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Visto che l’idea della rubrica sulle erbe spontanee, inaugurata con il rotolo di patate alle ortiche, vi è piaciuta proseguiamo con la nostra passeggiata immaginaria per la campagna e ci fermiamo, lontani da strade trafficate, a raccogliere delle foglioline lanceolate dal colore verde brillante (con riflessi dal bluastro al verde-cenere) note con il nome di stridoli, silene, sclopit, carletti o concigli nell’appennino Umbro-marchigiano.
Si tratta di una pianta ad apparato radicale rizomatoso (per intenderci come lo zenzero o l’asparago), perenne e glabra che cresce principalmente nei prati e nei terreni incolti argillosi e ricchi di azoto. Le foglie formano piccoli piccioli che vanno estirpati delicatamente dalla pianta. Il suo utilizzo in cucina è molto vasto (frittate, ravioli, ripieni, risotti) e noto fin dall’antichità, anche se limitato al periodo che precede la fioritura, avvenuta la quale le foglie diventano coriacee.
Il nome del genere (Silene) si riferisce alla curiosa forma a palloncino del fiore come si può vedere dalla foto (per ora cortesia di Wikipedia poi, se mi ricordo, a fine estate torno ad immortalare i fiori dal Colle!). E’ un’ottima mellifera ma poiché i calici di siffatta forma sono di difficile accesso agli insetti alla ricerca di nettare, gli stessi si sono ingegnati ed hanno capito che era più semplice bucare il fiore alla base del calice.
(foto Wikipedia)
I palloncini restano tali per tutta l’estate per poi irrigidirsi a fine stagione; a quel punto, schiacciandoli semplicemente con la mano, scoppiano con ciò giustificando l’altro loro nome popolare schioppetini.
La leggenda vuole che Bacco avesse un compagno di nome Sileno con una gran pancia rotonda che richiama il calice rigonfio a palloncino del fiore. Ma più probabilmente questo nome deriva dalla parola greca sialon = saliva in riferimento alla sostanza bianca secreta dal fusto di molte specie di questo genere.
La ricetta che vi propongo è semplicissima e prevede l’immersione delle foglioline per pochissimi secondi in acqua bollente poi in acqua e ghiaccio (per fermarne il colore) prima di unirle al riso oramai giunto a cottura. Per rendere il piatto più cremoso ho ‘mantecato’ con della crescenza che, più delicata di altri formaggi morbidi, non copre il gusto delle erbe.
I puristi del risotto non me ne vogliano ma non ho utilizzato burro.
RISOTTO AGLI STRIDOLI E CRESCENZA (per 4 persone)
-
360 gr di riso (per me Baldo o Carnaroli…o quello che preferite)
- un mazzetto abbondante di stridoli
- 100 gr di crescenza
- olio extravergine di oliva
- parmigiano grattugiato
- ghiaccio
- 1 scalogno
- brodo vegetale
Lavate accuratamente gli stridoli quindi immergeteli in un pentolino con acqua bollente salata e cuocete per qualche secondo, scolate ed immergete subito in acqua e ghiaccio.
Nel frattempo soffriggete lo scalogno con olio extravergine di oliva e quando trasparente unite il riso e lasciate tostare un paio di minuti. Unite gradualmente il brodo vegetale (regolando di sale) e portate a cottura unendo alla fine gli stridoli e la crescenza e quindi il parmigiano a piacere.
Lasciate riposare coperto qualche minuto prima di servire.
SCLUPLIT AND CRESCENZA RISOTTO (serve 4)
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360 gr rice (Baldo or Carnaroli…or your favourite variety)
- handful of fresh cropped scluplit
- 100 gr di crescenza (or other soft cheese)
- grated parmigiano reggiano cheese
- extravirgin olive oil
- ice cubes
- 1 shallot
- vegetable broth
Wash thoroughly scluplit under running water then dip them in boiling salted water and cook for a few seconds, drain and plunge immediately into iced water. Drain again and set aside.
Meanwhile sauté the shallot in olive oil then add the rice and let it toast a couple of minutes. Start adding gradually the vegetable broth and, stirring occasionally, cook for the desired time pouring at last the scluplit and the crescenza cheese.
Stir, add some grated parmigiano cheese and let stand a few minutes in covered pan before serving.
***
Con questa ricetta partecipo al contest ‘I formaggi’ di Letizia del blog Il risotto perfetto.
Il risotto non lo faccio mai perchè mio figlio non me lo mangia, ma che voglia a vedere questo meraviglioso piatto verde e fiorito, questa volta hai colto appieno nel segno la primavera! E poi… almeno la silene la conosco……
Un bacio!
anche noi mangiamo poco riso…mi riprometto sempre di sostituirlo ogni tanto alla pasta ma poi finisco per lasciarlo in dispensa…con queste erbette ci sta invece benissimo!
bacioni e buon weekend lungo
L’ha ribloggato su MAXIMUSOPTIMUSDOMINUS.
Adoro le erbe spontanee, e mi sto davvero gustando la tua rubrica!
Però non conoscevo gli stridoli.. che meraviglia!! 🙂
mi fa piacere che ti piaccia questa rubrica…se hai un fruttivendolo ben fornito dovresti trovarle!!
Delizioso, io amo i risotti e questo è poetico ^_^
Inserisco subito!
Grazie Letizia…soprattutto per il poetico!
ciao
Che quando si tratta di andar a fare la vispa teresa in cerca di erbe sono sempre pronta (peccato che ora il mio tempo sia più tiranno del solito). Se poi mi fai anche il risotto sena burro allora non posso fare a meno di dirti … grazie 🙂
Appena posso andrò in cerca di silene (perché è così che l’ho sempre conosciuta) promesso!!!
bene…allora aspetto di vedere il tuo raccolto!!
In fatto di erbette spontanee sono veramente molto ignorante… mi fido di te, vengo lì e me lo mangio da te! 😀 Bravissima, che belle foto!! Un bascione!
ti aspetto allora…con fatine e principe consorte al seguito!!
Io non ho mai né visto né sentito questa erba…. : ((
Ma devo venire da te per assaggiarla? Magari in questo meraviglioso risottino?
Grande Silvia, ci insegni sempre qualcosa di nuovo. Un bacione grande.
dai sì ti aspetto!!! però non mi venire con i tacchi che per campi dobbiamo andare
baci
baci
Ma che belle queste erbe che presenti, io purtroppo cittadina di una grande città da sempre sono ignorante al 1000%, ma son contenta di poterle conoscere da chi le ha vicino a casa, le conosce, ne spiega le origini e da chi con immensa invidia le utilizza! il risotto deve essere ottimo!
beh il vivere in una grande città ha tutta una serie di altri vantaggi! non potendo divertirmi con lo shopping vado per campi!!!
un abbraccio e buon weekend lungo…
Li conosco come carletti.. ma di fatto non li ho mai mangiati e non saprei riconoscere la pianta nemmeno se me la mettessero sotto al naso.. grrrrrr.. Chissà che bontà nel risotto.. e con l’aggiunta della crescenza a rendere il tutto cremoso.. un abraccio 🙂
io l’ho scoperta grazie ad un amico di famiglia che va a funghi e ne sa una più del diavolo…secondo me se chiedi ad un fruttivendolo fornito te le trova!
baciotti
non conoscevo questa pianta o meglio… l’ho vista in giro ma non pensavo fosse commestibile!! si imparano sempre cose nuove e il tuo risotto sembra una bontà!! 🙂
grazie Vale! con tutte queste verdurine sto diventando erbivora…
Lo assaggerei davvero volentieri, tra quelle erbette (che mi affascinano terribilmente) e la mantecatura con la crescenza: yuhm :))
Complimenti Silvia, un abbraccio!
sono delicate…vanno cotte pochissimo…diciamo solo scottate perché altrimenti si disfano…secondo me questo risottino delicato ne esalta il sapore
grazie per esser passata di qui…finisco di rispondere ai commenti e vengo a trovarti
ciao
Silvia
nuuuuuuuuuuuuuu….libidine….buonissimo!!!!
nuuuuuu…..mi fa piacere che ti piaccia!!!!
Ogni giorno con te è una piacevole scoperta verso questo mondo a me ignoto..grazie e ottimo risotto..non sai che darei x poter assaggiare 😛
sono convinta che se ne trovino anche da te…basta andare un po’ per la campagna…un abbraccio tesoro e spero buon weekend lungo!!!
Ecco il secondo appettitoso risotto alle erbette selvatiche che vedo oggi!! Io con le erbette vorrei farci dei ravioli…ma ci dovrebbe essere qualcuno che mi accompagni a raccoglierle e che mi insegni a riconoscerle… 😉
allora vieni a trovarmi ed andiamo insieme…i ravioli saranno la prossima ricetta!
ciao
Ecco questa proprio mi mancava!Visti e rivisti e non sapevo nemmeno ci si potesse fare un bel risotto…grazie della dritta! 🙂
risotti, frittate, credo vengano bene anche i ravioli…prima o poi proverò
adoro il riso Baldo e trovarlo in giro per blog è raro, grazie per questa splendida ricetta !
è vero tutti parlano del Carnaroli ed invece a me il Baldo piace anche se non lo trovo facilmente!!!
baciotti Chiara e buon weekend lungo se sei di riposo
Quanto tempo non mangio gli stridoli. Una delle cose che mi manca di quando vivevo in Emilia Romagna, il poter trovare le erbe spontanee. Ricordo che a Forlì vedevo tantissime persone raccogliere i radicchietti, che adoravo. E tra le erbe spontanee, anche gli stridoli erano tra i miei preferiti. Questa rubrica mi permette di rivivere quel periodo 🙂 Intanto mi segno la ricetta del risotto, che magari, per miracolo, li trovo anche qui 🙂
Baciotti
qui in Romagna sono molto diffusi e mi fa piacere ti abbiano ricordato della tua parentesi Ferrarese (o Forlivese?)…buoni i radicchietti!!!
un abbraccio e buon ponte
Non conoscevo questa erba, chissà quante volte l’ho vista ma non sapevo cosa fosse. Molto interessante questa rubrica! Conoscendo le erbe ne capisci anche l’uso in cucina e questo risotto lo dimostra!
grazie Sabrina….sono convinta che a Roma si trovino…basta avere un fruttivendolo ben fornito ed amante delle erbette
ciao!
Che belli tutti quei fiori, mi sembrava di essere nel prato con te……buonissimo il risotto anche se non so che sapore abbiano gli stridoli. Un bacio.
beh se mi vieni a trovare ed è stagione andiamo per campi e te li faccio assaggiare!!!
un abbraccio
Speciale il tuo risotto e anche se non conosco quest’erba già mi ha conquistata!
Complimenti Silvia, sei bravissima!
grazie Michela! sono convinta che anche dalle tue parti si trovino tanti erbette speciali…il segreto è conoscere qualcuno ti sveli i segreti dei prati
un abbraccio
sì, ammetto che mi strapiace anche questa seconda ricetta! insomma rubrichiamo qui! 😀
e ne è in arrivo una terza…la prossima…e forse anche una quarta
poi mi butto sui legumi che arrivano quelli dell’orto
bacioni!
Buonissimo questo risottino! Bello scoprire le “tue” erbe spontanee! Queste veramente nuova per me!
Bacioni!
sai Giusy che quest’erbette si trovano facilmente…potresti provare anche tu durante una delle tue scampagnate!
un abbraccio
Mi dovrei documentare un po’, prima….sono un po’ “ignorantella” se si parla di erbe!
Mi piace proprio questa serie di post con le erbe spontanee.. questi strodoli, poi, ,sono curiosissimi, con il loro nome e i loro fiori.
E queste foto sono bellissime, così primaverili e delicate!
Un abbraccio e buon primo maggio.
vedrai che il tuo ragazzo o i suoi genitori le conosceranno….sono particolarmente apprezzate nell’appennino tosco-romagnolo
un abbraccio a te
Quanto mi piacciono le erbe spontanee e poi diciamocela tutta siamo proprio fortunate a vivere in un posto così verde e ricco di natura coma la nostra piccola cittadina. Brava bella ricetta.
O ma quante cose “a questa tavola”! le distanze qui sono talmente immense che se partissi con il mio cestino in cerca di erbe spontanee che forse ecco per cena non farei in tempo a tornare, e forse neppure per quella di Ferragosto… Mi piace molto però l’idea che qualcuno lo possa fare con così tanto entusiasmo e preparazione! Se poi mi ci prepari il risotto mi piace ancora di più!
noooo ma quante cose mi hai insegnato con questo post!!! quindi gli stridoli sono gli schioppetini?? incredibile, devo andare a cercarli per provare questa ricetta!! un abbraccio
Meraviglioso! Qui, in Veneto, si chiamano le tagliatelle della Madonna ed io che non le conoscevo prima di venire qui me ne sono innamorata!
Ottimo l’abbinamento con la crescenza.
Buona domenica,
Ile
L’ha ribloggato su Pandemej.
Risotto… ultimate confort food.
And such pretty daisies too –
comfort and beauty,
what a great combination!
Emma 🙂