Archivi tag: miele

Albicocche al cartoccio…su www.lagreg.it | Parcel-roasted apricots… on www.lagreg.it

(scroll down for english version)

Vi ricordo che ora mi trovate su www.lagreg.it pertanto se non volete perdervi i post (e le albicocche al cartoccio di oggi!!) è necessario che aggiorniate l’indirizzo nel reader di wordpress o nella blogroll di Bloglovin.

In alternativa potete iscrivervi direttamente nel blog cliccando ‘Segui il blog/Follow me’ e confermando la mail che riceverete nella vostra posta elettronica.

Finalmente è on line anche la pagina Facebook de La Greg e chi preferisce può seguirmi lì…sarà sufficiente cliccare ‘Mi piace’ sulla pagina stessa.

Vi lascio un’anteprima del dolcino di oggi…

Buona giornata a tutti!

albicocche al cartoccio

***

I remind you that I moved to www.lagreg.it therefore if you do not want to miss my posts (and the parcel-roasted apricots I published today!) you should update the URL into the wordpress reader or Bloglovin blogroll.

Alternatively, you can subscribe directly from the blog by clicking Follow meand confirming the email you will receive.

You might either prefer to follow me throughout my Facebook page La Greg  simply clicking Like’ on the page.

Ciao,

Silvia

E siamo a 40!…bignè con gelato di riso acquerello e miele barricato

bignè con gelato di riso e miele(scroll down for english version)

Nelle ultime ore mi sono ripetuta all’infinito non ce la farò mai! Ed infatti non ce l’ho fatta…

Avrei voluto regalarvi questo post  ieri, giorno del mio compleanno, ma come da aspettative troppi impegni in casa e fuori, i messaggi di auguri a cui rispondere, i (soliti) vestiti da stirare, le confetture da preparare prima di trovarsi sommersi dalle prugne, il weekend fiorentino da prenotare…

Come è ben noto la fretta non è mai buona consigliera e per potermi regalare questo dolcino ho dovuto prima inciampare nella sedia e spatasciare in terra le uova delle mie gallinelle quindi bruciare una delle due teglie di bigné, che forse troppo sensibili e solidali al mio umore, hanno finito per sgonfiarsi oltre il dovuto.

Potrei prendermela per il fatto di aver cambiato ricetta rispetto a quella che faccio di solito, ma non sarebbe poi così politically correct accusare un Mastro Pasticciere quale Montersino i cui bigné in tv e nei libri di cucina sono a dir poco strepitosi…

Per oggi pertanto sorvoliamo sul contenitore ed andiamo sul contenuto!

Visto che è estate e che il gelato ci piace ho pensato di abbandonare per una volta crema chantilly e cioccolato fondente e di farcirvi i miei bigné sgangherati. Ho voluto però un gelato speciale, sconosciuto al mio palato, approfittando di una lattina di riso acquerello che l’Irvea ha voluto donare ad alcune Bloggalline in occasione del contest organizzato con Informacibo e, che dopo un disguido postale e grazie soprattutto alla cortesia e disponibiità di Maddalena, è arrivato nella mia cucina.

Si tratta di una delle eccellenze gastronomiche del nostro paese ed è rappresentato da riso di varietà di Carnaroli coltivato nella Tenuta Colombara in provincia di Vercelli, invecchiato per un anno quindi raffinato e lentamente reintegrato della sua gemma. Per effetto di questo trattamento unico al mondo i suoi chicchi in cottura restano integri, sodi evitando pertanto l’effetto pappetta che talvolta si ottiene preparando un risotto o peggio ancora bollendo il riso.

confezioni

Io come vi ho anticipato ho azzardato un pochino e ci ho fatto il gelato! I chicchi hanno tenuto perfettamente la cottura nel latte ed erano ancora belli sodi quando ho immerso il primo cucchiaino (e non ultimo) nella vaschetta. Un gelato semplicissimo da realizzare senza gelatiera con solo latte e qualche cucchiaio di buon miele…io oramai sono innamorata del suo (che ho usato qui, qui e qui) e che metto ovunque, anche nel latte al mattino! Questa volta ho scelto quello barricato (Il Carato) consigliato normalmente per i formaggi ma che io ho trovato spettacolare con la soavità del riso, al quale ha regalato un interessante retrogusto.

Pronti a scoprire come realizzare questa montagna di golosi bignè?

bignè con gelato di riso e miele 6

BIGNE’ CON GELATO DI RISO ACQUERELLO E MIELE BARRICATO (per 12 bignè)

  • 12 bigné (vi racconterò presto come farli)

per il gelato:

  • 500 ml di latte fresco intero
  • 150 gr di riso acquerello
  • mezza stecca di cannella
  • 3 cucchiai di miele barricato di Giorgio Poeta

per il coulis e la decorazione:

– lamponi e ribes rosso freschi

Preparate il gelato. Versate il latte in un pentolino ed unite la stecca di cannella ed il riso, portate a bollore e cuocete per i minuti indicati sulla confezione (io ho assaggiato e spento dopo 15 minuti visto che nella lattina non è indicato il tempo di cottura). Il latte risulterà completamente assorbito anche se il composto deve risultare morbido. Eliminate la stecca di cannella e lasciate raffreddare.

Una volta freddo unite al riso il miele e trasferite in un contenitore idoneo per il freezer (se avete la gelatiera non fatevi scrupolo di usarla!); riponete nel congelatore per 45 minuti circa ricordandovi di mescolare ogni tanto l’impasto.

Nel frattempo lavate delicatamente i lamponi ed il ribes, schiacciateli con una forchetta dentro un colino e raccogliete la purea in una ciotolina sottostante. Mettete da parte.

Tagliate i bignè a metà. Farciteli con il gelato, sistemateli su un piatto a mò di piramide. Nappateli con la purea di frutta e decorate con qualche lampone e ribes lasciato da parte.

Mangiate subito altrimenti si scioglie!

bignè con gelato di riso e miele 1

ACQUERELLO RICE AND AGED HONEY ICE-CREAM STUFFED PUFFS (makes 12 puffs)

  • 12 puffs (recipe soon in the blog)

for the ice-cream:

  • 500 ml fresh whole milk
  • 150 gr acquerello rice
  • half cinnamon stick
  • 3 tablespoons aged honey

for topping:

– fresh rasperries and red currants

Start from preparing ice-cream. Pour milk into a heavy saucepan and add cinnamon stick and rice, bring to a boil and cook for the time indicated on the package. After this time milk should be completely absorbed and the mixture should result creamy. Let cool completely.

Once cooled down combine rice and honey and transfer into a freezer-proof container (or if you have one, into an icecream machine!) and store for about 45 minutes, stirring occasionally.

Meanwhile wash gently raspberries and red currants and mash with a fork into a colander, keeping a bowl below to contain the purée. Set aside.

Cut puffs in half. Fill them with ice cream, arrange on a plate as a kind of a pyramid. Drizzle with the fruit purée and decorate with some raspberry and currant left aside.

Eat immediately… before it melts!

Divisi da una piadina (dolce)…moglie vs marito #2

piadina dolce 1 piadina dolce 2

(scroll down for english version)

La sfida casalinga a pase di piada continua….

Pensavate che la versione salata  avesse soddisfatto i nostri palati (e riempito le nostre pance)? In effetti sì e con grande piacere (direi anche vostro, che mi avete lasciato dei commenti entusiasti e bellissimi), però visto che Tiziana attraverso l’Mtchallenge ci ha lanciato la sfida consentendoci di realizzare fino a 5 piadine, tornata dalla vacanza al mare non potevo non approfittarne per sperimentare sul dolce…..proposta un  po’ bizzarra questa e fuori dal coro…però in fondo se una fetta di pane (che in Romagna è quasi esclusivamente condito con lo strutto) o di pan brioche è buona spalmata di crema di nocciole o confettura perché non può esserlo la piadina?

Ancora una volta due versioni, la sua e la mia perché i gusti non sempre coincidono, perché lui è quello tradizionale ed io la sperimentatrice, perché lui è per l’opulenza ed io per la semplicità e la tradizione. Questa volta a fare da collante tra la mia e la sua piada un ingrediente che non manca mai nel nostro frigo, la ricotta…qui in veste speciale perché più ricca, saporita e rotonda in bocca essendo fatta al 90% con latte di bufala insolitamente made in Marche (ma quante cose belle ho scoperto nella mia regione negli ultimi mesi?) .

Due ricette nate sontuose per diventare delicate, visto che in ultimo ho rinunciato alla frittura ed approfittato di un pomeriggio insolitamente tiepido per accendere il forno.

Il procedimento è sempre quello di Tiziana anche se ho leggermente modificato gli ingredienti dell’impasto…cacao amaro nella sua piadina, mix di farine vuota-dispensa e semi di papavero nella mia.

Se la scorsa volta ognuno si è gustato gelosamente la propria piada (con la scusa…Lui: ‘le albicocche nella piadina non le mangerò mai’…oppure Io:‘il salame non l’ho mai mangiato in vita mia, pensa proprio se lo assaggio ora’), questa volta, abbiamo fatto bis di piadine! Come del resto la pulce ha pucciato due volte…attratto dal cioccolato nella piada del babbo e dall’effetto sorpresa del raviolone della mamma.

La ricetta della piadina la trovate qui.

piadina dolce 4

CANNOLO DI PIADINA AL CACAO CON RICOTTA DI BUFALA E CIOCCOLATO FONDENTE (per una porzione)

  • 1 piadina (ottenuta aggiungendo all’impasto base del cacao amaro, 2 cucchiai colmi su 250 gr di farina…con questa quantità ottenete 10-12 cannoli)
  • 1 etto di ricotta di bufala
  • zucchero a velo
  • cioccolato fondente
  • un albume

(Preferibilmente il giorno prima) mettete la ricotta in un colino e lasciate che rilasci tutto il siero.

Per ottenere i cannoli dovete stendere l’impasto e ritagliare dei quadrati di 10x10cm che avvolgerete intorno a degli stampini leggermente oliati e sigillerete con un po’ di albume.

Cuocete i cannoli in forno caldo a 200° C fino a doratura (circa 20-25 minuti), girandoli  a metà cottura. Toglieteli dal forno e attendete un paio di minuti prima di estrarli delicatamente dagli stampini. Fateli raffreddare completamente.

Setacciate la ricotta (meglio due volte) attraverso un colino quindi conditela a vostro piacimento con lo zucchero a velo (1 cucchiaio abbondante a porzione dovrebbe bastare ma provate perché a detta del mio Lui potevo essere più generosa). Unite del cioccolato fondente grattugiato al momento e trasferite in un sac-a-poche. Farcite il cannolo.

Trasferite su un piatto da servizio, decorate con altro cioccolato (se vi piace l’idea potete scioglierlo e colarlo sopra!!) e frutta fresca.

piadina dolce 3

RAVIOLO DI PIADINA AI SEMI DI PAPAVERO CON RICOTTA DI BUFALA, MIELE ALL’ANICE STELLATO E PINOLI (per una porzione)

  • 1 piadina (ottenuta unendo un cucchiaio di semi di papavero per 250 gr di farina…con questa quantità usciranno 10 ravioli)
  • 40 gr circa ricotta di bufala (ho fatto ad occhio)
  • zucchero a velo
  • scorza grattugiata di limone
  • tuorlo per pennellare
  • miele all’anice stellato di Giorgio Poeta
  • pinoli tostati

Stendete l’impasto e con un coppapasta di 10cm ricavate dei cerchi. Farciteli con la ricotta zuccherata a piacere e profumata con la scorza di limone, dopodiché ripiegateli in modo da formare delle mezzelune. Sigillate bene i bordi prima con le dita poi con i rebbi di una forchetta. Sbattete leggermente il tuorlo e pennellatevi la superficie.

Cuocete in forno già caldo a 180° C fino a doratura (20 minuti circa). Servite subito con il miele ed i pinoli tostati.

piadina dolce

COCOA PIADINA CANNOLO WITH BUFFALO RICOTTA AND DARK CHOCOLATE (serving 1)

  • 1 piadina (recipe is here…I have just added 2 heaping tablespoons of cocoa powder every 250 gr of flour…obtaining 10-12 piadinas)
  • 100 gr buffalo ricotta
  • icing sugar
  • dark chocolate
  • 1 egg white

Put the buffalo ricotta in a colander and let release serum for a few hours (even better all night long).

Make cannoli by rolling out the dough and cutting 10x10cm squares. Wrap each piece of dough around a cannolo mold, lightly oiled, brush edges with egg white and press gently with your fingetips to seal.

Cook cannoli in pre-heated oven at 200° C until golden brown (about 20-25 minutes), turning after the first 10 minutes. Remove from the oven and wait a couple of minutes before removing (gently) from the molds. Let them cool completely.

Sieve ricotta through a strainer (preferably twice) and season to taste with icing sugar (1 tablespoon per serving should be enough but give it a try because up to my husband the filling was not sweet enough). Add freshly grated dark chocolate and transfer into a sac-a-poche. Stuff the cannoli with the ricotta and chocolate filling.

Transfer to a serving plate, decorate with some more chocolate (if you like the idea you can even melt it and pour it over!!) and fresh fruit.

***

POPPY SEEDS PIADINA RAVIOLI WITH BUFFALO RICOTTA, ANIS SCENTED HONEY AND TOASTED PINENUTS (serving 1)

  • 1 piadina (recipe is here…I have just added 1 tablespoon of poppy seeds every 250 gr of flour obtaining 10 ravioli)
  • 40gr buffalo ricotta cheese
  • icing sugar
  • grated zest from organic lemon
  • egg yolk to brush
  • anis scented honey
  • toasted pinenuts

Roll out the dough and using a round 10cm pastry cutter cut out circles. Fill them with ricotta (sweetened to taste with icing sugar and flavored with lemon zest), then flap one side over the other as to form crescents. Seal edges pressing roundlike with your fingers then with a fork. Lightly beat the egg yolk and brush their surface.

Bake in preheated oven at 180° C until golden brown (about 20 minutes). Serve immediately with honey and toasted pinenuts.

 ***

Con questo bis di piadine partecipo alla sfida #40 dell’Mtchallenge

piadina

Divisi da una piadina…moglie vs marito #1

la piadina

(scroll down for english version)

Questa volta gioco in casa! Anche se oramai da un paio di mesi mi rilasso nella campagna marchigiana, la mia carta d’identità parla chiaro…residenza Faenza…che per i meno esperti in geografia significa Romagna, la terra delle balere e del liscio di Raul Casadei, dell’illuminato Pellegrino Artusi, del Sangiovese e della mitica piadina.

Come per il babà, e ancor prima per lo strudel, ci è voluto l’Mtchallenge per convincermi che fare in casa una piada buona come quella del chioschetto preferito è possibile…non che non mi sia mai cimentata ma, non avendo un buon rapporto con strutto ed affini, mi sono sempre fatta tentare dalla versione all’olio extravergine….che solo oggi, dopo aver provato la favolosa ricetta di Tiziana, posso serenamente definire mediocre.

la piadina 3

Trattandosi in fondo di un pezzo di pane condito e prestandosi, non solo per la sua sostanza ma anche per la forma, alla più bizzarra delle farciture, ho cercato un ripieno veloce (perché la piada si prepara al momento) che potesse valorizzare i prodotti delle mie adorate Marche, con qualche piccola incursione fuori regione. E siccome in fatto di gusti il mio consorte ed io siamo abbastanza agli antipodi, ho creato due piadine che ci rappresentassero, lasciando a voi che passate di qui scegliere la preferita…

la sua piadina:  impasto base, ciauscolo, uva nera e aceto balsamico,

la mia piadina: impasto con farina di cece nero (legume di cui vi parlerò presto), erborinato di bufala, albicocche glassate, mandorle e miele in barrique.

Prepararle è semplicissimo e, con ingredienti alla mano, si farciscono in pochi secondi; l’impasto andrebbe fatto riposare per 48 ore ma se siete di corsa (e magari vi accorgete all’ultimo di non avere pane per cena) potete accontentarvi di una mezz’ora di riposo, il tempo sufficiente per tagliare il prosciutto, lavare la rucola o grigliare due verdure.

Per avere una scorta sempre pronta al ritorno dal mare o dal giro in moto fatene doppia dose e congelate quelle che non mangiate! Con questo caldo vi basterà lasciarle una mezz’ora a temperatura ambiente prima di riscaldarle in padella, farcirle e papparle!

Pronte per impastare insieme?

LA PIADINA ROMAGNOLA di Tiziana (per 6 piadine grandi)

  • 500 g di farina 00 (per l’impasto al cece nero ho utilizzato 400 gr di 00 e 100gr di farina di cece nero biologica)
  • 125 g di acqua
  • 125 g di latte parzialmente scremato fresco (io intero perchè la pulce beve solo quello)
  • 100 g di strutto
  • 15 g di lievito per torte salate
  • 10 g di sale fine
  • 1 pizzico di bicarbonato di sodio

Lasciate ammorbidire lo strutto mezz’ora circa fuori dal frigorifero.

Fate scaldare in un pentolino o nel microonde il latte e l’acqua finchè tiepidi.  Su di un tagliere disponete la farina e fate un buco al centro con la mano. All’interno mettete lo strutto a pezzetti con il lievito, il bicarbonato e il sale, schiacciatelo con la forchetta per ammorbidirlo, aggiungete l’acqua e il latte. La consistenza inizialmente potrebbe essere un pochino appiccicosa e la pasta si attaccherà al tagliere ma impastando per una decina di minuti, cambierà staccandosi e diventando molto morbida e liscia. Se il liquido è troppo poco si sfalda e risulta un po’ dura. Mettete l’impasto in una ciotola e coprite con la pellicola per alimenti. Lasciate riposare 48 ore al fresco, massimo 20°C, se fosse più caldo potete lasciare riposare la pasta in frigorifero e metterla a temperatura ambiente 2 ore prima dell’uso.

La pasta ottenuta sarà circa 850 grammi, dividetela in 6 pezzi da 140 grammi circa e formate delle palline, lasciatele riposare almeno mezz’ora (io ho fatto palline da 110-115 gr ottenendo 8 piadine). Infarinate appena il tagliere e disponetevi una pallina d’impasto, schiacciatela con la punta delle dita, stendete la piadina con il mattarello girandola spesso in modo che rimanga rotonda. Scaldate il testo o l’apposita teglia di terracotta, su un fornello a doppia fiamma, con sotto uno spargifiamma. Se non avete nessuna di queste teglie utilizzate una padella antiaderente piuttosto larga. La temperatura non dovrà essere troppo alta altrimenti la piadina si brucia fuori e rimane cruda all’interno, ma nemmeno troppo bassa. Cuocete pochi minuti per lato, controllate sempre alzando la piadina con una paletta. Disponete le piadine una sull’altra in modo che rimangano calde mentre le cuocete.

L’impasto può essere preparato anche con l’impastatrice, basterà inserire tutti gli ingredienti nella planetaria  e lavorarli con il gancio impastatore per 7/8 minuti fin quando il composto risulterà omogeneo.

la piadina 2

PIADINA ALLA FARINA DI CECE NERO CON DADONE DI BUFALA, ALBICOCCHE GLASSATE, MANDORLE E MIELE BARRICATO (per una persona)

  • 1 piadina di farina di cece nero
  • qualche foglia di valeriana
  • cubetti di dadone di bufala (formaggio erborinato fatto con latte crudo di bufala)
  • 2 albicocche (*)
  • una noce di burro
  • un cucchiaino di zucchero di canna integrale
  • mandorle a lamelle tostate
  • miele in barrique di Giorgio Poeta

(*) in un pentolino sciogliete il burro con lo zucchero quindi unite le albicocche tagliate a spicchi e cuocere a fiamma bassa per 2-3 minuti.

la piadina 1

PIADINA AL CIAUSCOLO, UVA NERA E BALSAMICO (per una persona)

  • una piadina
  • qualche foglia di valeriana
  • 3 fette di ciauscolo
  • 4/5 chicchi di uva nera
  • aceto balsamico di Modena Igp

la piadina 4

PIADINA (makes 6 large size or 8 medium)

  • 500 gr all purpose flour
  • 125 ml of water
  • 125 ml fresh semi-skimmed milk
  • 100 gr lard at room temperature
  • 15 gr  baking powder
  • 10gr salt
  • pinch of baking soda

In a small saucepan warm water and milk.

In a bowl combine the flour with the baking powder and the baking soda and make a well in the center, where you will put the lard cut into chunks. Begin to mix with a fork before adding water and milk. Mix until well combined then turn the dough over a work surface and knead by hands for about ten minutes. Transfer the dough in a bowl and cover with plastic wrap. Let stand 48 hours in the fridge. 

Take the dough out of the fridge 2 hours before using. Make 6 balls and let rest covered with a cotton towel for about 20 minutes. Lightly flour work surface and gently flatten one ball at a time with your fingertips before rolling out the piadina with a rolling pin.

Heat a heavy pan on a stove. Cook a few minutes on each side until lightly brown. Arrange the piadinas on one another to keep them warm and cover with a towel.

la piadina 5

BLACK CHICKPEAS FLOUR PIADINAS WITH BUFFALO BLUE CHEESE, GLAZED APRICOTS, ALMONDS AND AGED HONEY (serves one)

  • 1 piadina made with black chickpeas flour
  • green salad
  • buffalo blue cheese diced
  • 2 apricots sliced (*)
  • teaspoon butter
  • teaspoon brown cane sugar
  • toasted almonds sliced
  • aged honey

 (*) in a small saucepan melt butter and sugar then add the apricots and cook on low heat for 2-3 minutes until slightly tender.

la piadina 6

 PIADINA WITH CIAUSCOLO, BLACK GRAPE AND BALSAMIC VINEGAR (serves one)

  • 1 piadina
  • green salad
  • 3 slices ciauscolo (traditional Marche salami)
  • black grape
  • balsamic vinegar

 ***

Con questo (primo ma non ultimo) bis di piadine partecipo alla sfida #40 dell’Mtchallenge

piadina

Signore e signori…il Babà al miele e mistrà {con lievito madre} per l’Mtchallenge #39

babà al miele e mistrà

babà al miele e mistrà 4

(scroll down for english version)

Non ho mai mangiato un babà. Mi correggo, non è vero.

Ne ho assaggiato un cicinin una volta, molto ma molto tempo fa, e quella briciola inzuppata di rum è stata sufficiente per convincermi che non era un dolce fatto per me.

Dopo di allora l’ho rivisto qualche centinaia di volte nei banconi delle pasticcerie ma mai, dico mai, che mi sia tornata la voglia di provarlo. Un motivo preciso c’è…anzi, a pensarci bene, due:

1) mi piacciono i dolci rustici e che fanno crock sotto ai denti,

2) non bevo superalcolici (anche se ammetto che qualche volta mi piace bagnarmi le labbra con la grappa).

Ma com’è che questo Mtchallenge riesce a farmi provare piatti che mai mi sarei sognata di fare? E questa volta mi sono pure divertita anche se ad un certo punto ho creduto che qualcuno mi avesse fatto il malocchio (proprio come è successo a Giulietta).

Ma andiamo con ordine. Rinfresco il mio adorato lievito madre perché Antonietta, l’artefice di questa ricetta, è stata così cara da lasciarci entrambe le versioni del suo caro babà. Potevo mai fare la figura della principiante (che poi di fatto lo sono!) quando qui nel blog mi vanto di sfornare pagnotte, pizzette e grissini a lunghissima lievitazione!

Non avendo idea di quanto tempo il primo impasto avesse bisogno per raddoppiare, faccio un ipotesi ma la sbaglio e mi ritrovo a dover cambiare di corsa la scaletta degli impegni domestici, facendo i salti mortali per trascorrere un po’ di tempo con la piccola pulce (ma per fortuna i nonni!!!).

babà al miele e mistrà 2

Il mio impasto cresce a ritmo di lumaca ed allora inizio a pensare che forse qualcuno sta gufando per me (che sia il marito che è fuori qualche giorno per lavoro e che si lamenta di perdersi sempre piatti straordinari?). Dopo sei lunghissime ore (ed una ventina di apri-chiudi il forno) vedo il tanto atteso miracolo e mi rilasso…errore gravissimo!

Vado con il secondo impasto e visto che ho il Kenwood lo sfrutto…farina, lievito madre, burro, latte…tutto sembra andare per il meglio…la massa si sta compattando…che si sia incordato così in fretta?!? A questo punto faccio la cavolata più grossa…pulisco ben benino il tavolo della cucina (Antonietta ci ha vietato di usare la spianatoia di legno ed ora capisco perché) e ci scaravento sopra l’impasto pronta per gli ultimi minuti (???) di lavorazione prima di vederlo compattarsi in una palla omogenea…a questo punto il delirio…passa quasi un’ora prima che riesca a vedere una massa decente, ho la spalla sinistra (mancina sono!) talmente indolenzita che non guarirà nemmeno con un tubetto di Voltaren…per di più sono quasi le otto di sera e la mia pulce scalpita per mangiare (dubitavate?). Evito di ritornare in planetaria perché ho quasi il sentimento che possa combinare il disastro definitivo. Con entrambe le mani ricoperte di impasto (che nel frattempo è finito anche sul muro) cerco di fare delle palline e di adagiarle negli stampi. Guardo sconsolata quello che dovrebbe essere il mio primo babà.

Passano altre tre lunghissime ore prima di poter constatare che l’impasto, nonostante più timori che speranze, è comunque cresciuto! Sono le 23.30 e solo ora mi rendo conto che mi aspetta una notte insonne. Perché il babà non va solo cotto ma quando è ancora tiepido va bagnato con uno sciroppo che ad intervalli di 15-20 minuti va raccolto e riversatogli sopra fino a quando risulterà completamente assorbito dall’impasto.

Ho resistito per due lunghissime ore poi quando voi eravate già in un sonno profondo ho deciso che il mio babà di inzuppo ne aveva avuto abbastanza (anche se di sciroppo ne era avanzato un bel pò).

Il giorno dopo, con il senno di poi, credo di aver fatto la cosa giusta perché se avessi continuato a bagnarlo mi sarei ritrovata con una pappetta in mano. Credo ciò dipenda dal fatto che ho usato uno stampo più piccolo di Antonietta ed ho preparato volutamente uno sciroppo meno denso perché tutto ciò che è troppo zuccherino mi stomaca.

babà al miele e mistrà 3

Ma ora veniamo al mio babà…dal titolo è chiaro che, pur rispettando dosi e procedimenti di Antonietta (non avrei mai fatto diversamente), ho cercato di personalizzarlo ed avvicinarlo ai miei gusti.

Niente zucchero (ad eccezione della crema) ma miele….in particolare miele con infuso di anice stellato (del quale vi avevo parlato qui) che ha regalato all’impasto un profumo straordinario oltre che un colore leggermente più ambrato.

Niente rum ma mistrà cioè distillato di anice (la marca è famosissima) prodotto nelle Marche dal lontano 1868 (ho notato sulla bottiglia che la licenza UTF è la n.1 pertanto sembrerebbe il primo liquore registrato dopo la nascita della nostra bella Italia!).

Sciroppo al miele…magari da rendere la prossima volta più denso mettendo meno acqua o aumentando il miele.

Sulla crema pasticcera sono caduta come una pera perché avrei potuto tentare di mettere miele al posto dello zucchero (comunque di canna) e nella peggior delle ipotesi rifare tutto…tanto le gallinelle in questi giorni sono particolarmente prolifiche!

Le amarene sciroppate fatte dalla mamma le avrei anche avute…peccato siano nella dispensa romagnola…ero partita con l’idea di decorare con frutta tropicale poi però l’orto ci ha regalato tante fragoline ed allora ho usato quelle.

Che dire…è stata una faticaccia ma ne sono contenta perché la ricetta di Antonietta è favolosa e per la prima volta in vita mia ho apprezzato (non solo io a dire la verità) il babà. La soddisfazione più grande tutti quei buchini…bravo ancora una volta il mio Pastrocchio!!!

babà al miele e mistrà 5

IL BABA’ AL MIELE E MISTRA’ A LIEVITAZIONE NATURALE (per uno stampo da 20 cm e 6 stampini monoporzione o 11 stampini monoporzione)

per il babà:

  • 280 g di farina bio tipo 0 Manitoba
  • 3 uova cat a grandi (io delle mie gallinelle)
  • 100 g di burro (bavarese)
  • 90 g di latte (fresco intero)
  • 20 gr di miele all’anice stellato
  • 50 g di lievito madre rinfrescato
  • 10 gr di lievito di birra
  • ½ cucchiaino di sale fino

per la bagna:

  • 1 litro di acqua
  • 300 gr di miele all’anice stellato

per la crema pasticcera:

  • 250 ml di latte
  • 2 tuorli
  • 2 cucchiai colmi di zucchero di canna chiaro
  • 2 cucchiai rasi di farina
  • 1 limone biologico
  • 30 g di burro

per completare il babà:

  • 5 cucchiai di mistrà o distillato di anice
  • fragoline del mio orto
  • miele all’anice stellato

Primo impasto

Versate in una ciotola 120 g di farina, fate la fontana, aggiungete 1 uovo, il lievito madre, il miele e 30 g di latte tiepido. Impastate, coprite con un telo umido e attendete il raddoppio. A me sono servite 6 ore.

Secondo impasto

Versate in un’altra ciotola la restante farina (160 g), aggiungete il primo impasto e 1 uovo, sciogliete bene e amalgamate, poi incorporate il secondo uovo. Impastate  energicamente per 10 minuti, battendo contro i bordi della ciotola e aggiungendo man mano del latte a cucchiaiate. Sciogliete il burro a bagnomaria o in un microonde e versatelo a filo sull’impasto, incorporandolo lentamente. Per ultimo, in una tazzina “impastate” il lievito di birra con il sale finché diventa una cremina  liquefatta e aggiungete anche questa alla massa.

Lavorate per 5 minuti nella ciotola, poi ribaltate l’impasto su un piano da lavoro e iniziate a lavorare energicamente piegandolo e sbattendolo più volte per 15/20 minuti. Qui bisogna avere tenacia e resistenza perché questa è quella fase in cui è possibile ottenere un babà spugnoso e morbido, capace di assorbire e trattenere la bagna.

Quando inizierà a staccarsi dalle mani e piegandolo manterrà una forma tondeggiante, senza collassare e vedremo l’accennarsi di bolle d’aria il nostro impasto è pronto.

Ricavarne 11 palline e sistemarle negli stampini monoporzione precedentemente imburrati (nel mio caso 5 palline sono finite nello stampo e le altre 6 negli stampini monoporzione). Ogni pallina deve arrivare a metà altezza dello stampino. Sistemarli in una teglia e lasciar lievitare in forno spento con luce accesa fino a quando triplicano di volume, fuoriuscendo dal bordo superiore formando una calottina di circa 2 cm. A me sono servite 3 ore e mezza.

L’impasto nello stampo grande è triplicato ma è comunque rimasto tre dita sotto il bordo.

Preriscaldate il forno a 200°, infornate, abbassate a 180° e cuocete per 20 minuti. A metà cottura coprite con un foglio di alluminio.

A cottura ultimata lasciate intiepidire per 10 minuti, staccateli delicatamente dagli stampini (basta reggere lo stampino con una mano e con l’altra tirare e contemporaneamente roteare leggermente la calottina) e adagiateli in una ciotola larga.

Preparate la bagna. Versate l’acqua in una pentola, aggiungete il miele e lasciate sobbollire per 10 minuti.

Spegnete, lasciate intiepidire e versate sul babà ancora tiepido. Ogni 15/20 minuti, aiutandovi con un mestolino, raccogliete lo sciroppo sul fondo del babà e irroratelo di nuovo. Continuate così finché non si presenta ben inzuppato e tratterrà lo sciroppo più a lungo, cedendolo sempre più lentamente. Adagiatelo su un piatto da portata, facendolo scivolare con molta attenzione.

Per i babà monoporzione il bagno sarà simile; dopo aver  versato lo sciroppo sopra, rigirateli dentro di esso ogni 10/15 minuti e comunque finché al tatto non abbiano la consistenza di una spugna inzuppata. Scolateli dallo sciroppo e adagiateli su un piatto da portata.

Preparate la crema pasticcera. Scaldate il latte e spegnete quando accenna a bollire. Mettete a scaldare la pentola con l’acqua che servirà da bagnomaria per cuocere la crema. Nella pentola dove invece cuoceremo la crema mettete i tuorli, lo zucchero e la farina setacciata; con una frusta amalgamateli energicamente e incorporate il latte versato a filo, continuando a mescolare. Passate nel bagnomaria a fuoco dolcissimo. Tagliare il limone a tre quarti, infilzarlo su un forchettone e con questo girare la crema mentre cuoce.

Girate sempre nello stesso verso, senza mai fermarvi per almeno 15 minuti e comunque fino a quando non avrà raggiunto la densità desiderata. Spegnete, aggiungete il burro e incorporatelo con la frusta. Lasciate raffreddare girando di tanto in tanto. Sistemate la crema in un sàc-a-poche e tenetela in frigo fino al momento dell’utilizzo.

Completate il babà. Scolate dal piatto lo sciroppo che sarà colato dal babà. Irroratelo con il mistrà, pennellatelo con del miele precedentemente riscaldato su fuoco lentissimo, decorate con ciuffi di crema pasticcera e completate con le fragoline.

Buon appetito!

babà al miele e mistrà 1

NEOPOLITAN BABA’ WITH HONEY AND DISTILLED ANIS (making a 20cm round mold plus 6 individual babà)

for babà:

  • 280 g di bread flour (Manitoba)
  • 3 large whole eggs
  • 100 g butter, melted and cooled plus more at room temperature for molds
  • 90 g fresh whole milk
  • 20 gr anis infused honey
  • 50 g sourdough refreshed and mature
  • 10 gr fresh yeast
  • ½ teaspoon salt

for the syrup:

  • 1 lt water
  • 300 gr anis infused honey

for the cream:

  • 250 ml fresh whole milk
  • 2 egg yolks
  • 2 heaping tablespoons white cane sugar
  • 2 level tablespoons flour
  • 1 organic lemon
  • 30 g butter

to complete babà:

  • 5 tablespoons distilled anis
  • fresh strawberries
  • anis infused honey

First proofing

In a bowl whisk 120 gr of flour, an egg, sourdough, honey and 30 gr warm milk. Knead then cover with a dump cloth until doubled (it took me 6 hours).

Second proofing

Pour in another bowl the remaining flour (160 g), add the doubled flour mixture and the eggs, one at a time, beeing sure they are well incorporated before next addiction. Knead vigorously for 10 minutes adding milk, one tablespoon at a time.

Pour melted butter in a thin stream. In a cup mix together fresh yeast and salt until you get a creamy mixture; beat until incorporated to the flour mixture. Work by hands for 5 minutes, at this point the dough should start pulling away from the sides of the bowl.

Turn out on a marble work surface and start kneading vigorously making some s&f (stretch and fold) for 15/20 minutes. This phase is very important becouse allows you to get a spongy, wet and soft babà.

Dough is ready when it starts to pull away from your hands and once folded it keeps a round shape; you should also been able to see bubbles.

Butter babà molds and palce them on a rimmed baking sheet. Get 11 balls out of the dough and place 5 of them in the round mold and the other in the individual baba molds. The dough should fill each halfway.

Leave rising in a warm place (i.e. in the oven with light on)  until dough reaches 2-cm above tops of individual molds. It took me 3 1/2 hours.

As regarding the round mold, dough should triple even if not reaching its top.

Preheat the oven to 200°C, bake and low to 180°C and cook for 20 minutes covering with aluminium foil after the first 10 minutes.

Remove from the oven and leave to cool for 10 minutes then turn out gently the babà by keeping the mold with a hand and twisting with the other. Transfer in a bowl.

Make the syrup. In a large pot pour water and add honey, simmer for 10 minutes. Turn off the heat, let cool until warm then pour over warm babà. Every 15/20 minutes, using a ladle, pick up the syrup at the base of the babà and pour over again. Go on this way until the babà is wet and has completely absorbed the syrup. Transfer on a serving plate. For individual babà use a slotted spoon to drop two of them at a time into the syrup, submerging completely; let soak until no more bubbles appears .

Make the cream . In a small pan heat milk. Put another pot on fire and fill with water (this will serve for bain-marie cooking). In a smaller pot beat eggs with sugar and add sifted flour; whisk pouring hot milk at thin stream. Place on the bigger pot , low heat. Take a quarter out of the lemon and stick into a fork. Use the lemon to stir the cream until it starts to thick. Turn off the heat and combine the butter. Let cool before transfering in a piping bag and keep in the fridge until use.

Serving the babà. Drain babà from the syrup, sprinkle with distilled anis, brush gently with warm honey; decorate with cream and fresh strawberries and serve straight away or keep in a dry place.

***

Con questa ricetta partecipo all’Mtchallenge di Maggio e dedico il mio babà ad Alessandra e ad Antonietta del blog La Trappola Golosa.

FOTORICETTA

Mando altresì la ricetta a Sandra (che questo mese ospita) e a Barbara per la raccolta Panissimo di Maggio

nuovo italia

Ciambelline alla ricotta con glassa al cacao (100% miele)…di appetito e di giovani intraprendenti

ciambelline miele e ricotta

(scroll down for english version)

A casa mia solo buone forchette. E la piccola pulce fa concorrenza al babbo, tanto da non avergli mai dato la soddisfazione di finire i piatti lasciati a metà sul seggiolone. E pensare che quando eravamo fidanzatini ed andavamo a cena con cugini o amici con prole, sempre lui – mio marito – sognava di poter un giorno addentare quei due spicchi di pizza abbandonati nel piatto oppure di fare il bis di gelato.

Vi dico solo che sabato sera abbiamo battuto tutti i record perché il piccolo ometto, zitto zitto, si è fatto fuori una pizza baby da solo prima di adocchiare i nostri dolci e di pretendere di inzuppare il cucchiaino in entrambi.

In attesa che, più per spirito di emulazione degli amichetti dell’asilo che per convinzione personale, arrivino i primi rifiuti mi godo il suo appetito e mi diverto a preparargli delle sfiziose merende che lo distraggano dai gingle delle schifezze che si vedono in televisione (e che hanno, con pochissime eccezioni, una lista di ingredienti da film dell’orrore).

Io capisco che con la pubblicità ci vivono tante persone…ma vi prego fateli più brutti questi spot…con voci e musiche meno accattivanti…perché non è possibile che mio figlio di due anni senza neanche aver assaggiato una merendina a forma di orsetto mi guardi con occhi di sfida e, portando il ditino alla guanciotta, mi dica ‘mmh…buono!’.

In questa fase di crescita ed apprendimento alla velocità della luce, nonché di prima consapevolezza tra ciò che è bello e ciò che non lo è, per le prime volte da quando ho iniziato a svezzarlo mi trovo a doverlo sorprendere davanti ad un piatto con una forma, un colore, una storia…cioè se finora abbiamo mangiato tutto perché era la mamma o la nonna o la dada ad offrircelo ora iniziamo a volere (o forse meglio dire pretendere) determinate cose, preferibilmente cioccolatose e da poter mangiare in santa pace con le proprie manine.

Queste ciambelline sono nate per caso anche se per arrivare alla ricetta definitiva ho dovuto fare un paio di esperimenti. Non ho utilizzato zucchero ma miele biologico marchigiano prodotto da un ragazzo trentenne Giorgio Poeta, la cui azienda si trova in linea d’aria a meno di 2 chilometri da casa mia. L’ho scoperto leggendo un vecchio numero de L’Azione, il settimanale della mia città, e qualche settimana fa, con nonna e pulce al seguito, sono andata a trovarlo.

collage cimabelline miele e ricotta 1

Giorgio vive circondato da 24.000.000 di api e parla con orgoglio della sua azienda agricola; laureatosi in Agraria ha pensato bene di sfruttare i terreni di famiglia per allevare le api…ma non si è fermato qui e, non contento di produrre un miele qualsiasi, ha avuto il guizzo di metterlo ad invecchiare per 9 nove mesi in botti di rovere ed ottenere il Carato un prodotto unico al mondo, dall’aroma e dal sapore indescrivibile. Poi ha creato la Stella un prodotto più delicato, ma altrettanto aromatico, che nasce lasciando in infusione nel miele delle bacche di anice stellato…vi lascio solo immaginarne il profumo! Con orgoglio e un pizzico di  sano campanilismo sono contenta che sia riuscito a far conoscere i suoi prodotti ben oltre i confini delle Marche. Quando ci siamo incontrati era appena rientrato da una settimana intensa di lavoro che lo aveva portato prima a Eataly a Torino per una degustazione, poi nel Lazio per una serie di lezioni presso un istituto alberghiero. Direi niente male per un giovane dalle idee chiare e con tanto spirito di iniziativa!

Questa ricetta golosa ma salutare voglio regalarla a Patty ed al suo contest ‘E’ buono, è senza!’ in collaborazione con Cose dell’altro pane. Senza burro, senza zucchero (che oltre a essere dannoso per la salute è ottenuto sfruttando terreni e, spesso purtroppo, anche lavoro minorile), ed eventualmente senza glutine se si scelgono farina e lievito autorizzati.

PRESENTAZIONE

e visti gli ingredienti ed il formato finger mando la ricetta anche a Monique di Miel&ricotta e  Paola di La bottega delle dolci tradizioni per il loro contest In un sol boccone in collaborazione con Peroni snc

IMG_4004 (Copia) origNUOVAridotta

CIAMBELLINE AL MIELE E RICOTTA CON GLASSA AL CACAO (per 35-40 pezzi circa)

  • 300 gr di ricotta di mucca
  • 420 gr di farina multicereali – di riso per una versione gluten free
  • 150 gr di miele di acacia
  • 2 uova
  • 3 cucchiai di olio di semi
  • una bustina di lievito per dolci (eventualmente gluten free)
  • zuccherini colorati (mompariglia) per decorare (eventualmente gluten free)

per la glassa al cacao:

  • 1/2 bicchiere di acqua
  • 2 cucchiai di miele di acacia
  • 4 cucchiai di cacao amaro
  • 1 cucchiaio abbondante di farina

In una ciotola sbattete le uova con il miele dopodiché unite la ricotta. Mescolate per amalgamare bene. Aggiungete la farina ed il lievito setacciati ed impastate con le mani fino a ottenere un impasto è compatto ma leggermente morbido.

Su un piano di lavoro leggermente infarinato prendete un po’ di impasto e formate dei rotolini. Tagliate dei pezzi di circa 8-10 cm di lunghezza e formate delle ciambelline premendo con le dita per unire le estremità. Con l’aiuto delle forbici fate dei tagli lungo tutto il bordo esterno.

Riscaldate il forno a 180°C.

Disponete le ciambelline su una teglia ricoperta di carta da forno e cuocete per una ventina di minuti fino a quando risulteranno dorate. Togliete dal forno e fate raffreddare.

Preparate nel frattempo la glassa. In un pentolino riscaldate l’acqua con il miele dopodiché unite il cacao stemperando con una frusta per togliere eventuali grumi. Unite la farina e mescolate ancora per qualche minuto fino a quando la glassa comincerà a rapprendersi.

Fate raffreddare prima di colarla sopra le ciambelline. Guarnite con zuccherini colorati e servite.

collage cimabelline miele e ricotta

COCOA GLAZED RICOTTA AND HONEY DONUTS (makes around 35-40 pieces)

  • 300 gr ricotta
  • 420 gr multigrain flour (or rice flour for a gluten free version)
  • 150 gr acacia honey
  • 2 eggs
  • 3 tablespoons vegetable oil
  • 16 gr baking powder
  • colored sugar balls

for the cocoa glaze:

  • 1/2 glass water
  • 2 tablespoons acacia honey
  • 4 tablespoons coca powder (unsweetened)
  • 1 heaping tablespoon flour

In a bowl beat eggs with honey then add ricotta. Stir to mix well. Add flour and baking powder and knead with your hands until dough is firm but still slightly soft.

On a lightly floured work surface take a bit of dough and shape into a log. Cut into pieces 8-10cm long and form donuts gently pressing with your fingers to join the ends. With the help of scissors make cuts all along the donuts. Repeat using the reserved dough.

Preheat the oven to 180 ° C.

Arrange donuts on a baking sheet lined with parchment paper and bake for about 20 minutes or until donuts turn golden brown. Remove from oven and let cool.

Meanwhile prepare the glaze. In a saucepan heat water with honey then add gradually the cocoa powder stirring with a whisk to remove lumps. Add the flour and stir for a few minutes until the glaze begins to thicken. Allow to cool before pouring over the donuts.

Decorate with colored sugar balls.

 

Panettoncini al miele e pecorino…le mie Marche in tavola

panettoncini al miele e pecorino  (35)

(scroll down for english version)

Appartengo ad una generazione che non ha dovuto fare i salti mortali per trovare un lavoro. Anzi, ricordo che quando, 5 giorni dopo esser stata acclamata dottoressa, ricevetti quella famosa telefonata da Porto San Giorgio restai un po’ basita perché dopo tutta la fatica fatta a scrivere centinaia di pagine di tesi mi sarei goduta volentieri qualche giorno di vacanza.

Le cose facili però non mi sono mai piaciute. Così come ho sempre adorato le sfide, non con gli altri …..ma con me stessa.

Sfide che mi hanno portata ad uscire dall’ambiente provinciale e sempliciotto nel quale sono cresciuta per allargare i miei orizzonti, fare nuove esperienze, incontrare volti nuovi e provare a lasciare per la strada la cadenza che mi accompagna dalla nascita. Tutto bello, bellissimo, direi eccitante fino a quando hai un lavoro che ti appassiona, che ti ruba ore al sonno senza neanche accorgertene, che ti porta a lavorare anche il fine settimana. Tutto bello fino a quando questo lavoro perde a poco a poco di significato e, quasi in contemporanea, arriva un cucciolo d’uomo a stravolgerti la vita.

Ho lasciato che passassero 11 lunghi anni prima di convincermi di amare profondamente la terra nella quale sono nata e cresciuta, di amare le sue sfumature di colore che vanno dal blu intenso del mare Adriatico alle verde prato delle pianure, al quello ulivo delle colline, fino al verde bosco della dorsale appenninica; di amare i prodotti straordinari che mani umili e, al tempo stesso, sapienti sono riuscite a creare ed a custodire per generazioni.

La ricetta di oggi la voglio dedicare alla mie Marche e con essa voglio celebrare alcune delle sue eccellenze gastronomiche: il farro, il pecorino e il miele.

Quale miglior occasione il contest ‘Blogger love Qb’ di Valentina di Nonsolopane che, grazie alla collaborazione con il Molino Grassi,  ci ha dato la possibilità di ricevere a casa due confezioni della loro linea di farine biologiche Qb (Qualità bio) in commercio dal 2012 ed ottenute miscelando grani antichi con grani moderni.

1-impastando_CONTEST_2-1024x883

PicMonkey-Collage-1024x449

Il pacchettino che mi è arrivato nei giorni scorsi conteneva la Einkorn e la Multicereali…..direi che non poteva andar meglio visto che oramai sapete che sono una tipa ‘integrale’ e che snobbo altamente tutti i prodotti raffinati.

Avendo già deciso di reinterpretare una ricetta tradizionale tipica del periodo pasquale, la pizza di formaggio (che trovate qui nella sua versione originale), la scelta della Einkorn, un mix di farro integrale monococco e di farina di tipo 1, è stata quasi obbligata. ‘Il farro piccolo o monococco fu tra i primi cereali coltivati dall’uomo, nelle zone più orientali del Mediterraneo. Lo fu sino al 3.000 a.C., quando fu gradualmente sostituito da farro dicocco e farro spelta, in grado di garantire raccolti più abbondanti. Questo cereale possiede un alto contenuto in carotenoidi che uniti alla ricchezza di sali minerali della farina di tipo 1, garantisce particolari aspetti nutrizionali e antiossidanti’ (tratto dal blog di Valentina).

Le Marche sono infatti uno dei primi produttori nazionali di farro e questo straordinario cereale fa la sua comparsa, integro nel suo chicco oppure sotto forma di farina, in molte ricette regionali.

Quando si è trattato di scegliere gli altri due ingredienti non ho faticato molto a trovare due eccellenze a pochi kilometri da casa. Del pecorino vorrei dirvi di più ma mi rammarico di non conoscere il produttore mentre per quanto riguarda il fantastico miele di acacia che ho utilizzato vi parlerò presto perché nei giorni scorsi ho conosciuto Giorgio, custode di oltre 24.000.000 di api.

I panettoncini sono frutto della mia rielaborazione perché questa ricetta nasce nella versione originale sotto forma di pane e viene proposta dall’Agriturismo ‘Il Giardino degli Ulivi’ di Castelraimondo (MC), un luogo assolutamente da visitare sia per la suggestività degli ambienti che per la cucina.

La dolcezza del miele smorza la nota pungente del pecorino facendo risultare questo pane molto più delicato di quello tradizionale. L’aglio in superficie (che nel pane intero andrebbe lasciato a spicchi con tutta la camicia) lascia un aroma unico ed inebriante.

L’abbinamento ideale è con i salumi…io, restando in zona, vi consiglio il salame di Fabriano o il ciauscolo…se, come la sottoscritta, non mangiate insaccati gustateli con un piattino di erbe di campo (cicoria, crespigne, tarassaco, grugni) lessate e ripassate in padella con aglio e peperoncino.

Amanti della pasta madre rassegnatevi perché per questa volta ho lasciato il mio Pastrocchio nel frigo e gli ho preferito il lievito di birra visto che il regolamento del contest richiede la realizzazione di lievitati veloci.

Pronti per scoprire la ricetta?

PANETTONCINI AL MIELE E PECORINO con farina EINKORN (per 12 pezzi)

liberamente adattata da ‘Ricette di osterie e di porti marchigiani’ – Slow Food Editore

  • 500 gr di farina Einkorn del Molino Grassi (miscela di farina integrale di farro monococco biologico e farina di tipo 1 di grano tenero bologico)
  • 25 gr di lievito di birra
  • 1/4 di bicchiere di olio extravergine di oliva (quello di casa mia)
  • acqua q.b.
  • 50 gr di pecorino marchigiano stagionato grattugiato
  • 50 gr di pecorino marchigiano semi-stagionato a pezzetti
  • 40 gr di miele biologico marchigiano (acacia, corbezzolo o millefiori)
  • 6 spicchi d’aglio (del mio orto)
  • olio per ungere gli stampini
  • pangrattato di farro

Disponete la farina a fontana incorporandovi il lievito sbriciolato, l’olio, un pizzico di zucchero, poco sale ed il pecorino grattugiato. Unite acqua quanto basta ad ottenere un impasto omogeneo ed elastico.

Lavoratelo per 5 minuti dopodiché unite il pecorino semi-stagionato a pezzetti distribuendoli uniformemente nella massa.

Coprite con un canovaccio umido e lasciate lievitare per oltre 5 ore (io 6) rompendo la lievitazione un paio di volte (cioè rimanipolando la massa in modo che perda i gas della fermentazione).

Terminata la lievitazione, aggiungete il miele amalgamandolo grossolanamente all’impasto. Dividete la massa in porzioni di 70-80 gr (per averli più gonfi potete arrivare anche a 90) che metterete a lievitare  per un’ora in degli stampini di alluminio mono-porzione precedentemente oliati e cosparsi di pangrattato.

Riscaldate il forno a 200° C. Spennellate i panettoncini in superficie con olio e ricopriteli con gli spicchi d’aglio tagliati a pezzetti. Cuocete per 25-30 minuti fino a quando la crosta superiore risulterà dorata.

Mangiate tiepidi o freddi con salumi oppure con un piatto di verdure di campo ripassate in padella con aglio e peperoncino.

***

PANETTONE BITES WITH HONEY AND PECORINO CHEESE (makes 12 pieces)

  • 500 gr organic bread flour (mixture of wholemeal spelt flour and wheat flour type 1)
  • 25 g fresh yeast
  •  1/4 cup extra virgin olive oil
  • water
  • 50 grams aged pecorino cheese (grated)
  • 50 grams semi-mature pecorino cheese (diced)
  • 40 grams organic honey (acacia or wildflowers)
  • 6 cloves of garlic
  • oil for greasing
  • spelt bread crumbs

On a work surface incorporate the crumbled yeast to the flour, then add the extra virgin olive oil, a pinch of sugar, a little of salt and the grated pecorino cheese. Start kneading and add just enough water to obtain a homogeneous and elastic dough.

After the first 5 minutes add the diced semi-mature cheese, distributing it evenly throughout the dough.

Cover with a damp cloth and let rise for at least 5 hours breaking the leavening a couple of times (you just have to knead again the dough so that it loses the fermentation gas) .

After the leavening, add the honey to the mixture mixing coarsely with your hands. Divide the dough into portions of 70-80 gr, shape into balls  and transfer in aluminum molds  (previously oiled and sprinkled with breadcrumbs) to rise.

Preheat the oven to 200 ° C. Brush the top with oil and sprinkle with the chopped cloves of garlic. Bake for 25-30 minutes until the top crust turns golden brown .

Eat warm or cold with salami or with a mix of spring greens sauté with garlic and chilli.

***

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Ricette regionali’ de La Kucina di Kiara

contest_magnaitaliaOK

e alla raccolta di Ricette Pasticcione sul tema Pasquale

Ricette-Pasticcione-M&A

Cornetti integrali a lievitazione naturale con confettura di lamponi per UnLampoNelCuore

1920149_10202543273174572_1010566731_n

(scroll down for english version)

Luglio 1995. I soldati serbo-bosniaci guidati dal generale Ratko Mladiç entrano a Srebenica, città nell’est della Bosnia Erzegovina, e massacrano 8.000 uomini e ragazzi solo perché di religione musulmana.

Dieci anni dopo, le donne ed i figli reduci da quello che è stato lo sterminio più grande dopo la Seconda Guerra Mondiale abbandonano i campi profughi per fare ritorno nelle terre d’origine.

La voglia di ricominciare non è mancata alle donne di Bratunac, comune a pochi kilomentri da Srebenica, divenute oramai capofamiglia con anziani e giovani a carico. Con l’aiuto della Cooperativa Agricola Insieme (http://coop-insieme.com/), costituita nel giugno del 2003, queste donne hanno potuto rioccupare le loro terre devastate dalla guerra civile, riprendere in mano le loro vite dedicandosi all’antica coltura dei lamponi e grazie alla costituzione di piccole cooperative familiari ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti.

Oggi, 8 marzo, Giornata Internazionale della Donna partecipo insieme ad altri bloggers (siamo straordinariamente oltre trecento) all’iniziativa “unlamponelcuore”. Il nostro scopo è quello di farvi conoscere il progetto “lamponi di pace” della Cooperativa Agricola Insieme  e di mostrarvi che a distanza di oltre dieci anni dall’inaugurazione dello stesso, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola “ritorno” nella scelta del “restare”.

Sostenere questo progetto è semplice, basta acquistare i lamponi freschi oppure i prodotti a base di lamponi e frutti rossi realizzati delle donne di Bratunac. Grazie ad un accordo con la Coop le confetture sono già disponibili negli Ipercoop così come in molti supermercati del Nord Italia. Le confezioni sono queste.

marm B

Per valorizzare quest’iniziativa oggi la rete sarà invasa da uno tsunami di ricette a base di lamponi.

Per non dimenticare.

Per onorare il coraggio e la forza delle donne di Bratunac.

Per convincersi che non bisogna mai arrendersi.

Per la pace, oggi e sempre.

brioches integrali con confettura di lamponi

Avrei voluto non aggiungere altre parole per lasciarvi alle vostre riflessioni e poi alla ricetta però due cosette ve le devo dire perché fare questi cornetti è stata un’odissea:

– mentre ero intenta a stendere la prima parte dell’impasto ha suonato l’idraulico chiamato da mio marito perché doveva sostituire la caldaia…..è stato per una mezz’ora tutto un ‘signora mi prende uno straccio per il pavimento?’, ‘signora non ha per caso una scaletta?’, ‘signora, (argh!…) mi chiude per cortesia l’acqua?’…insomma mi sono arrangiata a stendere e rotolare i cornetti in tutta fretta prima che li sommergesse tutto il polveraio che hanno fatto!

– scacciata dalla cucina ho chiesto alla suocera (che vive al piano di sotto) se potevo far lievitare i cornetti nel suo forno…mi ha risposto che quello del suo appartamento è rotto (annamo bene direbbero a Roma) e che devo portarli nella cucina al piano terra (dove la temperatura invernale è meno 10),

– gli 8 cornetti che erano sulla teglia (li altri li ho congelati) seppur coperti da uno strofinaccio hanno così preso un gran freddo passando dal clima (quasi tropicale) della mansarda al piano terra,

– li ho fatti lievitare 5 ore e un pò…più non ho potuto aspettare 1) perché la luce sarebbe scomparsa del tutto ed addio foto per il post 2) aspettavo amici a merenda che a loro volta aspettavano di assaggiare i cornetti 3) la piccola pulce si sarebbe svegliata e sarebbe stata la fine del mio arcaico ‘set fotografico’,

– la lievitazione è stata lenta lentissima perché ho avuto la bella idea di aggiungere alla farina di grano saraceno (priva di glutine) quella d’orzo che non lega e che immagino avrà fatto per tutto il tempo a cazzotti con la Manitoba.

Detto questo, ringrazio comunque Patrizia per la sua ricetta e vi presento i miei cornetti, rigorosamente accompagnati con confettura di lamponi (alcuni ne ho anche farciti prima della cottura ma sono finiti nel freezer pertanto quello che vedete nel piattino è stato tagliato in due, spalmato di confettura e così pappato).

CORNETTI INTEGRALI A LIEVITAZIONE NATURALE CON CONFETTURA DI LAMPONI (per 24 pezzi)

da My via della Rose, tra parentesi le mie variazioni

  • 300 g di farina al alto contenuto in glutine tipo Manitoba
  • 100 g di farina di farro ( per me orzo)
  • 100 g di farina di grano saraceno
  • 40 g di zucchero integrale di canna
  • 2 cucchiai di miele liquido
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 150 g di latte di soia (per me vaccino)
  • 300 g di pasta madre rinfrescata due volte ( oppure 25 g di lievito fresco)
  • 100 g di burro morbido
  • 2 uova intere

ore 13.45

1° rinfresco

ore 17.30

2° rinfresco

ore 21.15

Intiepidite il latte e scioglietevi la pasta madre. Setacciate le tre farine sulla spianatoia o nella ciotola dell’impastatrice, fate un buco al centro ed rompetevi le due uova, aggiungete lo zucchero, il miele, il cucchiaino di vaniglia e cominciate a lavorare con un cucchiaio di legno, assorbendo parte della farina, poi aggiungete la pasta madre sciolta nel latte ed il burro morbido e continuate a lavorare con le mani formando una palla liscia e compatta.

ore 21.30

Mettete l’impasto a riposare coperto per 1 ora.

ore 22.30

Passate in frigo

ore 8.00 del giorno successivo

Riprendere l’impasto dal frigorifero a lasciatelo acclimatare a temperatura ambiente.

ore 13.00

Dividete in 3 parti uguali. Sulla spianatoia disponete il primo pezzo e stendetelo con il matterello formando un cerchio; con il tagliapasta (o la rotella della pizza) formate 8 triangoli uguali. Fate un taglio al centro del base. Farcite se preferite con della marmellata e iniziando dalla base più larga arrotolare fino al vertice. Così confezionati si possono congelare.

ore 13.30

Adagiate ogni cornetto in una teglia foderata di carta forno dandogli la forma tipica; far lievitare 4  ore circa nel forno spento fino al raddoppio (come ho scritto sopra a me sono servite 5 ore abbondanti).

ore 17.30

Preriscaldate il forno a 190° C, modalità statico.

Spennellate i cornetti con un tuorlo sbattuto con un po’ di latte ed infornateli per 15 min. Lasciateli intiepidire, quindi cospargeteli con dello zucchero a velo e servite.

NATURALLY LEAVENED WHOLE-WHEAT CORNETTI WITH RASPBERRY JAM (makes 24 pieces)

• 300 g flour at high gluten content like Manitoba
• 100 g spelt flour (barley for me)
• 100 g of buckwheat flour
• 40 g of brown sugar cane
• 2 tablespoons liquid honey
• 1 teaspoon vanilla extract
• 150 g of soy milk (for me vaccine)
• 300 g of sourdough refreshed twice (or 25 g of fresh yeast)
• 100 g butter, softened
• 2 whole eggs

1.45 p.m.
1st sourdough refreshment.

5.30 p.m.
2nd sourdough refreshment.

9.15 p.m.
Dissolve the sourdough starter in warm milk. Sift the three flours in the bowl of a standing mixer or on a work surface, make a well in the center and break the eggs, add sugar, honey, a teaspoon of vanilla extract and begin working with a wooden spoon, then add the yeast dissolved in milk and the softened butter and continue to work with your hands until a smooth ball forms.

9.30 p.m.

Cover the dough and let rest for a hour.

10.30 p.m.
Refrigerate the dough overnight.

8:00 a.m. the next day

Take the dough out the fridge and allow to come to room temperature.

1 p.m.
Divide it into 3 equal parts. Roll each piece out with a rolling pin into a circle, using a cutter (or a pizza wheel) form 8 equal triangles. Make a cut in the center of the base of each triangle. Stuf with jam (half a teaspoon) and roll up from the base to the apex. If you don’t cook them straight away you can freeze this way by leaving on a tray in the freezer until they have hardened.

1.30 p.m.
Lay each croissant on a baking sheet lined with parchment paper; let rise for 4-5 hours in the oven until doubled.

5.30 p.m.
Preheat oven to 190 ° C, static mode.

Brush the croissants with beaten egg yolk with some milk and bake for 15 minutes until they turn golden brown. Let cool, then sprinkle with icing sugar and serve immediately.

***

Questa ricetta va alla raccolta mensile di Panissimo di Sandra e Barbara ospitata questo mese dal Castello di Pattipa.

nuovo italia

Marmellata di limoni {con miele e zucchero di canna}

marmellata di limoni di Sicilia

(scroll down for english version)

Oggi vi svelo una cosa. Sono testarda. E lo sono parecchio. La perfezione non è di questa terra ed io così sono nata e così rimango. Se mio marito leggesse il post (ma sì forse può farcela visto che siamo solo alle prime righe!) resterebbe basito di cotanta autocritica…soprattutto se esternata qui, nel blog, che equivale all’affissione  di un proclama in piazza ai tempi del Medioevo.

Che poi di determinazione, di sana testardaggine e di immensa curiosità si tratta…cancerine all’appello confermate?

Ora però mi sono dimenticata dove volessi andare a parare con questo discorso e siccome neanche un caffè è riuscito nel frattempo a farmi recuperare la memoria (nessun problema, è colpa del famoso mommy brain…cioè il rimbambimento post gravidanza…che a quanto pare si è affezionato alla sottoscritta) direi che è il caso di non dilungarmi oltre e presentarvi la ricettina di oggi.

Se passate spesso di qua e sapete già tutto della mia ossessione per l’acquisto di frutta e verdura a km zero (e possibilmente biologica… con tutti i dubbi che la circondano) avrete già capito che nel barattolo che vedete nella foto è finita una parte dei limoni arrivati dalla Sicilia tramite il Gas locale.

Perdonatemi per questa valanga di ricette agrumose (che peraltro non finiscono qui) ma non posso mica farli sprecare!

marmellata di limoni di Sicilia

marmellata di limoni di Sicilia

Vi avviso, è una marmellata per palati ‘forti’…che amano sapori non troppo dolci (io ho ridotto ulteriormente le dosi della ricetta originale) e soprattutto i pezzettoni che in questo caso si traducono in scorzette.

In realtà mi aspettavo una polpa sì fitta ma non così densa di scorzette…devo ammettere che a me è piaciuta lo stesso…nulla però vi impedisce di utilizzare meno limoni.

Il procedimento è un po’ diverso dalla solita confettura (anche se qui di marmellata si parla visto che utilizziamo agrumi) perché i limoni vengono fatti macerare in una miscela di acqua, zucchero di canna e miele per un’intera notte prima di passare sul fuoco.

Come vi ho accennato ho diminuito gli zuccheri passando da un rapporto 1:8 ad 1:7 (sotto personalmente non andrei, soprattutto se i limoni sono particolarmente aspri) ed ho utilizzato miele di girasole acquistato alla bottega della Coldiretti di Faenza, bottinato (questo è il termine tecnico) nel litorale Ravennate.

marmellata di limoni di Sicilia

marmellata di limoni di Sicilia

MARMELLATA DI LIMONI (per 2 barattoli e un po’)

tratta da ‘Confetture e chutney’ di Valerie Lhomme (ed. Bibliotheca culinaria)

  • 1 kg di limoni non trattati
  • il succo di 3 limoni
  • 200 gr di miele di girasole (o acacia o millefiori)
  • 500 gr di zucchero di canna chiaro

Spazzolate i limoni sotto l’acqua fresca. Tagliateli in quattro nel senso della lunghezza e poi in fettine sottili. Trasferiteli in una terrina.

In una casseruola dal fondo spesso versate il succo dei limoni, il miele, lo zucchero di canna e 10 cl di acqua e portate ad ebollizione. Quando lo zucchero risulterà ben sciolto spegnete il fuoco e versate lo sciroppo caldo sulle fettine di limone.

Posate un piatto pesante sopra (affinché restino sotto il liquido), aspettate qualche minuto che intiepidisca dopodiché coprite con pellicola alimentare e trasferite in frigo a macerare per 12 ore.

Il giorno successivo versate tutto il contenuto della terrina in una casseruola dal fondo spesso e portate ad ebollizione. Mescolate ogni tanto. Lasciate cuocere per 30-35 minuti fino a quando la marmellata comincerà ad addensare (fate sempre la prova piattino).

Versate nei vasetti precedentemente sterilizzati, sigillate e capovolgete per una decina di minuti per formare il sottovuoto.

Conservate in un luogo buio ed asciutto.

***

LEMON MARMELADE (WITH HONEY AND CANE SUGAR) – makes 2 medium jars plus a little one

  • 1 kg organic lemons
  • juice from 3 organic lemons
  • 200 gr sunflower honey (or your favourite)
  • 500 gr white cane sugar

Scrub lemons under running water. Cut into quaters lengthwise then into thin slices. Transfer into a bowl.

In a thick-bottomed saucepan, pour in lemon juice, honey, cane sugar and 10 cl of water and bring to a boil. When the sugar is melted turn off the heat and pour the hot syrup over the slices of lemon.

Place an heavy plate over the lemons so that they remain covered, wait a few minutes until warm then cover with plastic wrap and transfer in the fridge for 12 hours.

The next day, pour the entire content of the bowl into a thick-bottomed saucepan and bring to a boil stirring occasionally. Cook for 30-35 minutes until jam begins to thicken (make the plate test as usual to obtain the right consistency).

Pour immediately into previously sterilized jars, seal with lids and turn upside down for about ten minutes until airtight forms.

Store in a cool and dark place.

Coniglio {ruspante} glassato al miele con pere broccoline

coniglio glassato al miele con pere broccoline

(scroll down for english version)

E queste? Fa mio marito scovando queste pere mignon nella fruttiera tra kiwi e mandarini.

Pere broccoline! Rispondo io. Le ho comprate stamattina al biologico e crescono senza saperlo a pochi chilometri da casa nostra.

Delle sconosciute fino a quel momento, a me ma credo anche a molti di voi tanto da meritare l’appellativo di frutto dimenticato. Scopro che sono cugine delle più note pere volpine, alla quale il vicino borgo medioevale di Brisighella dedica nel mese di novembre una sagra, dalle quali si distinguono per la loro forma a fiaschietto.

Chissà perché questo nome buffo! Forse perché la loro polpa è soda e croccante come quella di un broccolo tanto da essere consumate cotte (potete anche provare a morderle ma rischiate di lasciarci un dente come ho fatto io).

Ed ora come le mangiamo? La prima idea che mi balza in testa è di cuocerle nel vino rosso e di servirle con un fumante zabaione, poi però realizzo che ieri sera è stato il frittata-day pertanto meglio evitare le uova.

Mi viene in mente che devo cuocere il coniglio che la suocera mi ha mandato e che voglio glassarlo con il miele che ci ha regalato il nostro amico Angelo…perché non aggiungere la frutta alla carne? Finiscono così nel tegame, giusto pochi minuti prima di spegnere il fuoco, il tempo strettamente necessario per colorire e perdere un po’ della loro croccantezza.

coniglio glassato al miele con pere broccoline

CONIGLIO RUSPANTE GLASSATO AL MIELE CON PERE BROCCOLINE (per 5-6 persone)

  • un coniglio (di casa mia)
  • uno spicchio d’aglio
  • olio extravergine d’oliva
  • un bicchierino di armagnac (o vino bianco)
  • acqua calda q.b.
  • sale
  • un cucchiaio colmo di miele
  • bacche di pepe rosa
  • 3 pere broccoline

Lavate il coniglio e tagliatelo a pezzi.

In un largo tegame riscaldate l’olio e unite lo spicchio d’aglio. Unite il coniglio e fatelo rosolare bene su tutti i lati. Versate l’armagnac e fare andare ancora per qualche minuto fino a quando sarà completamente evaporato.

Regolate di sale ed unite un po’ di acqua calda. Coprite e fate cuocere per un’ora (a me il coniglio piace tenero) unendo all’occorrenza dell’altra acqua. Cinque minuti prima del termine della cottura aggiungete il miele e le pere tagliate a spicchi. Fate andare fino a quando la carne e la frutta saranno lucide e ben colorite.

Unite delle bacche di pepe rosa.

Trasferite su un piatto e servite ancora caldo con un purè di patate o con altro contorno caldo di verdure.

coniglio glassato al miele con pere broccoline

HONEY GLAZED STEWED HOME-GROWN RABBIT WITH BROCCOLINE PEARS (serving 5-6)

  • a rabbit (preferably home-grown)
  • a clove of garlic
  • extravirgin olive oil
  • Armagnac (a small glass) or white wine
  • warm water
  • salt
  • a heaping teaspoon of honey
  • red peppercorn
  • 3 broccoline pears (or of any other variety with hard and crunchy flesh)

Wash rabbit and cut into 8-10 serving parts.

In a large sauté-pan heat a few tablespoons of oil and add the garlic. Accomodate rabbit pieces and brown on all sides. Pour in the Armagnac and cook for 2-3 minutes until alcool will be evaporated.

Season with salt and add warm water. Cover with a lid and cook for an hour until the rabbit is fork-tender, adding now and then some more water. Sprinkle over the honey and add pears cut into slices. Stir and cook for 5 minutes until rabbit and pears are glazed and turned brown.

Add red peppercorn.

Transfer on a serving plate and eat straight away with mashed potatoes or a veg side dish.

Il salame al cioccolato della Greg: farro soffiato, miele e succo di pera {senza burro, senza uova}

salame al cioccolato della Greg

(scroll down for english version)

Si riparte!

Se non fosse che buona parte di questo post è pronta da prima della partenza non starei già qui a scrivervi. Eh sì perchè il viaggio di ritorno da Fuerteventura è stato un incubo (ultima fila dell’aereo con sedile non reclinabile e pulce senza posto assegnato….il che ha  voluto dire 4 ore con 15 kg in più addosso e salti mortali per la consumazione del pasto a bordo causa il micro-tavolinetto reclinabile soltanto a metà).

Reclamo alla compagnia aerea a parte, che si materializzerà nei prossimi giorni in una bella raccomandata, ho passato la settimana a sognare un fumante piatto di pasta al dente ed un cappuccino caldo-come-piace-a-me con tre piani di schiuma e cacao sopra!

Due giorni a casa sono comunque bastati alle mie papille gustative per riprendere compiaciute la loro attività e per ricordarmi, ancora una volta, che la ricchezza e varietà della nostra cucina non ha eguali al mondo.

Il dolcetto di oggi arriva diretto dalla tavola di Ferragosto ed è un vero e proprio evergreen, apprezzato a qualsiasi rinfresco o festa di compleanno che si rispetti  sia dai grandi che dai piccini perchè che vita sarebbe senza il salame di cioccolato!

Facilissimo da fare, ne esistono tantissime versioni ed anche voi potete creare la vostra come ho fatto io, semplicemente mettendo insieme quello che avete in dispensa.  Questa volta ho voluto creare una versione ancora più leggera e salutare, omettendo burro e uova ed inserendo all’interno farro soffiato (anche il riso va benissimo), nocciole, miele, mirtilli secchi e succo di pera al posto del classico liquore.

Noi ci siamo leccati le dita, se vi ho incuriosito non vi resta che provare!

salame al cioccolato della Greg

SALAME AL CIOCCOLATO {FARRO SOFFIATO, MIELE E SUCCO DI PERA)

  • 150 gr di biscotti secchi integrali
  • 150 gr di cioccolato fondente al 70%
  • 20 gr di farro soffiato
  • 50 gr di nocciole tostate (tagliate a metà)
  • 30 gr di mirtilli secchi
  • 2 cucchiai abbondanti di miele
  • 30 gr di succo di pera al 70%
  • 4 cucchiai di latte
  • zucchero a velo
  • amido di mais

Sciogliete il cioccolato con il latte a bagnomaria e rimestate per amalgamare bene.

Sbriciolate i biscotti (io con le mani) in una ciotola ed unitevi il farro soffiato, le nocciole tostate, i mirtilli secchi, il miele, il succo di pera. Unite quindi il cioccolato fuso ed amalgamate bene con un cucchiaio. Prendete un foglio di carta da forno, trasferiteci il composto e modellatelo a forma di salame facendolo rotolare e comprimendolo in modo da evitare ‘bolle’ nell’impasto.

Fate raffreddare in frigo per 4-5 ore o ancora meglio una notte intera.

Quindici minuti prima di servirlo versate in una ciotolina in parti uguali zucchero a velo ed amido di mais e ricopritevi il salame facendo ben aderire all’esterno. Tagliate a fette e servite.

salame al cioccolato della Greg

***

CHOCOLATE SALAMI {PUFFED SPELT, HONEY AND PEAR JUICE) – NO BUTTER, NO EGGS

  • 150 gr whole-wheat cookies
  • 150 gr dark chocolate
  • 20 gr puffed spelt
  • 50 gr halved toasted hazelnuts
  • 30 gr dried cranberries
  • 2 generous tablespoons honey
  • 30 gr pear juice
  • 4 tablespoons milk
  • powdered sugar
  • cornstarch

Melt chocolate and milk in a double boiler. Stir until well combined.

In a bowl reduce cookies to crumbs using your hands (otherwise put in a food processor and pulce until you have medium crumbs), add puffed spelt, toasted hazelnuts, dried cranberries, honey and pear juice. Pour in melted chocolate and mix with a wooden spoon.

Transfer the mixture on a sheet of parchment paper and, pressing thoroughly in order to avoid ‘bubbles’ inside, roll it into a log.

Refrigerate for at least 4-5 hours or even better all night long.

About 15 minutes prior to serving, in a small bowl mix together powdered sugar and cornstarch and pressing with your hands cover the salami with this mixture. Cut into slices and serve.

Ciambelline ricotta, uvetta e pinoli (con farina di riso)…..per i miei primi 18 mesi

DSC_0125

(english version below)

Noi che…

– abbiamo iniziato a scrivere scarabocchiare sui muri,

– abbiamo tagliato i ricci ed ora somigliamo tremendamente al babbo,

– amiamo giocare nelle pozzanghere di fango… come Peppa Pig,

– siamo innamorati della luna e delle stelle (tanto da dedicargli un tributo tutte le sere),

– ci divertiamo a suonare il clackson della poto di zia Vale,

– abbiamo un sorriso per tutti,

…noi che oggi festeggiamo 18 mesi!

Niente torta per il mio cucciolo ma un dolcino semplice, fatto con tanti ingredienti buoni…ricotta, yogurt, miele, uvetta e pinoli per una nota croccante.

La ricetta originale la trovate qui, io l’ho personalizzata un cicinin e l’ho resa gluten free (come suggerito anche da Milena in calce al suo post) perché ero curiosa di provarla con la farina di riso.

Il sapore è delizioso anche se l’assenza totale di grassi rende (secondo me) l’impasto un pochino troppo asciutto…proverei a rifarle aggiungendo 40-50 ml di olio o burro (o perché no panna visto il successo dei passati esperimenti!). Se invece decidete di pucciarle nel latte sono perfette così!

DSC_0126

CIAMBELLINE RICOTTA, UVETTA E PINOLI (per 12 pezzi)

  • 125 gr di farina di riso
  • 125 gr di fecola
  • 2 uova medie
  • 125 gr di zucchero di canna chiaro
  • 4 cucchiai di miele
  • 100 gr di ricotta di pecora
  • 50 ml di latte
  • 125 gr di yogurt bianco
  • 30 gr di pinoli
  • 5 cucchiai di uvetta
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale
  • zucchero a velo q.b.
  • (50 ml olio di semi o e.v.o.)

Riscaldate il forno a 180°.

In una terrina sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete quindi la ricotta, il miele, lo yogurt ed il latte (e l’olio).

Unite a poco a poco la farina di riso e la fecola setacciate con il lievito, l’uvetta, i pinoli ed il pizzico di sale.

Versate il composto negli stampini precedentemente imburrati ed infarinati.

Cuocete per 30 minuti circa. Una volta raffreddate sfornate le ciambelline e spolverizzatele con zucchero a velo.

DSC_0132

RICOTTA DONUTS WITH SULTANAS AND PINENUTS (makes 12 donuts) 

  • 125 gr rice flour
  • 125 gr starch
  • 2 medium eggs
  • 125 gr cane sugar
  • 4 tablespoons honey
  • 100 gr ricotta cheese
  • 50 ml milk
  • 125 gr plain yogurt
  • 30 gr pinoli (pinenuts)
  • 5 tablespoons sultanas
  • 8 gr baking powder
  • 1 pinch salt
  • powdered sugar
  • (50ml seed or extravirgin olive oil)

Preheat the oven to 350° F.

In a bowl whisk together the eggs and the cane sugar, then add the ricotta cheese, honey, yogurt and milk (and oil) and set aside.

In another bowl sieve together the rice flour, the starch and the baking powder. Mix in the sultanas, the pinenuts and the pinch of salt. Add the ricotta mixture and stir to combine.

Generously butter 12 donut moulds and dust with flour, tapping out excess.  Divide the batter evenly among them.

Bake until a cake tester inserted in the center of one donut comes out clean, 25 to 30 minutes.  Let cool before removing from the moulds. Dust with powdered sugar.

DSC_0082

(prima del taglio dei ricci)

Con questa ricetta partecipo al contest La farina di riso del Molina Chiavazza

Logo_Riso[1]

al contest Risveglio al bb del blog Viviincucina

contest risveglio al b&b[1]

al contest Forno che passione del blog La forchetta nel brodo

banner contest forno che passione

e al contest Ricette e ricotta del blog Cappuccinoecornetto

Contest_ricotta-300x300[1]

Ciambellone bicolore all’acqua….tanti auguri babbo And(r)ea

ciambellone bicolore all'acqua (9)

(english version below)

Oggi il capofamiglia compie gli anni.

Non ci vuole molto a capire che il passare inesorabile del tempo lo disturbi un pochino.

Però stamane, quando ho preso la pulce di casa nel lettino, l’ho portata nel lettone e quando nell’intento di fargli pronunciare ‘auguri babbo’ ne è venuto fuori un aughi babbo, con tanto di battito di manine, ha fatto finta per un attimo di sentirsi un pischello e contento di festeggiare il suo compleanno.

Essendo oggi tutti e tre a casa, i grandi a riposo dalle fatiche del lavoro, il piccolo ha bigiato il nido per farsi un po’ coccolare da babbo e mamma, ci siamo goduti una colazione in completo relax (il che sta a dire non dover guardare l’orologio ogni cinque minuti per esser certi di aver lavato i dentini, preparato la menna per l’asilo, ricontrollato lo zainetto con i vestitini di ricambio, aver messo un ciuccio di scorta nella borsa della mamma, il tutto rigorosamente entro le 8.15).

Finiti i frollini alla panna , ieri sera mi sono messa a pasticciare per preparare una tortina.

ciambellone bicolore all'acqua (10)

Poiché quando mio marito vede cacao o cioccolata è più felice di quanto l’Inter vince lo scudetto, mi sono buttata su un classico ciambellone tigrato (non sia mai pronunciare la parola bianco-nero in casa di un interista!). La ricetta l’ho già sperimentata un paio di volte con successo.

In internet la trovate un po’ ovunque e se ho ben capito quella originale è di Anna Moroni poi rivisitata di volta in volta dalle foodbloggers. Io sono partita dalla proposta del blog I fiori di loto per poi adattarla a ciò che avevo in dispensa.

Qui non c’è burro e l’acqua sostituisce in pratica il latte (o la panna per una versione ancora più ricca) rendendo questo dolce più digeribile e soprattutto accessibile a chi non tollera il lattosio. Questa volta gli ho voluto dare anche una nota croccante inserendo all’interno delle nocciole tostate…mi è subito venuto in mente il post del blog Cookinlove ‘C’è sempre un buon motivo per una torta al cioccolato’ lasciando un commento al quale mi ero ripromessa di aggiungerle al mio ciambellone all’acqua…poi la prossima volta proverò la ricetta della mia amica.

Il mio non è venuto altissimo (anche se super soffice) perché solo ad impasto pronto mi sono accorta di avere uno stampo più grande, da 26 cm. Se anche il vostro dovesse essere grande come il mio vi consiglio di aumentare le quantità della metà (ovvero di moltiplicarle per 1,5).

Vi riporto la mia versione, indicando tra parentesi quella originaria de I Fiori di loto.

CIAMBELLONE BICOLORE ALL’ACQUA (per una teglia da 24 cm)

  • 3 uova medie
  • 150 gr di zucchero di canna
  • 2 cucchiai di miele millefiori (o acacia o quello che avete)
  • 250 gr di farina integrale (oppure 00)
  • 100 gr di olio di semi di girasole
  • 130 gr di acqua
  • 1 cucchiaio di estratto di vaniglia (o essenza di vaniglia)
  • 2 cucchiai di cacao amaro solidal
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 50 gr di nocciole tostate tritate

Montate le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso dopodiché unite a filo l’olio, il miele ed infine l’acqua.

Setacciate la farina ed unitela delicatamente al composto (per non farlo smontare) fino a quando risulterà ben amalgamata. Aggiungere quindi l’estratto di vaniglia, le nocciole tritate ed il lievito setacciato.

Dividete l’impasto in parti uguali in due ciotole ed in una delle due unite il cacao disciolto in pochissima acqua.

Oliate (o imburrate) ed infarinate (eliminando quella in eccesso) un stampo per ciambellone da 24 cm, versatevi all’interno alternativamente i due composti, quello normale e quello al cacao e cospargete la superficie con zucchero di canna. Infornate a 180° C per 35-40 minuti in forno preriscaldato (si consiglia sempre la prova stecchino per accertarsi che il dolce abbia terminato la cottura).

ciambellone bicolore all'acqua (12)

MARBLE CAKE WITH HAZELNUTS (24cm round baking pan)

  • 3 eggs (medium size)
  • 150gr cane sugar
  • 2 tablespoons honey
  • 250 gr wheat flour
  • 100 gr sunflower seed oil
  • 130 gr water
  • 1 tablespoon vanilla extract
  • 2 tablespoons unsweetened cocoa powder
  • 16 gr baking powder
  • 50 gr ground toasted hazelnuts

Preheat the oven to 350°F. Butter and dust with flour a round baking pan and set aside.
In a bowl of an electric mixer beat together eggs and cane sugar until combined. Add little by little the oil, the honey and the water.

Mix in the flour then add the vanilla extract, the ground hazelnuts and the baking powder.

Set aside half of the batter.

In another bowl mix the cocoa powder with a bit of water until smooth then add the cocoa mixture to the reserved cake batter. Stir until well combined.

Pour the batters into the prepared pan, alternating them.

Spread on the top some cane sugar and bake 35 to 40 minutes or until a cake tester comes out clean.

Tarte fragole e aceto balsamico

strawberry tart 011

(english version below)

Quando ho visto qui questa ricetta me ne sono innamorata…un dolce poco dolce che abbina una sfoglia friabile a fragole ed aceto balsamicovery very cool!

Lo sposalizio fragole e balsamico non mi ha mai intrigato nonostante una famosa pubblicità volesse farci credere in un sorprendente connubio di sapori. Se non ci fosse il blog credo non avrei nemmeno badato alla ricetta ed invece…. sono curiosa di raccontarvi come è andata!

Mi sono serviti poco più di 20 minuti (se a voi dovesse venire la pazza idea di preparare la pasta sfoglia in casa mettetene in conto molti di più!) ed una teglia. Una vaschetta grande di fragole, un barattolo di miele e dell’aceto balsamico (non c’è bisogno di comprare l’aceto ‘tradizionale’ invecchiato almeno 12 anni  ma dimenticate quello acquaticcio diffuso nella grande distribuzione, colorato peraltro con il caramello, che rovinerebbe la torta bagnandola eccessivamente….io ho trovato una via di mezzo investendo qualche decina di euro in un buon condimento balsamico).

Rispetto alla ricetta originale, ho ridotto la quantità di aceto ad un cucchiaio perché ho pensato che la sua nota amarognola potesse risaltare eccessivamente in cottura, mortificando la dolcezza del miele e delle fragole.

La torta mi ci è piaciuta per il contrasto tra il salato della sfoglia e la succulenta dolcezza del ripieno. La consiglierei più per una merenda (o un brunch) che per la colazione se, come me, non potete fare a meno di pucciare un dolcetto nel latte.

E’ preferibile mangiarla tiepida; se vi avanza evitate di riscaldarla perché la pasta sfoglia si ammorbidisce troppo e la tarte perde il suo perché.

strawberry tart 040

TARTE FRAGOLE E ACETO BALSAMICO

1 foglio di pasta sfoglia rotonda

500 gr di fragole (tagliate a fettine)

1 cucchiaio di aceto balsamico

(tradizionale altrimenti condimento balsamico)

3 cucchiai di miele millefiori

zucchero di canna per la copertura

Riscaldate il forno a 180°.

Lavate accuratamente le fragole ed eliminate il picciolo. Tagliatele a fettine per il senso della lunghezza.

Stendete il rotolo di pasta sfoglia su una teglia rotonda, bucherellate con una forchetta e ricopritelo con le fragole avendo cura di sovrapporle accuratamente per evitare che in cottura si formino dei buchi.

Miscelate insieme il miele con l’aceto balsamico e distribuitelo uniformemente sopra le fragole. spolverizzate la superficie con lo zucchero di canna ed infornate.

Cuocete per 25 minuti circa o fino a quando la pasta avrà assunto un coloro dorato.

Servire preferibilmente tiepida accompagnata con gelato alla vaniglia o panna montata.

strawberry tart 043

STRAWBERRY TART

1 sheet of puff pastry

500 gr strawberries (sliced)

1 tablespoon (traditional) balsamic vinegar of Modena

3 tablespoons of honey

cane sugar for the topping

Lay puff pastry on a baking pan covered with parchment paper. Turn up the edges all the way around.

Arrange strawberry slices in tight concentric circles on puff pastry.

Whisk together honey and balsamic vinegar and pour it over strawberries, then sprinkle cane sugar over the tarte.

Bake at 375° F for about 25 minutes or until pastry is golden.

Serve warm with vanilla icecream or whipped cream.

Con questa ricetta partecipo al contest ‘Il cibo me lo porto in giro- vol. 1 I dolci’ del blog Valycakeand

 

Il cibo me lo porto in giro 1[1]

e al contest Risveglio al B&B del blog Viviincucina

contest risveglio al b&b[1]

Muffin ricotta e fragole…paleo o non paleo?

muffin ricotta e fragole (14)

Paleo o non paleo? Questo è il dilemma.

Dieta da trogloditi? o dieta evoluta?

Se ancora non avete idea di cosa stia parlando (tranquilli perché fino a l’altro ieri non lo sapevo neanche io!) vi spiego in due parole, poi chi fosse così curioso può sempre approfondire.

Paleo sta per Paleolitico (periodo storico che va da 2,5 milioni a 10.000 anni fa durante il quale l’uomo viveva di sola caccia e pesca) e questo neologismo associato alla parola dieta  sta a significare un regime alimentare che rifiuta tutti i prodotti non disponibili in natura prima dell’avvio dell’agricoltura, ovvero cereali, latte e derivati, legumi, cibi lavorati a livello industriale.

Qui mi fermo, perché non sono un’adepta di questa dieta…né credo lo diventerò mai (dovrei rinunciare a troppe cose che mi piacciono, che non sono necessariamente junk-food).

Vi chiederete a questo punto perché mai abbia tirato fuori l’argomento. Semplice, tutto nasce dalla ricerca di una ricetta (altrimenti perché parlarne qui?).

Venerdì mi accorgo di aver dimenticato in frigo un cestino di fragole (lo so che non ci andrebbero ma nel bunker dove mi ritiro solitamente per stirare e che è la stanza più fresca di casa ci sono oltre 20 gradi!) e prima che marciscano mi devo inventare qualcosa…ma cosa? ho un’ora scarsa di libertà poi la casa tornerà a popolarsi, la cesta dei giocattoli tornerà ad essere riversa in terra ed io dovrò deporre il grembiule e trasferirmi sul tappeto a cantare Ci son due coccodrilli ed un orangotango…..

muffin ricotta e fragole (5)

Sul tavolo, accanto al pc, tra un mare di fogliettini dove sono appuntate le ricette da fare ne recupero tre a base di fragole….poiché il tempo è tiranno scarto all’istante le due torte, che magari proverò più avanti, e scelgo gli evergreen muffin (una delle ricette finaliste del contest Colour Food di Fiordirosmarino al quale ho partecipato anche io).

Prendo le consuete due ciotole (ingredienti secchi, ingredienti umidi), mi arrampico sullo sgabello e recupero la farina di cocco finita dietro a tutto il resto, prendo le uova in garage e sono pronta….peso, spremo e quando ho già la frusta in mano mi rendo conto che la ricetta che ho scelto è un po’ anomala. Ma qui non c’è farina! e nemmeno lo zucchero! ehm…si sarà dimenticata….sai che faccio? la stravolgo altrimenti il marito non li mangia mica!!!

Comincio a depennare la farina di mandorle, che peraltro non ho, e la sostituisco con la fecola, aumento di un cicinin la quantità di miele, ci aggiungo un po’ di ricotta che a questo punto addolcisco con dello zucchero a velo. L’impasto da crudo sembra andare e decido di procedere. Verso negli stampini ed inforno, giusto in tempo perché due minuti e suona il campanello.

Tra una coccola alla pulce ed una canzoncina, ripenso alla ricetta e decido di tornare a far visita al blog Armonia Paleo. Dopo cena mi fiondo in internet, leggo meglio e scopro che è una preparazione ‘Paleo approved’. Ecco svelato il mistero…

muffin ricotta e fragole (3)

Il sapore è molto delicato, le fragole rendono l’impasto un po’ umido ed è piacevole il contrasto con le mandorle in superficie. Di certo un po’ di grasso (olio o burro che sia…o perché no panna) li renderebbe ancora più gustosi…chissà se la signora/ina Paleo approverebbe!

muffin ricotta e fragole (1)

MUFFIN RICOTTA E FRAGOLE (dosi per 7 muffin)

  • 125 gr di fecola (o farina 00)…la ricetta originale 70 gr di farina di mandorle
  • 30 gr di farina di cocco
  • 2 uova
  • 175 gr di fragole…la ricetta originale 150 gr
  • 25 gr di miele millefiori…la ricetta originale 20 gr
  • 1/2 limone spremuto
  • 1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia…la ricetta originale 1/4 di vaniglia in polvere
  • 1/4 di cucchiaino di sale rosa dell’Himalaya
  • 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio
  • 150 gr di ricotta di mucca…mia aggiunta
  • 5 cucchiai colmi di zucchero a velo….mia aggiunta
  • mandorle a lamette o filetti

Lavate le fragole e tagliatele a piccoli pezzetti, conditele con il miele ed il succo del limone e tenete da parte.

In una ciotola mescolate la fecola con la farina di cocco, il bicarbonato di sodio e il sale.

Sbattete le uova in una terrina, unite l’estratto di vaniglia, gli ingredienti secchi ed infine le fragole.

Distribuite l’impasto nei pirottini da muffin e decorate la superficie con le mandorle.

Infornate in forno già caldo a 170° per 35 minuti circa (fate la prova stecchino per essere certi che la cottura sia ultimata).

Con questa ricetta partecipo al contest ‘La mia ricetta originale improvvisata’ del blog La mia cucina improvvisata

banner+1°+CONTEST[1]