
  • 150 gr di zucchero di canna chiaro
  • 2 uova
  • una punta di bicarbonato
  • un pizzico di sale
  • succo di 1 limone grande
  • scorza grattugiata di un limone
  • mandorle a lamelle (per me quelle del mio albero, sgusciate e tostate poi tagliate a filetti con il coltello)

In una ciotola sbattete le uova con lo zucchero. Unite lo yogurt, il succo e la scorza grattugiata del limone ed amalgamate gli ingredienti.

In un’altra ciotola raccogliete tutti gli ingredienti secchi: la farina di riso, la farina di mandorle, il bicarbonato e il sale.

Versate gli ingredienti secchi su quelli liquidi ed amalgamate grossolanamente.

Preriscaldate il forno a 180° C, modalità statica. Versate il composto nei pirottini da muffins, distribuite le mandorle a lamelle in superficie e cuocete per 25-30 minuti.

muffin mandorle e limone

ALMOND AND LEMON MUFFINS – no butter, no oil, no yeast, gluten free (makes 8 pieces)

  • 130 gr rice flour
  • 70 gr Almond flour
  • 125 gr plain yogurt
  • 150 gr white cane sugar
  • 2 eggs
  • pinch of baking soda
  • pinch of salt
  • juice from 1 organic large lemon
  • finely grated lemon zest
  • chopped or sliced almonds

In a bowl beat the eggs with the sugar. Combine the yogurt, juice and grated rind of the lemon and mix well.

In another bowl, drop all the dry ingredients: rice flour, almond flour, baking soda and salt.

Pour dry ingredients over the liquid ones and mix (not too much).

Preheat the oven to 180 ° C, static mode. Pour the mixture into muffin cups, spread almonds on top and bake for 25-30 minutes.

Cantucci integrali alle noci {per Pinocchio}

(scroll down for english version)

E Pinocchio che c’azzecca oggi con il blog? E’ tutta ‘colpa’ di Enrica che essendo la vincitrice del mese di Febbraio del contest ‘Di cucina in cucina’ ideato da Barbara ci ha lanciato una scommessa interessantissima…ideare un piatto ispirato da una fiaba.

Orbene, anche se sono passati più di 6 lustri da quando, bambina, ho preso in mano per l’ultima volta un libro incantato, da mamma (un po’ attempata) di una pulce di due anni lotto praticamente tutti i giorni con una schiera di libri e librottini che vorrei sempre ben in ordine sul mobile della sala ma che finiscono chissà perché sparsi per l’intera casa.

Pinocchio è stato il primo libro che la piccola pulce ha scoperto. Chiedevo a mio marito qualche sera fa perché proprio lui, burattino triste e sfortunato, avessimo scelto per coccolare la piccola pulce prima della nanna o nei momenti nei quali mi serve trovare un diversivo se voglio almeno 10 minuti per cucinare o pulire in pace (e qui aggiungo…santi nonni per chi li ha vicini). Non siamo riusciti a ricordare, fatto sta che Pinocchio ci piace, sappiamo che ha un babbo amorevole chiamato ‘Poggetto’ che lo manda a scuola con la mela (particolare che a noi era completamente sfuggito), che incontra due amici cattivi che gli rubano tutti i soldi e che se disubbidisce un energumeno alto e barbuto di nome Mangiafuoco lo mette nella gabbia.

Ora, dovendo scegliere un piatto che si ispirasse a questa fiaba, e non potendo fare affidamento sullo scarno libricino di 7-8 pagine di cui siamo dotati, mi sono andata a rileggere alcune pagine del libro di Collodi per fermarmi al capitolo XIII…

‘Cammina, cammina, cammina, alla fine sul far della sera arrivarono stanchi morti all’osteria del Gambero Rosso. Fermiamoci un po’ qui, – disse la Volpe, – tanto per mangiare un boccone e per riposarci qualche ora. A mezzanotte poi ripartiremo per essere domani, all’alba, nel Campo dei miracoli.
Entrati nell’osteria, si posero tutti e tre a tavola: ma nessuno di loro aveva appetito.
Il povero Gatto, sentendosi gravemente indisposto di stomaco, non poté mangiare altro che trentacinque triglie con salsa di pomodoro e quattro porzioni di trippa alla parmigiana: e perché la trippa non gli pareva condita abbastanza, si rifece tre volte a chiedere il burro e il formaggio grattato!
La Volpe avrebbe spelluzzicato volentieri qualche cosa anche lei: ma siccome il medico le aveva ordinato una grandissima dieta, così dové contentarsi di una semplice lepre dolce e forte con un leggerissimo contorno di pollastre ingrassate e di galletti di primo canto. Dopo la lepre si fece portare per tornagusto un cibreino di pernici, di starne, di conigli, di ranocchi, di lucertole e d’uva paradisa; e poi non volle altro. Aveva tanta nausea per il cibo, diceva lei, che non poteva accostarsi nulla alla bocca.
Quello che mangiò meno di tutti fu Pinocchio. Chiese uno spicchio di noce e un cantuccio di pane, e lasciò nel piatto ogni cosa. Il povero figliuolo col pensiero sempre fisso al Campo dei miracoli, aveva preso un’indigestione anticipata di monete d’oro.’ (…)

Mi è bastato fare 2+2 ed ecco che un pezzo di noce ed un cantuccio di pane…cioè il pezzo che è nell’angolo e che è tutta crosta (il culetto per intenderci che io adoro e che mi diverto a scovare e sequestrare in qualsiasi cestino di pane mi capiti a portata di mano)…si trasformano in un toscanissimo cantuccio.

Mamma quanti onori a questa fantastica terra che riunisce Enrica, Collodi con il suo burattino e, non per ultima, Maddalena la cui ricetta ho adattato per realizzare queste bontà.

Io forse sono un po’ di parte perché amando i dolci secchi e tutto ciò che fa crock ho una vera e propria passione per i cantucci….evito sinceramente di comprarli per non vederli scomparire nel tragitto supermercato-casa….ma ora che ho la ricetta credo proprio che li farò spesso. Mi piace immaginare Pinocchio farsi conquistare da questo dolcino da osteria che ho reso ancora più rustico utilizzando farina integrale e zucchero di canna.

Non mi è nemmeno saltato per la mente di accompagnarlo con il classico Vinsanto però un’alternativa bambinesca l’ho creata e mi sono divertita a berla…uno smoothie pera-mela che ai tempi di Pinocchio si sarebbe più semplicemente chiamato ‘frutta pesta’.

CANTUCCI INTEGRALI ALLE NOCI (per 27-28 pezzi o due filoncini)

  • 250 gr di farina integrale biologica
  • 200 gr di noci sgusciate e spezzate grossolanamente (del mio albero)
  • 75 gr di zucchero di canna chiaro
  • 40 gr di burro (morbido)
  • 1 tuorlo
  • 2 uova intere piccole
  • 1 pz di sale

Preriscaldate il forno a 180°C.

In una ciotola amalgamate la farina integrale con lo zucchero di canna, unite le uova intere, i tuorli ed infine il sale. Aggiungete quindi il burro a temperatura ambiente. Lavorate bene tutti gli ingredienti e alla fine unite le noci.

Dividete l’impasto in 2 panetti dello stesso peso e formate dei filoncini.

Disponete i filoncini in una teglia rivestita con carta da forno e fate cuocere a 180° per 20 minuti.

Togliete dal forno, lasciate intiepidire cinque minuti, poi tagliate i biscotti in modo trasversale e con uno spessore di 2 – 3 cm.

Disponete i biscotti di nuovo sulla teglia e fate tostare in forno alla stessa temperatura per altri 10-15 minuti fino a quando risulteranno dorati.

cantucci integrali alle noci per Pinocchio

WHOLE-WHEAT AND WALNUTS CANTUCCI BISCUITS (makes 27-28 pieces)

  • 250 gr di organic whole-wheat flour
  • 200 gr walnuts, denutted and coarsely chopped  (from my orchard)
  • 75 gr white cane sugar
  • 40 gr butter (softened)
  • 1 egg yolk
  • 2 whole eggs (small)
  • 1 pinch salt

Preheat the oven to 180 ° C.

In a bowl, mix the whole wheat flour with the brown sugar, add the eggs, egg yolks, and the salt. Then add the butter at room temperature. Mix all ingredients until well combined and finally add the walnuts.

Divide the dough into 2 pieces of the same weight and shape into thin rolls.

Place them on a baking sheet lined with parchment paper and bake at 180° for 20 minutes.

Remove from the oven, let cool for five minutes, then with a bread knife cut into slices about 2/3 cm wide. Arrange on the baking sheet with the cut side up and bake them again for 5-10 minutes.

***

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Di cucina in cucina’ del blog Giorni senza fretta ospitato questo mese da Enrica.

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Crescia sfojata con gelato di pane integrale per l’MtChallenge #36

crescia sfojata con gelato al pane integrale

(scroll down for english version)

L’ho scoperta 20 anni fa. Durante le prime incursioni in casa dell’allora mio fidanzato, poi divenuto marito. E non l’ho più abbandonata.

E’ il mio dolce, quello che mi rappresenta, quello al quale non potrei mai rinunciare.

E’ il dolce che mia suocera prepara in diverse occasioni di festa o anche solo per darci il benvenuto quando torniamo per qualche giorno nelle Marche. Dire che la sua crescia sfojata è speciale è poco. Io l’ho ammirata (prima di assaggiarla) per anni, le ho anche chiesto più volte la ricetta per poi, volutamente, dimenticarla. Per una questione di rispetto. Lei mi riempie sempre di complimenti, mi dice che preparo piatti che non saprebbe mai rifare…anche se non ci credo, ho sempre lasciato che questo dolce restasse il suo anche perché non ne ho mai assaggiato uno così buono.

Lei lo cuoce rigorosamente nel forno a legna…e questo fa la differenza…la pasta si biscotta e diventa di un bel colore brunito.

Lei usa le mele di casa. Sono frutti di almeno 5/6 diverse qualità, tra le quali prevale la mela rosa dei Monti Sibillini. Non vi sto neanche a raccontare il loro profumo. Quest’anno purtroppo il raccolto è stato modesto (in campagna si prende quello che viene) tantoché mi son dovuta accontentare delle mele Renette trovate al supermercato biologico.

Lei usa le noci dell’albero che è in giardino. Dimenticatevi quelle lucide e giganti della California che troneggiano nei negozi; queste son brutte e raggrinzite ma sono a km zero, raccolte a novembre e lasciate asciugare tutto l’inverno in una cassetta forata riposta in garage.

Lei usa la farina e l’olio extravergine di casa per fare la pasta, conosciuta nelle Marche con il nome di crescia. Lei fa tutto ad occhio…versa la farina poi l’olio ed infine l’acqua che serve ad amalgamare tutti gli ingredienti. Lei ne cuoce 6-7 per volta, grosse ciascuna il doppio della mia, perché quando si accende il forno a legna bisogna riempirlo (e si mantiene caldo per cucinare fino al giorno successivo). E che ve ne fate di tutto quel ben di dio? Un paio di cresce ce le mangiamo fresche tra colazione e merenda, un altro paio prendono la via di casa di amici o dei miei genitori, le altre vengono messe nel congelatore.

Lei non aggiunge marmellata né fichi secchi, né canditi nel ripieno ma non rinuncia ad una generosa spolverata di cannella.

crescia sfojata con gelato al pane integraleQuando ho letto che la sfida di questo mese dell’MtChallenge, lanciata da Mari di Lasagna Pazza, sarebbe stato lo strudel ho avuto un palpito al cuore e solo dopo diversi ripensamenti ho deciso che sarebbe arrivata la volta della mia crescia sfojata.

Strudel MTC

Sapevo in partenza di non poter competere con quello della suocera; però ho fatto del mio meglio per riprodurlo il più fedelmente possibile. L’unica variazione che ho apportato è stata quella di utilizzare al posto dell’uvetta sultanina il Moscato della nostra vigna, appeso dopo la vendemmia ed appassito su un trave della cantina per tutti questi mesi e da me riesumato durante l’ultima incursione in terra marchigiana. Per rinvenirlo ho usato del succo di mela biologico al posto del classico brandy/rum.

Sono però rimasta fedele alla sua forma. Mia suocera invece di arrotolare tutta la sfoglia su se stessa (per evitare di formare un salamone), arrotola separatamente i due estremi per poi ricongiungerli al centro.

Prevedendo la sfida (che scade stasera alle 24…pertanto pubblico sul fotofinish!)l’inserimento di una salsa di accompagnamento ho cercato qualcosa di semplice, che non alterasse l’equilibrio del ripieno dello strudel ma che conferisse allo stesso tempo  un po’ di morbidezza e di cremosità in bocca. Ho scelto un ‘gelato’ di panna farcito con mollica di pane integrale biscottata in forno con zucchero di canna grezzo.

crescia sfojata con gelato al pane integrale

Anche se la mia crescia è ancora lontana secoli dalla sua, sono contenta sia perché uomo grande ed uomo piccolo hanno molto apprezzato, sia perché vi ho fatto conoscere un altro pezzo della mia straordinaria terra.

CRESCIA SFOJATA CON GELATO DI PANE INTEGRALE (per 5/6 persone)

per lo strudel (ricetta di Mari):

  • 150 gr di farina 00
  • 100 gr di acqua calda
  • 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
  • un pizzico di sale

per il ripieno:

  • 2 mele Renette (circa 400 gr)
  • 15 noci
  • un grappolo di Moscato appassito (in alternativa 60-70 gr di uvetta sultanina)
  • 150 ml di succo di mele bio (in alternativa rum/brandy/sherry)
  • due cucchiai di zucchero di canna
  • un cucchiaio abbondante di cannella in polvere
  • scorza grattugiata di un limone bio

per il gelato (da Gelati edito da Gribaudo-Parragon):

  • 250 ml di panna fresca
  • 50 gr di mollica di pane integrale
  • 30 gr di zucchero a velo
  • 30 gr di zucchero di canna grezzo
  • 1/2 cucchiaino di essenza di vaniglia
  • 1 cucchiaino di rum/brandy/sherry (omesso)

Preparate l’impasto per la sfoglia (seguendo le istruzioni di Mari)

Scaldate l’acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente, aggiungete il sale e l’olio e versate a mano a mano l’acqua calda mescolando. Quando la farina avrà assorbito tutta l’acqua, togliete l’impasto dal recipiente e cominciate a lavorarlo con le mani su una spianatoia per un paio di minuti, fino ad ottenere un impasto morbido, quasi appiccicoso ma che comunque non resta attaccato alla spianatoia o alle dita. Mettete l’impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezz’ora.

Preparate il ripieno.

Riscaldate il succo di mele e versatelo in una ciotola dove avrete messo l’uvetta. Lasciate ammorbidire per una ventina di minuti.

Lavate sotto l’acqua corrente le mele, sbucciatele, toglietene il torsolo, tagliatele a fettine sottili. Mettete le fettine di mela in un recipiente, aggiungete lo zucchero di canna, le noci tritate grossolanamente, l’uva scolata e ben strizzata, la cannella e la scorza del limone.

Riscaldate il forno a 200° C (modalità statica).

Stendete la sfoglia.

Mettete una tovaglia pulita (possibilmente lavata con sapone neutro e ben sciacquata), di lino o di cotone, sopra a un tavolo. Infarinatela leggermente, prendete l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani, quindi spianatelo aiutandovi con un mattarello. Quando la sfoglia comincerà ad essere abbastanza sottile mettete da parte il mattarello, sollevate la sfoglia dal tavolo aiutandovi con le mani e, tenendola con le nocche nella parte sottostante, cominciate a tirarla verso l’esterno facendola girare ogni tanto e facendo attenzione che non si rompa. La sfoglia deve diventare praticamente trasparente. Riponetela nuovamente sulla tovaglia (dovreste aver ottenuto una sfoglia quadrata di circa cinquanta centimetri per lato). Siccome i bordi saranno rimasti un po’ più spessi, passate con le dita lungo tutta l’estremità della sfoglia tirando la pasta per assottigliarla.

Disponete sulla sfoglia il ripieno avendo cura di lasciare liberi 2 cm dal bordo.

Aiutandovi con la tovaglia sollevate la sfoglia ed iniziate a rotolarla su se stessa. Fatti un paio di giri, ripiegate verso l’interno anche i due lembi esterni e continuate ad arrotolare fino alla fine (io ho seguito la procedura di mia suocera che è solita arrotolare i due lati opposti verso il centro invece di fare un unico rotolo).

Trasferite delicatamente la sfoglia su una teglia ricoperta di carta da forno, spennellatela con burro fuso ed infornate. Cuocete per 30-40 minuti fino a quando la sfoglia risulterà dorata.

Preparate il gelato.

Preriscaldate il forno a 200° C.

Sbriciolate la mollica, mescolatela con lo zucchero di canna e disponetela su una teglia ricoperta di carta da forno. Fate cuocere per 10-15 minuti fino a quando la mollica comincerà a dorare e lo zucchero a caramellate. Estraete dal forno e fate raffreddare.

In una ciotola montate la panna a neve ferma quindi aggiungete lo zucchero a velo e l’essenza di vaniglia.

Trasferite la panna nella gelatiera per una mezz’ora, unendo 10 minuti prima del termine la mollica tostata con lo zucchero. In alternativa, fate congelare la panna in un apposito contenitore per 1-2 ore dopodiché estraete dal freezer e mescolate con  un forchetta. Rimettete in congelatore per un’altra ora e ripetete fino ad ottenere la consistenza desiderata.

Tagliate lo strudel e servite con una pallina di gelato.

crescia sfojata con gelato al pane integrale

CRESCIA SFOJATA WITH WHOLE GRAIN BREADCRUMBS ICE CREAM (serving 5/6)

for the crust (recipe by Mari):

•  150 gr strong flour
•  100 gr hot water
•  1 tablespoon extravirgin olive oil
•  a pinch of salt

for the filling:
•  2 renette apples (about 400g)
•  15 walnuts
•  a bunch of homedried Moscato grape (alternatively 60-70 gr raisins or sultanas)
•  150 ml of organic apple juice (or rum / brandy / sherry)
•  2 tablespoons  brown sugar
•  1 tablespoon ground cinnamon
•  grated rind of one organic lemon

for the ice cream:
•  250 ml fresh cream
•  50 grams of whole-grain bread
•  30 grams powdered sugar
•  30 grams brown sugar
•  1/2 tsp vanilla extract
•  1 teaspoon of rum / brandy / sherry (optional)

Preparing the dough.
Heat the water (be careful because it does not have to be boiling). Sift the flour into a bowl, add the salt and the oil and pour in gradually the hot water. Stir. When the flour has absorbed all the water, remove the dough from the bowl and begin to knead with your hands on a work surface for a couple of minutes, until the dough turns out soft and slightly sticky. Leave the dough to rest, covered with a damp cloth or foil, for about half an hour.

Preparing the filling.

Heat the apple juice and pour into a bowl where you put the raisins. Let soften for about twenty minutes.

Wash apples under running water, peel, remove the core and cut into thin slices. Put the apple slices in a bowl, add the brown sugar, the walnuts (stoned and coarsely chopped), the raisins well drained, the cinnamon and lemon rind.

Preheat the oven to 180 ° C (static mode).

Rolling out the dough.

Put a clean cloth (preferably washed with soap and rinsed well), linen or cotton, on a table. Flour it lightly, take the dough and begin to flatten it with your hands, then with the aid of a rolling pin. When the dough begins to be thin enough set aside the rolling pin, lift the dough from the table, helping with your hands and, holding it with your knuckles, begin to pull it out by turning it occasionally and making sure that it does not break. The dough should be almost transparent. Place it again on the tablecloth (you should have gotten a sheet of about fifty square centimeters per side). Since the edges are usually thicker, pass with the fingers along the ends of the pastry gently pulling the dough to flatten.

Arrange the filling on the pastry, taking care to leave free 2 cm from each edge.

Helping you with the tablecloth, rais the dough and begin to roll it on itself. Taken a couple of laps, fold inward also the two outer flaps and continue to roll until the end (my mother-in-law rolls two opposite sides toward the center).

Gently transfer the dough on a baking sheet covered with parchment paper, brush with melted butter and bake for 30-40 minutes until the pastry turns golden brown.

Making ice cream.

Preheat the oven to 200 ° C.

Crumble the bread, mix it with brown sugar and arrange on a baking sheet covered with parchment paper. Cook for 10-15 minutes until the crumbs begin to brown and sugar starts caramelizing. Remove immediately from the oven and let cool.

In a bowl, whip the cream until slightly stiff, then add the icing sugar and the vanilla extract.

Transfer the cream into ice cream-machine for half an hour, adding during the last 10 minutes the toasted breadcrumbs. Alternatively, freeze the cream in an freeze-suitable container for 1-2 hours then remove and stir with a fork. Put again in the freezer for another hour and repeat until you get the desired consistency.

Cut the strudel and serve with a scoop of ice cream.

Miglio al pesto di avocado e pistacchi con verdurine al gomasio {br..br..brividi!}

miglio al pesto di avocado e pistacchi(scroll down for english version)

Probabilmente leggendo il titolo vi saranno venuti i brividi…di freddo!

Ma vi assicuro che quando, qualche giorno fa, ho preparato questo piattino si stava piacevolmente fuori in maniche di camicia.

Purtroppo in pochissime ore siamo stati ricatapultati in inverno…non ne posso davvero più di freddo pungente, umidità e nebbia…..di capelli arruffati, di ombrelli e ombrellini sparsi per la macchina, di impronte di scarponi e scarpine all’ingresso di casa, di pigri pomeriggi trascorsi sul divano.

Anche la natura brama, come noi, l’arrivo della primavera. Il prato si è ricoperto timidamente di un letto di candide margheritine, le ortensie e il pesco mostrano orgogliosi le prime gemme. All’albicocco son bastati pochi giorni di sole per arricchirsi di una rigogliosa fioritura. E se ora arrivano le gelate?  Mio suocero mi tranquillizza dicendomi che fintanto che ci sono solo fiori alla pianta non accade nulla; se invece l’albicocco porta già i frutti son dolori…per lui e per noi che non riusciremo a mangiarli (ne riparleremo a luglio).

miglio al pesto di avocado e pistacchi

Il tepore che è entrato in casa attraverso i finestroni della cucina mi ha fatto dimenticare per un giorno di teglie di pasta al forno e zuppe corroboranti (e persino dei bomboloni di Carnevale!). E quando dalla dispensa è magicamente uscito un pacchetto di miglio ancora intatto ho deciso che sarebbe stata pasta tiepida (…mangiata regolarmente fredda dopo lo scatto delle foto).

Una vera sorpresa in bocca, tutte quelle palline color giallo paglierino che cuocendo scoppiano e si aprono, pur restando croccanti. Mi documento un po’ (lo stare in casa ha almeno questi vantaggi) e scopro che il miglio è ricco di sali minerali e di preziosi amminoacidi; contiene vitamine dei gruppi A, B e E e, se decorticato, è privo di glutine. E’ inoltre un valido alleato di pelle, capelli ed unghie oltre ad avere un elevato potere diuretico. Chissà quando ci convinceremo del tutto che il cibo è salute! E che con il cibo ci possiamo curare.

Adesso ci spieghi però come ti è saltato in mente di condirlo con l’avocado. La colpa è del Gas locale che quando ha aperto il secondo ordine della stagione di agrumi, ha proposto un nuovo fornitore che accanto ai classici tarocco, clementine e mandaranci commercializza, senza ricarica, gli avocado prodotti dal Consorzio di agricoltori Galline felici. Mi son fatta tentare (voi no al mio posto?) ed è così che mi son ritrovata con 3 chili di questi frutti che si sono presto adattati al clima della nostra splendida Sicilia fino a farla diventare la principale produttrice del bacino del Mediterraneo.

miglio al pesto di avocado e pistacchi

I pistacchi a questo punto non potevano non starci (peccato solo non aver quelli di Bronte).

La salsa (parlare di pesto forse è esagerato e non rispettoso nei confronti del Signor basilico) è facilissima da fare e si prepara, con minipimer alla mano, in 2 minuti di orologio.

Io dovendo far fuori un finocchio e qualche carota, abbandonati in frigo da qualche giorno, ho messo anche quelli nel piatto dopo averli conditi con gomasio alle alghe e cotti per pochi minuti nel microonde.

miglio al pesto di avocado e pistacchi (26)

Questa ricetta la dedico a Stefania (ed a tutte le persone celiache) che il venerdì ci aspetta con tante ricettine adatte anche a coloro che purtroppo devono rinunciare ai cibi glutinosi.

100% Gluten Free (Fri)Day

MIGLIO AL PESTO DI AVOCADO E PISTACCHI CON VERDURINE AL GOMASIO (per 2 persone)

  • 150 gr di miglio decorticato
  • 1 avocado maturo
  • olio extravergine di oliva
  • succo di limone
  • sale
  • pepe
  • 25 gr di pistacchi
  • gomasio alle alghe (*)
  • 1 finocchio
  • 3-4 carote

(*) si tratta di un condimento da tavola tipico della cucina giapponese ottenuto miscelando sale marino con semi di sesamo tostati e tritati; il mio è altresì addizionato con alghe marine; potete utilizzarlo per condire cereali e verdure oppure carne/pesce grigliato (perfetto con pollo e salmone)

Pulite il finocchio eliminando parte delle barbe e l’eventuale strato esterno se rovinato e dividete a metà in senso longitudinale. Raschiate le carote, sciacquatele e dividetele in due. Posizionatele su una teglia ricoperta di carte forno, condite con il gomasio e con olio extravergine. Infornate a 180° C per una ventina di minuti o fino a quando le verdure risulteranno leggermente morbide (io ho utilizzato il microonde, piatto crisp riscaldato per 3 minuti dopodiché funzione crisp per 5 minuti).

Nel frattempo sciacquate il miglio sotto l’acqua corrente e versatelo in un pentolino con acqua bollente salata. Fate cuocere per 20 minuti (o per il tempo indicato sulla vostra confezione).

Preparate il condimento. Tagliate l’avocado in due, eliminate l’osso centrale e prelevate la polpa con un cucchiaino. Versatela nel contenitore di un frullatore ad immersione, spruzzate qualche goccia di limone, unite la metà dei pistacchi ed azionando il robot versate a filo poco olio fino ad ottenere un composto lucido e dalla consistenza morbida. Salate e pepate.

Scolate il miglio e versatelo in una ciotola, condite con la crema di avocado.

Aiutandovi con un coppapasta, trasferite il miglio su un piatto da portata e guarnite con i restanti pistacchi tritati grossolanamente al coltello. Unite le verdure cotte in forno.

Buon appetito!

***

MILLET WITH AVOCADO AND PISTACHIO PESTO SERVED WITH GOMASIO SEASONED VEGETABLES (serving 2)

• 150 gr millet, hulled
• 1 ripe avocado
• extravirgin olive oil
• lemon juice
• salt
• pepper
• 25 gr pistachios, nutted
• seaweed gomasio (*)
• 1 fennel
• 3-4 carrots

(*) Gomasio is a table dressing originating in japanese cuisine obtained mixing sea salt with unhulled toasted sesame seeds; to add nutrients and flavour you can find it with seaweed addiction. Il goes well with cereals, vegetables or grilled meat/fish.

Clean the fennel by removing part of the fronds and the eventual outer layer if damaged and split in half lengthwise. Scrape the carrots, wash and cut in half lengthwise. Place both fennel and carrots on a baking sheet covered with parchment paper, season with gomasio and a drizzle of olive oil. Bake at 180° C for twenty minutes or until the vegetables become slightly soft (You can even use the microwave, pre-heat the crisp plate for 3 minutes then cook with crisp-function for 5 minutes).

Meanwhile, rinse the millet under running water and pour into a saucepan of salted boiling water. Cook for 20 minutes (or for the time displayed on your package).

Prepare the dressing. Cut the avocado in half, remove the central bone and pick the flesh with the help of a teaspoon. Pour it into the glass of your blender, sprinkle a few drops of lemon juice, add half of the pistachios and start pulsing, pouring some oil at a time until the mixture turns glossy and smooth. Season with salt and pepper up to your taste.

Drain the millet and pour into a bowl then toss the avocado seasoning.

With the help of a round cutter, transfer the millet on a serving dish and garnish with the reserved pistachios, roughly chopped with a knife.

Serve immediately with the roasted vegetables.