
(scroll down for english version)
L’ho scoperta 20 anni fa. Durante le prime incursioni in casa dell’allora mio fidanzato, poi divenuto marito. E non l’ho più abbandonata.
E’ il mio dolce, quello che mi rappresenta, quello al quale non potrei mai rinunciare.
E’ il dolce che mia suocera prepara in diverse occasioni di festa o anche solo per darci il benvenuto quando torniamo per qualche giorno nelle Marche. Dire che la sua crescia sfojata è speciale è poco. Io l’ho ammirata (prima di assaggiarla) per anni, le ho anche chiesto più volte la ricetta per poi, volutamente, dimenticarla. Per una questione di rispetto. Lei mi riempie sempre di complimenti, mi dice che preparo piatti che non saprebbe mai rifare…anche se non ci credo, ho sempre lasciato che questo dolce restasse il suo anche perché non ne ho mai assaggiato uno così buono.
Lei lo cuoce rigorosamente nel forno a legna…e questo fa la differenza…la pasta si biscotta e diventa di un bel colore brunito.
Lei usa le mele di casa. Sono frutti di almeno 5/6 diverse qualità, tra le quali prevale la mela rosa dei Monti Sibillini. Non vi sto neanche a raccontare il loro profumo. Quest’anno purtroppo il raccolto è stato modesto (in campagna si prende quello che viene) tantoché mi son dovuta accontentare delle mele Renette trovate al supermercato biologico.
Lei usa le noci dell’albero che è in giardino. Dimenticatevi quelle lucide e giganti della California che troneggiano nei negozi; queste son brutte e raggrinzite ma sono a km zero, raccolte a novembre e lasciate asciugare tutto l’inverno in una cassetta forata riposta in garage.
Lei usa la farina e l’olio extravergine di casa per fare la pasta, conosciuta nelle Marche con il nome di crescia. Lei fa tutto ad occhio…versa la farina poi l’olio ed infine l’acqua che serve ad amalgamare tutti gli ingredienti. Lei ne cuoce 6-7 per volta, grosse ciascuna il doppio della mia, perché quando si accende il forno a legna bisogna riempirlo (e si mantiene caldo per cucinare fino al giorno successivo). E che ve ne fate di tutto quel ben di dio? Un paio di cresce ce le mangiamo fresche tra colazione e merenda, un altro paio prendono la via di casa di amici o dei miei genitori, le altre vengono messe nel congelatore.
Lei non aggiunge marmellata né fichi secchi, né canditi nel ripieno ma non rinuncia ad una generosa spolverata di cannella.
Quando ho letto che la sfida di questo mese dell’MtChallenge, lanciata da Mari di Lasagna Pazza, sarebbe stato lo strudel ho avuto un palpito al cuore e solo dopo diversi ripensamenti ho deciso che sarebbe arrivata la volta della mia crescia sfojata.

Sapevo in partenza di non poter competere con quello della suocera; però ho fatto del mio meglio per riprodurlo il più fedelmente possibile. L’unica variazione che ho apportato è stata quella di utilizzare al posto dell’uvetta sultanina il Moscato della nostra vigna, appeso dopo la vendemmia ed appassito su un trave della cantina per tutti questi mesi e da me riesumato durante l’ultima incursione in terra marchigiana. Per rinvenirlo ho usato del succo di mela biologico al posto del classico brandy/rum.
Sono però rimasta fedele alla sua forma. Mia suocera invece di arrotolare tutta la sfoglia su se stessa (per evitare di formare un salamone), arrotola separatamente i due estremi per poi ricongiungerli al centro.
Prevedendo la sfida (che scade stasera alle 24…pertanto pubblico sul fotofinish!)l’inserimento di una salsa di accompagnamento ho cercato qualcosa di semplice, che non alterasse l’equilibrio del ripieno dello strudel ma che conferisse allo stesso tempo un po’ di morbidezza e di cremosità in bocca. Ho scelto un ‘gelato’ di panna farcito con mollica di pane integrale biscottata in forno con zucchero di canna grezzo.

Anche se la mia crescia è ancora lontana secoli dalla sua, sono contenta sia perché uomo grande ed uomo piccolo hanno molto apprezzato, sia perché vi ho fatto conoscere un altro pezzo della mia straordinaria terra.
CRESCIA SFOJATA CON GELATO DI PANE INTEGRALE (per 5/6 persone)
per lo strudel (ricetta di Mari):
-
150 gr di farina 00
- 100 gr di acqua calda
- 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
- un pizzico di sale
per il ripieno:
- 2 mele Renette (circa 400 gr)
- 15 noci
- un grappolo di Moscato appassito (in alternativa 60-70 gr di uvetta sultanina)
- 150 ml di succo di mele bio (in alternativa rum/brandy/sherry)
- due cucchiai di zucchero di canna
- un cucchiaio abbondante di cannella in polvere
- scorza grattugiata di un limone bio
per il gelato (da Gelati edito da Gribaudo-Parragon):
- 250 ml di panna fresca
- 50 gr di mollica di pane integrale
- 30 gr di zucchero a velo
- 30 gr di zucchero di canna grezzo
- 1/2 cucchiaino di essenza di vaniglia
- 1 cucchiaino di rum/brandy/sherry (omesso)
Preparate l’impasto per la sfoglia (seguendo le istruzioni di Mari)
Scaldate l’acqua, deve essere abbastanza calda ma non bollente. Setacciate la farina in un recipiente, aggiungete il sale e l’olio e versate a mano a mano l’acqua calda mescolando. Quando la farina avrà assorbito tutta l’acqua, togliete l’impasto dal recipiente e cominciate a lavorarlo con le mani su una spianatoia per un paio di minuti, fino ad ottenere un impasto morbido, quasi appiccicoso ma che comunque non resta attaccato alla spianatoia o alle dita. Mettete l’impasto a riposare, coperto da un panno umido o da una pellicola, per circa mezz’ora.
Preparate il ripieno.
Riscaldate il succo di mele e versatelo in una ciotola dove avrete messo l’uvetta. Lasciate ammorbidire per una ventina di minuti.
Lavate sotto l’acqua corrente le mele, sbucciatele, toglietene il torsolo, tagliatele a fettine sottili. Mettete le fettine di mela in un recipiente, aggiungete lo zucchero di canna, le noci tritate grossolanamente, l’uva scolata e ben strizzata, la cannella e la scorza del limone.
Riscaldate il forno a 200° C (modalità statica).
Stendete la sfoglia.
Mettete una tovaglia pulita (possibilmente lavata con sapone neutro e ben sciacquata), di lino o di cotone, sopra a un tavolo. Infarinatela leggermente, prendete l’impasto e cominciate ad appiattirlo con le mani, quindi spianatelo aiutandovi con un mattarello. Quando la sfoglia comincerà ad essere abbastanza sottile mettete da parte il mattarello, sollevate la sfoglia dal tavolo aiutandovi con le mani e, tenendola con le nocche nella parte sottostante, cominciate a tirarla verso l’esterno facendola girare ogni tanto e facendo attenzione che non si rompa. La sfoglia deve diventare praticamente trasparente. Riponetela nuovamente sulla tovaglia (dovreste aver ottenuto una sfoglia quadrata di circa cinquanta centimetri per lato). Siccome i bordi saranno rimasti un po’ più spessi, passate con le dita lungo tutta l’estremità della sfoglia tirando la pasta per assottigliarla.
Disponete sulla sfoglia il ripieno avendo cura di lasciare liberi 2 cm dal bordo.
Aiutandovi con la tovaglia sollevate la sfoglia ed iniziate a rotolarla su se stessa. Fatti un paio di giri, ripiegate verso l’interno anche i due lembi esterni e continuate ad arrotolare fino alla fine (io ho seguito la procedura di mia suocera che è solita arrotolare i due lati opposti verso il centro invece di fare un unico rotolo).
Trasferite delicatamente la sfoglia su una teglia ricoperta di carta da forno, spennellatela con burro fuso ed infornate. Cuocete per 30-40 minuti fino a quando la sfoglia risulterà dorata.
Preparate il gelato.
Preriscaldate il forno a 200° C.
Sbriciolate la mollica, mescolatela con lo zucchero di canna e disponetela su una teglia ricoperta di carta da forno. Fate cuocere per 10-15 minuti fino a quando la mollica comincerà a dorare e lo zucchero a caramellate. Estraete dal forno e fate raffreddare.
In una ciotola montate la panna a neve ferma quindi aggiungete lo zucchero a velo e l’essenza di vaniglia.
Trasferite la panna nella gelatiera per una mezz’ora, unendo 10 minuti prima del termine la mollica tostata con lo zucchero. In alternativa, fate congelare la panna in un apposito contenitore per 1-2 ore dopodiché estraete dal freezer e mescolate con un forchetta. Rimettete in congelatore per un’altra ora e ripetete fino ad ottenere la consistenza desiderata.
Tagliate lo strudel e servite con una pallina di gelato.

CRESCIA SFOJATA WITH WHOLE GRAIN BREADCRUMBS ICE CREAM (serving 5/6)
for the crust (recipe by Mari):
• 150 gr strong flour
• 100 gr hot water
• 1 tablespoon extravirgin olive oil
• a pinch of salt
for the filling:
• 2 renette apples (about 400g)
• 15 walnuts
• a bunch of homedried Moscato grape (alternatively 60-70 gr raisins or sultanas)
• 150 ml of organic apple juice (or rum / brandy / sherry)
• 2 tablespoons brown sugar
• 1 tablespoon ground cinnamon
• grated rind of one organic lemon
for the ice cream:
• 250 ml fresh cream
• 50 grams of whole-grain bread
• 30 grams powdered sugar
• 30 grams brown sugar
• 1/2 tsp vanilla extract
• 1 teaspoon of rum / brandy / sherry (optional)
Preparing the dough.
Heat the water (be careful because it does not have to be boiling). Sift the flour into a bowl, add the salt and the oil and pour in gradually the hot water. Stir. When the flour has absorbed all the water, remove the dough from the bowl and begin to knead with your hands on a work surface for a couple of minutes, until the dough turns out soft and slightly sticky. Leave the dough to rest, covered with a damp cloth or foil, for about half an hour.
Preparing the filling.
Heat the apple juice and pour into a bowl where you put the raisins. Let soften for about twenty minutes.
Wash apples under running water, peel, remove the core and cut into thin slices. Put the apple slices in a bowl, add the brown sugar, the walnuts (stoned and coarsely chopped), the raisins well drained, the cinnamon and lemon rind.
Preheat the oven to 180 ° C (static mode).
Rolling out the dough.
Put a clean cloth (preferably washed with soap and rinsed well), linen or cotton, on a table. Flour it lightly, take the dough and begin to flatten it with your hands, then with the aid of a rolling pin. When the dough begins to be thin enough set aside the rolling pin, lift the dough from the table, helping with your hands and, holding it with your knuckles, begin to pull it out by turning it occasionally and making sure that it does not break. The dough should be almost transparent. Place it again on the tablecloth (you should have gotten a sheet of about fifty square centimeters per side). Since the edges are usually thicker, pass with the fingers along the ends of the pastry gently pulling the dough to flatten.
Arrange the filling on the pastry, taking care to leave free 2 cm from each edge.
Helping you with the tablecloth, rais the dough and begin to roll it on itself. Taken a couple of laps, fold inward also the two outer flaps and continue to roll until the end (my mother-in-law rolls two opposite sides toward the center).
Gently transfer the dough on a baking sheet covered with parchment paper, brush with melted butter and bake for 30-40 minutes until the pastry turns golden brown.
Making ice cream.
Preheat the oven to 200 ° C.
Crumble the bread, mix it with brown sugar and arrange on a baking sheet covered with parchment paper. Cook for 10-15 minutes until the crumbs begin to brown and sugar starts caramelizing. Remove immediately from the oven and let cool.
In a bowl, whip the cream until slightly stiff, then add the icing sugar and the vanilla extract.
Transfer the cream into ice cream-machine for half an hour, adding during the last 10 minutes the toasted breadcrumbs. Alternatively, freeze the cream in an freeze-suitable container for 1-2 hours then remove and stir with a fork. Put again in the freezer for another hour and repeat until you get the desired consistency.
Cut the strudel and serve with a scoop of ice cream.
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